
Babbo Natale quest’anno è arrivato dappertutto, dunque anche a Roma e a Cosenza.
Sotto l’albero romano l’uomo dalla lunga barba bianca ha portato un bel pacco che il destinatario avrebbe senz’altro preferito che non arrivasse o perlomeno che arrivasse in un altro giorno.
Il Premier Conte ha mangiato sì il panettone, ma gli è rimasto in gola.
Un suo Ministro gli ha combinato un bel guaio.
Ci mancavano pure le dimissioni di un Ministro anche se molto chiacchierato.
E sono state prese male, nonostante fossero annunciate da tempo.
E chi è questo Ministro?
Ma è il Ministro della Pubblica Istruzione Fioramonti, il Ministro che passerà alla storia non per aver rivoluzionato la scuola italiana e reso agibili le aule scolastiche che ogni giorno cadono a pezzi, ma per l’introduzione della tassa sulle merendine degli alunni e il posizionamento sulla cattedra del mappamondo al posto del Crocifisso sui muri delle aule scolastiche.
Si è dunque dimesso da Ministro e ha abbandonato il Movimento 5 Stelle che lo aveva eletto al Parlamento.
Passerà ad un altro gruppo parlamentare autonomo che sosterrà però il Governo Conte.
Cose mai viste prima d’ora.
Non ha avuto il coraggio di combattere la battaglia da Ministro ed è scappato adducendo delle scuse puerili: il Governo ha tagliato i fondi per la scuola.
Le critiche non si sono fatte attendere.
Questo Governo perde i Ministri come le foglie di un albero in autunno.
E’ malato di protagonismo e vuole essere il primo a guidare i dissidenti del Movimento 5 Stelle.
Ma per Di Maio, una scissione può alla fine essere un bene.
Per le opposizioni non se ne sentirà la mancanza, è stato uno dei peggiori Ministri che l’Italia abbia avuto.
Sotto l’albero cosentino di Corso Mazzini Babbo Natale ha portato un pacco ben confezionato che quando i cosentini lo hanno aperto ha fatto un bel botto.
Non se lo aspettavano, ma molti se lo auguravano.
Il pacco l’ha portato Babbo Natale ma a spedirlo è stato il Presidente Berlusconi in persona.
Mittente i fratelli Occhiuto, uno Deputato al Parlamento, l’altro sindaco di Cosenza e candidato alla carica di Governatore della Calabria. Carissimi, così esordisce il Cavaliere nella letterina allegata, in un momento così delicato e decisivo per il futuro della Calabria, con importanti ripercussioni anche a livello nazionale, sento il dovere di fare appello alla Vostra passione civile, all’amore disinteressato per la vostra terra che avete tante volte dimostrato, alla coerenza di un percorso politico che non può essere messa in discussione.
Su suggerimenti di tanti amici coinvolti e dopo la sollecitazione di Berlusconi, una persona a lui molto cara che ha sempre stimato e ammirato, Mario Occhiuto ha deciso di non correre più per la Presidenza della Regione Calabria.
Ite, Missa est.
Andate, la Messa è finita.
Con queste parole il Sacerdote alla fine della Santa Messa si congeda dai fedeli e dai partecipanti al sacro rito.
La mia corsa è finita, così anche il Sig. Sindaco di Cosenza si congeda dai suoi fedeli amici e simpatizzanti, da quelli che in questi ultimi anni, nella buona e nella cattiva sorte, gli sono stati accanto e gli hanno voluto davvero bene.
Hai perso, è vero, Sig. Sindaco, perché molti ti hanno tradito.
Oggi sei stato sonoramente sconfitto.
Non ti abbattere.
Ti rifarai, perché ne hai le capacità.
Raccogli le tue cose, aspetta con pazienza, siediti alla riva del fiume Crati e vedrai che prima o poi passeranno uno per uno i cadaveri dei tuoi acerrimi nemici, quei quaquaraqua che tu hai beneficiato e che ora sputano nel piatto dove hanno lautamente mangiato a vigna.
Adamo è stato raggiunto da un divieto di dimora in Calabria.
Stessa misura per Giuseppe Capizzi, Pino Cuomo, Maria Olga Montemagno e Filippo Valia.
C’è anche Nicola Adamo tra gli indagati nell’inchiesta scattata all’alba che ha portato a 334 misure cautelari nel Vibonese.
Per lui, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto e ottenuto dal gip il divieto di dimora in Calabria, pur escludendo l’aggravante dell’associazione mafiosa.
Stessa misura per Giuseppe Capizzi, Pino Cuomo, Maria Olga Montemagno e Filippo Valia.
L’operazione della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro ha smantellato due clan della ‘ndrangheta della città
COSENZA – Il blitz ribattezzato “Testa del Serpente” è scattato all’alba oggi, e la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza stanno dando esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei 18 soggetti appartenenti ai due principali clan di ‘ndrangheta operanti a Cosenza
I due clan sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio, estorsione (tentata e consumata, vari episodi), porto e detenzione abusivi di arma (diversi episodi), ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, usura (diversi episodi), lesioni, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Sono state eseguite perquisizioni in tutta la città.
Sembrerebbe dai primi riscontri che tra i soggetti raggiunti dal provvedimenti ci sia Roberto Porcaro, ritenuto reggente del clan tra l’altro assolto nei giorni scorsi in Appello dall’accusa di essere stato il mandante nell’omicidio Bruni.
Per quanto riguarda l’altro clan, quello degli Zingari, sarebbero coinvolto Luigi, Nicola, Marco e Francesco Abbruzzese.
Inoltre sarebbero state accertate anche estorsioni ai danni di imprenditori di Cosenza.
I due clan inoltre pare avessero a disposizione diverse armi alcune già sequestrate in diversi blitz compiuti a Cosenza.
Per quanto concerne lo spaccio di droga, i proventi, anche del pizzo, sarebbero confluiti nella cosiddetta ‘bacinella’.
Sarebbe coinvolto inoltre un poliziotto.