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asiloCOSENZA, 24 MARZO 2022 - La consigliera di parità provinciale, l’avvocata Rossella Barberio, invita i Comuni della Provincia di Cosenza a candidarsi per ottenere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinati agli asili nido, decisamente pochi nel nostro territorio. “L’opportunità offerta dal PNRR per la realizzazione degli asili nido è un’occasione da non perdere.  I servizi per la prima infanzia sono strumenti fondamentali per affrontare il problema della denatalità e favorire l’occupazione femminile, riducendo il divario di genere. Gli asili nido, in particolare, rappresentano - sostiene la Consigliera - una risposta efficace al problema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, snodo cruciale delle politiche del lavoro. Il sostegno all’assistenza all’infanzia attraverso i servizi di cura, oltre agli obiettivi di istruzione e integrazione sociale dei bambini, ha una finalità di contrasto alla divisione del lavoro in base al genere, che troppe volte confina le donne fra le mura domestiche e nel lavoro di cura. Sappiamo che la disparità di genere nel mondo occupazionale aumenta soprattutto alla nascita di un figlio. E sono proprio le donne a rinunciare alla propria carriera. Questo perché in Italia il lavoro di cura è ancora ad appannaggio quasi esclusivo delle donne. Diversi studi – spiega la consigliera di parità della Provincia di Cosenza - hanno dimostrato che le politiche a favore dei servizi per la prima infanzia, non solo sostengono l’armonizzazione fra tempi di vita e di lavoro facendo aumentare il tasso di occupazione femminile, ma rappresentano anche un investimento duraturo a lungo termine che influenza positivamente tutta la società. Ci sono ancora pochi giorni per partecipare ai bandi. I Comuni calabresi si rendano fautori e artefici dei cambiamenti culturali e sociali e sappiano cogliere le occasioni di sviluppo per il nostro territorio”.

Pubblicato in Primo Piano

provinciaSi svolgeranno domenica 7 febbraio 2021, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, le elezioni per il rinnovo della carica di Presidente della Provincia.

Per garantire il regolare svolgimento del procedimento elettorale, e in applicazione delle misure di prevenzione da Sars-Cov2 contenute nel protocollo sanitario e di sicurezza sottoscritto tra il Ministero dell’Interno e il Ministero della Salute, sono stati previsti un numero complessivo di 8 seggi, allocati nella sede della Provincia di Cosenza in Piazza XV Marzo n. 5, e nella sede distaccata di Corso Telesio n. 17.

Le elezioni provinciali sono elezioni di secondo livello e a votare saranno sindaci e consiglieri comunali dei 150 Comuni della Provincia di Cosenza, il cui numero complessivo è di 1803 persone.

“Saranno indicate apposite vie di ingresso e di uscita, chiaramente identificate con opportuna segnaletica, in modo da prevenire il rischio di interferenza tra i flussi di entrata e quelli di uscita; i locali destinati ai seggi avranno un ambiente sufficientemente  ampio per consentire il distanziamento non inferiore a un metro sia tra i componenti del seggio che tra questi ultimi e l’elettore; sarà garantita la distanza di due metri al momento dell’identificazione dell’elettore; il corpo della Polizia provinciale curerà tutte le operazioni connesse all’accesso ai seggi e al controllo delle aree esterne adiacenti agli stessi, al fine di evitare assembramenti”. Queste sono alcune delle Linee guida sulle misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19 per la gestione delle procedure elettorali, consultabili anche sul sito della Provincia, nella sezione dedicata alle Elezioni provinciali 2021 (https://www.provincia.cs.it/portale/documentazione/eleprov2021/). Sarà inoltre disposta, per ogni sede di seggio, la presenza di agenti della Polizia provinciale con il compito di vigilare sulla corretta applicazione delle norme del provvedimento e il rispetto delle indicazioni in esso contenute. 

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Il Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, a cuore aperto ci invia un comunicato stampa in cui chiede al Governo Conte di inserire un emendamento all’interno del “Decreto Calabria” dove si chieda di istituire, all’interno della Commissione consultiva permanente per il contrasto all'emergenza epidemiologica da Covid-19, un “Comitato dei sindaci dei Comuni della Calabria”.

 

“In questi mesi, alla Regione e ai vertici del sistema sanitario ho chiesto più volte di coinvolgere i sindaci che sono stati troppo spesso esclusi da qualsiasi decisione o informati in ritardo su quanto accade nel proprio territorio in riferimento all’emergenza sanitaria in atto.

Così come continuano a rimanere inascoltate le richieste della Conferenza dei sindaci della Provincia di Cosenza che ha duramente contestato l’operato dell’intera governance sanitaria, chiedendo una inversione di rotta.

 

Senza un confronto con i sindaci non si può progettare e potenziare la sanità territoriale. Condivido, dunque, l’idea lanciata dal senatore Ernesto Magorno di inserire un emendamento all’interno del “Decreto Calabria” dove si chiede di istituire all’interno della Commissione consultiva permanente per il contrasto all'emergenza epidemiologica da Covid-19, il “Comitato dei sindaci dei Comuni della Calabria” di cui faranno parte di diritto i componenti nominati dalla Conferenza dei sindaci presso le Asp della Regione e al quale il commissario ad acta sarà tenuto a richiedere pareri motivati, obbligatori e non vincolanti su tutti gli atti di alta amministrazione.

