
Chi getta rifiuti dal finestrino commette un atto d'inciviltà.
Ma anche un atto di imbecillità visto che si configura un illecito amministrativo sanzionato con una multa fino a 425 euro
L'arrivo dell'estate non porta solo il caldo, ma anche gesti di una maleducazione insopportabile.
Non è infrequente infatti assistere a lanci di rifiuti più o meno grandi dai finestrini aperti della auto in corsa o in sosta.
Che si tratti di fazzolettini, chewing gum, cartacce varie o mozziconi di sigaretta, chi li compie non commette solo un gesto estremamente selvaggio, ma un vero e proprio illecito amministrativo, sanzionato dall'art. 15 del Codice della Strada con multe fino a 425 euro.
La cattiva abitudine di gettare piccoli rifiuti non riguarda però solo i conducenti delle auto o dei mezzi in circolazione in generale. La legge n. 221/2015 in materia ambientale prevede infatti che chi getta a terra piccoli rifiuti (scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare) è sanzionabile con una multa che va dai 30 ai 150 euro, che è raddoppiata se il rifiuto è un prodotto da fumo. Come evitarlo? Semplice, basta tenere in auto un sacchetto da destinare ai piccoli rifiuti, anziché gettarli per strada.
Vietato gettare rifiuti dai veicoli in sosta o movimento
Gettare rifiuti dal finestrino non è solo un comportamento cafone, ma un vero e proprio illecito amministrativo sanzionato dal Codice della Strada. L'art. 15 del Dlgs. n. 285/1992 infatti, al comma 1 lettera f bis) prevede il divieto di "insozzare la strada o le sue pertinenze gettando rifiuti o oggetti dai veicoli in sosta o in movimento".
La condotta è sanzionata dal successivo comma 3-bis secondo il quale: "Chiunque viola il divieto di cui al comma 1, lettera f-bis), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 106 a euro 425", importo aggiornato dall'art. 1, comma 1, D.M. 16/12/2014, a partire dal primo gennaio 2015.
Multa salata insomma per tutti quei conducenti e passeggeri che hanno la cattivissima abitudine di svuotare i posacenere delle auto sulle strade o sui marciapiedi, o di gettare carte alimentari, fazzolettini, salviette e chi più ne ha più ne metta.
Fino a 300 euro di multa per chi getta rifiuti
Il divieto di sporcare le strade sancito dall'art. 15 del Codice della Strada è stato rafforzato dall'entrata in vigore della legge n. 221/2015 "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali".
I commi 2 e 3 dell'art. 40 di detta legge, che al comma 1 prevede modifiche al dlgs. n. 152 del 3/04/2006, dispongono infatti che: "E' vietato l'abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo sul suolo, nelle acque e negli scarichi".
La legge introduce anche il divieto (ex art. 232-ter) di abbandonare sul suolo, nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi rifiuti di piccolissime dimensioni, quali anche scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare.
All'articolo 255, dopo il comma 1, infine, e' inserito il seguente: «1-bis. Chiunque viola il divieto di cui all'articolo 232-ter e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro trenta a euro centocinquanta. Se l'abbandono riguarda i rifiuti di prodotti da fumo di cui all'articolo 232-bis, la sanzione amministrativa e' aumentata fino al doppio".
di Annamaria Villafrate da studiocataldi
Cinque persone sono state arrestate per furto dai carabinieri a Casal Palocco, a Roma.
Si tratta di quattro uomini e una donna, tutti senza fissa dimora.
I cinque, usciti poco prima da un supermercato di via Ernesto Boezi all'Infernetto,
sono saliti su un furgone e si sono allontanati rapidamente in direzione di Casal Palocco.
I militari, che già li avevano notati dopo la partenza del mezzo, hanno deciso di seguirli e, appena le condizioni stradali lo hanno reso possibile, hanno bloccato il mezzo ed effettuato una perquisizione. A bordo i carabinieri hanno trovato numerosi prodotti cosmetici rubati.
I cinque sono stati arrestati e condotti nelle camere di sicurezza del Gruppo carabinieri di Ostia in attesa dell'udienza di convalida, mentre la merce, del valore di circa 3.000 euro, è stata restituita al legittimo proprietario.
Sono tutti di origine romana, cioè, pardon, di origine romena.
Aveva bollato come «inumano» il pestaggio del giovane nigeriano ubriaco che aveva frantumato i parabrezza delle auto in sosta, denunciando un clima di intolleranza dilagante alimentato dal disagio sociale. Ma è stato ricoperto di insulti pesanti e di commenti irriguardosi sui social.
Nel tritacarne delle offese virtuali è finito monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, che aveva scelto nei giorni scorsi di intervenire sulla vicenda del 21enne immigrato picchiato e investito con uno scooter da alcuni residenti, inferociti perché aveva danneggiato le loro auto.
L'articolo del «Mattino» con le dichiarazioni del vescovo, postato sulle pagine Fb «Sei Acerrano se», ha scatenato in poche ore una pioggia di commenti oltraggiosi nei confronti del prelato.
I MESSAGGI
«Voi siete la chiesa, perché non li fate dormire da voi? Perché il vescovo non li ospita nel suo appartamento? I preti dovrebbero dire messa ed occuparsi delle spiritualità delle persone, non fare comizi. Anche la chiesa hai suoi interessi nel business dell'accoglienza»: queste alcune delle frasi rivolte al vescovo. Molte altre sono irripetibili, e ci sono anche post che contengono offese gratuite di carattere personale davvero pesanti.
LA SOLIDARIETÀ
Il sindaco Raffaele Lettieri ha espresso subito con una nota il suo sostegno nei confronti di monsignor Di Donna.
«Conosciamo la provenienza e il tipo di critiche subite, finalizzate sempre e solo a dividere e pronte a ripetersi allo stesso modo, ogni volta, contro qualsiasi provvedimento assunto anche dall'amministrazione comunale, tutti noi siamo preoccupati dei messaggi di violenza che vengono usati da più parti e che spingono alcuni cittadini allo scontro, all'intolleranza, Acerra crede nei valori dell'accoglienza, della solidarietà e dell'incontro fra culture. E lo mette in pratica nel quotidiano, ogni giorno.
Gli acerrani dicono no al razzismo, alla violenza e all'odio, e sono per il rispetto della dignità degli esseri umani e delle regole».
LA VICENDA
Tutto è cominciato la scorsa settimana, quando un 21enne nigeriano in evidente stato di ubriachezza aveva sfasciato i parabrezza delle auto in sosta e in transito tra via Soriano e San Francesco d'Assisi, a poche centinaia di metri dalla cattedrale.
A scatenare la rabbia del migrante (munito di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari e noto alle forze dell'ordine) era stata una rissa tra suoi connazionali a cui aveva partecipato come paciere.
Una piccola folla inferocita in seguito al raid vandalico aggredì il giovane africano, che venne picchiato e addirittura travolto con uno scooter; una notte di violenza «pubblicizzata» poi con video e foto sui social.
«Ciò che accaduto è gravissimo perché rompe un equilibrio sociale che era consolidato in una città dove non c'erano stati finora episodi significativi di intolleranza - commentò don Antonio Di Donna - siamo in un clima che vede il migrante come nemico e che ha finanche un'espressione di governo».
E tanto è bastato per scatenare le offese sul web
Da il mattino di Napoli di Enrico Ferrigno