
Ecco i risultati del sondaggio SWG di ieri 27 settembre 2017
PARTITO PARTIDEMOCRATICO 27.1 VOTO EUROPEEE 2014 40.8
ALTERNATIVA POPOLARE 2.7 VOTO EUROPEEE 2014 4.4
ALTRI AREA DI GOVERNO 05 VOTO EUROPEEE 2014 0,5
AREA DI GOVERNO 30.’ VOTO EUROPEEE 2014 46,4
MOVIMENTI DEMOCRATIVI E DI SINISTRA 2,9
INSIEME DI PISAPIA 2.0
SINISTRA ITALIANA 2,2
RIFONDAZIONE COMUNISTA 1.00
AREA DI SINISTRA 8,1 VOTO EUROPEEE 2014 4,0
FORZA ITALIA 13,1 VOTO EUROPEEE 2014 16,8
LRGA NORD 15,5 VOTO EUROPEEE 2014 6,2
FRATELLI D’ITALIA 4,5 VOTO EUROPEEE 2014 3,7
AREA DI CENTRO DESTRA 33,1 26,7
MOVIMENTO 5 STELLE 26,5 VOTO EUROPEEE 2014 21,2
ALTRI PARTITI 2,00 VOTO EUROPEEE 2014 1,7
NON SI ESPRIME 41,5
Carissimi amici di Tirreno News, oggi vi voglio dare una cattiva notizia che mi ha lasciato basito.
E’ una triste e assurda storia di una signora impiegata in una società di Collegno (vedi foto) che raccoglie la spazzatura e che si è appropriata di un monopattino sgangherato trovato nel cassonetto dei rifiuti.
Per questa appropriazione indebita, così ha stabilito l’azienda di Collegno, la signora è stata licenziata.
Ai dipendenti non è ammesso appropriarsi dei beni provenienti dalla raccolta dei rifiuti.
La signora ha perso il posto di lavoro perché voleva fare un regalo al figlio.
Voglio precisare che il monopattino era rotto, qualcuno lo aveva buttato nel cassonetto perché inservibile.
La signora, dunque non aveva rubato, non aveva commesso reato.
Ma davvero oggi 2017 si può perdere il posto di lavoro per una simile sciocchezza, per una lieve ingenuità, per essersi appropriata di un monopattino vecchio e rotto trovato perfino nel cassonetto della spazzatura che qualcuno aveva buttato perché inservibile?
La signora è disperata, non ha mai rubato in vita sua.
Eppure nella lettera di licenziamento c’è scritto:- Per appropriazione indebita di un bene non di sua proprietà-.
Di un bene? Un monopattino rotto e inservibile è considerato un bene?
Quando il monopattino è stato trovato nella macchina della signora subito l’azienda ha preso il provvedimento: licenziamento.
La signora si è giustificata dicendo che il monopattino le era stato donato da una collega per portarlo a suo figlio.
La collega ha confermato tutto, ma non è servito a nulla.
La giustificazione è stata giudicata inidonea.
E così è scattato il licenziamento immediato per giusta causa senza preavviso.
La signora ha fatto ricorso sperando che il giudice la rimetta in servizio perché lei ancora crede nella giustizia.
Lei ha tanta voglia di lavorare e ha urgente bisogno dello stipendio perché ha tre figli da sfamare. Non riesco a crederci.
Ma davvero si può perdere il posto di lavoro per un monopattino vecchio e rotto trovato nel cassonetto della spazzatura quando in Italia vengono commessi reati molto più gravi e tutti, dico tutti, la fanno franca?
La signora ha commesso una ingenuità, questo è vero, però non è una ladra.
E intanto i ladri veri scorazzano in Ferrari nelle nostre vie e solcano gli oceani in lussuosi yacht.
di Francesco Gagliardi
Un gip milanese aveva rigettato e bollato come ingiustificato il fermo di cingalese – arrestato a gennaio dopo che aveva provato a superare i controlli dello scalo aeroportuale milanese di Linate grazie a documenti falsi, sostenendo che «l’arresto non era giustificato dalla gravità del fatto e dalla personalità dell’imputato, non essendovi alcuna motivazione a tal proposito nel verbale di arresto, e dovendosi inoltre tenere conto del fatto che l’indagato era incensurato».
La procura di Milano aveva presentato ricorso e chiesto la revisione del giudizio.
La Cassazione ha accolto il ricorso con una sentenza destinata – come sempre accade per le delibere degli ermellini – a fare giurisprudenza.
Secondo i togati di piazza Cavour, infatti, l’arresto dell’immigrato cingalese in questione era giustificato soprattutto in considerazione dell’esistenza delle norme antiterrorismo introdotte nel 2015 dopo gli attentati a Parigi, quando è stata sancita d’urgenza l’obbligatorietà dell’arresto per chi produca o venga trovato comunque in possesso di documenti falsi.
Dunque, la semplice denuncia o segnalazione a piede libero non è più sufficiente: per chi sbarca, deambula o viene comunque intercettato con falsi documenti d’identità è previsto l’arresto.
E al di là di ogni ragionevole dubbio la suprema Corte ha stabilito che gli immigrati sorpresi in possesso di documenti falsi andranno arrestati: sempre e comunque, anche qualora successivi controlli dovessero dimostrare che si tratta di migranti economici non legati ad ambienti terroristici o segnalati in particolari liste nere.