È arrivato il momento di dire basta. Non possiamo continuare ad accettare decisioni calate dall’alto da chi magari non conosce nel dettaglio le criticità del territorio, le carenze sanitarie o le emergenze da affrontare.

 

Una programmazione corretta che tenga conto dei bisogni reali dei cittadini, un’attenta analisi dei servizi sanitari, delle strutture che abbiamo a disposizione e che potrebbero essere utilizzate per curare i malati Covid non gravi, aiuterebbe sicuramente ad affrontare meglio questa seconda ondata di diffusione del virus. Ma se non si tiene in considerazione il ruolo strategico che hanno i sindaci nell’affrontare questa emergenza, continueremo a commettere gli stessi errori e ad adottare piani sanitari errati”.

 

 

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iacucci

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci.

 

“Poco più di un mese fa avevo lanciato un grido d’allarme su quanto continua ad avvenire nel Mediterraneo: una strage infinita di cui siamo inevitabilmente corresponsabili e di cui dovremo rispondere di fronte alla storia. Se dovessimo raccontare questi anni bui non potremo essere assolti per la nostra indifferenza. 

Abbiamo seguito tutti, in questi giorni, l’ennesima storia del naufragio di un barcone di migranti al largo delle nostre coste: a farne le spese ancora una volta è un bambino troppo piccolo per poter capire che la sua unica colpa era essere nato sull’altra sponda del Mediterraneo. L’unica differenza con i nostri figli o nipoti. 

 

Joseph è l’ennesimo emblema del fallimento delle politiche internazionali, europee e nazionali di gestione dell’immigrazione.  Perché invece con una gestione migliore forse Joseph si sarebbe potuto salvare. Avrebbe potuto avere quella vita migliore che la madre, imbarcandosi, sognava per lui. Avrebbe potuto un giorno giocare con i nostri bambini, andare a scuola con loro, crescere e diventare un uomo. Questa cosa così scontata per molti gli è stata negata. 

Dai registri di bordo che pubblica il quotidiano La Repubblica si evince un buco di quattro ore in cui forse Joseph poteva essere salvato. Infatti, dopo ben tre operazioni di salvataggio, alle 16.00 Open Arms chiede l’evacuazione medica che arriverà soltanto alle 20.15 quando il bimbo di soli 6 mesi era morto da poco. Per questa ragione la Procura di Agrigento ha aperto un’indagine.  

 

Una storia come tante, di soccorsi arrivati troppo tardi ma se si fosse trattato di un bimbo italiano avremmo urlato tutti allo scandalo. Invece, dopo una immediata ondata di commozione per quelle urla strazianti della mamma che cerca il proprio figlio probabilmente anche questa storia verrà dimenticata fino alla prossima tragedia. 

Come dicevo in un’altra nota, nel Mediterraneo stanno morendo le nostre coscienze e forse ad un certo punto smetteremo anche di indignarci o di commuoverci perché tutto questo dramma sta diventando una nuova normalità. E mentre inermi restiamo a guardare un mondo che non difende più gli indifesi, per fortuna c’è Papa Francesco che ci ricorda che abbiamo il dovere di lavorare per trovare risposte adeguate e serie al dramma dell’emigrazione e del traffico di essere umani. 

 

Nella sua telefonata a Biden, Papa Francesco ha espresso la volontà “di lavorare insieme sulla base di una convinzione condivisa nella dignità e nell’uguaglianza di tutta l’umanità” riferendosi ai poveri e ai migranti. Dignità e uguaglianza: due parole patrimonio di una certa storia politica che ormai sentiamo pronunciare soltanto dal Pontefice, quasi si avesse paura dei rigurgiti di odio e di razzismo a prendere posizione chiara e netta sui migranti, a parlare di umanità. 

Un’umanità che, nonostante tutto, riesce ancora a squarciare il buio dell’indifferenza e a trionfare sulla disperazione.

Di ieri, infatti, la notizia che una migrante approdata a Lampedusa ha partorito sull’elicottero del 118 che la stava trasportando ad Agrigento: sia lei che il suo bambino stanno bene grazie anche allo straordinario lavoro del personale medico. In qualche modo, questa notizia, a poche ore dalla tragica morte di Joseph, ci dimostra che un’altra strada c’è ed è percorribile se si lavora tenendo a mente i valori di cui parla Papa Francesco. 

 

Mi auguro che il piccolo nato ieri possa avere la vita che a Joseph è stata negata e che da italiano possa contribuire, un giorno, a costruire un Paese migliore. Ma anche che la comunità internazionale e  l’Europa si impegnino a fare tutto quanto è in loro potere per fermare i conflitti armati e le persecuzioni nei Paesi da cui i migranti fuggono, per realizzare politiche di reale integrazione dei migranti e dei profughi, e di sostegno verso le Ong che quotidianamente salvano vite umane, a volte tra gli insulti, fornendo il necessario alle navi e, sempre, dico sempre, un porto sicuro”. 

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franco iacucci
"Quella di oggi è una giornata storica per la città di Cosenza".

