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Amici lettori di Tirreno News, sfogliando i giornali quotidiani oggi mi sono imbattuto in una notizia scioccante che mi ha turbato e che mi ha lasciato inebetito e per diversi minuti sono rimasto immobile e non sono riuscito a completare la lettura dei giornali.

Quello che sto per raccontarvi è un fatto realmente accaduto.

Un uomo di 35 anni che stupra una ragazzina di appena 11 anni e la mette incinta. Dio mio come siamo caduti così in basso. E’ la fine del mondo.

Una ragazzina di 11 anni che aspetta un bambino perché un bruto, un animale della peggiore specie, ha abusato di lei, piccola innocente.

A 11 anni la bambina dovrebbe giocare con le altre bambine, giocare con la bambola, ai cerchi, alle corde, invece fra non molto dovrà accudire un figlio.

Addio innocenza! Addio fanciullezza!

Una bambina che non sa ancora cosa significhi essere incinta, cosa significhi diventare madre e come nascono i bambini. Eppure è rimasta incinta. Cose di un altro mondo.

No, il fatto non è accaduto in Africa e Asia, ma in Italia. Episodi del genere sono già capitati altre volte, in Europa raramente, in Italia quasi mai e se capitano vengono considerati comunque straordinari.

Il fatto è accaduto a Torino. La bambina è stata stuprata da un vicino di casa ed è rimasta incinta senza che lei lo sapesse.

Lei si fidava di questo vicino di casa e lo chiamava perfino zio. Zio orco, zio animale. Anche i genitori della bambina si fidavano di lui e gli affidavano non solo la ragazzina ma anche le altre sorelline di 4 e 7 anni e il fratellino di 13 perfino di notte quando dovevano andare a lavorare. Nessuno si era accorto di nulla.

Il bruto abusava della bambina quando tutti gli altri dormivano tranquilli. L’orco la abusava e la minacciava a non dire nulla alla mamma. Se avesse raccontato le violenze subite non avrebbe più visto la mamma.

Se ne sono accorti i medici dell’ospedale Sant’Anna dopo averla visitata. Il corpo della ragazzina aveva iniziato a cambiare e la mamma notò qualcosa che non andava.

Si sono presentate al pronto soccorso perché la bimba aveva il pancino gonfio. Forse mia figlia ha un male oscuro, qualcosa di brutto, pensava la mamma ignara di tutto. La bambina, ingenua, innocente, è rimasta turbata.

E’ rimasta di stucco quando i medici l’hanno informata che era incinta, che avrebbe messo al mondo un bambino.

Disse.- Non immaginavo di avere un bambino nella pancia -.

E poi ha raccontato in lacrime ai poliziotti che la interrogavano che lei non voleva fare quelle cose brutte, ma l’orco insisteva, la minacciava, la costringeva ad avere rapporti sessuali. Ora l’orco è in carcere con l’accusa di violenza sessuale su minore.

