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20/10/2018 – Arrestata dalla polizia di Padova una cittadina nigeriana, Deborah Paul, 26 anni, titolare di permesso di soggiorno per richiedenti asilo rilasciato dalla questura di Roma perchè trovata con 15 chili di marijuana.

 

 

La squadra Mobile di Padova, in un controllo del territorio, si è insospettiva, notando la giovane recuperare velocemente il proprio bagaglio guardandosi attentamente intorno.

L’indagata, alla vista della polizia, ha poi provato a ricollocare il grosso trolley appena scaricato all’interno del mezzo ed a risalire sul bus, ma è stata bloccata dagli agenti.

Nella valigia c’erano quasi 15 chili di marijuana.

La straniera è stata quindi arrestata per il reato di spaccio di sostanza stupefacente e condotta in carcere. [IlGazzettino.it]

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violinoUna bambina di 5 anni, facente parte di una famiglia con la passione della musica, si stava esibendo col suo violino a Nonantola, cittadina del modenese di circa 16 mila abitanti, durante il mercato. Era insieme al suo papà. Sono arrivati due Vigili Urbani e hanno multato il papà della bambina di 100 euro perché aveva infranto il regolamento comunale in vigore che vieta l’accattonaggio. Sul verbale rilasciato dai Vigili c’era scritto:-Raccoglieva questua nella pubblica via recando disturbo ai passanti-. Ma una bambina che suona il violino reca davvero disturbo ai passanti? Esagerato. Ma veniamo ai fatti. La bambina e il suo papà, che fra l’altro è un professore di lingua straniera, si erano messi a suonare il violino come sempre hanno fatto e avevano messo per terra una custodia di un violino aperta in modo che i passanti, se volevano buttare qualche monetina, lo potevano fare comodamente. La bambina e il suo papà non sono dei mendicanti, non sono degli accattoni, non chiedono l’elemosina per mestiere Non recavano danno e fastidio a nessuno. Sono degli artisti di strada che mettono a disposizione per i passanti il loro talento, offrono qualcosa a qualcuno gratuitamente, senza nulla chiedere. Se poi qualcuno vuole lasciare una offerta perché gradisce la loro musica non c’è nulla di male, è un gesto gratuito. Non fanno accattonaggio. Suonano il violino, e suonare, non è un fatto socialmente dannoso e fastidioso. Tutt’altro. Portano un po’ di gioia ed allegria, e noi, oggi, ne abbiamo davvero bisogno, visto le cose come stanno andando in Italia e nel mondo. E quando si trovano per le vie, nelle piazze, al mercato, si trovano in questi posti non per chiedere l’elemosina, ma per suonare Non sono dei mendicanti o camuffati come tali,che vanno in giro per delinquere. Non l’hanno pensato così i due zelanti Vigili che hanno applicato alla lettera il vecchio regolamento comunale. Anche a me capita quasi ogni giorno camminando lungo Corso Mazzini a Cosenza, la via principale della città, incontrare tantissimi artisti di strada. C’è una ragazza davanti la Prefettura che suona magistralmente il suo violino, un ragazzo che suona la chitarra e canta in lingua inglese le più belle canzoni che hanno allietato diverse generazioni e c’è finanche un prestigiatore che con le sue prestidigitazioni allieta grandi e piccini. Non fanno accattonaggio. Nessun Vigile è mai intervenuto, perché non danno fastidio a nessuno, non chiedono l’elemosina. Mettono per terra un cappello, la custodia della chitarra, un cestino, e i passanti se gradiscono la loro musica e le loro perfomance lasciano qualche monetina. Il fatto della multa alla bambina ha suscitato non pochi malumori sul Web. Non prendiamocela con gli artisti di strada, prendiamocela con gli accattoni veri, con quelli che sfruttano i bambini, con quelli che, fingendosi storpi, insistentemente e fastidiosamente chiedono l’elemosina, sfruttando la credibilità e la bontà altrui. La bambina, di un talento formidabile, e il suo papà stavano regalando della buona musica ai passanti senza chiedere nulla in cambio. Ma c’è il regolamento. Ma cambiamolo. Voi, amici miei, cosa ne pensate?

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Una banda di 21 persone è finita agli arresti a Catania, con l’accusa di gestire intere piantagioni di cannabis da spacciare poi in tutta la provincia etnea.

Una storia di ordinario proibizionismo, arricchita dal fatto che tra i membri della banda, composta da almeno 21 persone, ci fossero due poliziotti ed un carabiniere.

L’organizzazione, individuata a partire dalle testimonianze di un pentito di mafia appartenente al clan Nardo, si occupava direttamente della coltivazione e della vendita di cannabis con la quale riforniva il mercato catanese.

Già un anno fa, durante le indagini, la polizia aveva sequestrato circa 2500 piante di marijuana e scoperto un terreno, attiguo a quello coltivato dall’organizzazione, pronto per essere utilizzato.

Le accuse formulate dal Gip nei confronti dei 21 arrestati, in gran parte pregiudicati, sono: associazione a delinquere, coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, possesso di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale.

Tra i 21 arrestati figura l’assistente capo della polizia Matteo Oliva, di 46 anni, ritenuto uno dei capi della banda, e il carabiniere Stefano Cianfarani, di 49 anni, indicato come organico al gruppo. I due, indagati anche per corruzione, sono stati condotti in carcere.

Mentre l’assistente capo di polizia Giuseppe Bennardo, di 50 anni, è risultato estraneo alla coltivazione di marijuana, ma posto agli arresti domiciliari per favoreggiamento, in quanto avrebbe cercato di depistare le investigazioni sui colleghi.

Come di consueto i tre appartenenti alle forze dell’ordine sono stati rapidamente bollati come semplici “mele marce” del sistema. «Casi sporadici ed isolati, elementi spuri di un organismo sano ed efficiente che troviamo sempre accanto a noi a collaborare nelle indagini di contrasto alla criminalità», secondo le parole del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.

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I Racconti

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