Il Bitcoin, abbreviabile anche con BTC o XBT, è la moneta elettronica più conosciuta tra quelle più diffuse in tutto il mondo. La sua popolarità è in continua crescita specialmente nei paesi più avanzati, come ad esempio in Europa, Stati Uniti e Australia. Ben poche nazioni si sono schierate espressamente contro il Bitcoin mentre alcune presentano alcuni limiti al loro impiego come Russia, Cina ed India.
Il suo inventore, conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha lanciato nel 2009 un sistema ben diverso rispetto ai suoi concorrenti. Mentre la maggior parte delle monete elettroniche si avvalgono di un ente centrale, il Bitcoin sfrutta una rete di nodi come database. Inoltre la tipologia di crittografia impiegata gestisce sia la generazione di nuova moneta sia l’attribuzione di proprietà.
Tra gli altri punti di forza c’è la possibilità di possedere e trasferire anonimamente le monete in maniera molto semplice. Chiunque può con un computer portatile raccogliere Bitcoin come si fa con un portafoglio e le monete. Allo stesso tempo questa sua facilità ed anonimità di acquisizione, deposito e scambio offre ampi spazi ad usi illegali. Una delle critiche più mosse è appunto il fatto che i Bitcoin sono impiegati nei commerci illegali di armi, droga ma anche per aggirare vincoli tributari transnazionale.
Da quanto detto finora la sua ascesa sembra inarrestabile anche alla luce delle difficoltà che diverse valute tradizionali, come osservabili su diverse piattaforme forex. L’eventuale affermazione di questa tecnologia rappresenterebbe un rischio non indifferente per la stabilità monetaria stessa ma anche finanziaria ed economica. D’altronde, data la novità della cosa, è complicato cercare di prevedere le ricadute in termini di bontà ed entità.
Tuttavia uno studio dello Swift Institute spiga come l’uso delle monete tradizionali scoraggi l’uso di quelle elettroniche e non vicerversa. Nonostante il periodo arduo di alcune delle valute più scambiate, le monete più forti mantengono ancora una posizione dominante. Perciò, alle condizioni attuali, Bitcoin e simili possono al massimo ambire ad affiancare i mezzi di pagamento già diffusi. Inoltre le monete virtuali sono spesso esposte a fenomeni di speculazione, di frode e di furti informatici. Questa affermazione è stata confermata dagli studi empirici condotti dallo Swift Institute: le valute virtuali rappresentano per lo più una forma di investimento speculativo, specialmente nel breve e medio termine. D’altronde l’investitore medio è scoraggiato anche dal fatto che i rendimenti del Bitcoin non siano affatto correlati agli strumenti finanziari ordinari. Infatti, al contrario di quanto si possa affermare, ciò è vero sia nei momenti di stabilità dei mercati finanziari sia nei periodi di turbolenza durante i quali, teoricamente, forme alternative di investimento dovrebbero guadagnare di appeal.
In futuro, quando eventualmente la situazione cambierà, saranno necessari interventi importanti su tutta l’impostazione macroeconomica. Le banche centrali perderebbero il controllo sulla moneta in quanto, come abbiamo visto, le monete virtuali sono attualmente indipendenti dai governi.