"Con la sottoscrizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo “Cosenza-Centro storico” di importo pari a 90 milioni di euro, si compie un primo significativo passo, condiviso e sostenuto da tutte le istituzioni, verso il recupero di una realtà storico-monumentale di rilevante valore".

 

Un ringraziamento va al ministro Dario Franceschini che ha voluto fortemente l’intervento di recupero e riqualificazione del Centro storico di Cosenza. Inizialmente eravamo abbastanza pessimisti, la partenza non è stata delle migliori, a un certo punto non abbiamo più avuto alcuna notizia sul CIS. Oggi dobbiamo riconoscere al ministro e a questo Governo di aver avuto la lungimiranza di portare avanti questo progetto affidando la delega di funzioni al sottosegretario Anna Laura Orrico. A febbraio è così partito l’iter di concertazione tecnico-istituzionale con l’obiettivo di individuare gli interventi da attuare nel quadro del Cis. Da allora sono passati sette mesi: in breve tempo e attraverso la giusta sinergia tra tutti gli attori in campo oggi siamo qui per la firma del Contratto istituzionale di sviluppo”.

 

È quanto afferma il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che oggi ha partecipato al Tavolo istituzionale permanente per la sottoscrizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS). 

 

Alla Provincia vanno oltre 31 milioni di euro. Gli interventi di recupero proposti dall’amministrazione provinciale, grazie al lavoro del settore Edilizia guidato dal dirigente Claudio Carravetta, e ammessi al Cis sono quattro: lavori di adeguamento strutturale e restauro dell’edificio Chiesa S. Teresa D’Avila annessa all’ex Convento dei Padri Carmelitani Scalzi noto altresì come ex orfanotrofio Vittorio Emanuele II° in Via Gravina attuale sede dell’I.I.S. “Mancini – Tommasi” (importo euro 3.660.000,00); ristrutturazione e riuso funzionale dell’edificio sede del Liceo statale “L. Della Valle” di Cosenza (Importo euro 7.700.000,00); lavori adeguamento strutturale e restauro del “Convitto Nazionale - B. Telesio” per utilizzo a Scuola Superiore con annesso convitto ed area a destinazione incontri e convegnistica e realizzazione Incubatore culturale in sinergia con UNICAL ed Associazioni presenti sul territorio  (importo euro 15.000.000,00); adeguamento/miglioramento strutturale e restauro del Conservatorio “S. Giacomantonio” (importo euro 4.930.000,00).

 

“Gli interventi di recupero proposti dalla Provincia di Cosenza, dal Convitto Nazionale al Conservatorio Musicale, dalla Chiesa di Santa Teresa d'Avila all'edificio ospitante il Liceo magistrale Lucrezia della Valle, rappresentano, indiscutibilmente, le tracce indelebili – sostiene il presidente Iacucci - della storia e della cultura cosentina, gli elementi dell’architettura locale, i luoghi della formazione delle coscienze e di quelle generazioni che ancora oggi continuano ad essere punto di riferimento della Calabria e dei calabresi.

 

Le risorse rese disponibili e destinate alle opere di recupero proposte, oltre 31 milioni di euro, costituiscono solo una parte di quelle richieste relativamente ad un più ampio parco progettuale, candidato dalla Provincia di Cosenza, nell'ambito del CIS - Cosenza Centro Storico. Altro ancora, infatti, si ritiene di realizzare attraverso l’utilizzo delle risorse derivanti dalle economie delle procedure di gara come, ad esempio, l’immobile adiacente l’edificio scolastico di via Gravina, Casa Telesio, la chiesetta del Convento delle Canossiane, il Ricovero Umberto I, il Convento delle Vergini. Un articolato intervento, del valore di oltre 70 milioni di euro, finalizzato a restituire ai calabresi un patrimonio storico e monumentale non solo da visitare e frequentare occasionalmente, ma da vivere e valorizzare con una presenza costante, organizzata e vitalizzante”.

 

“Siamo arrivati a un primo, importante risultato: si è scelto – sottolinea Iacucci - il metodo del processo democratico, un lungo e impegnativo lavoro di analisi e proposte, sviluppatosi con un’intensa e proficua interlocuzione istituzionale, si conclude oggi con la firma del Cis Cosenza-Centro storico. La concertazione ha coinvolto oltre alle amministrazioni anche i cittadini, le associazioni, le realtà produttive del territorio: un lavoro di squadra che ha permesso di evitare una contrapposizione degli interventi, ma di condividere i progetti e portare avanti interventi complementari in modo da fornire una risposta efficace ai fabbisogni del centro storico di Cosenza. Ora un’altra sfida ci attende, il nostro lavoro continua ed entro il 31 dicembre 2021 bisogna assumere tutti gli impegni giuridicamente vincolanti”. 

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iacucci
COSENZA, 19 AGOSTO 2020 -

 

Non posso che sostenere l’appello lanciato dal presidente della Conferenza dei Sindaci, Flavio Stasi, che chiede l’apertura immediata di un confronto con il Comitato di rappresentanza della Conferenza dei sindaci della Provincia di Cosenza sul tema della riorganizzazione della rete territoriale dell’Azienda Sanitaria. Un confronto necessario sul potenziamento e la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale che non può essere approvato senza un confronto con i sindaci del territorio, considerando anche la necessità di garantire un’assistenza efficiente in questa emergenza Covid-19.

