Amici carissimi, sono sicuro che molti di voi specialmente se avete lavorato all’estero, avete scritto delle lettere o delle cartoline alle vostre mamme e ai vostri papà e avete ricevuto anche delle risposte. Non c’è nulla di strano o di eccezionale. Però quando una ragazzina scrive una lettera alla mamma morta e riceve dopo pochi giorni una risposta è una cosa davvero eccezionale. Non è stata però la mamma che è volata in Paradiso a rispondere alla figlia ma un anonimo inserviente delle poste che ha trovato il tempo di fare una sorpresa gradita e inaspettata a questa bambina di 4 anni che vive in Inghilterra e che ha perso la mamma, la persona più cara al mondo, l’8 dicembre scorso. La mamma è morta dopo aver lottato per anni contro un male incurabile al cervello. La bambina di nome Ella in occasione della festa della mamma ha voluto spedire una cartolina alla sua mamma inviandola a questo indirizzo:- Primo cancello degli Angeli tra le nuvole. Paradiso -. Nella cartolina c’era pure un disegno ironico e la scritta:- Sei una su un milione -. Dopo appena 48 ore dalla spedizione è arrivata puntualmente la risposta, inattesa e molto gradita, scritta non con la macchina da scrivere o come si fa oggi col computer, ma rigorosamente a mano. Non è stata la mamma che ha risposta alla figlia, ma un impiegato delle poste il quale incuriosito dall’indirizzo ha preso carta e penna e ha scritto alla ragazzina per non deluderla e per renderla felice. Alla mia bellissima Ella, grazie per la cartolina speciale che mi hai mandato per la festa della mamma. Anche tu sei una su un milione per me e ti amo tantissimo. Sei una ragazza intelligente e speciale che sta crescendo, ne sono molto orgogliosa: anche se sono in Paradiso ti guardo dall’alto ogni giorno. Tanti abbracci e baci, mamma. La letterina è stata consegnata alla bambina dal suo papà il quale ha voluto raccontare cosa è successo: - Ha sollevato lo sguardo dal foglio col sorriso più grande che abbia mai visto -. Non conosceremo mai chi abbia scritto la letterina, comunque chi esso sia, un postino o una postina, deve essere una persona speciale che ha tralasciato i suoi impegni di lavoro e ha voluto perdere un po’ del suo tempo libero per dare ad una bambina che aveva perso la sua mamma un po’ di felicità e un sorriso.
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Oggi, amiche e amici carissimi di Tirreno News, vi voglio raccontare una storia che vale la pena leggere. E’ una storia triste e lieta allo stesso tempo, che fa piangere ma che fa pure gioire. E’ la storia di una bella ragazza di 26 anni, Caterina, portoghese, campionessa di canoa, morta cerebralmente il 26 dicembre dello scorso anno e che ora ha dato alla luce il suo bambino al quale è stato dato il nome di Salvador. Caterina era incinta di 12 settimane quando per un gravissimo attacco d’asma, patologia di cui soffriva sin da ragazzina, venne ricoverata presso l’ospedale de Santos Silva, ma poco dopo entra in coma. Non venne mai abbandonata dai suoi genitori, dal marito e dai medici ospedalieri i quali l’hanno collegata a un sostegno artificiale e sono riusciti a farle portare avanti la gravidanza. Alla 32esima settimana di gravidanza con parto cesareo hanno fatto nascere Salvador, peso Kg1,7, ma sano. Caterina, però, dopo aver dato alla luce il suo bambino, è morta. Una storia incredibile, amici. C’è una morte, ma c’è anche una nascita. C’è un lutto, ma anche una nuova vita. C’è una mamma che è morta ma per un grande amore ha fatto nascere il suo bambino che aveva in grembo, e c’è un bambino appena nato che crescerà, è vero, senza la presenza della mamma, ma sono sicuro che non mancherà mai l’affetto del padre che non ha mai lasciato sola la sua sposa durante questi lunghi mesi di dolore, pianto, impotenza. Ma con tanta fiducia in Dio, in quel Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola. Come non si può celebrare oggi questo gesto bellissimo, coraggioso, struggente? Tutto finito? No. Tutto è ricominciato. Questa mamma con la sua morte ha permesso l’inizio di una nuova vita.