Pubblicato in Italia

Nuove regole distacco utenzeAmici miei carissimi, oggi vi voglio parlare di un episodio tragicomico, comico per voi che leggete e tragico per la protagonista. Restate seduti davanti al computer e statemi bene a sentire. Non abbiate paura, non c’è alcun spargimento di sangue e non ci sono morti o feriti. C’è una signora anziana che vive a Prata, un comune della provincia di Pordenone, da pochi giorni rimasta vedova, che si è vista recapitare dall’Audax Energia di Vinovo, azienda che gestisce la fornitura di energia elettrica, una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno che le intimava di saldare il debito con l’azienda entro e non oltre il 3 dicembre p.v. altrimenti le sarebbe stata staccata la corrente. La signora quando si è vista recapitare la raccomandata ha avuto paura. Mamma mia, perché questa lettera proprio ora che mio marito è morto? Mi vogliono togliere la pensione? L’ha aperta con le mani tremanti e il cuore in subbuglio. Legge attentamente la missiva, la data di spedizione, il numero di protocollo, l’oggetto e poi : O paghi quanto dovuto oppure ti togliamo la corrente. La corrente no, incomincia ad imprecare la vecchina. Come faccio senza la luce elettrica? Il frigo e la televisione senza corrente non funzionano. E come faccio a riscaldare la stanzetta senza la stufetta elettrica? Continua a leggere. L’importo da saldare penserà qualcuno sarà di centinaia di migliaia di euro come spesso è accaduto in passato. No, l’importo da saldare, tenetevi forte, è di un solo centesimo. Avete letto benissimo, solo un centesimo, 10 lire di un tempo, neppure il costo di una caramella. Se uno di voi desse ad una persona che chiede l’elemosina un centesimo non solo riceverebbe contumelie a non finire, ma il centesimo vi verrebbe tirato in faccia. Io non accetto l’elemosina da chi osa insultarmi in questo modo. Te lo potresti mettere a quel posto, brutto pezzente. L’episodio è realmente accaduto ed è stato riferito dai giornali quotidiani nazionali: Il Gazzettino, il Corriere della sera, Il Fatto quotidiano. L’azienda della luce interpellata su quanto successo così ha risposto:- Valuteremo l’accaduto-. Ma non c’erano, mi domando, altre modalità di recuperare la somma dovuta? E la lettera raccomandata con ricevuta di ritorno non né costata all’azienda più di un centesimo? Molto, ma molto di più di 7 euro. O forse sarà la signora a pagare le spese nella prossima bolletta mensile sperando che la corrente non le venga tolta? A prendere la difesa dell’anziana signora non solo sono intervenuti tutti i suoi parenti ma anche il Codacons che ha dichiarato di voler denunciare l’Audax Energia per violenza privata. Perla finale. Siccome il costo del pagamento si doveva fare tramite bonifico bancario la banca avrebbe chiesto 5 euro per l’operazione. Chi ha spedito la lettera mi sa che è un ignorante, un incapace, e dovrebbe essere mandato a casa a fare un altro lavoro. Bastava aggiungere un centesimo nella prossima bolletta e chiudere la cosa. Dia l’azienda un buon esempio: gli incapaci, il responsabile della stronzata a casa. Non si possono mandare alle persone per lo più anziane bollette di gas, luce e acqua di importi così ridicoli o esorbitanti per conguagli risalenti a molti anni addietro. E i miei cari amici di Amantea ne sanno qualche cosa quando quest’estate si son visti arrivare bollette dell’acqua di oltre 500 euro. Non per colpa dell’utente ma all’adempimento del fornitore o del distributore che ha omesso di effettuare le letture periodiche dei contatori.

Pubblicato in Calabria

I ladri assaltano un camion carico di cassette di mandarini in una contrada vicino a Sibari e con pistole in mano si fanno consegnare dal conducente i pochi soldi che aveva nel portafogli e le chiavi del camion e poi si dileguano nelle campagne circostanti.

I Carabinieri della Compagnia di Corigliano prontamente allertati hanno poi recuperato il camion dopo alcune ore e restituito al legittimo proprietario, però completamente vuoto.

Sull’accaduto le indagini sono ancora in corso.

E’ la prima volta che mi capita di leggere una notizia del genere: malviventi che assaltano un camion per rubare della frutta appena raccolta.

Ci sono stati nel tempo vari assalti, ma si è trattato sempre di assalti per soldi, per gioielli, per opere d’arte, per automobili, per carichi di sigarette.

Ora i malviventi assaltano e mettono a repentaglio la loro vita per rubare cassette di mandarini.

Si vede che i ladri sono completamente arrivati alla frutta.

Abbiamo davvero toccato il fondo, peggio di così non potrebbe andare.

Se oggi rubano finanche la frutta, siamo proprio messi male.

Pubblicato in Basso Tirreno

Non manca la bella penna di Francesco Gagliardi di affrontare con acutezza e sensibilità, anche religiosa, il tema della morte di Totò Riina, segnalando il suo “diritto” ad avere esequie ecclesiastiche sulle quali la Chiesa si divide.

Non entriamo su un tema scottante quale il “dovere”

 

della Chiesa di perdonare, siamo uomini e, quindi, a noi umani è difficile perdonare chi , come lui, ha fatto uccidere atrocemente tanti eroi facendo piangere tante mogli e tanti figli.

Ma ecco il brillante articolo del mostro amico:

“Nell’ospedale di Parma dove era ricoverato da alcuni giorni è morto Totò Riina, il capo indiscusso della mafia siciliana.

Nonostante fosse carcerato da oltre venti anni era ritenuto il capo e finché c’era Riina in vita una nuova Cupola non poteva essere creata malgrado i vari tentativi e gli incontri dei capomafia per ridisegnare i vertici, tutti poi falliti.

La sua morte ha occupato le prime pagine dei giornali e le prime notizie dei vari notiziari televisivi e i vari commentatori hanno affermato che la sua morte segna la fine di un’epoca.

Anche la figlia di Riina, la sig.ra Maria Concetta, ha fatto sapere ai fallowers di face book la morte del padre postando una rosa nera sovrastata dal volto di una donna e di un dito sulla bocca con su scritto:-Shhh, silenzio!-. Vietato parlare di suo padre anche se ora è morto, questo è il messaggio che la sig.ra ha voluto lanciare.

