
Qualcosa è successo durante il cammino. Ciò che ci rendeva felici è diventato triste. Qualcosa deve essere successo durante il cammino. E ieri era tutto ciò che avevamo.
La crisi del sistema di potere liberal democratico non può trovare soluzione nello stesso campo di chi l’ha creata, che anzi trascina sempre più il mondo verso la guerra, creando in ogni paese le condizioni per la mobilitazione reazionaria delle masse popolari e promuovendola essa stessa. Ogni soluzione che viene proposta da quel ceto campo è irrealizzabile e porta in ogni caso acqua alla mobilitazione reazionaria. Una questione di fondo: la relazione fra sovranità e collettivismo. La mobilitazione per la sovranità nazionale ha senso solo se si lega alla lotta per il socialismo. Il capitalismo è un sistema economico (e quindi politico) basato sulla concorrenza, non può che contrapporre un paese all’altro, come contrappone gli individui tra loro. Ha quindi prodotto un mondo, diviso secondo le gerarchie di classe sue proprie, tra paesi oppressi e una manciata di paesi oppressori. Alle elementari c’era in classe un ragazzino molto inquieto e curioso che voleva conoscere la “rava e la fava” come direbbe Giampaolo Panza, che non stava mai zitto e ficcava il naso dappertutto. Una vera e propria “fiera di canale”. In quarta elementare il maestro, un po' anche per toglierselo di mezzo, propose alla madre di fargli saltare la quinta e farlo iscrivere alle Medie, dove venne conquistato dal lato B della professoressa di Italiano che mentre scriveva alla lavagna dimenava i glutei. Fu grazie a quel didietro che ottenne degli ottimi voti in Italiano. Cresciuto lontano dal suo paese, si ritrova oggi a vivere a distanza di una spingarda dallo stesso e lo osserva quasi come se lo vedesse rappresentato sullo schermo di un cinema. Su di uno schermo infinitamente più piccolo e nel proprio soggiorno qualche tempo fa ha visto e sentito un ex ministro, Tremonti, sostenere che gli immigrati in Italia lavorano tutti, il che significa tacere su un punto: far lavorare marocchini, pakistani, indiani nel terziario vuol dire pagarli a nero e risparmiare sulle tasse. Quando riusciranno gli italiani a mantenere una casa, una famiglia, bollette e mangiare con quattro soldi? Siamo già al limite della sopravvivenza, in quanto i diritti fondamentali come quello di un lavoro sono stati completamente cancellati. Inoltre si insiste sempre che mancano figure professionali come idraulici, carpentieri, falegnami. Ma quali sono i corsi di formazione per creare simili figure? Credo che sia tempo di smettere di dire che ci sono lavori che gli italiani non vogliono fare. A me pare che ci sia una strategia in atto per fomentare la xenofobia nel paese servono per spillare soldi all'Europa e non utilizzarli per ciò che sono destinati. A volte ritornano anche indietro per la scelleratezza di amministratori che non li spendono, quando sarebbe il caso con la crisi in atto darsi da fare per cercare di offrire ai giovani quel minimo per imparare un mestiere. Fino a quando in questo paese si dovrà parlare dei problemi di Berlusconi, fino a quando una classe politica dedita alla propria salvaguardia sarà protesa a vivere al disopra delle proprie possibilità e sulle spalle degli altri, l'Italia sarà un paese di orbi e ciechi senza futuro e senza possibilità di crescita.
Estate caldissima. Cercate rifugio e decidete di comprare l'ultimo romanzo di fanta-politica da scorrere tra una pennichella e l'altra sotto l'ombrellone.
L’immagine del nostro Paese, nel corso degli ultimi anni, ha subito ineluttabilmente molti colpi, visto che il primato politico, che prima avevamo sul Mediterraneo, è andato progressivamente scemando e visto che la nostra economia non è più posizionata fra le prime cinque al mondo, ma purtroppo siamo molto più indietro nella graduatoria delle nazioni più ricche. Oggi, ci troviamo a fronteggiare le macerie della Seconda Repubblica, con partiti che rischiano, di nuovo, di essere spazzati via dalle indagini della Magistratura penale e con leaders improvvisati, che – molto spesso – mostrano poche altre virtù, se non la capacità di affascinare, con gli strumenti fuorvianti della retorica, gli spettatori televisivi ed il merito – invero, effimero – di essere fotogenici. E poco importa se i giovani– quelli sbeffeggiati recentemente dal Ministro del Lavoro Poletti – fuggono all’estero in cerca di un’occupazione, ché tanto in Italia non si trovano posti disponibili e quei pochi che ci sono vengono sottopagati e sviliti da una crescente precarietà.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Venezia. Il comune di Venezia ha licenziato una dipendente di 62 anni
La donna lavorava in un ufficio amministrativo della Polizia Municipale.
