Roma e prestiti. Un rapporto sempre più stretto per una città, che più delle altre sta soffrendo la crisi economica. Certo, anche nel resto d' Italia ma Roma ha delle caratteristiche economiche tutte sue. Delle specifiche che disegnano una città in ripresa, ma che ancora basa il proprio rilancio famigliare sul prestito. E ancora una volta, l' unico stato sociale che funziona, sembra essere rappresentato da mamma e papà.
L' economia della Città Eterna è sempre stata legata ad un fattore non ordinario: la presenza, enorme, di lavoratori e dipendenti pubblici. Ci sono quelli diretti, dei vari organismi che regolano, da una parte la vita della città, dall' altra quelli nazionali, come ministeri ma anche agenzie, organismi consultivi, dicasteri. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E la semplificazione, se si fa un giro per la città eterna, dal centro alle periferie, non sembra proprio esserci stata. Macché! Ci sono praticamente più uffici pubblici che bar e - ai circa 30 mila dipendenti del Comune di Roma si aggiungono le migliaia di dipendenti della Regione Lazio e della Provincia di Roma. Eh sì, perché secondo voi l' hanno eliminata? No, per niente. Nemmeno è dimagrita più di tanto visto che a saltare sono stati solamente i consiglieri eletti. I veri costi sono rimasti lì.
Per questo a Roma, secondo economisti e altre fonti autorevoli, l' economia è praticamente retta da questo mega apparato pubblico. Se lo si sfoltisse anche solo un po', l' intera Capitale potrebbe crollare diventando una gigantesca povera città di disoccupati. Perché anche qui la disoccupazione si fa sentire e tanto ma il contributo della fascia adulta, a favore di quella più giovane, è forte. Insomma, papà dipendente di Roma Capitale aiuta e sostiene il figlio - nemmeno troppo choosy - che a 35 anni ancora non ha un lavoro stabile o un contratto degno di definirsi tale. Lo si aiuta con lo stipendio o al sempre più utilizzato prestito di cessione del quinto dipendenti pubblici, che a Roma viene erogato come non ci fosse un domani. Una bella comodità perché le banche i dipendenti del settore pubblicano, li amano. Tutti. Senza distinzioni. E sono il loro bacino di utenza preferito nell' erogazione di prestiti.
Ai dipendenti pubblici, non vengono richieste garanzie. Nemmeno prove di spesa o dettagliati progetti. Basta lo stipendio, quello prezioso perché arriva diretto dal Comune o dal Ministero. E nella catena alimentare - finanziaria dei prestiti e dei contratti a tempo indeterminato - quello del dipendente pubblico è nella cima più alta. Solitario. Solido. E sicuro. Almeno fino a quando non ci renderemo conto che questo continuo ed esponenziale indebitamento ci sarà sfuggito troppo di mano. E allora saranno cavoli.