Ma non possono restare in silenzio le famiglie delle vittime uccise dalla mafia.

Non possiamo dimenticare le centinaia di uomini uccisi dalla lupara e fatti saltare con il tritolo.

Non possiamo dimenticare Carlo Alberto dalla Chiesa, sua moglie e gli uomini della scorta; i giudici Falcone e Borsellino; I poliziotti ed i carabinieri; il bambino sciolto nell’acido; i sacerdoti; e le altre centinaia di vittime innocenti.

Alcuni personaggi hanno gioito nell’apprendere la morte del capo mafia perché secondo loro l’umanità oppressa si è finalmente liberata da questo demone.

Totò Riina è morto, non c’è più.

La mafia è stata sconfitta e con la sua morte la Sicilia ritornerà ad essere una terra pacifica dove nei fiumi scorrerà latte e miele e nelle case e nelle comunità regnerà la pace e la concordia. Stento a crederci.

Ci saranno lotte intestine e altro sangue innocente scorrerà per le vie della nobile terra siciliana. Io non ho brindato, non ho gioito.

Di fronte alla morte non si brinda, non si gioisce.

Di fronte alla morte, per noi cristiani, ci resta soltanto la preghiera.

L’eterno riposo, dona a lui Signore. Se Riina ha sbagliato in vita ora si troverà davanti a quel Dio che Manzoni dice:- Che atterra e suscita, che affanna e che consola- e solo lui potrà condannarlo alla pena che si merita per i gravi peccati commessi quando era ancora in vita e che non si è mai voluto pentire.

Anche la Chiesa è intervenuta e Mons. Pennisi Arcivescovo di Monreale ha detto che Riina essendo un pubblico peccatore non pentito non avrà diritto a un funerale in chiesa.

Niente esequie, ma soltanto una preghiera e la benedizione della salma al cimitero, se la famiglia lo vorrà.

I Vescovi e i sacerdoti applicano il n. 1184 del Codice di Diritto Canonico:- Se prima della morte i peccatori non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati dalle esequie ecclesiastiche -. Chiaro?

Ma c’è anche il pronunciamento del Santo Padre Papa Francesco davanti a 250 mila persone nella Piana di Sibari quando venne in Calabria il 21 giugno 2014:-

I mafiosi sono scomunicati, non sono in comunione con Dio -.

E quando c’è la scomunica, essendo la più grave delle pene che possa essere comminata ad un battezzato, lo esclude, ipso facto, dalla comunione dei fedeli e lo priva di tutti i diritti e i benefici dell’appartenenza alla chiesa, in particolare quello di amministrare e ricevere i sacramenti.

Non tutti, però, la pensano allo stesso modo e sono d’accordo.

Alcuni, anche dei sacerdoti, hanno già condannato la presa di posizione dell’Arcivescovo e della Chiesa.

Riina, è vero, non si è mai pentito di quello che ha fatto sulla terra, però nessuno potrà sapere se all’ultimo istante del trapasso alla nuova vita abbia avuto un pensiero rivolto al Redentore.

Pubblicato in Italia

La notizia la avevamo letta anche noi, ma solo la acutezza dell’amico Francesco Gagliardi ci permette di cogliere la parte negativa del fatto aprendo la via ad un dubbio atroce terribile, anzi, forse, terrificante.

Un furto per messe nere!

Ecco la nota di Gagliardi:

“Miei carissimi amici di Tirreno News oggi voglio portare a conoscenza di ciascuno di voi e dell’intera comunità religiosa del Basso Tirreno cosentino di un fatto molto grave, di un furto vile, blasfemo, sacrilego.

Alcune persone nottetempo si sono introdotte nella chiesa parrocchiale “San Vincenzo Ferrer” di Trebisacce, cittadina a Nord di Cosenza bagnata dal Mare Jonio, e hanno rubato una cassettina piena di Ostie Consacrate.

Le Forze dell’Ordine sono state immediatamente avvertite ma fino ad oggi non si sa nulla che fine hanno fatto le Ostie.

Per noi cattolici le Ostie Consacrate dai sacerdoti durante la Messa contengono il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo.

Quindi chi ha rubato le Ostie non solo ha commesso un sacrilegio ma ha sottratto ad ognuno di noi il Corpo del Signore che riceviamo nel nostro cuore quando durante la Comunione riceviamo l’Ostia Consacrata.

Ed è una cosa molto grave.

Nell’apprendere questa notizia ci sono rimasto molto male.

Dalle nostre parti un così vile e vigliacco atto non si è mai verificato.

Debbo dire, però, che i furti nelle chiese di Ostie Consacrate sono in continuo aumento.

