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Che il mare amanteano sia sorprendentemente ricco, al punto da meritare un museo del mare che nessuna amministrazione ha mai capito quanto sia importante per la storia locale e per il turismo, è cosa ormai risaputa.

E questa ricchezza imporrebbe ben altro rispetto del mare da parte di tutti e non solo quello solo suggerito da alcuni ambientalisti del dire( non si offendano, per carità!)

Tante le rarità; dal corallo, anche nero, alla Dendrophyllia ramea, alla straordinaria e minacciata Charonia lampas .

L’ultima sorpresa è stata la pesca di un rarissimo Polpo Palla, quello nella foto.

La foto ci è stata offerta dal dr Franco Gaudio, noto esperto amanteano laureato in scienze della maricoltura, pesca e igiene dei prodotti ittici, che ne è venuto in possesso perché interessato dal pescatore del rarissimo polpo

Il dr Gaudio ha provveduto alla conservazione in alcool dell’ottopode pelagico e ci ha dichiarato :” È una specie molto rara e le segnalazioni della sua presenza nel mediterraneo sono molto sporadiche. Si tratta quindi di un rinvenimento che farebbe invidia a tutti i musei”.

Alla identificazione ha anche contribuito il dr Mario Miglietta veterinario residente in Amantea.

A posteriori la foto è stata inviata anche al nostro amico dr Simone Pietro Canese scienziato dell’ Ispra ( lo scopritore del corallo nero del Tirreno calabrese) che si è complimentato per la avvenuta conservazione in alcool a cura del dr Gaudio: “ Ciao Giuseppe, complimenti  sembra che avete raccolto una rarissima Ocythoe tubercolata, di questo animale si sa veramente pochissimo, avete fatto bene a conservarlo in alcool. Un carissimo saluto”

La famiglia “Ocythoidae” comprende la sola specie Ocythoe tuberculata, conosciuta anche con il nome di Football octopus. È un dell’ottopode pelagico che durante le ore notturne può raggiungere anche la superficie. È una specie cosmopolita dei mari temperati e tropicali presenti soprattutto nell’emisfero settentrionale. Nei nostri mari questa specie è ritenuta rara anche se in realtà la sua comparsa ha un andamento stagionale tanto che si sono avute diverse segnalazioni di catture nello stesso ambiente ed in un breve spazio di tempo.

Ed infatti tale mollusco è stato pescato negli ultimi venti anni una volta all’isola d’Elba ( 1984) ed un paio di volte nel mare di Salerno( 2011).

Il nostro amico e bravissimo pescatore Vincenzo( cenzino) Giambra, che abbiamo sentito, ci ha riferito di aver anche lui pescato qualche anno addietro per due volte uno di questi rarissimi esemplari.

Sarebbero quindi almeno 2 i rinvenimenti di questo raro mollusco nel solo mare di Amantea.

L'Ocythoe è una specie pelagica che vive tra la superficie e i 200 m di profondità e poco si sa della sua biologia e abitudini.

Ed infatti la sua pesca è avvenuta al largo di Amantea in corrispondenza dell’area detta “ i sbunnati”, cioè dove finisce la prima zona continentale per poi sprofondare .

Tra le sue particolarità, anche il metodo riproduttivo: la femmina produce un gran numero di piccole uova (fino a 100.000) che non abbandona, ma tiene in incubazione nel suo lungo ovidotto fino alla schiusa delle larve

Si tratta di una specie dal marcato dimorfismo tra il maschio e la femmina

La femmina, infatti, di dimensioni maggiori, può raggiungere la lunghezza di un metro, a differenza del maschio che raggiunge la lunghezza di 10 cm circa.

L’ esemplare pescato ad Amantea misurava oltre 50 cm.

Inoltre le femmine sono i soli cefalopodi muniti di una vera vescica natatoria (tipica invece dei pesci) e a ciò si deve probabilmente il popolare nome di polpo palla dato alla specie.

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Ed ecco gli artefici della straordinaria pesca.

Si tratta di "capitan Totanic", proprio a bordo della "Totanic" condotta da Gianluca Bossio e con "primo assistente"  Francesco Bruni.

Due pescatori dilettanti di notevole esperienza e di alta professionalità!

Nei prossimi giorni il racconto della pesca.

Giuseppe Marchese

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Effettivamente la cacca dei cani che si attacca sotto le scarpe è un problema fastidioso.

Certe volte nemmeno te ne accorgi e la porti a casa distribuendola sui pavimenti.

Il problema è che loro non sanno ripulire dove sporcano, ma soprattutto che i loro proprietari non puliscono le loro feci ed i Vigili urbani non comminano le giuste sanzioni.

Per esempio non risulta che ad Amantea siano state mai elevate sanzioni del genere.

Per questo ora i cani dovranno davvero girare con i pannolini.