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Ha confessato l’uomo di origine marocchina arrestato l’altro giorno per il delitto compiuto a Torino alcune settimane fa. Stefano Leo è stato sgozzato mentre passeggiava per le strade di Torino. Ecco cosa ha detto il killer:- Ho scelto un bianco per fare scalpore -. Ha scelto una persona giovane di carnagione bianca, di origine europea. Ha scelto un italiano, quello che gli ha dato ospitalità, che lo ha accolto ed ha cercato di integrarlo. Bella riconoscenza. E’ un razzista, è contro la razza bianca. Non siamo dunque noi i razzisti, quelli che veniamo accusati giornalmente dalle anime belle e dai politicamente corretti. Ha ucciso il primo che gli è capitato, perché secondo lui era felice, perché sorrideva. Ha ucciso un giovane senza mai averlo visto prima. Aveva voglia di uccidere e ha ucciso. Ha ucciso Stefano perché era un uomo felice, perché sorrideva. E si uccide un uomo per queste motivazioni? Moventi sconvolgenti, banali, assurdi, incomprensibili che fanno venire i brividi alla schiena. Agli agenti della Questura di Torino dove il killer si è presentato spontaneamente perché si sentiva braccato dalle forze dell’ordine ha spiegato i motivi sopra descritti del suo folle gesto. Stefano era un giovane felice e lo ha ucciso. Ha voluto uccidere la sua felicità. Una storia di cronaca nera davvero agghiacciante sono costretto oggi a raccontarvi e a commentare. Un giovane tranquillo che passeggiava tranquillo per le vie di Torino senza dare fastidio a nessuno viene affrontato da un uomo che mai aveva visto prima e viene barbaramente ucciso a coltellate. I familiari dello sfortunato giovane non si danno pace, sono rimasti allibiti e sono caduti nel totale sconforto nell’apprendere le motivazioni raccontate da questo vigliacco uomo immigrato. L’assassino agli inquirenti ha poi aggiunto altri particolari terribili al suo racconto.- L’ho visto, l’ho guardato e ho pensato che dovesse soffrire come sto facendo io -. Ora è in carcere, sarà processato. E i giudici cosa faranno? Non lo assolveranno, ma sicuramente non lo condanneranno all’ergastolo come si merita. Troveranno alcuni cavilli giuridici e la pena sarà molto ridotta. E’ un poveraccio, è un uomo di origine marocchina, ha sofferto molto, era sposato e la moglie lo ha lasciato, la moglie non gli lasciava vedere il figlio piccolo, aveva perso il lavoro di cuoco ed era finito in mezzo alla strada, la sua vita era uno schifo, bisogna comprenderlo e capire le vere motivazioni perché ha ucciso. Ma capire che cosa? Che la nostra cultura è diversa dalla loro? Ma lo stiamo dicendo da anni. Che fra noi e loro c’è incompatibilità? Speriamo che non sia fatto passare per matto, altrimenti fra pochi anni sarà già libero e pronto a mettere in atto le sue motivazioni: uccidere un uomo per puro divertimento. Ma forse la colpa non è di questo marocchino, è ancora una volta colpa di Salvini che sta fomentando l’odio di classe e che non vuole accogliere gli immigrati che sfuggono alla fame e alle guerre. La psicologa Vera Slepoj non crede a quello che ha detto il killer. A disturbarlo non era tanto la felicità dell’italiano, quanto la sua normalità che lui voleva annientare. Per invidia, per punire il mondo perché il mondo ha più di quello che lui ha, che lui non ha più. Ha voluto punire la società che non si accorge di lui. Lo sgozzamento è un rito, un sacrificio, una punizione in cui si ribadisce la sottomissione dell’altro che lui riteneva di dover punire.
