Occuparsi di territorio ed urbanistica ad Amantea è un compito arduo. Bisognerebbe ricomporre un puzzle di pezzi disseminati da anni di interventi infelici e politica urbanistica inesistente.
Amantea è rimasto un paese vivibile prima delll'avvento delle grandi speculazioni edilizie, paradossalmente prima che esistessero strumenti urbanistici. Nel periodo dell'inurbamento, favorito e sostenuto dalle rimesse dei familiari emigrati. Era uno sviluppo sostenibile che non poteva provocare scompensi per due ragioni.
a- La possibilità da parte di queste famiglie di comprare un piccolo appezzamento di terreno dove costruire la propria casa, che da buona tradizione contadina aveva intorno un piccolo orto e tanto verde.
b- La dimensione sempre contenuta ed adeguata alle esigenze familiari che garantiva l'equilibrio tra il costruito e la natura.
Vi era inoltre un'integrazione paesaggistica naturale favorita dall'uso di materiali autoctoni (pietra,legno,calce) che oggi malgrado istituzioni come soprintendenza, varie fondazioni ambientaliste, tranne casi rarissimi non siamo in grado di controllare.
Stiamo parlando degli anni sessanta -settanta, quando l'emigrazione del dopoguerra cominciava a dare i suoi frutti.
Quando Amantea vantava un ospedale ed una clinica privata due cinema che d'estate diventavano tre, ed un richiamo formidabile che era la "rotonda", meta degli artisti più in voga del momento. Sicuramente il periodo più felice che abbia conosciuto.
Dimenticavo, io, non credente, la grande funzione sociale non della chiesa, ma di un aggregatore sociale che era il bergamasco Giulio Spada che regalato anche a me giorni meravigliosi.
Quando la politica da una parte e la speculazione edilizia dall'altra non condizionavano ancora direttamente la vita delle famiglie.
IL CAMBIO
Dalla fine degli anni settanta e i primi anni ottanta il nostro territorio, vuoi perchè cominciava a diventare il centro commerciale più importante del basso tirreno cosentino, vuoi per la posizione felice e la ricca offerta di servizi, diveniva polo di attrazione incrementando la domanda di abitazioni. Case per vacanze, per lo spostamento di popolazione dei piccoli centri dell'interno, per investimento in un'area che sembrava avere un grande futuro.
GLI ERRORI
Era quello il momento perfetto che avrebbe definitivamente fatto decollare Amantea , che nel frattempo si era attrezzata di uno strumento urbanistico, e collocarla probabilmente, come meta, al primo posto nel tirreno cosentino.
Come si direbbe oggi qualcosa è andato storto...
Cosa e chi hanno trasformato una tale opportunità nel disastro che oggi abbiamo davanti?
Attori pubblici e privati.
Sulla spinta della domanda si sono attivati operatori senza scrupoli che hanno fatto lievitare il costo del terreno a livelli incredibili, 500-600 (nella prima ondata mila lire, nella seconda euro).
Cosa ha comportato questo atteggiamento aggressivo?
Ha privato le famiglie della possibilità di comprare il terreno per costruire la propria casa. Li ha costretti, per soddisfare il fabbisogno a rivolgersi ai costruttori per comprare appartamenti in condominio, di qualità generalmente mediocre.
L'imprenditore edile infatti per bilanciare il l'incredibile costo del terreno da lui stesso stabilito (nemmeno nella capitale), ha costruito i palazzotti. Imbrogliando con la complicità politica sulle volumetrie, ignorando la dotazione degli spazi pubblici.
Una scelta poco lungimirante che trova un'eccezione nella lottizzazione Camporella, anch'essa purtroppo, parzialmente stravolta dalla strategia del "mordi e fuggi". Ma che ha garantito la dotazione a Campora di adeguati spazi pubblici tra cui l'unica piazza degna di questo nome esistente in tutto il territorio comunale.
Dunque un'offerta che escludeva la realizzazione di edilizia estensiva che avrebbe dato continuità alla nostra tradizione.
L'incultura imprenditoriale ha fatto il resto.
Non ha mai capito che se alla grande quantità degli alloggi non investisse in servizi e qualità avrebbe costruito un fallimento.
Cosi è stato.
Amantea è oggi un agglomerato di case senza servizi che ha un valore commerciale inferiore all'epoca in cui fu costruito.
Un patrimonio,forse il termine è inappropriato, con gravi difficoltà di manutenzione.
