Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa:
“Teniamo a fare chiarezza rispetto alla discussione di un punto all’Odg del Consiglio comunale di giorno 8 settembre, e precisamente quello relativo alla possibile causa di incompatibilità della Consigliera Cinque Stelle Francesca Sicoli.
Durante il Consiglio Comunale dello scorso 26 giugno, infatti, sono state esaminate le condizioni di eleggibilità e di compatibilità degli eletti.
Punto approvato con il voto favorevole di tutta la maggioranza consiliare e del gruppo “Una Città nel Cuore”; mentre hanno espresso voto contrario le Consigliere del M5S Francesca Sicoli e Francesca Menichino.
È il caso di precisare che l’esame delle condizioni di compatibilità avviene normalmente sulla base di atti e fatti a conoscenza dei consiglieri eletti.
I componenti della pubblica Assise avevano l'obbligo di presentare alla Segretaria Comunale apposite autocertificazioni riguardanti il proprio status 24 ore prima della pubblica seduta al fine di permetterne l'esame.
Ed ancora che le due Consigliere Cinque Stelle Sicoli e Menichino hanno consegnato le loro attestazioni solo nella tarda mattinata del giorno in cui il Consiglio era stato convocato.
Nelle stesse le due Consigliere hanno dichiarato di avere una lite pendente con il Comune di Amantea.
Tale circostanza – ai sensi dell’art. 63 comma 1 punto 4) del TUEL che recita “Non può ricoprire la carica di Consigliere comunale colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo, con il comune” – rappresenta proprio una delle cause di incompatibilità previste dalla legge.
In quel Consiglio, durante la discussione dell’ultimo punto all’Ordine del giorno, la Capogruppo Monica Matroianni – nel frattempo venuta a conoscenza dei contenuti delle autocertificazioni presentate dalle componenti del gruppo dei 5S – ha portato a conoscenza dell’intero Consiglio la possibile causa di incompatibilità.
Tuttavia, a quel punto non era possibile rivotare un punto già votato nel medesimo Consiglio.
Trattandosi di eventualità avente potenziali effetti sulla legittimità dell’Assemblea rappresentativa di tutti i cittadini, il Consiglio comunale – anche per scongiurare condotte omissive – aveva il dovere di affrontare la questione nel merito.
Tenendo presente però che, nonostante la lite interessasse anche la Consigliera Menichino, la stessa - rivestendo all’epoca dei fatti il ruolo di Consigliere Comunale (a differenza della Consigliere Sicoli) – dovrebbe beneficiare della deroga contenuta nell’art. 63 comma 3 del TUEL (prevista per chi agisce nell’esercizio del mandato).
La Presidenza – a garanzia del Consiglio, del gruppo del M5S e della stessa Consigliera Sicoli – si è limitata a verificare se l’ipotesi di incompatibilità fosse presente (così come avverrà – secondo quanto richiesto dalla Consigliera Menichino - per altro Consigliere della maggioranza).
Fatte le dovute verifiche e constatato la causa, la Presidenza aveva il dovere di far istruire la pratica (ai sensi del’art. 69 comma 1 del TUEL) e di portarla in Consiglio.
È il caso ancora di chiarire che la decisione presa dal Consiglio lo scorso venerdì non determina la decadenza della Consigliera Francesca Sicoli ma – come previsto dall’art. 69 comma 2 del TUEL – offre alla stessa dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o per eliminare la causa di incompatibilità in modo da consentire a tutto il Consiglio di approfondire la vicenda e poter deliberare nell’interesse dell’Assemblea e di tutte le cittadini e i cittadini.
Nella malaugurata ipotesi che la Consigliera Francesca Sicoli non fosse compatibile col ruolo di Consigliere, è bene precisare che – a differenza di come erroneamente è stato lasciato intendere – ciò non andrebbe ad incidere sui seggi assegnati al Movimento Cinque Stelle.
Il primo dei non eletti, infatti, verrebbe surrogato.
L’amministrazione Comunale