
Si è conclusa con 41 persone rinviate a giudizio l'udienza preliminare davanti al giudice di Catanzaro chiamato a decidere della relativa richiesta avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese a seguito dell'inchiesta cosiddetta "Decollo money", relativa al riciclaggio dei proventi del narcotraffico gestito dalla cosca Mancuso di Limbadi, scoperto con l'altra indagine denominata "Decollo ter" poi unificata alla prima. Accogliendo la richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, titolari del caso, il giudice Maria Rosaria Di Girolamo ha mandato al processo, che avrà inizio il 19 giugno prossimo davanti al tribunale di Catanzaro, gli imputati tra i quali compaiono i vertici del "Credito Sammarinese". Sei gli imputati che, invece, hanno scelto la strada del giudizio abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo), che sarà celebrato a partire dal prossimo 10 maggio: Graziella Zemiti, componente del consiglio d'amministrazione della Banca, Edoardo Mori, Orlando Luca', Rocco Femia, Nicola Luca' e Pietro Daidone. Questo specifico filone dell'inchiesta della Dda di Catanzaro, conclusosi nel marzo del 2012, venne alla ribalta delle cronache anche per aver travolto l'istituto di credito Sammarinese, tra cui l'ex presidente Lucio Amati, tra le persone arrestate nel luglio del 2011. Secondo le ipotesi degli inquirenti l'istituto la banca, che versava in situazione di grave crisi economica, avrebbe ricevuto i soldi versati da Vincenzo Barbieri, ritenuto l'uomo scelto dalla 'ndrangheta per ripulire il denaro derivante dal narcotraffico, freddato in un agguato nel marzo del 2011 a San Calogero (Vibo Valentia). Il gup distrettuale di Catanzaro ha invece condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione Annunziato Mercuri, 42 anni, di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, coinvolto nell'inchiesta della Dda denominata "Decollo Ter". Mercuri era accusato di estorsione ai danni della societa' di distribuzione "Lidl Italia" alla quale sarebbe stata affiancata una società riconducibile all'imputato nella distribuzione della merce in Calabria. Per tale reato il gup ha escluso le modalità mafiose, mentre in ordine alle contestazioni di intestazione fittizia di beni e' stata dichiarata la prescrizione. L'accusa aveva chiesto per Mercuri una condanna a 10 anni
Il Governo italiano ha deciso di non far rientrare in India i marò italiani dopo che erano stati fatti ritornare per partecipare alle elezioni.
Una decisione inattesa sostenuta dalla necessità di poter e dover cercare una soluzione internazionale.
Una decisione che a noi sembra un passo indietro rispetto alla speranza di giustizia che si aveva fino a poco tempo prima.
Solo che per farli rientrare l’India aveva preteso una dichiarazione giurata dei due marò e dell’ambasciatore Daniele Mancini
Ma l’India non l’ha presa bene. Affatto!
Ed il presidente della Corte Suprema Altamas Kabir ha sostenuto oggi di aver perso ogni fiducia nel sig Mancini.
Non solo ma secondo il magistrato indiano a fronte di una dichiarazione giurata non mantenuta, l'ambasciatore Daniele Mancini avrebbe ''automaticamente perso il diritto all'immunità ''.
E la corte ha confermato l’ordine per l’ambasciatore non lasciare l’India. Ed all’uopo sono stati avvertiti tutti gli aeroporti
Cambia il diritto internazionale?.
Una volta gli ambasciatori e gli addetti all’ambasciata venivano espulsi dai paesi che li ospitavano con la formula del non gradimento. Adesso invece di fatti vengono “sequestrati”.
Nessuno si arrabbi! Sto pensando a cosa sarebbe successo se questa situazione fosse avvenuta con presidente del consiglio Berlu!
Non so se queste cose succedono anche in altre parti del mondo, ma sono comunque incredibili. Tutto nasce dalla povertà dell’Italia e dalla mancanza dello Stato. Quando si è poveri si cerca di comprare merce a basso costo. Nel caso pentole che vengono dall’India ( ma sarebbero potute venire dalla Cina o da altre parti del mondo dove la manodopera è pagata pochissimo)
Ovviamente le pentole sono state importate dai soliti. In questo caso da un importatore pugliese( se osservate le merci che vengono dalla Cina o dall’India esposte nei supermercati anche amanteani troverete Imported ……(Puglia))
Poi la vendita in tutta Italia , a Milano, Palermo, Firenze, Napoli, Recanati, Viterbo, Arezzo, Prato, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Oristano, Padova e Verona.
E poi da qui in tanti supermercati e negozi sparsi per l’Italia
Per fortuna che l’importatore, a dicembre dello scorso anno, quando il carico è giunto in Italia, ha spedito alcuni pezzi ad un apposito organo di controllo.
A febbraio sono state completate le analisi ed è arrivata l'incredibile scoperta. Le pentole e i tegami e gli utensili importati contengono pericolosissimo Cobalto 60, letale se ingerito.
Preoccupato l'importatore sta cercando di recuperare, a sue spese, tutte le pentole e i tegami (ma anche cucchiai, cucchiaini, forchette, coltelli) però l'operazione è lunga e difficile: seguire tutta la filiera del commercio dall'importatore ai distributori, agli intermediari ai rivenditori ai clienti, è una operazione più complicata del previsto.
Sembra che tutti gli articoli siano rientrati alla base e che non ci siano altre pentole pericolose in giro ma la certezza assoluta arriverà solo alla conclusione dell'inventario e delle indagini.
Poi una volta recuperato tutto (se sarà possibile) il materiale radioattivo dovrà essere smaltito.
Pare che sia in corso una procedura per imporre agli indiani di provvedere a questa fase.
Anche se, per adesso, l'allarme pentole radioattive non è ancora cessato in Italia.