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Cari lettori di Tirreno News, sfogliando i giornali di oggi mi sono imbattuto in una notizia scioccante proveniente dagli Stati Uniti d’America che mai avrei voluto leggere. Ho provato indignazione, ribrezzo, disgusto, stupore. Non volevo crederci. Un uomo si accoppia con un gatto. Siamo davvero tornati indietro di milioni di anni quando l’uomo viveva nelle caverne come gli animali. Purtroppo, ho appreso poi leggendo vari articoli, che l’accoppiamento con animali pur essendo un fenomeno oscuro, torbido esiste ed è sempre esistito. Si chiama zooerastia: abusi sessuali su animali che non possono opporsi. E poi il sesso con capre e pecore è una pratica comune anche in Italia. Quello che sto per raccontarvi sembra una storia assurda, ma è accaduta veramente. E non è neanche la prima volta che ci troviamo a fare i conti con notizie di questo genere, così riferiscono le agenzie di stampa. La vicenda si è verificata in America nello Stato dell’Arizona. Un uomo di 40 anni, Michael Novage, è stato arrestato dopo essere stato sorpreso ad avere un rapporto intimo col suo gatto. Dalla sua abitazione provenivano urla disperate di aiuto e un forte piagnucolio di un gatto e così i vicini di casa avevano avvertito le forze dell’ordine. Quando gli agenti di polizia sono giunti sul posto l’uomo si è rifiutato di aprire la porta di casa. Sfondata la porta di fronte a loro si è presentata una scena raccapricciante, alquanto insolita e particolare. L’uomo era nudo sotto la doccia e teneva un gatto parzialmente avvolto in un asciugamano posto davanti ai suoi genitali. L’uomo era rimasto col membro incastrato nell’ano del malcapitato micio. Prestate le cure del caso, il micio è stato trasferito presso un veterinario per curarli le lacerazioni e le ferite, mentre l’uomo è stato posto in stato di arresto per crudeltà sugli animali.
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Ai parlamentari italiani evidentemente non bastano gli stipendi mensili, le diarie, le indennità varie. I soldi sono pochi, ne vogliono ancora di più. E hanno perfettamente ragione, anche loro hanno famiglia e quello che alla fine del mese riescono a raggranellare non è sufficiente a tirare a campare. Come un lavoratore qualsiasi e come un misero pensionato sono costretti a tirare la cinghia. Il grande Totò direbbe:- Ma mi faccia il piacere!- Il Senatore Zanda, nominato da poco dal Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti tesoriere del partito, ha presentato in Senato una proposta di legge. Vuole adeguare il trattamento economico di Deputati e Senatori a quello degli Europarlamentari che porterebbe ad un aumento tra 3 mila e 5 mila euro mensili. 5 mila euro cosa sono! Una miseria per uomini e donne che lavorano 365 giorni all’anno, costretti a lavorare in ambienti angusti e sudici, lontani dalle loro famiglie e dai loro affetti anche a Natale e a Pasqua. 5 mila euro di aumento mensile sono una miseria, facciamo almeno 10.000 euro. Il costo della vita è aumentato, il latte, il pane e la benzina pure. Poveracci, come fanno a campare con 15.000 euro al mese. E’ una vera vergogna! Un parlamentare italiano costretto alla fame e con le pezze nel sedere. L’adeguamento al costo della vita è necessario. Ha fatto benissimo Zanda a presentare questo disegno di Legge. Bravo, bravissimo. E’ uno che se ne intende ed è in politica da diversi lustri e sa come vanno le cose di questo mondo e del mondo parlamentare in particolare. E poi non chiedono troppo. In realtà chiedono quanto percepiscono di pensione 10 pensionati italiani che hanno lavorato per lunghi 40 anni. Ma questa assurda proposta ha fatto indignare la maggioranza degli italiani, di quelli che davvero non arrivano a fine mese e che non pigliano più le medicine per curarsi perché non hanno i soldi. Ci sono 5 milioni di italiani che soffrono la fame e vivono in miseria e c’è un parlamentare che dice di essere di sinistra e chiede più soldi per sé e per i suoi vecchi sodali. La proposta di legge presentata da Zanda lo scorso 27 febbraio ha suscitato una sonora protesta. Se l’Italia fosse davvero un paese normale Zanda e Co. scapperebbero presi a calci in culo inseguiti con i forconi. Il paese dicono che è allo sbando e loro chiedono più soldi. E riescono a trovare pure quelli che li scusano. Ci ha provato Zanda, è stato preso come i bambini con le mani nella marmellata ed ora ha fatto davvero una gran figura di merda. Complimenti al nuovo corso del Partito Democratico. Più soldi ai parlamentari? Si fanno del male da soli – ha commentato Massimo Cacciari. Una forza politica che dovrebbe difendere i lavoratori e i pensionati si mette a discutere di temi assurdi. Temi che fanno infuriare ed indignare i cittadini-. Ora, però, viste le proteste sollevate, il Pd prova a smarcarsi dalla iniziativa di Zanda e fa sapere che è una iniziativa di un singolo parlamentare. La notizia è stata taciuta per un mese esatto. Solo dopo la dichiarazione dell’On. Di Maio – Bella la sinistra falce e cashemere, ne sentivamo quasi la mancanza- finalmente i giornali vicini al Pd hanno dato e commentato la notizia. Ma quello che più mi indigna è che Zingaretti vuole modernizzare il Partito ma poi mette nei posti di comando i vecchi arnesi della politica.
