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Domani 2 giugno si festeggerà in Italia la festa della Repubblica Italiana, ma la strada per la democrazia fu lunga e difficile.

 

 

Le donne e i poveri non avevano diritto al voto, perché secondo un’opinione consolidata solo gli uomini ricchi potevano dedicarsi alla politica. .

Ecco cosa scrive Gianpaolo Pansa a pag.200 del libro Poco o niente: All’inizio del novecento il potere politico stava per intero in mano ai ricchi.

Per essere precisi, agli avvocati, ai professori, ai notai, ai medici, ai proprietari di tenute agricole, ai primi cementieri, ai padroni delle cave, ai costruttori edili,, ai grandi redditieri che godevano il frutto di patrimoni spesso cospicui.

Spettava soltanto a loro decidere per tutti, anche nel caso di elezioni comunali o per la Camera dei deputati.

Ci riuscivano perché erano pochi e legati dagli stessi interessi.

In tempi più recenti, questo blocco sociale sarebbe stato definito una oligarchia. Molto dura da scalfire.

Con il tempo, però, venne esteso anche agli altri cittadini maschi il diritto di voto.

In Francia nel 1848 venne introdotto il suffragio universale maschile per quelli che avevano superato il 21° anno di età.

In Germania entrò in vigore nel 1871.

In Italia il diritto di voto e l’eleggibilità, dopo l’unità d’Italia, erano riservati ai maschi di età superiore a 25 anni e di elevata condizione sociale.

Dovevano saper leggere e scrivere e pagare un’imposta di 40 lire.

Nel 1881 il diritto di voto venne esteso anche alla media borghesia e il limite di età fu abbassato a 21 anni.

Votavano chi aveva superato i primi due anni della scuola elementare.

Nel 1912 il Parlamento Italiano approvò l’estensione del diritto di voto a tutti i cittadini italiani di genere maschile dal 21° anno di età.

Il 31 gennaio 1945 anche le donne italiane furono ammesse al voto e così il 2 giugno 1946 andarono per la prima volta a votare in occasione del voto referendario Monarchia – Repubblica. Nel 1975 il Parlamento abbassò il limite di età per il diritto di voto a 18 anni.

Vediamo ora chi erano gli elettori del nostro comune nell’anno 1894. San Pietro in Amantea contava solamente 165 elettori su una popolazione intorno alle 1200 unità.

 

Avevano diritto di voto soltanto 13,75% della popolazione effettivamente residente.

Perché così pochi elettori?

Perché come abbiamo visto soltanto chi sapeva leggere e scrivere e chi pagava una imposta annua di almeno 19 lire aveva diritto di voto.

I cittadini, per essere elettori, dovevano necessariamente essere iscritti nei ruoli delle imposte e delle tasse comunali. I poveri e le masse lavoratrici delle campagne che non erano iscritti nei ruoli delle tasse non potevano votare.

I contadini non avevano alcun diritto di partecipare alla vita amministrativa del Comune e di scegliere democraticamente i loro rappresentanti.

Si dovette attendere come abbiamo visto il 1912.

Gli elettori aumentarono di numero e la scelta del Sindaco nelle elezioni successive al 1912 diventò più seria e più oculata.

Infatti, prima della entrata in vigore della legge del 1912, i Sindaci del Comune appartenevano sempre alle stesse famiglie più ricche e più influenti.

Troviamo Francesco Saverio Sesti, Michele Ianne, Giovanni Lupi, Domenico Simari, Roberto Ianne, Gregorio Lupi, Domenico Lupi.

Erano fra di loro cugini,nipoti, zii, padri e figli.

L’elettorato si divide in attivo e passivo.

L’elettorato attivo è disciplinato dall’Art.48 della nostra Costituzione Italiana:- Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge-.

L’elettorato passivo consiste nella capacità di essere eletti.

Di regola chiunque è elettore è anche eleggibile.