Dietro le peggiori delle ipotesi c’è sempre l’ombra del satanismo.

Ma forse, a Trebisacce, i ladri penetrati nella chiesa da una finestra posta nella parte retrostante del Sacro Edificio erano alla ricerca di denaro.

Infatti hanno messo a soqquadro tutte le cassettine delle offerte e portato via la cassettina contenente le Ostie consacrate.

Volevano i soldi.

Per il Vescovo della Diocesi di Cassano allo Jonio è stato compiuto un atto ignobile e rivolgendosi direttamente ai responsabili del gesto sacrilego li ha pregati affinché sotto l’azione dello Spirito Santo la cassettina con le Ostie Consacrate venga al più presto restituita alla Chiesa.

Ma perché vengono rubate le ostie e che fine fanno?

Vengono rubate dagli appartenenti alle sette sataniche che poi le usano per compiere atti e rituali satanici.

Vengono rubate per celebrare le cosiddette messe nere nelle quali si adora e si esalta il Demonio e si offende Nostro Signore con orge e profanazioni orrende e bestemmie contro Dio.

Coloro i quali rubano le Ostie Consacrate e le usano per riti satanici incorrono alla scomunica.

Le messe nere sono celebrate il più delle volte nelle chiese sconsacrate da piccoli gruppi e vengono usate parole tratte dalla nostra liturgia e segni esterni con un significato opposto a Dio.

Il Sacerdote officiante indossa paramenti blasfemi, un crocifisso rovesciato, un altare rappresentato da una donna nuda possibilmente vergine, la quale, una volta compiuto il rito, viene violentata a turno da tutti i partecipanti al rito.

Pubblicato in Calabria

Per chi mai avesse avuto dubbi sulla “bella penna” che è Francesco Gagliardi, eccovi una ulteriore dimostrazione della sua grandezza letteraria. Un dolce e terribile resoconto di questa Italia da cui partono tanti migliori e nella quale restano tanti peggiori”

“L’Italia, il paese dove io sono nato e abito dopo aver lavorato, sceso e salito tante scale all’estero, è un bel paese.

Abitato, però, da tanti furbetti, furfanti, falsi e imbroglioni.

E da tantissimi giovani laureati e molto preparati che, non trovando un posto di lavoro, prendono un volo low cost e oltrepassano i confini del nostro paese con poche cose nello zainetto ed un computer in mano e molte, ma molte aspettative in testa.

Sono diversi dai nostri nonni, dai nostri padri che espatriavano con la valigia di cartone legata con lo spago.

Sono dei cervelli in fuga.

Gente che parte perché vuole dimenticare, vuole lasciare alle spalle un paese che non piace più, dove per far carriera o trovare un posto di lavoro devi fare tante giravolte e qualche volta addirittura vendere il tuo corpo.

Partono non per imparare ma per dimenticare i soprusi ed i compromessi.

Vi voglio raccontare ora alcune storie di questi giorni che hanno catalizzato l’attenzione della gente e riempito le pagine dei giornali.

Sono storie diverse tra loro, ma che ben ci presentano uno spaccato dell’Italia che non vuole cambiare.

Tutte hanno un punto di partenza comune: la falsità e gli imbrogli.

Domenica 6 novembre u.s. si è votato in Sicilia per il rinnovo dell’Assemblea siciliana e per l’elezione del Governatore.

E a 48 ore dalla fine dello spoglio delle schede un deputato regionale appena eletto è stato posto agli arresti domiciliari.

Eletto con 5.418 preferenze nella lista messinese dell’UDC è stato arrestato per associazione a delinquere e per evasione fiscale.

Il neo Deputato regionale era tra i candidati detti impresentabili.

Ma per l’On. De Luca anche questa inchiesta finirà in una bolla di sapone come gli altri 14 processi: archiviati e con sentenza di assoluzione.

Carne avariata in scuole ed ospedali: blitz dei NAS di Firenze.

Sequestrata oltre mezza tonnellata di carne avariata destinata ai bambini delle scuole e ai degenti delle strutture ospedaliere.

I responsabili sono finiti agli arresti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni degli Enti Pubblici.

Nell’inchiesta sono coinvolte 17 persone tra cui commercianti, personale preposto alla ricezione della merce, militari e veterinari dell’Asl.

A Foggia e a Bari 4 giudici tributari sono stati arrestati con l’accusa di corruzione, falso e truffa per aver venduto sentenze.

I commercianti che avevano debiti o contenziosi con il fisco pagavano i giudici e la facevano franca.

Le sentenze venivano pilotate in cambio di denaro e favori.

