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La domanda impazza sul web, in particolare dopo che il meteorologo francese Laurent Cabrol ha lanciato l'allarme che il 2013 potrebbe essere un anno senza estate!

Laurent Cabrol è un meteorologo molto seguito in Francia; secondo le sue analisi, si correrebbe il rischio di avere un anno senza estate.

Il motivo sarebbe nella temperatura dell'acqua troppo fredda, non solo quella dell'Atlantico, ma anche quella del Mediterraneo.

Ma anche la meteorologia come il tempo impazza. Visto che al contrario di Cabrol in Italia c’è chi come Massimiliano Pasqui, biometeorologo del Cnr, parla di un’estate torrida e calda per colpa del vortice polare, che dopo aver portato gelo per un inverno rigido oltre ogni ricordo degli ultimi anni, avrebbe compensato tra giugno e settembre con un’estate “infernale”, con caldo torrido e umidità.

Due previsioni che fanno a pugni.

Certo che il tempo finora ha dato ragione al vecchio adagio, ormai dimenticato, che diceva “ L’uomo saggio non muta equipaggio se non sono i 40 di maggio”, quasi a confermare che il tempo balzano , oscillante tra caldo e freddo, pioggia, gelo ed afa, non è solo di quest’anno, ma si è visto anche in passato.

Basta attendere qualche giorno ancora, poi sapremo.

Noi, personalmente, non crediamo a Cabrol, almeno per la Calabria. Una terra, la nostra, troppo lontana e troppo a sud della Francia per sospettare che le sue previsioni possano essere attendibili. Semmai il nostro problema è politico. Sopravviveremo noi ad una estate come quella che certamente verrà con un assessore all’ambiente come quello che abbiamo?( senza dimenticare i sindaci, ovviamente)

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Roma. Filippo P., ha 34 anni e disoccupato, moglie e figlio di 4 anni da mantenere

E’ sul lastrico

È dal 2010 che non lavora. Con la crisi ha perso anche l’ultimo lavoro precario

Due settimane fa ruba del pane, del latte ed una confezione di prosciutto; quanto basta per sfamare la famiglia

Viene arrestato, processato per direttissima e condannato a cinque mesi con la condizionale, e liberato con l'obbligo di firma.

Nei giorni scorsi va al Conad di Corso Francia.

Viene sorpreso con sotto i vestiti una fetta di carne, un pezzo di formaggio ed una bottiglia d’olio.

Il giudice dell'ottava sezione penale, Fabio Mostarda, pur comprendendo il dramma personale dell'imputato, non può far altro che confermare l’arresto e dispone la custodia cautelare in carcere. Filippo, difeso dall'avvocato Gianluca Arrighi, patteggia una condanna a 6 mesi di reclusione.

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Nove anni di carcere per l’ex generale dei carabinieri Mario Mori e sei anni e sei mesi per l’ex colonnello Mauro Obinu. Sono le richieste di condanna formulate dal pm di Palermo Di Matteo a carico dei due ufficiali dell’Arma imputati di favoreggiamento aggravato alla mafia. La vicenda processuale riguarda la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano (nel 1995) la cui latitanza secondo l’accusa sarebbe stata salvaguardata proprio dall’ex numero uno del Ros Mori e da Obinu sulla base della presunta trattativa intavolata tra pezzi dello Stato e mafia a partire dal 1992 e per la quale è in corso un distinto procedimento penale.

In un passaggio della sua requisitoria di stamattina il pubblico ministero Nino Di Matteo ha detto:

Mori e Obinu non furono collusi o corrotti o ricattati dalla mafia, ma fecero una scelta di politica criminale sciagurata: fare prevalere le esigenze di mediazione favorendo l’ala ritenuta più moderata di Cosa nostra.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti nonostante la soffiata di un confidente gli imputati non catturarono Provenzano nel ‘95. Il boss fu poi arrestato nel 2006, a Corleone, in una masseria. Di Matteo ha anche citato le dichiarazioni dell’ex ministro della giustizia Claudio Martelli su quanto gli riferì l’ex direttore degli Affari penali del ministero a proposito della richiesta di un supporto politico che i carabinieri avrebbero chiesto per loro attività di contatto con l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.

Nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia abbiamo incontrato tante resistenze politico-istituzionali, resistenze che continuano ancora ha detto al riguardo Di Matteo che ha poi inteso ricordare il ruolo del figlio di don Vito, Massimo Ciancimino:

Sono le sue dichiarazioni che ci hanno consentito di riaprire l’indagine sulla trattativa Stato-mafia.

In caso di condanna di Mori e Obinu secondo il pm:

si renderà onore alla verità e al sacrificio di tanti uomini dello Stato, di tanti carabinieri, che affrontano i rischi del loro lavoro senza compromessi.

Per gli imputati è stata chiesta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici vista la gravità delle condotte loro contestate. Ora tocca alle difese di Mori e Obinu replicare

 

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