 

È mancata la concertazione e per la delibera dell’Asp di Cosenza, numero 636 del 3 agosto avente ad oggetto “Adozione Piano aziendale riorganizzazione Rete Territorio”, così come per il Dca 65/2020, non è stato chiesto alcun parere alla Conferenza dei sindaci, violando la normativa nazionale e regionale.

Un piano di riorganizzazione, riqualificazione, implementazione dell’assistenza territoriale, la specialistica ambulatoriale, la riorganizzazione della rete laboratori pubblici, così come l’assistenza domiciliare che risulta non omogenea nei differenti ambiti territoriali, sono temi e decisioni che devono essere concordate e affrontate con chi vive nei territori per evitare disservizi o accorpamenti che non garantirebbero il diritto alla salute dei cittadini.

In questa fase non entro nel merito delle questioni che saranno mi auguro discusse nella Conferenza dei Sindaci, come ad esempio la vicenda dei laboratori di analisi che verrebbero convertiti in punti prelievo. Bisognerebbe però quanto meno spiegare i motivi di determinate decisioni. Scelte che magari andrebbero a indebolire alcune aree della provincia in un momento in cui dovremmo evitare di farci trovare impreparati e potrebbe essere imminente una possibile nuova emergenza in vista dell’autunno.

Ecco perché credo sia fondamentale condividere e avere un parere anche della Conferenza dei Sindaci della Provincia di Cosenza su un provvedimento che va a incidere sull’organizzazione e la dislocazione dei servizi sul territorio.

Franco Iacucci

Presidente Provincia Cosenza

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Francesco-Antonio-Iacucci Cosenza, 4 luglio 2020 - L’avvio del nuovo anno scolastico e la riapertura delle scuole deve essere l’obiettivo prioritario di tutti.  Tante sono le incertezze che ci preoccupano e preoccupano i dirigenti per garantire che alunni, docenti e collaboratori scolastici possano rientrare in massima sicurezza. È una corsa contro il tempo e bisogna trovare soluzioni efficaci insieme. La Provincia di Cosenza è già all’opera e mercoledì 8 luglio abbiamo organizzato una Conferenza dei servizi con tutti i dirigenti scolastici degli Istituti superiori di tutta la provincia”.

È quanto afferma il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci. Fino al 31 dicembre 2020 i sindaci e i presidenti delle Province e delle città metropolitane potranno operare con poteri commissariali al fine di garantire la rapida esecuzione di interventi di edilizia scolastica.

“Così come prevede il Piano scuola 2020-2021 mercoledì si terrà la prima Conferenza dei servizi con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici. Un confronto necessario – sottolinea il presidente Iacucci - per fare il punto della situazione alla luce anche delle Linee guida introdotte dal Governo. Lo scopo, infatti, sarà quello di raccogliere le istanze provenienti dalle scuole, con particolare riferimento a spazi, arredi, edilizia e sull’armonizzazione di tutti i servizi necessari al fine di individuare modalità, interventi e soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili in risposta ai bisogni espressi”.

Nonostante la Provincia di Cosenza sia la prima in Calabria e una delle poche in Italia, ad avere già convocato la Conferenza dei servizi, i tempi sono stretti. Nella lettera inviata ai dirigenti scolastici degli Istituti Superiori di competenza della Provincia di Cosenza viene specificato: “Attesa la ristrettezza dei tempi a disposizione per la programmazione e la realizzazione degli interventi necessari alla riapertura in sicurezza delle attività scolastiche, ed al fine di consentire a questo Ente la sollecita attivazione delle procedure sarebbe opportuno fornire a questo Ente già in sede di conferenza una relazione giustificativa degli interventi richiesti nell’ambito dell’obiettivo di riduzione del rischio di contagio da Covid-19”.

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Aveva ragione Di Natale.

Lo ha stabilito il consioglio di Stato.Ecco la sentenza pubblicato il 22/09/2017

N. 04448/2017 REG.PROV. COLL. N. 07452/2016 REG.RIC.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta) ha pronunciato la presente

SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7452 del 2016, proposto da:

Mario Occhiuto, rappresentato e difeso dagli avvocati Mario Sanino, Benedetto Carratelli, con domicilio eletto presso lo studio Mario Sanino in Roma, viale Parioli,180;

contro Marsico Enrico, Lepore Luca, Rizzo Giuseppe, Pascarelli Franco, Capalbo Pino, Nociti Ferdinando, rappresentati e difesi dall'avvocato Gino Perrotta, con domicilio eletto presso lo studio Davide Perrotta in Roma, via di Santa Costanza, 39;

Iacucci Francesco Antonio, rappresentato e difeso dall'avvocato Gregorio Barba, con domicilio eletto presso lo studio Francesco Antonio Caputo in Roma, via Ugo Ojetti, 114;

nei confronti di Di Natale Graziano, Bruno Francesco Giuseppe, Di Nardo Lino non costituiti in giudizio;