Alcuni erano addirittura nei libri paga dei commercianti.

A Cosenza sono stati indagati 33 insegnanti assunti nelle scuole con titoli di studio falsi.

La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini ritenendo gli insegnanti responsabili di falsità ideologica commessa da privato e falsità materiale in atto pubblico.

L’attività investigativa condotta dai militari dell’ Arma dei Carabinieri è stata avviata nell’ottobre del 2016.

Gli insegnanti avevano esibito le attestazioni contraffatte per aumentare i punteggi nelle varie graduatorie e nelle assunzioni nelle scuole primarie e dell’infanzia.

Alcuni dirigenti scolastici hanno già adottato provvedimenti urgenti di sospensione nei confronti degli insegnanti fedifraghi assunti sulla base di titoli di studio risultati falsi.

In vari Comuni italiani molti dipendenti, i cosiddetti furbetti del cartellino,vengono pizzicati a timbrare il cartellino per poi allontanarsi arbitrariamente dal posto di lavoro.

Non solo arrecano grave danno ai cittadini ma anche alla pubblica amministrazione e non fanno fare bella figura all’Amministrazione comunale e al Sindaco che forse li ha assunti.

Si è concluso appena un mese fa il processo a Cosenza contro alcuni dipendenti del Comune di Pedace accusati a vario titolo di truffa aggravata perché assenteisti.

A Villanova d’Asti addirittura sono stati indagati il Comandante della Polizia Municipale e un suo agente.

Quest’ultimo la mattina presto strisciava il suo badge e quello del suo capo che vive a Torino, ma che arrivava sul posto di lavoro senza alcuna giustificazione due ore dopo.

Questa è l’Italia che a noi non piace e che purtroppo non vuole cambiare.”

Pubblicato in Italia

bandieraL’Italia, il paese dove io sono nato e abito dopo aver lavorato, sceso e salito tante scale all’estero, è un bel paese. Abitato, però, da tanti furbetti, furfanti, falsi e imbroglioni.

E da tantissimi giovani laureati e molto preparati che, non trovando un posto di lavoro, prendono un volo low cost e oltrepassano i confini del nostro paese con poche cose nello zainetto ed un computer in mano e molte, ma molte aspettative in testa. Sono diversi dai nostri nonni, dai nostri padri che espatriavano con la valigia di cartone legata con lo spago. Sono dei cervelli in fuga. Gente che parte perché vuole dimenticare, vuole lasciare alle spalle un paese che non piace più, dove per far carriera o trovare un posto di lavoro devi fare tante giravolte e qualche volta addirittura vendere il tuo corpo. Partono non per imparare ma per dimenticare i soprusi ed i compromessi. Vi voglio raccontare ora alcune storie di questi giorni che hanno catalizzato l’attenzione della gente e riempito le pagine dei giornali. Sono storie diverse tra loro, ma che ben ci presentano uno spaccato dell’Italia che non vuole cambiare. Tutte hanno un punto di partenza comune: la falsità e gli imbrogli.

Domenica 6 novembre u.s. si è votato in Sicilia per il rinnovo dell’Assemblea siciliana e per l’elezione del Governatore. E a 48 ore dalla fine dello spoglio delle schede un deputato regionale appena eletto è stato posto agli arresti domiciliari. Eletto con 5.418 preferenze nella lista messinese dell’UDC è stato arrestato per associazione a delinquere e per evasione fiscale. Il neo Deputato regionale era tra i candidati detti impresentabili. Ma per l’On. De Luca anche questa inchiesta finirà in una bolla di sapone come gli altri 14 processi: archiviati e con sentenza di assoluzione.

Carne avariata in scuole ed ospedali: blitz dei NAS di Firenze. Sequestrata oltre mezza tonnellata di carne avariata destinata ai bambini delle scuole e ai degenti delle strutture ospedaliere. I responsabili sono finiti agli arresti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni degli Enti Pubblici. Nell’inchiesta sono coinvolte 17 persone tra cui commercianti, personale preposto alla ricezione della merce, militari e veterinari dell’Asl.

A Foggia e a Bari 4 giudici tributari sono stati arrestati con l’accusa di corruzione, falso e truffa per aver venduto sentenze. I commercianti che avevano debiti o contenziosi con il fisco pagavano i giudici e la facevano franca. Le sentenze venivano pilotate in cambio di denaro e favori. Alcuni erano addirittura nei libri paga dei commercianti.