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Ieri 24 marzo si è votato in Basilicata per il rinnovo del Consiglio Regionale e per l’elezione del nuovo Governatore. Terza tornata elettorale nel giro di un mese e mezzo. Prima Abruzzo, poi Sardegna e ieri Basilicata. Esito delle elezioni: Vince la coalizione di centro destra e il Movimento 5 Stelle ancora una volta sonoramente sconfitto. Tutti sanno e tutti dicono che le elezioni regionali sono diverse dalle elezioni politiche, tutti scrivono come dice lo stesso Di Maio che non bisogna mischiare le mele con le pere, però i risultati positivi del centro destra dal 4 marzo del 2018 fino ad oggi e i risultati negativi del M5Stelle vogliono pure dire qualcosa. Il risultato del 4 marzo 2018 fu un trionfo per il M5S con oltre il 44% dei voti, ora il risultato è stato un flop. E il centro sinistra? Ha recuperato qualcosa, non abbastanza. Dopo 25 anni ha dovuto cedere la Basilicata al candidato di Forza Italia Bardi. Il nuovo Segretario del Pd ha cercato in tutti i modi di riscaldare la piazza ma il risultato non è stato soddisfacente. D’accordo, sono state elezioni regionali e si tratta pure di una delle più piccole regioni italiane; d’accordo, in questa tornata elettorale hanno votato pochissimi elettori, però per il M5S andare dal 44% al 20% è una grande sconfitta. I numeri parlano chiaro e la matematica non è una opinione. Tre sconfitte consecutive in tre Regioni diverse vogliono pure dire qualcosa. Gli elettori del M5Stelle hanno mollato il Movimento al suo triste destino. E a maggio quando si voterà per le elezioni Europee e per il rinnovo del Consiglio Regionale in Piemonte sono sicuro che il Movimento 5 Stelle subirà un tracollo di proporzioni inimmaginabili malgrado la mancetta del reddito di cittadinanza. E allora sì che per Di Maio e Co. saranno giornate amare. Il Governo giallo verde è già finito. Caro Di Maio: game is over.
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Amici, le aggressioni, gli attentati, gli accoltellamenti, gli atti terroristici non si verificano soltanto in Europa ma anche in altre parti del mondo. Ieri, per esempio, mentre il Presidente della Repubblica Popolare Cinese era in visita in Italia un uomo alla guida di una vettura si è scagliato contro la folla inerme uccidendo sette persone e ferendone una decina. E in Canada, a Montreal, nell’oratorio di Saint Joseph, la chiesa più grande del Canada, un sacerdote cattolico Padre Claude Grou è stato gravemente ferito a coltellate mentre sull’altare celebrava la Santa Messa. L’aggressione è avvenuta in diretta streaming e i tantissimi fedeli che da casa seguivano la funzione religiosa hanno potuto vedere il giovane uomo che con un lungo coltello in mano si avventava contro l’incredulo e spaventato sacerdote, il quale ha tentato invano di fuggire, ma l’assalitore lo ha afferrato, l’ha buttato giù per terra e ha incominciato a pugnalarlo con forza. L’aggressione ha scatenato il panico tra i fedeli e c’è stato un fuggi fuggi generale. Alcuni fedeli, però, insieme agli uomini della sicurezza sono riusciti a fermare in tempo l’aggressore bloccandolo e poi lo hanno consegnato alla Polizia subito accorsa sul luogo del vile e sacrilego attentato. L’aggressore, di cui le autorità non hanno ancora divulgato il nome e la nazionalità di appartenenza è stato arrestato e trasportato in un centro di detenzione dove sarà presto interrogato. Ignoti, hanno detto le autorità, il vile motivo del suo gesto criminale e sacrilego. L’aumento di questi vili attentati nelle chiese cattoliche e contro i sacerdoti dovrebbe farci riflettere. Ma noi abbiamo altri problemi per la testa. Pensiamo a Salvini, pensiamo a Di Maio, pensiamo a Toninelli, alla Tav, alla nave Diciotti, alla Basilicata dove domenica si vota per il rinnovo del Consiglio Regionale e per l’elezione del nuovo Governatore, a Zingaretti eletto Segretario nazionale del Pd, alla visita del Presidente cinese a Roma e alla via della sete. E degli attentati? Chi se ne frega. Però l’altro giorno 51 ragazzi di una scuola media hanno rischiato davvero la vita. Potevano finire tutti arrostiti in un pullman se non ci fosse stata l’Arma dei Carabinieri subito accorsa. Gli attentati, le aggressioni, le minacce che avvengono in Messico diciamo subito che avvengono per mano dei narcos che si oppongono all’attività dei religiosi impegnati nella lotta contro la droga. E in Italia, in Francia, in Belgio, in Olanda gli attentati avvengono pure per mano dei narcos?