Provincia di Cosenza, rappresentata e difesa dagli avvocati Aristide Police, Oreste Morcavallo, con domicilio eletto presso lo studio Oreste Morcavallo in Roma, via Arno, 6;

U.T.G. - Prefettura di Cosenza, Presidenza Consiglio dei Ministri - Dip. Affari Reg. Autonomie e Sport, Ministero dell'Interno, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per la riforma della sentenza breve del T.A.R. CALABRIA - CATANZARO :SEZIONE I n. 01834/2016, resa tra le parti, concernente l’indizione dei comizi elettorali per le elezioni di secondo grado del Consiglio Provinciale di Cosenza.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio di Marsico Enrico, Lepore Luca, Iacucci Francesco Antonio, Rizzo Giuseppe, Pascarelli Franco, Capalbo Pino, Nociti Ferdinando, della Provincia di Cosenza e dell’U.T.G. - Prefettura di Cosenza, della Presidenza Consiglio dei Ministri - Dip. Affari Reg. Autonomie e Sport e del Ministero dell'Interno;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 11 maggio 2017 il Cons. Daniele Ravenna e uditi per le parti gli avvocati Mario Sanino, Gregorio Barba, su delega dell'avv. Perrotta, Oreste Morcavallo e dello Stato Pio Giovanni Marrone;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO

L’arch. Occhiuto impugna la sentenza in epigrafe, che – su ricorso dei sigg. Marsico ed altri - ha annullato il decreto n. 4 del 15 luglio 2016 con il quale egli stesso, nella veste di Presidente della Provincia di Cosenza, ha indetto i comizi elettorali per le elezioni di secondo grado del Consiglio provinciale.

Il Giudice di primo grado, premesso che i ricorrenti e il sig. Di Natale, intervenuto in giudizio, erano legittimati a ricorrere e titolari di un interesse ad agire idoneo a giustificare la loro partecipazione al giudizio, e che l’atto in questione era impugnabile autonomamente a prescindere dalla sua natura di atto introduttivo di un procedimento elettorale, ha ritenuto sussistente la giurisdizione del Giudice amministrativo e, nel merito, ha accolto il ricorso, annullando il provvedimento impugnato.

L’appellante adduce avverso tale sentenza i seguenti motivi.

I. Carenza di legittimazione e di interesse dei ricorrenti; insussistenza di una lesione derivante dall’atto impugnato; difetto di giurisdizione del Giudice amministrativo. I ricorrenti, sindaci o consiglieri di Comuni della Provincia, non sarebbero legittimati se non per atti incidenti immediatamente e direttamente sulle prerogative proprie del loro munus. La fissazione di una data piuttosto che un’altra per le elezioni sarebbe neutra e non comporterebbe alcuna lesione per i ricorrenti. L’interesse al mero ripristino della legalità dell’azione amministrativa non sarebbe di per sé legittimante. L’atto di indizione delle elezioni, in quanto endoprocedimentale, non sarebbe impugnabile autonomamente ma solo al termine della consultazione elettorale, ex artt. 129 e 130 c.p.a.. Comunque il reale interesse fatto valere in giudizio sarebbe non tanto l’annullamento dell’atto impugnato, quanto la affermazione della decadenza del Presidente della Provincia, sulla quale la giurisdizione spetta al Giudice ordinario.

II. Nel merito, l’avvenuta rielezione dell’arch. Occhiuto a sindaco di Cosenza il 5 giugno 2016 comporterebbe che, ai sensi del combinato disposto degli artt. 32, comma 2, e 37, comma 4, dello Statuto provinciale non si debba considerare decaduto il Presidente della Provincia a seguito dello scioglimento anticipato del Consiglio del Comune di cui è Sindaco, se viene rieletto nella prima consultazione utile. Il Giudice di primo grado avrebbe erroneamente disapplicato lo Statuto, ritenendolo in contrasto con la legge n. 56 del 2014, quando in realtà esso ne recepirebbe la ratio e la integrerebbe. E comunque dalla legge n. 56 non potrebbe trarsi in materia alcun limite inderogabile all’autonomia statutaria provinciale, con riferimento a quanto statuito dall’art. 1, comma 3, TUEL.

L’appellante presentava altresì istanza di misura cautelare, anche immediata.

Si costituiva la provincia di Cosenza, eccependo la inammissibilità dell’appello per carenza di legittimazione, improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse e infondatezza nel merito.

Si costituivano gli originari ricorrenti, argomentando per la inammissibilità dell’appello, la alterazione della verità dei fatti (con riferimento alla successione temporale fra rielezione a sindaco dell’arch. Occhiuto e ordinanza cautelare n. 2601 di questo Consiglio), il difetto di interesse, la carenza sopravvenuta di interesse, l’infondatezza nel merito.

L’Avvocatura erariale – riproponendo una istanza già presentata in primo grado e non colta da quel Giudice – insisteva per la estromissione dal giudizio della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell’Interno e della Prefettura Ufficio territoriale del Governo per difetto di legittimazione passiva, non essendo impugnato alcun loro atto o provvedimento.

Con decreto presidenziale n. 4213 del 29 settembre 2016 prima e successivamente con ordinanza n. 247 del 26 gennaio 2017 è stata respinta l’istanza cautelare.