Tra marzo e maggio 2015 le sono stati contestati una decina di episodi di abbandono del servizio per attendere a commissioni personali
Tra essi anche la visita ad una mostra d'arte sull'isola di San Giorgio Maggiore.
E poi anche il fatto di aver portato in orario di servizio il cane a passeggio.
Le si contestano una trentina di ore di assenza ingiustificata dal lavoro.
Foto e filmati hanno documentato il reato.
Il procedimento disciplinare avviato dall'amministrazione guidata dal sindaco Luigi Brugnaro è andato avanti alla velocità della luce e si è concluso in pieno periodo di ferie, pochi giorni fa.
Questo è il titolo dell’articolo postato da Il Corriere della sera .
Noi per evitare di essere chiamati “razzisti” diciamo che “forse” potrebbe anche trattarsi di 4 meridionali fortemente abbronzati!!.
“Il traffico telefonico della zona, le impronte sui reperti, alcune testimonianze di chi bazzicava a Miramare quella notte e le immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la banda responsabile del doppio efferato crimine di venerdì scorso: il pestaggio e lo stupro ai due amici polacchi nel bagno 130 e la violenza con rapina alla trans sulla vicina Statale. E, naturalmente, i racconti delle vittime, in particolare della trans, e le loro indicazioni sui primi sospettati. Risultato dell’attività investigativa: la banda sarebbe composta da quattro giovani nordafricani e la pista, obbligata, è quella di chi è già conosciuto alle forze dell’ordine. La procura della repubblica di Rimini indaga in particolare negli ambienti degli spacciatori della riviera romagnola.
Ma nonostante tutto porti a pensare che i malviventi abbiano le ore contate, gli inquirenti invitano alla prudenza. La storia di Igor il russo (il serbo Norbert Feher, responsabile dell’omicidio di un barista di Budrio che da mesi ormai è riuscito a far perdere le sue tracce beffando le forze dell’ordine che lo braccavano) deve aver lasciato il segno. «Indagine difficile», avvertono anche gli uomini dello Sco, il gruppo investigativo centrale della Direzione anticrimine della polizia che sta supportando nell’indagine la Squadra Mobile di Rimini. Da una parte, dunque, l’attività sul campo, con gli investigatori che hanno passato al setaccio le spiagge di Rimini sud e i locali notturni; dall’altra quella della Polizia Scientifica che lavora su reperti recuperati nella zona delle violenze e sulle celle telefoniche.E mentre la caccia alla gang si fa stringente, le tre vittime della drammatica notte di Miramare vivono giorni di dolore, di ansia e di preoccupazioni. I ragazzi polacchi, dopo le audizioni degli inquirenti, non vedono l’ora di poter fare rientro nel loro Paese. Lui ha il naso rotto e la faccia ancora gonfia. Anche lei è stata colpita al volto, ma è lo stupro a farla disperare. «È terrorizzata dal fatto che qualcuno possa fare il suo nome, che possa essere identificata: in Polonia la vicenda ha avuto una grande eco sui media», ha detto l’assessore alla sicurezza di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che è andato in ospedale anche ieri, con un rappresentante del Consolato polacco di Milano. I due amici hanno chiesto di essere ricoverati nella stessa stanza. Vogliono stare vicini e rapidamente poter tornare insieme in Polonia. «Al più presto e in macchina, se possibile», ha detto lei, preferendo la riservatezza di un’automobile all’affollamento di un volo aereo. «La preoccupazione di entrambi è poi il lavoro — ha aggiunto l’assessore —. Sono studenti lavoratori e non sanno come giustificare la loro assenza». Quanto all’Italia, lui ha trovato la forza di dire che «era stata una bellissima esperienza. Ma il finale è stato molto brutto». Hanno chiesto un cellulare per poter comunicare con i loro parenti in Polonia e un computer per seguire la loro vicenda sui quotidiani online in lingua polacca.
Da registrare la gara di solidarietà nei loro confronti da parte della gente di Romagna che ha messo a disposizione camere per i parenti e tutto quanto serve ai due giovani per cercare di rendere più sopportabili queste drammatiche ore. Anche la terza vittima, la trans peruviana, ne è uscita malconcia e si trova in ospedale. Lei ha graffi su tutto il corpo. Dopo la ripetuta violenza sessuale, i malviventi l’hanno infatti gettata fra i rovi della Statale. «Sono di Milano, mi trovavo a Rimini come turista», ha raccontato a chi è andato a visitarla. Timida, impaurita, silenziosa. Anche per lei sono giornate nere.