In Italia ormai siamo in piena emergenza perché il virus sta galoppando molto velocemente e i contagi e i morti aumentano giorno per giorno. E la paura del virus ha contagiato tutti e molti dei nostri cari che lavoravano o studiavano nelle città del Nord in massa si sono riversati nelle città di origine. I Governatori dell’Italia meridionale sono intervenuti e li hanno esortati a non venire al Sud perché potrebbero portare il maledetto virus. E intanto due fake news si stanno diffondendo causando panico: il coronavirus arriva attraverso il computer e i fili del telefono. Ma queste sono due fake news. Il computer e il telefono non possono trasmettere il virus. Però il coronavirus potrebbe creare problemi anche al computer. E come? Facilissimo. Basta aprire una E mail della dottoressa Marchetti, presunta esperta dell’organizzazione mondiale della sanità. Questa signora, approfittando della pandemia di coronavirus, sta inviando un virus telematico. Quindi, amici, non aprite l’allegato, è un malware che cattura tutti i dati sensibili del computer, soprattutto quelli bancari e li inoltra ai vari autori delle frode. La diffusione dell’epidemia ha creato un comprensibile disorientamento e apprensione nella cittadinanza e così gli autori della frode se ne approfittano camuffando informazioni utili e fantomatiche cure contro il coronavirus con allegati in grado di rubare i dati sensibili registrati. Ma le fake news dei fili del telefono e del citofono di casa sono ancora più grandi. Il coronavirus sta facendo cambiare il nostro stile di vita, ci sta costringendo a restare rintanati in casa. Alcune vecchiette hanno finanche paura di affacciarsi dai balconi e dalle finestre e non vogliono parlare con nessuno. E se qualcuno telefona o citofona non rispondono perché è stato detto loro che il virus cammina anche attraverso i fili della luce e del telefono e potrebbe contaminarle. Ma non è vero. Però hanno paura lo stesso e la tensione psicologica aumenta. Il virus non si trasmette attraverso i fili del telefono, ma attraverso i contatti diretti. Ecco perché ci è stato detto di evitare le strette di mano, gli abbracci, i baci e gli assembramenti. Per qualcuno i fili del telefono che si tirano il virus potrebbe sembrare una notizia di oggi, ma si sbagliano. Basta prendere “I Malavoglia” di Giovanni Verga e incominciare a leggere il capitolo IV. Ieri,150 anni ,fa pensavano che i fili del telegrafo si tiravano la pioggia. Quasi tutti gli abitanti del borgo erano riuniti davanti la casa del nespolo appresa la notizia della disgrazia della famiglia dei Malavoglia: la morte del capo famiglia e la perdita del carico dei lupini. Ognuno raccontava i guai suoi. Quelli che stavano nel cortile guardavano il cielo perché aspettavano la pioggia che non voleva arrivare. Non pioveva perché avevano messo quei maledetti fili del telegrafo che si tiravano la pioggia dalle nuvole e la portavano altrove dove ce n’era più bisogno. E per questo ci avevano messo la legge che chi rompe i fili del telegrafo va in prigione. E così anche oggi, chi non ottempera alle leggi varate dal Governo va incontro ad una multa pecuniaria e alla galera.