L’appellante e i resistenti presentavano successive memorie, ribadendo le rispettive prospettazioni.

All’udienza dell’11 maggio 2017 la causa è passata in decisione.

DIRITTO

Preliminarmente va disposta l’estromissione dal giudizio della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell’Interno e della Prefettura Ufficio territoriale del Governo per difetto di legittimazione passiva, atteso che non risulta impugnato alcun atto o provvedimento loro ascrivibile.

Va poi premesso che la questione sottoposta attiene a uno specifico punto di una complessa vicenda che ha fatto oggetto di più pronunce giurisdizionali, da ultimo la sentenza di questa Sezione n. 4227 del 6 settembre 2017.

L’appello è infondato nel merito e ciò esime dall’esame dei profili di inammissibilità e improcedibilità dedotti dalle parti resistenti.

Circa il primo motivo di appello, va in primo luogo respinta la asserita carenza di legittimazione dei ricorrenti in primo grado, poiché essi, in quanto titolari della carica di sindaco o consigliere comunale e aspiranti candidati alle elezioni provinciali, sono portatori di un interesse sostanziale diretto e qualificato alla legittimità del procedimento elettorale e alla fissazione della data di svolgimento delle elezioni, non essendo per essi indifferente l’una data piuttosto che l’altra.

Va poi escluso che all’impugnazione del decreto di indizione delle elezioni provinciali si applichino, come vorrebbe l’appellante, gli artt. 129, comma 2, e 130 c.p.a. (ai sensi dei quali l’impugnazione andrebbe effettuata alla conclusione del procedimento elettorale, unitamente all’atto di proclamazione degli eletti), al fine di far dichiarare inammissibile il ricorso originario. Tale decreto, infatti, da un lato non può essere annoverato fra i “provvedimenti immediatamente lesivi del diritto del ricorrente a partecipare al procedimento elettorale” di cui all’art. 129, comma 1, ma dall’altro non può neppure essere fatto rientrare fra gli “atti diversi da quelli di cui al comma 1”, cui si applica l’invocato comma 2, dal momento che il provvedimento di convocazione dei comizi si colloca logicamente e cronologicamente a monte del procedimento elettorale in senso stretto, cui l’art. 129 è riferito. Anche in termini sistematici, del resto, sarebbe irrazionale e contrario ad ogni criterio di economia degli atti interpretare le disposizioni in questione nel senso di dedurne la dilazione dell’impugnazione del decreto di indizione dei comizi fino al completamento del procedimento elettorale e alla proclamazione degli eletti. L’art. 130, poi, è espressamente riferito agli “atti del procedimento elettorale successivi all’emanazione dei comizi elettorali”. Va quindi affermato il principio per cui l’impugnazione del decreto di convocazione dei comizi è soggetta al termine decadenziale ordinario e pertanto il ricorso in primo grado era ammissibile anche sotto questo profilo.

E’ evidentemente infondata la affermata carenza di giurisdizione del Giudice amministrativo, posto che oggetto del ricorso è solo l’annullamento del decreto di indizione delle elezioni provinciali.

Per quanto riguarda il secondo motivo, vale richiamare testualmente la recentissima sentenza di questa Sezione, avente ad oggetto il profilo della sottostante questione relativa alla permanenza dell’arch. Occhiuto nella carica di Presidente della Provincia.

“2. Quanto al secondo motivo, va anzitutto confermato che la decadenza dell’arch. Occhiuto dalla carica di sindaco si è prodotta all’atto del deposito delle dimissioni dei consiglieri comunali ultra dimidium al Protocollo del Comune e cioè il giorno 8 febbraio 2016 alle ore 10,10 e non l’11 febbraio, data del decreto prefettizio. Vale cioè quanto affermato da questo Consiglio in fattispecie del tutto analoga, anche relativamente alle modalità di presentazione delle dimissioni (Sez. III, sentenza n. 1721 del 1 aprile 2015) secondo cui “nel caso di dimissioni contestuali l’effetto tipico è lo scioglimento immediato dell’organo collegiale”. Assodato quindi che l’arch. Occhiuto è decaduto dalla carica di sindaco prima della adozione da parte sua, nelle affermate vesti di Presidente della Provincia, degli atti poi annullati dal TAR, occorre esaminare la tesi da lui affermata, secondo la quale, giusta il combinato disposto della legge 7 aprile 2014, n. 56 (cd. Delrio) e Statuto della Provincia, anche dopo la decadenza dalla carica di sindaco per effetto dello scioglimento anticipato si avrebbe un effetto di “congelamento” della carica di Presidente della Provincia, fino alla eventuale rielezione a sindaco (rielezione in effetto avvenuta) e pertanto gli atti da lui adottati in tale intervallo di tempo sarebbero pienamente legittimi.

La invocata disposizione dello Statuto provinciale (il comma 4 dell’art. 37, rubricato “Consiglieri provinciali”) recita: “La cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale. I seggi che rimangono vacanti per qualunque causa, ivi compresa la cessazione dalla carica di sindaco o di consigliere comunale, sono attribuiti ai candidati che, nella medesima lista, hanno ottenuto la maggiore cifra individuale ponderata. Non si considera cessato dalla carica il consigliere eletto o rieletto sindaco o consigliere in un comune della provincia. Non si considera altresì cessato dalla carica il consigliere decaduto a seguito dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale di cui fa parte rieletto sindaco o consigliere in un comune della provincia nella prima consultazione utile.”

