Colgo nell’incipit dell’intervento di Peppe Marchese un attestato di stima che mi onora e che ricambio. Non riesco però a comprendere perché Egli ritenga che una “vision”, anche quella avvolta in una supposta dimensione onirica, debba essere a tutti i costi ridotta al rango di mera illusione.
Confesso che, nel proporre il Percorso virtuoso, affidandolo alle pagine di Amantea. Net, ho cercato di restare quanto più possibile aderente alla realtà quotidiana. Indigesta fin che si vuole, ma che resta sempre e solo realtà, anzi… la realtà.
Vogliamo dire che confrontarci con questa realtà non rappresenta certo il massimo delle mie, anzi delle Nostre aspettative ? e chi lo può negare ?! o perlomeno, io non lo nego !!!
Ma posso turbarmi io della realtà ? E perché mai ?!! La realtà non può e non deve turbare. Men che meno offendere. Bisogna prendere atto della realtà, capirla fino in fondo, interpretarla anche. Ed agire per far si che una realtà non troppo gradita possa essere mutata, cambiata, rivoluzionata. Ha detto bene Peppe Marchese: il mio è un sogno. Sono felice che ne abbia colto esattamente il senso, modesto essendo il mio scritto. Segno che ancora riesco ad esprimermi in maniera chiara. Ebbene si ! Voglio sognare….. Debbo sognare…. per realizzare, nel sogno e per il sogno, che la storia è maestra di vita…..che la cultura è foriera di rivoluzione…..insomma che ad Amantea finalmente tutto può cambiare.
Il sogno come presupposto di una rivoluzione? Forse…. Tanto la storia è piena di rivoluzioni partite da un sogno….. E per chiarire definitivamente il senso, dico che il sogno trae origine dal lontano V secolo avanti Cristo, e precisamente dalla lettera di Pericle agli ateniesi.(nella foto) Un sogno che è sogno di libertà, di pulizia, di aria nuova. Un sogno che può e deve spiazzare principalmente tutte quegli incubi ( inciuci, intrallazzi, intese sottobanco, lobby e via dicendo, da Peppe magistralmente elencate) che rendono travagliato il percorso della Città. Un sogno che deve innanzitutto essere espressione e garanzia di onestà, intellettuale e politica, presupposto indispensabile ad una onestà amministrativa di cui in Città si sente urgente bisogno. D’altra parte, tanto per restare con W. Shakespeare, così Amleto nel celebre monologo:
essere o non essere, questo è il problema.
che cos'è piu' nobile, soffrire nell'animo per i sassi e i dardi scagliati dall'oltraggiosa fortuna,
o impugnare le armi contro un mare di affanni
e combatterli fino a farli cessare?
morire, dormire... forse sognare…..
morire ,dormire.., forse sognare, ecco il difficile.
Ecco veramente la cosa difficile: ….sognare il difficile. Ed impegnarsi perché il sogno diventi realtà. Perché in fondo, così come canta Cenerentola, ….i sogni son desideri di felicità
C’è qualcuno tra Voi che aspira solo all’infelicità ?
Enzo Pellegrino
NdR. Aggiungiamo il Discorso di Pericle agli Ateniesi
Discorso agli Ateniesi (Pericle 461 a.c.)
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così