Questo è il titolo dell’articolo postato da Il Corriere della sera .
Noi per evitare di essere chiamati “razzisti” diciamo che “forse” potrebbe anche trattarsi di 4 meridionali fortemente abbronzati!!.
“Il traffico telefonico della zona, le impronte sui reperti, alcune testimonianze di chi bazzicava a Miramare quella notte e le immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la banda responsabile del doppio efferato crimine di venerdì scorso: il pestaggio e lo stupro ai due amici polacchi nel bagno 130 e la violenza con rapina alla trans sulla vicina Statale. E, naturalmente, i racconti delle vittime, in particolare della trans, e le loro indicazioni sui primi sospettati. Risultato dell’attività investigativa: la banda sarebbe composta da quattro giovani nordafricani e la pista, obbligata, è quella di chi è già conosciuto alle forze dell’ordine. La procura della repubblica di Rimini indaga in particolare negli ambienti degli spacciatori della riviera romagnola.
Ma nonostante tutto porti a pensare che i malviventi abbiano le ore contate, gli inquirenti invitano alla prudenza. La storia di Igor il russo (il serbo Norbert Feher, responsabile dell’omicidio di un barista di Budrio che da mesi ormai è riuscito a far perdere le sue tracce beffando le forze dell’ordine che lo braccavano) deve aver lasciato il segno. «Indagine difficile», avvertono anche gli uomini dello Sco, il gruppo investigativo centrale della Direzione anticrimine della polizia che sta supportando nell’indagine la Squadra Mobile di Rimini. Da una parte, dunque, l’attività sul campo, con gli investigatori che hanno passato al setaccio le spiagge di Rimini sud e i locali notturni; dall’altra quella della Polizia Scientifica che lavora su reperti recuperati nella zona delle violenze e sulle celle telefoniche.E mentre la caccia alla gang si fa stringente, le tre vittime della drammatica notte di Miramare vivono giorni di dolore, di ansia e di preoccupazioni. I ragazzi polacchi, dopo le audizioni degli inquirenti, non vedono l’ora di poter fare rientro nel loro Paese. Lui ha il naso rotto e la faccia ancora gonfia. Anche lei è stata colpita al volto, ma è lo stupro a farla disperare. «È terrorizzata dal fatto che qualcuno possa fare il suo nome, che possa essere identificata: in Polonia la vicenda ha avuto una grande eco sui media», ha detto l’assessore alla sicurezza di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che è andato in ospedale anche ieri, con un rappresentante del Consolato polacco di Milano. I due amici hanno chiesto di essere ricoverati nella stessa stanza. Vogliono stare vicini e rapidamente poter tornare insieme in Polonia. «Al più presto e in macchina, se possibile», ha detto lei, preferendo la riservatezza di un’automobile all’affollamento di un volo aereo. «La preoccupazione di entrambi è poi il lavoro — ha aggiunto l’assessore —. Sono studenti lavoratori e non sanno come giustificare la loro assenza». Quanto all’Italia, lui ha trovato la forza di dire che «era stata una bellissima esperienza. Ma il finale è stato molto brutto». Hanno chiesto un cellulare per poter comunicare con i loro parenti in Polonia e un computer per seguire la loro vicenda sui quotidiani online in lingua polacca.
Da registrare la gara di solidarietà nei loro confronti da parte della gente di Romagna che ha messo a disposizione camere per i parenti e tutto quanto serve ai due giovani per cercare di rendere più sopportabili queste drammatiche ore. Anche la terza vittima, la trans peruviana, ne è uscita malconcia e si trova in ospedale. Lei ha graffi su tutto il corpo. Dopo la ripetuta violenza sessuale, i malviventi l’hanno infatti gettata fra i rovi della Statale. «Sono di Milano, mi trovavo a Rimini come turista», ha raccontato a chi è andato a visitarla. Timida, impaurita, silenziosa. Anche per lei sono giornate nere.
Mentre Francesco predica la fratellanza le sue Guardie sono pronte ad imbracciare le armi.
Chi crede che le Guardie Svizzere siano solo elmi e pennacchi si sbaglia.
E si sbagli di grosso.
Perché le Gwardiknechte, le guardie svizzere che compongono l’esercito più piccolo e più antico del mondo, non solo si dichiarano pronte a morire per il Papa sottoscrivendo un contratto destinato a durare nei secoli, ma nel loro percorso oggi più militare che non spirituale, si addestrano anche a combattere i terroristi islamici.
E si dichiarano «pronti ad affrontarli».
Parola di Christoph Graf, che, dal 2015, è comandante del contingente che difende Francesco.
«Forse è soltanto una questione di tempo prima che un attacco come quelli di Barcellona, Londra, Nizza, Berlino o Parigi, si verifichi a Roma» dice il colonnello Graf, «ma noi siamo preparati anche a questo, la nostra truppa è addestrata secondo le tecniche più avanzate ed è al passo coi tempi».
Tirano con la pistola, s’allenano all’azione di difesa con ogni mezzo e non solo con le mani, perquisiscono e disinnescano.