Il primi tre periodi del comma in questione sono meramente riproduttivi dell’articolo 1, della legge Delrio (rispettivamente del comma 69, terzo periodo, e del comma 78, primo e secondo periodo), mentre l’ultimo periodo rappresenta una integrazione alla predetta disciplina.

La suddetta disciplina sarebbe applicabile anche alla carica del Presidente della Provincia, giusta l’altra disposizione statutaria (il comma 2 dell’art. 32), secondo la quale “Nei confronti del presidente della provincia si applicano altresì, in quanto componente del consiglio provinciale, le disposizioni di cui al successivo art. 37 comma 4”.

Al fine di valutare la congruità della suddetta disciplina occorre richiamare la sistematica della legge Delrio, che disciplina compiutamente - e distintamente - eleggibilità, modalità di elezione e cessazione dalla carica per il Presidente della Provincia e per i consiglieri provinciali, in particolare regolando espressamente solo per i secondi le modalità di attribuzione dei seggi rimasti vacanti per qualunque causa (comma 78, primo periodo) secondo il principio del subentro dei primi candidati non eletti nella medesima lista e specificando che non si considera cessato dalla carica il consigliere eletto o rieletto sindaco in un comune della provincia. Quanto al Presidente, la legge si limita ad affermare lapidariamente (comma 65) che egli “decade dalla carica in caso di cessazione dalla carica di sindaco”.

Alla luce di tale disciplina, per decidere nel caso concreto non occorre spingersi a valutare se l’ultimo periodo del citato comma 4 rappresenti una illegittima integrazione alla legge Delrio, poiché è sufficiente rilevare che l’art. 32, comma 2, dello Statuto della Provincia di Cosenza, nella misura in cui estende al Presidente della Provincia l’applicabilità dell’art. 37, comma 4, e in particolare dell’ultimo periodo, rappresenta una illegittima (e dunque in questa sede da disapplicare) estensione al Presidente della Provincia di una disciplina che, per il suo carattere specifico, la legge ha dettato con esclusivo riferimento ai consiglieri provinciali.

In conclusione, va affermato il principio per cui, nel caso di scioglimento anticipato del consiglio comunale per dimissioni dei consiglieri ultra dimidium, il titolare della carica di sindaco che sia anche titolare della carica di Presidente della Provincia decade anticipatamente e contestualmente da entrambe le cariche all’atto stesso della presentazione delle dimissioni dei consiglieri.”

A quanto affermato sopra, può soggiungersi, con riferimento alla disposizione dell’art. 1, comma 3, TUEL (“La legislazione in materia di ordinamento degli enti locali e di disciplina dell'esercizio delle funzioni ad essi conferite enuncia espressamente i principi che costituiscono limite inderogabile per la loro autonomia normativa”), evocata dall’appellante per sostenere la non illegittimità delle richiamate disposizioni dello statuto provinciale in rapporto alla legge Delrio, che tale disposizione del TUEL non può interpretarsi nel senso di escludere che, da leggi successive, alla luce del loro inequivoco tenore letterale, si traggano principi pur essi costituenti limite all’autonomia normativa degli enti locali.

Va pertanto confermato, con la sentenza di primo grado, il disposto annullamento dell’impugnato decreto n. 4 del 15 luglio 2016.

Attesa la particolarità delle questioni sottoposte, sussistono giustificati motivi per disporre la compensazione delle spese fra le parti.

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), definitivamente pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo respinge. Dispone la compensazione delle spese fra le parti. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 11 maggio 2017 con l'intervento dei magistrati:

Francesco Caringella, Presidente Paolo Giovanni Nicolo' Lotti, Consigliere Fabio Franconiero, Consigliere Stefano Fantini, Consigliere Daniele Ravenna, Consigliere, Estensore

Pubblicato in Cosenza

Animazione3Comunicato stampa

IV edizione al via: dal FaceOff al FireShow ecco tutto il programma.

 

CROSIA (Cs) - Mercoledì, 22 Febbraio 2017 – Carnevale 2017, al via la quarta edizione della manifestazione più allegra e colorata dell’anno. Tante le novità introdotte. Dal ballo in maschera, allo spettacolo Face Off, e per finire al Fire Show.

Ma anche tante conferme, come la sfilata dei carri allegorici, gli intrattenimenti musicali e le degustazioni gastronomiche dei piatti tipici della tradizione del Carnevale.

 

Insomma, una due giorni di festa che animerà l’intera cittadina, da Piazza Dante, a Mirto, fino a Piazza del Popolo, nel Centro Storico, dove si concluderà la manifestazione.

Anche quest’anno l’Esecutivo Russo ha sposato e sostenuto l’evento, ideato dalla Parrocchia S. Giovanni Battista guidata da Don Giuseppe Ruffo e portato avanti nel corso delle edizioni, con il prezioso contributo delle altre Parrocchie, delle Associazioni e delle Scuole cittadine.