A Cosenza sono stati indagati 33 insegnanti assunti nelle scuole con titoli di studio falsi. La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini ritenendo gli insegnanti responsabili di falsità ideologica commessa da privato e falsità materiale in atto pubblico. L’attività investigativa condotta dai militari dell’ Arma dei Carabinieri è stata avviata nell’ottobre del 2016. Gli insegnanti avevano esibito le attestazioni contraffatte per aumentare i punteggi nelle varie graduatorie e nelle assunzioni nelle scuole primarie e dell’infanzia. Alcuni dirigenti scolastici hanno già adottato provvedimenti urgenti di sospensione nei confronti degli insegnanti fedifraghi assunti sulla base di titoli di studio risultati falsi.

In vari Comuni italiani molti dipendenti, i cosiddetti furbetti del cartellino,vengono pizzicati a timbrare il cartellino per poi allontanarsi arbitrariamente dal posto di lavoro. Non solo arrecano grave danno ai cittadini ma anche alla pubblica amministrazione e non fanno fare bella figura all’Amministrazione comunale e al Sindaco che forse li ha assunti. Si è concluso appena un mese fa il processo a Cosenza contro alcuni dipendenti del Comune di Pedace accusati a vario titolo di truffa aggravata perché assenteisti. A Villanova d’Asti addirittura sono stati indagati il Comandante della Polizia Municipale e un suo agente. Quest’ultimo la mattina presto strisciava il suo badge e quello del suo capo che vive a Torino, ma che arrivava sul posto di lavoro senza alcuna giustificazione due ore dopo.

Questa è l’Italia che a noi non piace e che purtroppo non vuole cambiare

Pubblicato in Italia

La storia che sto per raccontarvi, cari amici lettori, è vera, non è frutto della mia fantasia. Siamo a Mirandola, un paese della provincia di Modena, tristemente noto perché colpito dal vasto terremoto dello scorso anno, Istituto Professionale “Galileo Galilei”, prima superiore, finito nell’occhio del ciclone per un video postato sul web in cui si vede benissimo un ragazzo di 15 anni che tira con estrema violenza un cestino dei rifiuti alla professoressa di matematica durante l’ora di lezione seduta in cattedra che resta tuttavia immobile. Se da un lato molti che hanno visto il video si sono indignati per il vile gesto compiuto dal ragazzo, dall’altro lato non c’è stata alcuna reazione, anzi hanno cercato di minimizzare l’accaduto. Sono dei piccoli episodi insignificanti che si verificano nelle classi scolastiche.

Il ragazzo non voleva colpire l’insegnante e non aveva nessuna intenzione di fare del male.

Ha poi chiesto scusa.

In fondo è un ragazzo.

Il vile gesto, però, non è finito qui, ora è al vaglio delle forze dell’ordine.

Due alunni sono stati denunziati per interruzione di pubblico servizio e violenza a pubblico ufficiale ed un terzo ragazzo, quello che ha postato il video sul web, per diffamazione.

C’è da dire che altri episodi di bullismo si sono verificati nella stessa scuola e il capo branco, guarda caso, ancora una volta, è lo stesso ragazzo di 15 anni, albanese, il quale risulta di aver pestato un ragazzo di 11 anni.

Appena la Preside è stata informata da un genitore di un alunno che frequenta la stessa classe del ragazzo albanese ha convocato un Consiglio d’Istituto per prendere i provvedimenti del caso.

Ai miei tempi il ragazzo sarebbe stato severamente punito con l’allontanamento da tutte le scuole del Regno.

Del vile gesto ne hanno parlato quasi tutti i giornali.

E Massimo Gramellini sul Corriere della Sera nella sua rubrica “Il Caffè” ha scritto una lettera alla professoressa intitolandola ”La forza del cestino”.

A Gramellini più della bravata del bulletto, lo ha colpito la mancanza di reazione della professoressa.

