Vi proponiamo un documento inedito presentato alla Commissione Straordinaria il 2 giugno scorso, a firma del comitato spontaneo di quartiere del centro storico.
"Nei prossimi anni, ciò che resterà della Piazza, centro storico e vitale di Amantea, sarà forse considerato archeologia "urbana".
Non farà più parte del lessico cittadino e la questione "Piazza", tanto discussa in queste settimane, per le note vicende del trasferimento del Comune al centro urbano, sarà probabilmente relegata a qualche ricerca storica.
Ma lo svuotamento del centro storico dalla casa comunale contribuirà a quel senso di vuoto e aumenterà la tendenza alla desertificazione, indebolendone l’attrattività come luogo di socializzazione, ritrovo e svago, rendendo meno gradevole l’esperienza del vivere il cuore cittadino nel centro storico e riducendovi la propensione alla spesa locale.
Peggio ancora le troppe case abbandonate e sporche e non curate in maniera decorosa, oltre quei bagni chimici chiusi da vent'anni in via Dante che assolutamente vanno eliminati, daranno il colpo finale all'economia del centro storico. Considerazioni di normale buon senso che ci meravigliamo non siano state fattivamente e concretamente fatte proprie dalla commissione straordinaria, soprattutto ricordando che, l commissari affermavano fino a poche settimane fa l’importanza del commercio, anzi dell’offerta commerciale, e del turismo, e quindi dell'offerta turistica, quale componente essenziale della proposta qualitativa che il Comune di Amantea, nella sua totalità, esprime per aumentare il proprio indotto.
Lo sconvolgimento del territorio, operato dall’esponenziale crescita urbana avvenuta ovunque, ha fatto sì che il centro storico, inteso quale forma e contenuto di un luogo caratterizzato da una spiccata identità, faccia parte della cultura storica urbana e, oggi, può essere trattato connettendolo all’assetto urbano complessivo.
La Città ha già avuto modo di constatare lo svuotamento di presenze con il trasferimento degli alunni della scuola media presso il Campus Temesa,(dove ora è previsto il Comune) molto di più, invece, sta vivendo tuttora lo sconvolgimento economico, culturale e sociale, legato al trasferimento delle scuole secondarie dal centro urbano alla periferia.
Quel trasferimento di studenti e docenti che circolavano nella Città e stabilivano un rapporto non solo di conoscenza ma che significava soprattutto la creazione di una dinamica per l’attività di lavoro, ricreativa e associativa per divertirsi insieme e con gli altri cittadini e per colloquiare con loro e creare ulteriori efficaci iniziative ha intaccato ,invece, il tessuto culturale e sociale della città creando incalcolabili danni all'economia nel centro urbano ed alla città intera.
La realtà del territorio può essere scritta anche come l'accorpamento di interazioni che si svolgono fra istituzioni culturali, agenzie educative, gruppi e individui tutti posti in un ambiente ricco di stimolazione anche se frequentemente percorso da conflitti ed interazioni.
È bene valutare le realtà istituzionali e produttive oltre che le risorse con l'opportunità di ogni tipo esistenti sul territorio, al fine di utilizzare a favore della produttività una direzione di sistema allargato, cogliendo anche il significato intrinseco dell'essere "STATO" dentro il territorio e quindi per ricalibrare l'assetto sociale di cui essa dispone.
Tornando al al trasferimento dell'ente comune nel passato il centro storico di Amantea veniva percepito e vissuto come bene immateriale, appartenente, di fatto, alla comunità dei cittadini, soprattutto per la presenza del Municipio, difatti coinciso con la città stessa.
Per secoli la costruzione dell’immagine della Città di Amantea ha coinvolto i suoi abitanti, ed è stata inquadrata da norme che hanno subordinato la speculazione dei privati al pubblico interesse. Da sempre è stato, ed è tuttora, alto
forte il sentimento d’appartenenza, alla città di Amantea e al suo centro storico.
Chi governa la città oggi, ovvero i Commissari Straordinari, la segretaria, il Comandante dei Vigili, il Ragioniere e il Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune non sono di Amantea e forse non hanno valutato fino in fondo che il trasferimento degli uffici comunali significa aver sancito la decadenza e la fine del Borgo antico del centro storico in quanto il Comune è l’anima, il motore economico che riesce a fare sopravvivere le poche attività esistenti.
Riflettano i Commissari straordinari prima che rimarrà una macchia indelebile nelle loro coscienze in quanto con ciò confidiamo in un loro attendo e approfondito riesame del problema che devono avere a cuore massimamente per diletto dei forestieri, per onore, prosperità e accrescimento del nostro centro storico, la bellezza dell’intera Città e dei cittadini.
La proprietà giuridica del singolo bene sia esso privato o pubblico in rapporto agli edifici rappresentativi esprime valori comunitari, e il rispetto della cosa pubblica si conforma in un legame di responsabilità reciproca che assume il moderno significato di un mutuo e consolidato "patto di cittadinanza".
Il centro storico diviene moderno, non prescrivendo valori ideali come la bellezza, ma, anzi, producendo rendita, sollecitando investimenti, arricchendo, favorendo lo sviluppo e fornendo nuovi servizi, non togliendoli.