
Una donna, Anna Petrilli, 42 anni, di Salerno, è stata arrestata ed una ventenne incinta è stata denunciata dagli agenti del commissariato di polizia di Lamezia Terme per furto in una gioielleria.
Insieme lei una ventenne M.F. incinta è stata denunciata e sottoposta a foglio di via.
Le due sono entrate in una gioielleria di corso Numistrano
Il proprietario insospettito ha deciso di chiamare la Polizia
Gli agenti sono riusciti da trovar le due donne in un’altra gioielleria ed a bloccarle prima che uscissero.
Il controllo delle borse e dei luoghi prossimi alle gioiellerie ha permesso di rinvenire gioielli di grande valore .
Dal controllo poi dei fotogrammi delle videoriprese ci si è accorti che le donne con destrezza si erano impadronite di preziosi
Da qui i provvedimenti giudiziari e di polizia
Numerosi i controlli eseguiti presso bar, pasticcerie, tabacchi, pescherie ed imprese.
Ad espletarli i carabinieri unitamente a personale dell’Enel di Catanzaro
L’operazione è scattata alle 08.30 circa del mattino di ieri 23 maggio 2013.
Il trucco era sempre lo stesso: un magnete posto sopra ed al centro dei contatori serviva per rallentare i consumi di energia risparmiando sulle spese e sui costi finali di gestione.
I commercianti erano tutti di Nicastro.
Sono stati denunciati per furto e truffa. Le denunce sono stati inoltrate all’Autorità Giudiziaria per le valutazioni del caso. Molti degli esercizi commerciali sono rimasti chiusi.
36 inquisiti,36 condannati. Decimato il clan Giampà.
Il pubblico ministero, Elio Romano, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati a pene tra 15 anni e due anni e quattro mesi.
Il gup distrettuale di Catanzaro, Giovanna Mastroianni, a conclusione del dibattimento con rito abbreviato ha invece disposto le seguenti condanne:
Notarianni Aldo - 13 anni 8 mesi
Notarianni Aurelio - 12 anni + 8.000 € multa
Giampà Francesco - 12 anni
Giampà Pasquale - 12 anni
Bonaddio Vincenzo - 11 anni 8 mesi
Giampà Vincenzo cl. 70 - 10 anni 2 mesi
Catroppa Pasquale - 10 anni 4 mesi + 40.000 euro di multa
Notarianni Giovanni - 10 anni + 12.000 euro di multa
Notarianni Luigi cl. 74 - 10 anni
Giampà Domenico - 9 anni 6 mesi
Molinaro Maurizio - 9 anni
Catroppa Giuseppe - 9 anni 4 mesi + 8.000 € multa
Chirico Domenico cl. 82 - 9 anni 4 mesi
Arcieri Vincenzo - 9 anni 4 mesi
Torcasio Alessandro - 9 anni
Notarianni Antonio - 8 anni e 10 mesi
Cappello Giuseppe - 8 anni 8 mesi
Voci Antonio - 8 anni 8 mesi
Giampà Vincenzo "Camacio” - 8 anni + 2.000 € multa
Notarianni Rosario - 8 anni e 8 mesi
Giampà Saverio - 8 anni 8 mesi
Paola Claudio - 8 anni 4 mesi
Giampà Davide - 7 anni 8 mesi
Giampà Giuseppe - 6 anni 8 mesi
Muraca Umberto - 6 anni 4 mesi e 24.000 € multa
Cerra Nino - 6 anni 4 mesi e 24.000 € multa
Gidari Roberto - 6 anni
Giampà Rosa - 5 anni 4 mesi + 2.200 multa
Bonaddio Pasqualina - 5 anni + 2.200 multa
Notarianni Luigi cl. 92 - 5 anni e 4 mesi
Giampà Vanessa - 4 anni
Piraina Luca - 4 anni + 2.400 di multa
Meliadò Franca Teresa - 3 anni 2 mesi
Paradiso - 2 anni 4 mesi e 2.400 euro multa
Chirico Domenico cl. 77 - 1 anno 2 mesi + 6.000 euro di multa
Il capo del gruppo criminale, Francesco Giampà, detto "il professore", è stato condannato a 12 anni. Per il figlio di Giampà, Giuseppe, collaboratore di giustizia, è stata disposta la condanna a sei anni e otto mesi.
Nel processo era imputata anche la moglie di Francesco Giampà, Pasqualina Bonaddio, condannata a cinque anni.
Il gup ha anche disposto il risarcimento dei danni alle parti civili tra cui figurava il Comune di Lamezia Terme, l'Associazione antiracket lametina, la Federazione nazionale delle associazioni antiracket e antiusura ed alcuni imprenditori vittime delle estorsioni.
Il PM Elio Romano: "Sicuramente è una sentenza storica. Sono state accolte in pieno le richieste della Procura. Tra l'altro è stata disposta la confisca dei beni di alcuni degli imputati come i Notarianni. Alcune pene comminate dal Gup, in qualche caso, sono state superiori alle mie richieste per un calcolo diverso sulle aggravanti. Il Gup, Giovanna Mastroianni, con queste pene ha dimostrato di essere convinta dell'impianto accusatorio da noi presentato. Una sentenza davvero importante. Un'altra cosa da sottolineare è la condanna delle donne della cosca Giampà, si tratta di un fatto notevole perchè in passato non si sarebbe ottenuto".
Il capo Squadra Mobile Catanzaro Rodolfo Ruperti, "Sono molto soddisfatto per questa sentenza perchè significa che il nostro lavoro è stato apprezzato, prima dalla Procura ed ora anche da una sentenza. Non avevamo dubbi su riconoscimento del 416 bis, perchè il lavoro che abbiamo fatto è stato notevole e di altissimo valore. Adesso continuiamo così per debellare le restanti cosche lametine".