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Dobbiamo registrare per l’ennesima volta un’altra tragedia nella nuova tendopoli di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria allestita alcune settimane fa. Un altro emigrante, un senegalese di 32 anni, è rimasto imprigionato nella tenda in cui dormiva ed è morto bruciato a causa dell’incendio che si è sviluppato questa mattina intorno alle 5,30. Son dovuti intervenire anche questa volta i Vigili del Fuoco per domare l'incendio e per impedire che lo stesso si propagasse alle altre strutture. Ancora non si conoscono le vere cause dell’incendio e tutte le ipotesi sono al vaglio degli investigatori. Si sospetta, però, una azione dolosa. Ma le tende non dovevano essere ignifughe? Ed allora come mai nella tendopoli c’è stato un altro incendio che ha procurato un’altra vittima? La nuova struttura che ha sostituito quella vecchia fatta prima sgomberare e poi abbattere è gestita dalla Caritas e si trova a poche centinaia di metri da quella vecchia nella quale anche lì in un anno sono morti bruciati altri tre migranti. Ma allora si diceva che la vecchia struttura era fatiscente con baracche di fortuna fatte di lamiera, legno, plastica e cartone e quindi anche una stufetta o un fornellino acceso incustodito avrebbero potuto provocare una strage. La nuova struttura, invece, fatte di tende moderne di quattro o sei posti, allestita dalla Protezione Civile è sempre vigilata ed è attrezzata di acqua potabile e servizi igienici a differenza della vecchia dove mancavano tutti i servizi. La nuova tendopoli doveva essere la soluzione migliore per evitare ulteriori incendi, il degrado, la paura e la morte, invece ha ucciso ancora una volta e noi, cronisti, dobbiamo registrare sgomenti e atterriti un altro rogo dove ha perso la vita un migrante venuto in Italia con la speranza di trovare un lavoro decente che gli avrebbe dovuto consentire una vita migliore di quella lasciata in Africa. Anche il Sindaco di San Ferdinando accorso sul posto ha dovuto assistere, purtroppo, ad un altro dramma che si è consumato nel suo territorio e che forse si sarebbe potuto evitare se il Comune e la Prefettura di Reggio Calabria avessero messo a disposizione dei migranti che lavorano regolarmente nella Piana di Gioia Tauro i moduli abitativi al posto delle tende. La vittima, come abbiamo detto, è un senegalese di 32 anni e si chiamava Sylla Naumè. Il corpo carbonizzato è stato poi trasferito all’obitorio. Centinaia di migranti hanno assistito in silenzio al recupero della salma. Le polemiche, anche questa volta, non mancano. La colpa? E’ del Ministro Salvini e della sua politica scellerata contro gli immigrati. Qualsiasi cosa egli faccia bella o brutta che sia la colpa è sempre sua. Ma gli altri Ministri prima di Salvini cosa hanno fatto per dare ai migranti che lavorano nella Piana una abitazione decente e servizi dignitosi?