LA POLITICA IERI
La politica con mezzi legali a disposizione come il programma di fabbricazione, anziché arginare e preservare almeno gli spazi pubblici e le indicazioni urbanistiche ha chiuso occhi e orecchie sull'attività privata consentendo di occupare tutto l'occupabile. Il risultato è un territorio disegnato dalla speculazione, dove il pubblico è
La politica nutrendosi (come ancora oggi, ma peggiorando) dei finanziamenti casuali degli amiconi regionali, ha prodotto qua e la opere di dubbia utilità per lo sviluppo del comprensorio. Intanto i rappresentanti politici con dietro le grandi famiglie hanno deciso nel periodo delle vacche grasse dove collocare infrastrutture come il porto. Una decisione dettata da uno strano equilibrio geopolitico che si è rivelata un disastro ambientale ed economico.
Il popolo che in genere ha memoria corta non ha mai fatto pagare politicamente ai responabili questo danno ENORME. Immaginate Amantea con un porto canale sul Catocastro.
Amantea ha sfruttato la legge 64, un enorme flusso di denaro, per una pavimentazione che non ha avuto ricaduta alcuna sulla rivitalizzazione del centro storico. Forse in quegli anni l'unica cosa positiva venuta fuori sono state le strade interpoderali e reti idriche e fognarie. Non si è mai tranne in rarissimi casi, ricorso ad espropri (per non scontentare l'elettorato) per cui abbiamo rinunciato nelle nuove e vecchie aree ad una viabilità adeguata, a spazi per parcheggi e luoghi di aggregazione sociale.
L'OPPOSIZIONE
L'opposizione Amanteana ha seguito sempre le orme di quella nazionale. Ho letto circa 25 anni fa un libretto di un giornalista australiano, trovato su bancarelle di libri usati a Caracas, che si incontrò nientemeno con Gaetano Salvemini. Spiegava come il piano Marshall fosse stato spartito tra il PCI e la DC. L'opposizione locale che conosceva la situazione cui versava Amantea. Cosa ha fatto?
Purtroppo nulla, almeno nulla di concreto.
L'ANEDDOTO PER CAPIRE L'OPPOSIZIONE
Ero un giovanotto di 32- 33 anni. Lavoravo alla lega nazionale delle cooperative, vengo contattato da un dirigente di Edilfornaciai. In qualità di architetto, di Amantea , sarebbe interessante partecipare all'appalto concorso del centro storico del nostro comune. Tempi strettissimi. Un mese circa. Accetto la sfida. Metto insieme un gruppo di circa 25 persone sparse tra Amantea , Lamezia e Reggio Calabria.
Mi mandano da Reggio Emilia un geometra per controllare i computi metrici. Mi fanno contattare, il possibile subappaltatore, (impresa Nervoso).
Il progetto era molto buono. Prevedeva anche il recupero di alcuni spazi come le "case sciollate" e altri all'interno della "chianura". Avevamo secondo me buone possibilità di vincere perchè l'offerta progettuale assegnava molti punti.
Il giorno prima della presentazione del progetto mi chiamano per dirmi che non si partecipa più. Sono arrivati ad un accordo con il senatore Covello di lasciare Amantea per dare spazio altrove.
Una infinita delusione con epiloghi duri per recuperare i compensi per tanti professionisti messi in campo.
Le imprese comuniste.
LA POLITICA OGGI
Cosa è rimasto dopo anni di stupri di questo povero comprensorio?
Un territorio che vive sulle emergenze .
Il periodo politico del comune di Amantea è quello attuale a proseguimento della giunta Sabatini. La giunta Sabatini, non dimentichiamolo ha sacrificato un spettacolare lungomare per un progetto mai realizzato ma parcella pagata, del ponte sul Colongi, che segnalai a suo tempo come un'assurdità pensare di poterlo realizzare con circa un milione e duecentomila euro, altro incarico del ponte Catocastro. Questi i fatti. Opere non realizzate. Parcelle pagate a parenti.
Ieri come oggi non esiste un progetto "AMANTEA". Progetto significa studiare come migliorare questo stato di cose con opere mirate, che non si realizzano oggi, ma man mano che si reperiscono i finanziamenti. Insomma sapere dove andiamo a parare tra 10-15 anni. Non è mai stato così. Il comune non è mai stato attore principale, non ha voluto o non ne ha avuto le capacità. Per cui come si diceva, i lavori e le opere realizzate sono frutto di offerte esterne, spesso non utili al progetto della città. Un esempio. La costruzione presso il vecchio macello. Cos'è? Sarà mai terminata?
Poi ci sono cose che per casualità vanno pure bene, per esempio il campus Temesa che doveva essere (il finanziamento) una casa per la salute. Insomma insisto che noi dobbiamo essere i padroni del nostro destino.
Se non arriviamo a farlo continueremo a peggiorare la situazione.
ESCLUSIONE TECNICI AMANTEANI.
Nessuna opposizione vi dirà mai questo (si guardinu a manu)
Succedono al paese, particolarmente nell'ufficio lavori pubblici situazioni bizzarre. Incarichi fatti a tecnici con cognomi "politici" o comunque esterni.
