
Ancora una volta ci dobbiamo occupare di un atto di violenza commesso ai danni di un Professore avvenuto in una scuola di Roma e precisamente nell’Istituto Tecnico Industriale di Via Teano.
Il Professore, giovanissimo di appena 24 anni, è stato aggredito dal padre di un alunno quando ha saputo che il figlio era stato bocciato.
Apriti cielo!
Si è scagliato contro il Preside dell’Istituto e contro gli altri insegnanti presenti insultandoli pesantemente.
Il giovane Professore, alla sua prima esperienza lavorativa, è intervenuto prontamente cercando di difendere e proteggere il proprio dirigente scolastico.
A questo punto il padre del ragazzo bocciato ha sferrato un pugno in pieno volto all’insegnante facendolo cadere per terra.
L’aggressore, non ancora soddisfatto, ha continuato ad infierire sulla vittima con calci e pugni.
Sono state subito avvertite le forze dell’ordine ed è stata chiamata finanche un’ambulanza che ha portato il malcapitato Professore all’ospedale per essere visitato e medicato per le ferite riportate.
E’ stato ricoverato per un trauma cranico e per un principio di soffocamento.
Infatti nella colluttazione il padre del ragazzo bocciato oltre a calci e pugni ha cercato di strangolarlo.
Questo è l’ennesimo caso di violenza nelle scuole italiane e che purtroppo continuano a moltiplicarsi.
Sono lontani i tempi in cui le istituzioni e i maestri e i professori venivano da tutti rispettati e riveriti e i nostri genitori ci educavano a farlo.
Se a scuola si commetteva qualche marachella o si mancava di rispetto verso i maestri a casa erano botte e punizioni.
A Roma il Professore finisce all’ospedale perché un alunno è stato bocciato ( e i genitori sapevano che il figlio non andava bene a scuola perché durante l’anno scolastico erano stati varie volte informati), a Padova per un brutto voto, a Siracusa per aver rimproverato un alunno.
E potrei continuare a lungo, tanti sono i casi di violenza commessi ai danni dei maestri e dei professori colpevoli perché fanno il loro dovere.
Oggi,purtroppo, queste scene sono all’ordine del giorno, anche se non sempre così violente.
Così facendo, però, i genitori danno una visione distorta del mondo ai propri figli.
Oggi, amici carissimi di Tirreno News, vi voglio raccontare di una triste storia, di un dramma sconvolgente che ha lasciato nel dolore e nella tristezza l’intera cittadina di Legnano.
Una bellissima ragazza di appena 26 anni si è lasciata morire dal dolore dopo aver perso tutte e due i genitori in pochissimo tempo colpiti da un male incurabile.
A poco a poco è stata consumata. E’ morta di crepacuore. Triste destino il suo.
Morire a soli 26 anni quando aveva una intera vita davanti e le incominciava sorridere.
E così lei non ce l’ha fatta, non ha resistito al grande dolore e li ha seguiti a ruota.
Silenziosamente se ne è andata Alice, così si chiamava questa ragazza solare.
Non ha dato fastidio a nessuno.
L’hanno trovata senza vita l’altro giorno nel suo appartamento di Legnano.
Fino ad alcuni anni fa era una famiglia felice, unita, conosciuta e benvoluta da tutti.
Poi, un destino crudele, dopo un lungo calvario e sofferenze indicibili, ha portato via il padre della ragazza.
Nel frattempo, però, la giovane si era laureata lo scorso luglio all’Università di Verona.
Però la morte del padre che amava ed adorava tanto, tanto è vero che fece tatuare il nome papà sulle sue braccia, le aveva procurato tanto dolore e sofferenza sia fisica che psicologica.
A dicembre dello scorso anno arriva un’altra mazzata.
Un’altra tragedia si è abbattuta sulla sua famiglia. Anche la mamma, falcidiata dal cancro, se ne è andata a soli 49 anni.
Anche la giovane mamma era molto conosciuta ed apprezzata in città.
Per Alice è stata un’ulteriore tragedia.
Ha reagito, ha lottato, però alla fine si è dovuta arrendere anche lei.
Rimasta sola non ce l’ha più fatta a vivere. In pochissimo tempo aveva perso gli affetti più cari al mondo.
Le erano rimasti solamente gli amici e le amiche che le volevano un gran bene e che erano rimasti sempre a lei vicini.
Però il dolore per la perdita della mamma, colpita dallo stesso male del padre, è risultato questa volta insopportabile e così a soli 26 anni, questa ragazza bellissima e solare, è volata in cielo accompagnata dagli Angeli e dai Santi dove certamente i suoi genitori la stavano aspettando e così li ha potuti abbracciare ancora una volta e per sempre.
Della sua dipartita se ne sono accorti i suoi amici i quali non ricevendo risposte alle varie telefonate hanno dato l’allarme.
Sono stati i Vigili del Fuoco che hanno dovuto abbattere la porta del suo appartamento ad arrivare per primi.
L’hanno trovata distesa sul suo lettino senza vita. Il medico legale così ha scritto: morte naturale.
Sì, amici, Alice è morta di crepacuore. E’, purtroppo, una morte naturale.
Su Facebook rimbalzano tanti messaggi di saluto:- Finalmente potrai riabbracciare i tuoi genitori.- Ciao, Alice, ti accompagnino i Santi e gli Angeli nella Santa Gerusalemme.
“Dovete morire. Merde, merde. Fate schifo”
Questo gridava Lavinia Flavia Cassaro contro i poliziotti schierati a Torino durante un corteo contro CasaPound.
Ora l'insegnante è indagata dalla Procura di Torino.
La maestra è indagata dalla procura per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce.
E l'Ufficio Scolastico Regionale le ha notificato nei giorni scorsi il provvedimento di licenziamento,
con decorrenza primo marzo, quando venne sospesa dall'insegnamento.
Era stato lo stesso Ufficio scolastico regionale del Piemonte a proporre il licenziamento per l'insegnante per la "grave condotta" tenuta lo scorso 22 febbraio, durante una manifestazione antifascista per protestare nei confronti di CasaPound che stava tenendo un comizio in un albergo del centro di Torino.
Durante il corteo venne ripresa dalle telecamere mentre insultava i poliziotti e augurava loro la morte.
"Pare evidente che se Lavinia non fosse stata intercettata da giornalisti affamati di notizie e se, subito dopo, il premier della 'Buona scuola' non avesse ceduto alla tentazione di individuare una 'cattiva maestra, il caso Cassaro non ci sarebbe mai stato", sottolinea Scarinzi, il Coordinatore Nazionale Cub Scuola, che si dice pronto a "dimostrare l'inconsistenza della contestazione di addebito mossa alla maestra".
Un caso di "democrazia autoritaria", secondo Scarinzi, che definisce il licenziamento "una sanzione sproporzionata".