Una festa dedicata soprattutto ai bambini e alle famiglie – dichiara il Consigliere con delega al Turismo e allo Spettacolo, Francesco Russo – che anno dopo anno sta crescendo e acquistando maggiore rilievo sul territorio. Sicuramente grazie all’impegno e al lavoro di tutti gli attori principali, che sono essenzialmente i giovani, protagonisti delle numerose manifestazioni previste all’interno dell’evento: dalla sfilata dei carri allegorici, alla realizzazioni dei giochi, degli spettacoli e del ballo in maschera.

 

Ovviamente il coinvolgimento dei giovani è dovuto soprattutto alle attività che svolgono le nostre Associazioni, le Parrocchie e le Scuole cittadine, che hanno il grande merito di coinvolgerli e intrattenerli contribuendo alla loro formazione anche in attività pomeridiane extrascolastiche.

Pertanto – conclude Russo – ringrazio in primis Don Giuseppe Ruffo, ideatore dell’evento e insieme a lui tutti gli altri Parroci delle Chiese cittadine, i Dirigenti degli Istituti scolastici e le Associazioni che hanno partecipato all’organizzazione anche di questa quarta edizione.

 

Le manifestazioni di Domenica 26 Febbraio, si svolgeranno a Mirto, a partire dalle ore 15.00, ora in cui è previsto il raduno presso la delegazione Municipale.

Da qui, alle ore 15.30 comincerà la sfilata dei carri allegorici verso Piazza Dante, dove si festeggerà con balli, musica e la premiazione del carro più bello. Martedì 28 Febbraio, gli eventi si sposteranno nel Centro Storico, dove, a partire dalle ore 15.30 (raduno piazzale Chiesa Madonna della Pietà) si darà il via alla sfilata in maschera verso Piazza del Popolo, con il carro vincente.

In Piazza si svolgerà lo spettacolo Face Off Maschere e Fire Show, oltre ai giochi popolari, le degustazioni e i balli con l’animazione delle “Pacchiane di Crosia”. Gran Finale: Ballo in maschera e premiazione della maschera più bella. Inoltre, lunedì 27 Febbraio, presso il Palateatro “G. Carrisi”, alle ore 18.00, si svolgerà la commedia in tre atti “La Gatta Cenerentola”, a cura del Gruppo Teatro Crosia Centro Storico “Triatist ppe sbagghiu”. ©CMPAGENCY 

Pubblicato in Calabria

I presidenti delle Province di Cosenza, Franco Iacucci; di Crotone, Nicodemo Parrilla e di Vibo Valentia, Andrea Niglia, ed Enzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro e componente del direttivo dell’Upi nazionale, si sono incontrati per discutere la situazione organizzativa e finanziaria delle province.

 

Il presidente Bruno ha introdotto il confronto sulla situazione delle Province calabresi partendo dalle difficoltà registrate sui territori “dopo le recenti emergenze neve e maltempo, che hanno causato danni ingenti al sistema viario di competenza provinciale dell’intera regione”.

 

In evidenza la condizione organizzativa, funzionale ed economica-finanziaria nella quale sono costrette ad operare tutte le Province d’Italia, e non escluse quindi quelle calabresi, “che gli interventi urgenti sul sistema viario in seguito al maltempo hanno ulteriormente aggravato in aggiunta alla già acquisita negatività dei tagli ai bilanci stabiliti dalla Legge Finanziaria 2015”.

 

Il presidente Bruno ha , poi, rimarcato:“Se dovessero essere confermati i 700 milioni di tagli previsti nessuna Provincia d’Italia sarà in grado di approvare i bilanci 2017, compromettendo il mantenimento dei servizi e la sicurezza degli edifici scolastici.

Cancellare il taglio già previsto dalla legge di Bilancio 2017 è indispensabile, ma non basta per rimettere in sesto le finanze di questi Enti”.

Nel corso della riunione dell’Upi, quindi, è emersa la necessità di aprire un confronto per una sostanziale modifica della legge Delrio, che dopo l’esito del referendum e quindi la conferma delle Province quale Enti di rango costituzionale “deve essere rivista, in particolare per le materie ancora non pienamente trasferite alla Regione Calabria, con particolare riferimento alle funzioni residuali per le quali le Province calabresi hanno già anticipato ingenti risorse per gli anni 2015 e 2016, come ad esempio quelle relative alla gestione dei centri per l’impiego, delle strutture culturali, sportive e dei parchi”.

I presidenti delle Province calabresi hanno, infine, evidenziato la necessità di instaurare un pregnante rapporto di solidarietà istituzionale, chiedendo un incontro urgente al presidente della Regione, Mario Oliverio, oltre che sollecitando sia la convocazione dell’Osservatorio regionale permanente che il tavolo tecnico sul Mercato del Lavoro già approvato dalla Giunta regionale.

I presidenti Bruno, Iacucci, Parrilla e Niglia, nel confermate la loro presenza nella riunione dell’Upi nazionale del prossimo 16 febbraio, porteranno al tavolo nazionale “le istanze e le esigenze non più procrastinabili delle province calabresi a garanzia della continuità dei servizi da erogare ai cittadini e della sicurezza del sistema viario e degli edifici scolastici”.

Pubblicato in Cosenza
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