Sembrano ancora più lontani i tempi dei lanzichenecchi e dei secoli in cui questi soldati s’inginocchiavano davanti ai pontefici, ne difendevano i palazzi immolando la loro vita, come fu nel Cinquecento, durante il Sacco di Roma, quando salvarono papa Clemente VII.
Ora, e per la prima volta dopo cinque secoli, le guardie papaline escono dal Vaticano e s’addestrano come soldati alla guerra. In Canton Ticino.
Al fianco della polizia elvetica.
«La Guardia Svizzera è pronta ad affrontare qualsiasi minaccia, compresa quella dell’Isis» ripete determinato il comandante Graf, 56 anni, sposato, due figli, ex dipendente di un ufficio postale in Svizzera e di fede cattolica come da protocollo.
«I nostri soldati» insiste «adattano costantemente la loro formazione alle nuove sfide.
La Scuola reclute è stata protratta da due a quattro mesi. Più volte l’anno si addestra in Svizzera con la polizia cantonale ticinese».
Mercenari addestrati alle armi?
Guardie del corpo embedded, come si usa dire?
O agenti pronti a sfidare gli uomini del Califfo?
«Il Papa è il vicario di Cristo e nel difenderlo, il suo esercito, ci vede un progetto di Dio» specifica Graf.
Che aggiunge: «Questo progetto divino è al tempo stesso all’altezza di affrontare e sfidare anche la minaccia terroristica».
Ecco il valore non soltanto spirituale dei soldati del Papa, pronti a impugnare le armi con «Coraggio e fedeltà» come recita il loro motto.
La minaccia dei terroristi islamici è sempre più aggressiva e concreta, ma Graf ha voluto essere ottimista ricordando il livello di preparazione sempre più moderno e adeguato dei suoi soldati:
“La Guardia Svizzera adatta costantemente la sua formazione alle sfide di oggi.
La Scuola reclute è stata portata da due a quattro mesi e viene svolta in collaborazione con la polizia cantonale ticinese”.
Aumentano i raggiri e le truffe alle persone anziane perché sono le più vulnerabili, conoscerle è importante per evitarle. Amici lettori di Tirreno News oggi vi voglio raccontare di una nuova truffa. Ancora una volta le vittime sono gli anziani soli. I truffatori prima li raggirano facendo loro sottoscrivere abbonamenti a riviste specializzate redatte da false Forze dell’Ordine e poi spacciandosi per funzionari del Tribunale li minacciano: se non pagate l’abbonamento vi verranno pignorati tutti i vostri beni. Purtroppo tantissime persone anziane sono cadute nella trappola e alcune hanno finanche versato addirittura ingenti somme di denaro. Ora due persone sono state arrestate e dovranno rispondere di estorsione aggravata, truffa, riciclaggio di denaro. Speriamo che questa volta il Tribunale e i Magistrati ai quali è stato affidato il compito di giudicarli non siano di manica larga. Meritano una pena esemplare. In galera devono marcire e mangiare per diversi mesi il rancio dello Stato. Approfittare delle persone anziane è un atto vile e deprovevole. Quante volte la stampa, la televisione, le Forze dell’ordine si sono occupati di truffe agli anziani. Questa volta sono stati proprio loro a denunciare alle Forze dell’ordine la truffa perpetrata ai loro danni. Alcuni mesi fa sono stato intervistato da una giornalista del TGR Calabria e da un funzionario di Polizia della Questura di Cosenza perché nel mio palazzo una signora anziana e che vive sola era stata aggirata da due signori, i quali spacciandosi per avvocati, hanno preteso dalla donna una ingente somma di denaro perché dovevano difendere il figlio che rischiava l’arresto dopo aver causato un grave incidente stradale. La vittima, sottoposta a una forte pressione anche psicologica credendo davvero che il figlio fosse in pericolo ha versato la somma di denaro richiestale. Agli anziani che vivono soli e che vengono contrattati telefonicamente suggerisco di non dare ascolto a questi imbroglioni ma di telefonare subito alle Forze dell’Ordine. Solo loro sapranno difendere le persone indifese e proteggere i nostri cari dalle truffe che sono, purtroppo, in continuo aumento. Ogni santo giorno Polizia e Carabinieri riescono a smarcherare tanti falsi avvocati, falsi preti, falsi poliziotti, falsi funzionari delle Poste e delle banche, falsi medici. Conoscere le storie di anziani truffati può aiutare a capire come difenderci. Ecco perché oggi vi ho voluto raccontare questa brutta storia, questa truffa perpetrata a danno degli anziani. La prima cosa che gli anziani dovrebbero fare: Non aprire la porta a persone sconosciute. Non credere a quello che viene loro raccontato telefonicamente. Non consegnare agli estranei il libretto postale o il bancomat. Non fare mai entrare in casa persone che si spacciano per dipendenti del telefono, del gas e della luce. I finti tecnici muniti di tesserino contraffatto millantando guasti al telefono, al contatore del gas e della luce, in realtà entrano nelle case per rubare denaro e gioielli. Bisogna stare sempre all’erta e telefonare subito ad un congiunto e alle Forze dell’Ordine