Solo i politici, i dirigenti, i banchieri, i mafiosi e pochi altri ricchi che hanno beni e depositi non riescono a percepire la gravità della situazione economica in Italia (un po’ come succedeva a Maria Antonietta quando diceva : “S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche” e sperando non debba succedere ancora una volta!).
La crisi è talmente grave che dopo due anni di crescita, nel 2012 i consumi di elettricità in Italia tornano a scendere.
I primi dati provvisori elaborati da Terna rilevano una flessione del 2,8% rispetto al 2011: quasi il record negativo di questo nuovo secolo, dopo quello del 2009, quando la contrazione rispetto all’anno precedente fu del 5,7%.
Il totale dell’energia richiesta in Italia nel 2012 ammonta a 325,3 miliardi di KW, attestandosi sullo stesso livello di domanda del 2004.
A parità di calendario, segnala Terna, la diminuzione è del 3,1%, in considerazione del fatto che il 2012 ha avuto un giorno lavorativo in più perché bisestile.
A livello territoriale, le flessioni più consistenti si registrano in Sardegna (-10,3%) e nella macro-area del Nord-Ovest composta da Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta (-7,7%).
Secondo le prime stime, l’anno scorso la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,8% con produzione nazionale (di cui 62,2% termoelettrica, 13,3% idroelettrica, 1,6% geotermica, 4,0% eolica e 5,6% fotovoltaica) e per la quota restante (13,2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (284,8 miliardi di kWh) è in diminuzione del 2,3% rispetto al 2011; in forte aumento le fonti di produzione eolica (+34,2%) e fotovoltaica (+71,8%), in calo le fonti idroelettrica (-8,2%), termoelettrica (-6,3%) e geotermica (-1,4%).
Per quanto riguarda invece il mese di dicembre 2012, la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 26,6 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 3,6% rispetto a dicembre dello scorso anno; depurata dagli effetti di temperatura e calendario, la variazione diventa tuttavia -3,9%: rispetto al corrispondente mese di dicembre del 2011, si è infatti avuto un giorno lavorativo in meno (19 contro 20) e una temperatura media mensile di circa un grado e mezzo inferiore. I 26,6 miliardi di kWh richiesti nel mese sono distribuiti per il 45,2% al Nord, per il 29,7% al Centro e per il 25,1% al Sud.
Che la crisi sia poi territorialmente diversificata si rileva anche dal fatto che la variazione della domanda di energia elettrica, sempre a dicembre 2012, si è articolata in maniera differenziata:
-2,5% al Nord,
-3,1% al Centro e
-6,1% al Sud.