Abbiano nel territorio circa 100 tecnici. Molti ragazzi costretti a fare lavori umili e comunque dignitosi. Non voglio entrare nel merito di queste scelte che comunque sono "strane". Personalmente non aspiro (non lo voglio) ad alcun incarico, ma forse sarebbe il caso di valorizzare questo enorme patrimonio di giovani che chissà, conservano ancora un pò di entusiasmo.
Come funziona questo meccanismo viziato?
Vengono qui i tecnici ammanicati che in anteprima sanno di alcuni finanziamenti li propongono agli uffici giusti, che ammaliati degli appaltoni, concedono incarichi professionali e vanno avanti.
I risultati di queste operazioni che di trasparenza non hanno nulla lo si può vedere dalla scuola Mameli, un caso tipo coronavirus, dove il panico creato ha consentito senza tanti controlli l'appaltone. Di cui ad Amantea non rimarrà nulla. Provocando un danno sociale incalcolabile.
Gli Amanteani inorriditi dai problemi sismici della Mameli, mandano tranquillamente i figli più piccoli alla scuola elementare Manzoni. Perchè avete questa tranquillità? Io adesso non ve lo dico. Ditemelo voi.
Esistono al riguardo congetture di cui non ho prova alcuna, se non altro perchè allergico a tali organizzazioni, che spiegherebbero alcuni incarichi con segnalazioni di tecnici da parte di aggregazioni semimassoniche, di cui Amantea è ricca.
Ma la cosa strabiliante di questo paese è che in mezzo "a questo dolore" nessuno parla. La mafia è questa. Non quella con la coppola.
Occorre in questo paese sotterrare mostri sacri di sapienze da scrivania. Che nulla hanno apportato a questo miserabile paese. Occorre valorizzare i nostri ragazzi che conoscono il mondo e inevitabilmente hanno idee ed esperienze, conoscono idiomi diversi, che potrebbero aiutarci.
IL PIANO STRUTTURALE
L'urbanistica Amanteana vive in un limbo. Avete voi sentito opinioni da parte di questi sensibilissimi attori politici che si siano fatti carico delle urla di dolore che vengono dalla nostre imprese allo stremo?
Il piano strutturale, nuovo strumento per il governo del territorio, indispensabile per attivare le briciole che ci restano dell'attività edilizia,non si riesce a farlo approvare assoggettando gli operatori del settore ad affrontare burocrazie impossibili. Chi si occupa di questo problema?
Nessuno. Maggioranza, opposizione, neutri.
LE OFFESE
Per raddrizzare, o almeno tentare di farlo occorrerebbe un'inversione di rotta che l'amanteano coatto (90% di voti) non accetterà mai.
Ora che abbiamo giustamente offeso l'Amanteano medio andiamo alle proposte.
La situazione della città è drammatica. Un territorio devastato da forze umane (inumane?) e naturali. Le ultime hanno trovato brecce da sconfinare con facilità. Vedi Lungomare e Corica. Non sono esenti da questi disastri le associazioni ambientaliste. Che hanno fatto perdere nel caso di Coreca, un autentico gioiello della costa, oltre un milione di euro di finanziamenti per una difesa costiere che se usati adeguatamente ( barriere a filo d'acqua) avrebbero sicuramente risolto l'attuale chiusura della strada costiera che provocherà nell'immediatezza danni immani. Ricordo per correttezza le grandi battaglie portate avanti da WWF movimento 5S ed altri zelanti soggetti che hanno generato danni semplicemente perchè ignoranti e seccenti.
LE PROPOSTE
Cosa abbiamo davanti?
Sarà questa la parte più breve di queste riflessioni. E la più complicata.
Abbiamo un territorio deturpato, una città invivibile che necessita di idee.
Questa sorta di tornado che negli ultimi 40 anni si è abbattuto sul nostro comprensorio ha lasciato rovine su cui lavorare. L'idea è quella di mettere insieme per gruppi tecnici ed operatori culturali disposti a produrre progetti, con un minimo di rimborso spese iniziali, ed un contratto che garantisca loro, l'incarico a finanziamento acquisito. Con un coordinamento ed un progetto di città.
.Riprendiamoci il nostro paese. In tutte le sue estensioni.
Mi occorre ricordare il più intelligente uomo politico amanteano degli ultimi anni. Un perfetto andreottiano. Tanto distante a me politicamente. E tanto vicino nelle scelte per Amantea. Avevamo straordinari progetti di riqualificazione. Aveva capito che non era rimasto nulla di verde e mi aveva proposto come il lungomare il recupero dei parchi fluviali. Poi è arrivata prima la giunta Sabatino e poi la giunta ispirata.
Filippo Vita