“Il cestino le rimbalza addosso eppure lei non alza nemmeno la testa, vittima muta e inerte di un oltraggio inaccettabile, ma evidentemente considerato ineluttabile”. Ineluttabile? Contro cui non possiamo fare niente? Ma stiamo davvero diventando matti? Ecco perché la scuola italiana, la nostra amata scuola, sta andando a catafascio. E il Ministro della Pubblica Istruzione addirittura vuole togliere il voto di condotta dalla pagella scolastica. Così la scuola da luogo di educazione e di istruzione diventerà, fra non molto, un bivacco di delinquenti e malfattori. La professoressa dell’Istituto Galilei non ha reagito al vile gesto perché sa che se anche avesse reagito e avesse preso severi provvedimenti nei confronti del ragazzo arrogante, maleducato, i genitori prenderebbero le sue difese dando la colpa all’insegnante che non sa fare il suo dovere e che in classe non sa farsi rispettare. In fondo i loro figli sono sempre dei bravi ragazzi e se qualche volta sbagliano bisogna comprenderli. La colpa non è loro, ma della scuola, della società, del Governo. Mai dei ragazzi e dei loro genitori che non li hanno saputi educare. E i Capi d’Istituto? Per difendere il buon nome della scuola cercano di minimizzare l’accaduto o fanno finta di niente. Lasciano, così, che si calpesti la dignità dei professori. Io sono un ex insegnante e ho insegnato nelle scuole statali per oltre 40 anni. Una cosa del genere non mi è mai capitata. Se mi fosse capitata avrei reagito a malo modo. Al ragazzo gli avrei dato una infinità di sonori scappellotti che avrebbero lasciato il segno. Ai genitori, se fossero venuti in classe a protestare, li avrei buttati dalla finestra. Ma queste cose, diciamole per favore, nella vecchia scuola non si sono mai verificate. L’insegnante era rispettato e riverito e quando entrava in classe i ragazzi si alzavano in piedi e quando lo incontravano per strada lo salutavano con affetto e riconoscenza. Nostalgia di quei tempi? Molta.

Ieri, 6 novembre 2017, si è votato in Sicilia per l’elezione del Governatore e dell’Assemblea Siciliana.

Ha vinto il centro destra.

Ma il primo dato che emerge da questa tornata elettorale prima delle elezioni politiche del prossimo anno è il clamoroso flop del Partito Democratico di Renzi e il tracollo di Angelino Alfano e del suo partitino formato da fuoriusciti del partito di Berlusconi che aveva proprio in Sicilia il principale bacino elettorale.

Matteo Renzi aveva fiutato la debacle del suo partito e si era rifugiato in America. Tornato in Italia ha trovato un nuovo scenario e i suoi avversari interni sono già pronti a partire all’attacco in vista delle prossime elezioni politiche.

Per Alfano è l’inizio della fine.

Anche per lui suoneranno le campane a morte e si profila un rapido tramonto politico, come è successo all’altro traditore Fini.

Ma chi è davvero il vero, il principale vincitore di questa competizione elettorale?

Non è Renzi, non è Grillo, non è Berlusconi.

Ancora una volta ha vinto il partito del non voto.

Infatti meno della metà degli aventi diritto al voto si è recata alle urne.

Solo il 46,76% ha votato.

Un sintomo concreto del diffuso malcontento che regna tra gli elettori.

A questo punto la politica dovrebbe chiedersi il motivo di questa crescente disaffezione al voto. Il terremoto del voto in Sicilia ha portato alla cancellazione del confronto in televisione tra Renzi e di Maio, perché secondo il candidato premier del movimento 5 stelle Renzi non è più candidato Premier e il Pd, politicamente sconfitto, non è più secondo lui il competitor diretto del Movimento 5 stelle.

Il segretario Renzi dovrebbe dimettersi come lo hanno fatto altri segretari prima di lui dopo una batosta elettorale subita, ma sono sicuro che non lo farà.

E’ partito, invece, il solito spettacolino indecente alla ricerca di un capro espiatorio.

E nel mirino è finito addirittura il Presidente del Senato Pietro Grasso, colpevole di non aver accettato la candidatura a Governatore della Sicilia a sua volta proposta dal Partito Democratico il 25 giugno scorso.

Fino ad ieri Rosy Bindi. Renzi, Serracchiani ripetevano come un mantra:

Noi siamo il primo partito e ci candidiamo ancora un’altra volta a governare il paese.

Il Primo partito è quello di Grillo. Boom!

Il botto questa volta c’è stato ed è stato pure molto forte ed ha fatto tremare tutta la Sicilia e questa volta l’hanno sentito anche a Roma.

Chissà se il nostro amato ex Presidente della Repubblica Re Giorgio avrà sentito la tremenda botta proveniente dalla lontana Sicilia.

Beppe Grillo se la ride sotto i baffi e pensa già alle consultazioni nazionali della prossima primavera.

Questa è l’Italia che cambia.

Pubblicato in Italia

Fino ad ieri il popolo italiano andava fiero perché veniva considerato da tutti come un popolo di eroi, di santi, di navigatori e di poeti.

Poi col passare degli anni si era aggiunto il titolo di 60 milioni di commissari tecnici della nazionale di calcio.

 

Oggi il titolo che va per la maggiore e che dovrebbe farci riflettere e vergognare è: un popolo di falsi professionisti.

Quante storie dobbiamo registrare purtroppo ogni anno e quanti processi vengono celebrati nei Tribunali contro persone per frode sulla professione.

Basta guardare la trasmissione “Striscia la notizia” per renderci conto.

