
Vetri in frantumi della sede della Lega ad Ala, in provincia di Trento, dove in serata è atteso l’arrivo del ministro dell’Interno Matteo Salvini per il tour elettorale in vista delle provinciali del 21 ottobre.
La forte esplosione è avvenuta attorno alle due di notte al piano terra di un edificio dove, oltre alla sede del Carroccio, ci sono le abitazioni di due famiglie: il boato ha risvegliato i vicini che hanno avvertito i vigili del fuoco e le forze dell’ordine.
Secondo le prime informazioni, si tratterebbe di una bomba carta di fabbricazione artigianale e sarebbero state fermate due persone.
«Ho sentito il commissariato del governo e la questura e mi dicono che i due responsabili sono stati identificati e denunciati», spiega il governatore del Trentino, Ugo Rossi, «auspico e chiedo la massima durezza
Non è possibile che ciclicamente qualcuno di certi ambienti faccia le solite cose. Sarebbe ora e tempo di agire con durezza».
Da Salvini ancora nessun commento. «Massima solidarietà agli amici trentini e al segretario Mirko Bisesti. La violenza non ci fermerà!» è invece il commento a caldo su Facebook del ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, a proposito dell’ennsimo atto vandalico contro la Lega.
Dal fronte avversario è arrivata la solidarietà di Emanuele Fiano: «Noi non saremo mai dalla parte delle bombe; la nostra condanna per la bomba carta esplosa davanti ad una sede della Lega in Trentino è tanto più forte quanto più forte è la nostra avversione alle idee della Lega.
Ma la battaglia politica si fa contrastando le idee che non condividiamo con idee e proposte migliori, sbugiardando le false promesse e i gravi errori, o i danni che si procurano al paese: mai con la violenza»
Un fianco dell’Etna sta scivolando lentamente verso il mare e un movimento rapido ed improvviso potrebbe provocare uno tsunami potente e disastroso per la regione Sicilia.
Questo è quanto sostengono i ricercatori tedeschi che stanno monitorando il vulcano e che hanno registrato uno spostamento di 4 centimetri verso il mare in 8 otto giorni.
Il fianco sud-orientale dell'Etna sta pericolosamente e lentamente scivolando verso il mare, un eventuale rapido ed improvviso movimento potrebbe provocare uno tsunami potentissimo e disastroso.
Questo è quanto sostengono gli scienziati del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel che stanno studiando i movimenti dell'Etna con particolare attenzione al fianco subacqueo.
Ma cosa significa che l'Etna sta scivolando verso il mare?
E quando potrebbe esserci lo tsunami?
L'Etna sta scivolando verso il mare.
Gli esperti spiegano di aver monitorato i movimenti subacquei dei fianchi dell'Etna e di aver registrato un abbassamento verso il mare di quattro centimetri in soli otto giorni.
Questi dati hanno portato gli esperti a presupporre che un'improvvisa e rapida discesa del pendio verso il mare potrebbe provocare uno tsunami con effetti disastrosi per l'intera regione.
Preoccupazioni per il vulcano e la Sicilia.
L'Etna è il vulcano più attivo d'Europa e, anche per questo, è costantemente monitorato dagli scienziati e dalle nostri autorità con misurazioni satellitari che, proprio in questo periodo, hanno messo in luce ciò che sta accadendo al fianco sud-orientale e che quindi sta lentamente scivolando verso il mare.
Il resto del vulcano invece è stabile.
Dobbiamo avere paura?
Gli esperti non riescono a fare previsioni, spiegano che per ora è del tutto sconosciuto se e come il movimento continuerà sott'acqua, le misurazioni utilizzate non sono in grado di prevederlo.
Quel che è chiaro, almeno secondo gli scienziati tedeschi, è che se il fianco dovesse rapidamente e bruscamente scivolare in mare, potremmo trovarci di fronte ad uno tsunami potente e altamente distruttivo: ma ad oggi non si può prevedere se davvero accadrà né quando.
Cosa sta provocando il movimento verso il mare.
I risultati ottenuti confermano che responsabile della forza trainante verso il mare sarebbe la gravità e quindi non l'ascesa del magma, come precedentemente ipotizzato.
Ulteriori analisi potranno fornirci nuove informazioni.
http://scienze.fanpage.it/11 ottobre 2018 11:55 di Zeina Ayache
I barconi sono finiti non appena l’Italia ha chiuso i porti alle navi delle ONG.
Ora si arriva con le barche a vela e le piccole barche.
Arrivi in silenzio, senza clamore, senza trombe.
Oggi l’ultimo sbarco in Calabria.
82 migranti sulla costa Ionica.
Un gruppo di iracheni per ora ospitati a Roccella.
Nuovo sbarco sulle coste calabrese, ottantadue migranti di nazionalità irachena, tra i quali anche alcuni gruppi familiari, sono giunti all’alba nei pressi di Guardavalle.
I migranti, tutti in buone condizioni di salute, erano a bordo di una barca a vela di una quindicina di metri battente bandiera iraniana, che si è incagliata nei pressi di Guardavalle (Catanzaro).
Alcuni erano già scesi dall’imbarcazione quando sono giunti i militari della Capitaneria di porto di Soverato e le forze dell’ordine.
I migranti sono stati poi caricati su motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza per essere trasferiti nel porto di Roccella Ionica.
Nella cittadina del reggino saranno ospitati temporaneamente in una struttura messa a disposizione del Comune in attesa che sia decisa la loro destinazione.