Per esempio a Piacenza il sindaco ha emanato un a ordinanza che prescrive, per i proprietari di cani, l’obbligo di lavare immediatamente con acqua – fatta eccezione per i periodi di gelo – le deiezioni liquide prodotte dai rispettivi animali su aree pubbliche o di utilizzo comune (strade, piazze, marciapiedi), nonché sui muri di affaccio di edifici anche privati e mezzi in sosta al margine della via. I cittadini devono inoltre assicurarsi che le deiezioni canine non lordino la soglia di immobili e su bocche di lupo delle cantine.

La sanzione prevista in caso di inadempienza va da 25 a 500 euro. Gli obblighi dell’ordinanza non si applicano ai non vedenti conduttori di cani da guida e a persone con problemi di disabilità fisica o mentale, nonchè ai cani in dotazione alle Forze di Polizia durante l’esercizio delle proprie funzioni.

Spiega il primo cittadino “Si tratta di un provvedimento da tempo invocato, a tutela del decoro e dell’igiene degli spazi condivisi. Nel pieno rispetto del benessere degli animali, quel che si chiede è, a maggior ragione nel periodo estivo, quel che si chiede è un comportamento che osservi le regole basilari della civile convivenza”.

Il provvedimento ottiene il plauso della Confedilizia il cui presidente dichiara :"Sono convinto che il fatto che un Comune importante come quello di Piacenza abbia adottato un atto di questa natura stimolerà molte altre Amministrazioni ad intraprendere la medesima strada".

Ad Amantea molti proprietari di cani non portano nemmeno la bustina per le feci, figurarsi la bottiglietta dell’acqua!

Allora non resta che mettere ai cani i pannolini.

Aspettiamo la ordinanza del comune di Amantea.

Potranno essere incassate centinaia di migliaia di euro all’anno.

Ps Noi vogliamo bene ai cani e da 20 anni ne abbiamo uno a casa ma il mio cane si rifiuta di farsi mettere il pannolino e comincia immediatamente a morderlo ed a strapparselo!

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Da quando è stato aperto il Canale di Suez il mediterraneo è diventato “terra di conquista” da parte di molte specie ittiche dei mari del sud.

Dal Canale di Suez sono entrate nel Mediterraneo circa 700 specie aliene invasive.

Ora il raddoppio dell'opera fa scattare l'allarme degli ambientalisti dell'Iucn(Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) il cui presidente Genovesi avverte che è a rischio l'ecosistema del Mediterraneo perché "raddoppiare il Canale potrebbe portare anche al raddoppio del numero di specie aliene in arrivo"

Un altro effetto del canale di Suez è l’aumento della temperatura del mediterraneo. Il Mediterraneosta, infatti, cambiando. Le temperature si stanno innalzando sensibilmente, con la conseguenza che tanti esseri animali e vegetali – definiti alieni perché diversi dal naturale habitat del mare – stanno sempre più invadendo il Mare Nostrum. E ciò mette in pericolo non solo le specie autoctone, ma anche gli esseri umani stessi, che potrebbero ritrovarsi morsi o punti da animali fino a poco fa ivi inesistenti, andando incontro a spiacevoli conseguenze.

Delle 700 tipologie individuate dall’apertura del canale – realizzata dalla compagnìa francese diretta da Ferdinand de Lesseps nel decennio compreso fra il 1859 e il 1869 – oltre la metà provengono da migrazioni dal mar Rosso.

Molte di queste specie risultano nocive per l’habitat e minacciano la salute, mentre altre fagocitano famiglie ittiche nutrienti per la catena alimentare umana. Noto, perché studiato da varie università, il caso del “lagocephalus sceleratus” (le sue carni sono altamente tossiche) ha attirato l’attenzione dei ricercatori per l’alta percentuale tossica (tetrodotoxin) presente nelle sue carni (più di un mese fa un pescatore di Pozzallo ne aveva trovato uno, morto, issando le proprie reti). Il Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato, originario del Mar Rosso è arrivato nel Mediterraneo negli ultimi anni attraverso il Canale di Suez ed è stato trovato anche al largo dell'isola di Lampedusa. (VEDI FOTO)

Poi ci sono pesci erbivori che devastano i fondali di alghe.

Infine ci sono gigantesche meduse (come la “rhopilema nomadica”) che non permettono alcuna attività balneare negli spazi di mare da esse infestate . Possono essere lunghe mezzo metro e pesare fino a 50 chilogrammi.Hanno fatto la loro comparsa già a Tripoli ed a Malta. Si tratta di una medusa urticante che forma banchi enormi. (veDI FOTO iniziale)

Maggiore è il rischio che il Mediterraneo diventi sempre più simile al Mar Rosso, dunque, maggiore è il pericolo di invasione delle specie aliene tra cui la Rhopilema nomadica.

Ah. Dimenticavamo di dirvi che dovessero in futuro arrivare una buona amministrazione comunale saprà come garantire la trnquilla fruizione del mare!

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