Per essere eletto Deputato l’elettore deve aver compiuto 25 anni.

Per il Senato il compimento è il 40°. Da notare che se si perde l’elettorato attivo, viene meno quello passivo.

 

Pubblicato in Basso Tirreno

Ne da notizia il sindaco Gioacchino Lorelli che coglie l’occasione per invitare alla cerimonia il professor Francesco Gagliardi.

 

Ecco il comunicato indirizzato al direttore del nostro sito:

“Egregio Direttore,

il senso e le conoscenze dirette e personale del Nostro Concittadino, Francesco Gagliardi, costituiscono una fonte originale e preziosa di fatti ormai trascorsi, di cui invece, si dovrebbe avere buona contezza.

 

Così è avvenuto per l’ultima pubblicazione un testo puntiglioso, accorato ed in parte nostalgico di tempi in cui ancora ci si inorgoglisce nel parlare della propria insegnante delle elementari che ora ha avuto il giusto riconoscimento a livello nazionale.

 

Il testo, salvo alcune involontarie e non rilevanti imprecisioni è da condividere cosi come sono da condividere le riflessioni sui meriti.

Lo scrivente pensa di avere rappresentato, indegnamente forse, l’Istituzione Pubblica elettiva e di aver sempre onorato la sedia dove è stata seduta una così illustre Concittadina ed a cui tutti ci dobbiamo ispirare .

 

Il lungo ricordo del professore Gagliardi è un prezioso contributo su fatti ed atti di cui se non si ha diretta conoscenza è difficile averne cognizione.

Unico (bonario) rilievo l’assenza (giustificata ) del Prof. Gagliardi, invitato personalmente dal sottoscritto alla bella cerimonia che si è svolta alla camera dei deputati.

 

La sua presenza oltre che gradita a chi scrive sarebbe stata qualificante della delegazione.

Già sin da ora il prof. Gagliardi è invitato a partecipare attivamente alla prossima intitolazione della sala Consiliare a Ines Nervi Carratelli.

Cordiali Saluti

San Pietro in Amantea   li 16/05/2017                                            

IL SINDACO (F.to Gioacchino LORELLI)”

Pubblicato in Basso Tirreno

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Direttore carissimo

Come ben sai il 3 maggio u.s. alla Camera dei Deputati alla presenza del Presidente On. Laura Boldrini nel Salone della Regina è stato ufficialmente messo il ritratto della mia carissima maestra di quinta elementare nonché Sindaco del mio paese natio, eletta Sindaco nel lontano marzo 1946, accanto alle altre donne che per la prima volta hanno ricoperto una carica istituzionale. Ora tutti ne parlano e si prendono meriti che non hanno. Si pavoneggiano e parlano di un evento eccezionale da loro ardentemente voluto e desiderato. Non hanno evidentemente letto i miei libri e gli articoli apparsi anche su Tirreno News. E non è la prima volta che il mio piccolo paese assurge agli onori della cronaca. Basta leggere “La Stampa” di Torino del 23 maggio 2009 quando il mio nome compare in prima pagina del giornale “L’aspettativa fa candidare il poliziotto”, perché sono stato l’unico in Italia ad aver segnalato il grave scandalo ai danni dello Stato: poliziotti, forestali, agenti di polizia penitenziaria affollavano le liste elettorali .Ora quei signori che sanno usare alla perfezione il copia ed incolla hanno altri argomenti da discettare. Sono pronti? Via. Dateci sotto.