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Amici di Tirreno News oggi vi voglio dare una notizia sensazionale, voglio farvi sapere come il personale della Regione Toscana passa il tempo e spende i soldi dei cittadini. La Giunta Regionale Toscana dopo un anno di lavoro (avete letto bene, c’è voluto un anno di lavoro) da parte degli assessorati alla cultura e al personale, l’avvocatura e gli affari giuridici ha pubblicato un manualetto di una decina di pagine, dove si forniscono alcuni consigli per evitare di scrivere negli atti e documenti non più parole al maschile ritenute sessiste. La parola cittadini sarà sostituita dalla parola cittadinanza, al posto di docenti personale docente, al posto di utenti la parola utenza. E la parola italiani come sarebbe? Gente italiana. Che bella trovata! Che geni! Per la Regione Toscana scrivere oggi le parole maschili e al plurale come cittadini, docenti, utenti sono considerati termini discriminatori tra i sessi. Si vede che alla Regione Toscana non c’è nulla da fare. Passano il tempo e spendono denaro pubblico per simili cazzate. E poi i partiti politici si lamentano che alle elezioni politiche perdono i voti e la gente non va più a votare. Sarebbe il caso di riaprire i manicomi e chiudere lì questa gente per un bel po’ di tempo. Sono sicuro che non creerebbero altri guai. Ma io oggi per non dare dispiacere alle femministe andrò dalla barbiera per farmi tagliare le capelle, poi farò una bella girotonda in Piazza Commercia, gusterò una bella gelata nella barra Carusa, infine prenderò il pullwoman per recarmi a Santa Pietra in Amantea. Dimenticavo, nella negozia alimentara di Via Margherita ho acquistato una panina alla prosciutta. Follia allo stato puro. Però io oggi protesto formalmente, pretendo, esigo che vengano cambiate anche le parole autista, gommista, farmacista, ciclista, tennista, giornalista, archivista, analista, pilota, artista, estetista e perché no, anche idiota. Le suddette parola che terminano in “a” discriminano i maschi e offendono e turbano la mia sfera emotiva maschile. Certo che questi politici se ne inventano di m…..ate pur di sprecare il tempo dimenticandosi dei veri problemi della gente. Il rispetto delle donne passa per altre vie non declinando al femminile le professioni o gli incarichi. E Dante Alighieri che “ mostrò ciò che potea la lingua nostra” cosa direbbe oggi? Lo lascio dire al Direttore Emilio Fede: “Che figura di m….. Storica!”
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Sei un mafioso oppure lavori in nero, se non vuoi il reddito di cittadinanza. Così parlò Grillo al Politeama di Catanzaro all’inizio del suo show “Insomnia”. Amici carissimi, l’altro giorno ho pubblicato un articolo dal titolo: Schizzi di fango contro Matteo Salvini. Peppe Grillo, il guru, il giullare, il comico, il politico, il garante del Movimento 5 Stelle, a Lecce aveva attaccato volgarmente Salvini e Renzi. Non aveva risparmiato nessuno. Questo volgare attore ormai ha fallito non solo come comico ma anche come politico. Le risate una volta si sprecavano, ora sono tiepide e a comando. E il vaffan….., quello slogan volgare utilizzato contro i suoi avversari politici, ora è diventato un invito esplicito rivolto a chi ne fece una bandiera. Ieri si è esibito in Calabria e ha fatto sapere ai suoi che erano in platea ad applaudirlo che i calabresi non vogliono il reddito di cittadinanza. E sapete perché? Perché sono mafiosi o lavorano in nero. E c’è stato pure qualcuno che ha riso a questa battuta di cattivo gusto e che ha battuto finanche le mani. E lo ha detto non in privato, ma in pubblico, dal palco del Politeama di Catanzaro dove è andato in scena il suo show “Insomnia”. Le sue affermazioni, come era previsto, hanno ovviamente scatenato una bufera. Il Consigliere regionale Tallini di Forza Italia così ha risposto a Grillo:- Ci sarà un motivo se c’è un crollo verticale nei sondaggi per un ex movimento diventato politico. Meditino i calabresi che un anno fa hanno assegnato ai 5 Stelle il 40% dei voti. Anzi hanno già riflettuto, a giudicare dal teatro semivuoto che ha accolto il re dei ciarlatani-. Si vede che i catanzaresi onesti e laboriosi abbiano preferito la partita di Champions League della Juventus contro l’Atletico Madrid trasmessa in televisione. Ma se i catanzaresi presenti allo spettacolo avessero letto il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis e il racconto mensile “Il piccolo patriota padovano”, sono sicuro che al Grillo gli avrebbero tirato addosso non solo i mandarini ricevuti in omaggio ma anche le monetine. “Voleva dir ladro ma non poté finire la parola: una tempesta di soldi e di mezze lire si rovesciò sulle loro teste e sulle loro spalle -. “Ripigliatevi i vostri soldi – disse con disprezzo il ragazzo, affacciato fuori dalla tenda della cuccetta; - io non accetto l’elemosina da chi insulta il mio paese -. Altri tempi, altri luoghi, altri personaggi.
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