Quante storie ci racconta l’inviato di “Striscia” e quante verità vengono a galla.

Perché c’è sempre un’altra storia dietro a quella che vediamo.

Quanti personaggi hanno fatto carriera negli ospedali, nelle cliniche private, nei laboratori, nella scuola, nei tribunali, nei pubblici uffici senza averne i titoli e senza che nessuno se ne fosse accorto. Quando poi la verità viene fuori per sbaglio, i colleghi e le colleghe dei furfanti rimangono basiti e cadono dalle nuvole.

Ma era così bravo!

Esercitava la professione con scienza e con coscienza!

Era sempre presente sul lavoro!

Tutti dicevano che era sempre gentile con tutti!

Ogni anno in Italia vengono scoperte e denunciate migliaia e migliaia di persone che esercitano una professione abusiva e il piccolo esercito dei falsi e degli imbroglioni si ingrossa sempre di più.

Vi ricordate la storia di quel primario dell’ospedale San Nicola Pellegrino di Trani scoperto per caso quando ha presentato le carte per andare in pensione?

Erano tutte false.

E di quella dottoressa di Lecce scoperta dopo aver esercitato la professione di ginecologia all’ospedale per diversi anni senza avere mai conseguito la laurea in medicina e chirurgia?

Aveva frequentato l’Università di Bari soltanto due anni e superato appena cinque esami.

Aveva cominciato la professione sostituendo i colleghi durante le ferie estive.

E poiché tutto era andato per il verso giusto e si era dimostrata capace e tutti la riempivano di lode ,continuò ad esercitare la professione per diversi anni.

Con vera faccia tosta aveva finanche appeso la laurea falsa nello studio ben attrezzato dove riceveva le pazienti.

E la storia di quella signora napoletana che aveva fatto credere al padre ed ai familiari che si era laureata in Legge e che non li aveva invitati il giorno della laurea perché si sarebbe agitata troppo? Ha affrontato centinaia e centinaia di cause perdendone soltanto una.

Ma questa causa persa l’ha portata alla rovina.

Non ha avuto il coraggio di dire al suo assistito che avevano perso la causa e si inventò una bugia: il Tribunale di Napoli gli aveva riconosciuto un lauto indennizzo.

Non era vero e lei, purtroppo, questi soldi glieli doveva dare e non li aveva.

Alla fine non ha resistito e si è autodenunciata.

L’unica causa persa l’ha portata alla rovina.

Il giorno che ha deciso finalmente di dire tutta la verità al padre, al marito, ai figli, ai colleghi,, le è crollato tutto il mondo addosso: il marito l’ha lasciata, gli amici ed i colleghi sono spariti.

Nella nostra provincia di Cosenza e proprio in un paese molto vicino al nostro alcuni anni fa una ragioniera ha sostituito il fidanzato medico per diversi mesi visitando e prescrivendo medicinali con ricette, timbri e firme vere.

Il giochetto ha funzionato alla perfezione per diversi mesi, ma poi i Carabinieri hanno scoperto il tranello e hanno messo fine alla vicenda.

Al medico e alla fidanzata, in fondo, è andata benissimo perché il Gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari, sospendendo dalla professione il medico, quello vero, soltanto per due mesi. Negli anni 70 a Cosenza venne scoperto un professore molto stimato ed affermato anche nel campo della politica e che aveva insegnato per diversi lustri presso l’Istituto Magistrale “Lucrezia della Valle” senza aver mai conseguito la laurea in Lettere.

Tutti questi falsi medici, avvocati, odontoiatri, professori, spesse volte vengono a galla perché denunciati o nel momento in cui presentano i documenti per andare in pensione, altrimenti nessuno li avrebbe mai beccati.

In fondo rischiano poco e poi una laurea finta si può comprare spendendo pochi spiccioli.

Anche nella nostra regione una laurea finta si può sempre comprare in una stamperia clandestina. Le condanne che vengono inflitte dai Tribunali sono lievi e i falsi medici, avvocati, professori le accettano ben volentieri.

Ma la vera condanna per loro, però, non è quella penale e pecuniaria, è quella della vergogna e dell’isolamento.

Gli amici spariscono, la moglie o il marito divorziano, i figli si allontanano, i colleghi non li salutano più, la gente li guarda con disprezzo.

Alcuni non hanno retto e si sono suicidati, altri hanno ucciso genitori, figli, mariti o moglie.

La finta avvocatessa di Napoli, invece, di fronte alla verità, ha deciso di affrontarla.

Ed ha fatto benissimo. In fondo è stata davvero una brava avvocatessa.

Pubblicato in Paola
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