Dopo il K.O. in Abruzzo, un altro K.O. in Sardegna per il Movimento 5 Stelle e per il centro sinistra. Inutile girarci intorno. Nelle elezioni regionali che si sono svolte domenica scorsa in Sardegna ha vinto Solinas, candidato del centro destra. I numeri parlano chiaro. Sono indiscutibili e cristallini. Il Ministro e Vice Presidente del Consiglio On. Luigi Di Maio fa il finto tonto, è contentissimo che il suo movimento entra per la prima volta in Consiglio Regionale Sardo con diversi consiglieri anche se il M5S ha preso meno del 10% dei voti. Per lui il suo Movimento è ancora vivo e vegeto. Beato lui. Vivo e vegeto? Ma vuole davvero scherzare o vuole prendere per i fondelli gli italiani? Quella di Di Maio è una stanca e già vista cantilena. Il M5S ha perso. Punto. E’ l’inizio della fine della parabola politica non solo sua ma anche di tutto il Movimento che lui rappresenta. Perde in tutta l’isola, finanche nei 4 Comuni in cui amministra. In un partito normale ci saremmo aspettati una pacata riflessione. Un Movimento che un anno fa alle elezioni politiche prese in Sardegna il 42,4% e ora alle regionali prende meno del 10% è un Movimento vivo e vegeto? E’ un Movimento in caduta libera. Prendiamo atto che le elezioni regionali sono diverse dalle elezioni politiche, sappiamo che le pere sono diverse dalle mele, ma perdere 250 mila voti in un solo anno è davvero un disastro, una debacle, un tonfo. E senza contare le battute d’arresto e le batoste subite nelle elezioni del Friuli, Trento, Bolzano, Molise e Abruzzo. Sono state batoste elettorali che hanno lasciato il segno. Senza girarci intorno l’ultima competizione elettorale è stata una autentica catastrofe. La base grillina protesta, è spaccata e la leadership dello stesso Di Maio ora è rimessa in discussione. Ma lui continua a ripetere come un mantra:- Il movimento è vivo e vegeto. Per il Governo non cambia nulla. Io non vedo nessun problema-. Ma Di Maio, da politico inesperto, non ha ancora capito che i voti del M5S sono volatizzati, sono andati dispersi, sono andati finanche altrove come il latte che i pastori sardi per protesta versano per le strade dell’isola. Una cosa è certa. Sono stati pochi i sardi che vogliono lo stipendio gratis. Vogliono un lavoro non vogliono il reddito di cittadinanza. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Il centro sinistra anche domenica scorsa ha perso la Regione che fino ad ieri governava. L’illusione di potersi giocare la partita è durata troppo poco. Ma sono contenti lo stesso. Sono arrivati secondi, cosa vogliono più dalla vita? Un Lucano. Appuntamento, dunque, al 24 marzo quando si voterà in Basilicata per il rinnovo del Consiglio Regionale. Il centro sinistra oggi gongola per il secondo posto in Sardegna quando tutti lo davano per morto. Invece, secondo i big del Pd, è vivo e vegeto, e possono stappare benissimo lo champagne. Dalla Sardegna è arrivato un segnale incoraggiante: Ce la possiamo fare. E Salvini cosa dice? E’ soddisfatto naturalmente dell’esito del voto. Per lui va tutto bene e si va avanti. Intende rispettare l’alleanza di Governo. Resta sordo ai richiami di Berlusconi. A livello locale è alleato col centro destra, a Roma con i grillini. Si sta comportando come il vecchio PSI di Bettino Craxi, con la differenza che il PSI a Roma era alleato con la Democrazia Cristiana mentre nei comuni e nelle regioni era alleato col PCI.