“Tra quegli altri cipressi ermo là su. Ansimando fuggía la vaporiera Mentr'io cosí piangeva entro il mio cuore; E di polledri una leggiadra schiera Annitrendo correa lieta al rumore.
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo Rosso e turchino, non si scomodò: Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo”.
Sono gli ultimi versi della nota poesia “ Davanti a san Guido” di Giosuè Carducci , quella che inizia con i più famosi versi “ I cipressi che a Bólgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardar.
Mi riconobbero, e— Ben torni omai — Bisbigliaron vèr' me co 'l capo chino — Perché non scendi ? Perché non ristai ? “
Beh, i cipressi della Chiesa madre del centro storico di Amantea non hanno la nobiltà dei cipressi di San Guido: o forse si?
Forse i cipressi hanno la stessa nobiltà dappertutto . E forse meritano dappertutto lo stesso rispetto.
Tranne che ad Amantea, ovviamente.
Forse la differenza sta soprattutto nel fatto che quelli che dal comune di Castagneto Carducci si mostrano lungo il viale che collega l'Oratorio di San Guido al centro storico di Bolgheri hanno avuto un poeta e quelli di Amantea no.
Ma anche i nostri son casa di “ rusignoli” ed intorno a loro “Le passere la sera intreccian voli”.-
O meglio intrecciavano, perché oggi è più difficile.
Oggi i cipressi sono monchi. Rei di aver offeso la vista dei potenti che non potevan più vedere il mare ed i suoi colori e cogliere sullo stesso i rossi dei tramonti
E le loro cime sono state ablate, perché non offendessero più la vista del panorama.(Foto media)
Gli incolpevoli operai del comune li hanno puniti così che non disturbino.
Lo hanno deciso lì dove possono e come dice il sommo poeta “ vuolsi così, colà dove si puote”.
Lo ha deciso chi “ oggi è una celebrità, che sa legger di greco e di latino, che parla, parla ed ha molte altre virtú” .
Lo ha deciso chi oggi comanda, chi oggi non è più “ un birichino e sassi in specie non ne tira piú” .
È molto più potente , taglia le teste a chi non può parlare e comincia dai cipressi.
E speriamo che Van Gogh non ritorni in vita e soprattutto che non abbia lo schiribizzo di venire ad Amantea a ritrarre i cipressi del centro storico, i pochi alberi del centro storico oltre i fichi aggettanti sulla vecchia statale 18, i pochi che compensavano con il loro verde quello degli antichi aranceti ormai scomparsi.( Foto piccola)
Le loro cime non correranno più al vento, seguendone il senso e curvandosi flessibili fino a vincerne la potenza, nè saranno incise dalla brezza salmastra che tutto accarezza in questa città di mare.
Ci chiediamo, e ci chiederemo sempre e comunque, se si possa avere il diritto di comandare queste cose, se la città domani possa svegliarsi monca di un suo particolare solo perché qualcuno si è arrogato il diritto di decidere per conto di tutti.
E ci chiediamo, e chiederemo sempre e comunque, perché questa città accetti, senza nemmeno parlare, questo aberrante esercizio del potere divino della politica.
E ci chiediamo, e chiederemo sempre e comunque, se i problemi di Amantea siano le cime sempreverdi di qualche cipresseto che non è nato per caso ma è stato piantato proprio lì dalla medesima amministrazione, cipresseti che sono colpevoli solo di avere fatto il proprio dovere di nascere e di crescere ed oggi si trovano a subire le ire di chi li ha visti piantare, crescere e vivere fino a quando hanno offeso la suscettibilità dei potenti.
Ci chiediamo se si sia così dato inizio ad un periodo di Terrore rivoluzionario e ci si accinga a tagliare tutto ciò che offende la vita di un qualsiasi panorama come avvenne per i meravigliosi Pini marittimi che arricchivano la nostra città.
Ci chiediamo se saranno tagliate le alte palme del centro storico, ree anche loro di offendere la vista di un qualsiasi potente.
Forse fra qualche giorno sarà tagliata anche la palma che è davanti alla facciata della Chiesa madre e che ne offende la vista.
Né vogliamo sapere chi sia il Charles Henry Sanson di Amantea.
Ci chiediamo solo come si possa vivere tranquilli in questa città sapendo che è possibile essere giudicati senza processo ed avere tagliata la testa.
Cipressi docet!
NB Ci giunge notizia che qualcuno si è offeso , che qualcuno si è arrabbiato, che qualcuno ha pianto, che qualcuno ha avuto paura di quello che ha ordinato, che domani lunedì 7 luglio ci si chiederà se il terreno sul quale insistevano i cipressi sia di proprietà pubblica o privata ed altro.