Pubblicai il mio primo libro su San Pietro in Amantea nel lontano 1983 e nella Premessa scrissi:- Non era dunque vero che San Pietro in Amantea non avesse una storia, anche se gli storici ed i libri scolastici non ne hanno mai parlato. I fatti marginali, i piccoli fatti locali, per la loro semplicità non ebbero la fortuna di assurgere a dignità di documenti-. E così anche l’elezione a Sindaco di una donna nel lontano 1946 ben presto venne dimenticata. Certamente non venne da me dimenticata. Sono stato alunno di quinta elementare della cara ed indimenticabile Sindaco del mio paesello e poi collega nelle scuole elementari statali di San Pietro in Amantea. Ecco cosa ho scritto a pag. 25 della “Storia di San Pietro in Amantea” quando parlo dei personaggi del luogo:-Donna Ines Nervi, insegnante elementare. Primo Sindaco del Comune dopo la caduta del fascismo. Una delle prime donne elette in Italia a ricoprire carche pubbliche-. A Pag.53 “Sindaci del Comune di San Pietro in Amantea” al N.9 c’è il nome di: Ines Nervi in Carratelli dal 1946 al 1951. A Pag. 75 – Il 24 marzo 1946 si vota per la prima volta dopo il ventennio fascista per eleggere democraticamente l’Amministrazione Comunale. Vince la lista capeggiata dalla Sig.ra Nervi Ines sconfiggendo la lista civica della “Stella”. A Pag.139: 31 Marzo 1946: Insediamento Consiglio Comunale-“ nella vita amministrativa del Comune ovvero uno squarcio di Storia paesana del tutto dimenticata. “ Il Commissario Prefettizio, su nome di Sua Altezza Re Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, Luogotenente generale del Regno (ancora c’era la Monarchia) noi Commissario Prefettizio del Comune di San Pietro in Amantea, visto l’esito delle elezioni amministrative tenutesi il 24 marzo 1946, D.L.L. 7 gennaio 1946, N.1, sono state espletate, avuta la prova che gli eletti sanno leggere e scrivere, Dichiariamo costituita l’Amministrazione Comunale del Comune di San Pietro in Amantea nei seguenti: Magnone Michele, Gagliardi Pasquale, Mazzotta Francesco, Gagliardi Francesco, Perri Giuseppe, Arella Giacomo, Launi Vincenzo, Caruso Salvatore, Porco Pasquale, Nervi Ines, De Luca Pasquale, Sconza Alessandro, Lucarelli Vincenzina, Policicchio Ottavio. Porco Gallina Michele, insediandone il relativo Consiglio Comunale. Nel libro “San Pietro in Amantea dal 1933 al 2002” a Pag. 318 c’è un capitolo “L’angolo della poesia”. Sono tre poesie che ci ha lasciato l’indimenticabile applicato di segreteria del Comune, in arte Fra Limone, il Cav. Don Gaetano Nesi. La prima è del 1946 scritta dopo le elezioni amministrative del 24 marzo. A quella competizione aveva partecipato attivamente anche il fabbro mastro Alfonso Lorelli. Antonio Paladino era il suo aiutante: tirava il mantice nell’officina e picchiava forte la mazza sull’incudine. Il simpatico e bravissimo fabbro, mastro Alfonso, confezionava vanghe, zappe, accette, picconi e vomeri per i contadini del luogo. Paladino batteva forte la mazza sull’incudine e il ferro arroventato prendeva forma. Martello e mazza picchiavano con suono festoso e le faville schizzavano in tutti i versi. Pasqualino, invece, era il caro ed indimenticabile Don Pasquale Policicchio, farmacista del luogo, il quale, anche lui, aveva partecipato attivamente alla competizione elettorale del 1946 ( ancora non si era trasferito a Cosenza con tutta la famiglia) e si era presentato con la lista “Stella”, antagonista della lista della Democrazia Cristiana capeggiata dall’Ins. Ines Nervi in Carratelli. Ecco alcuni versi: Il fabbro zoppicante (camminava zoppicando per infermità) il cervello si rovente./ Se la da con Paladino che non votò per Pasqualino./ E risponde Paladino: Mastro Alfò / Ma la Stella è stata pazza./ E ripiglia con la mazza. A Pag. 247 c’è la descrizione del nostro comune dopo la caduta del fascismo. Articolo pubblicato su Tirreno News il 6 maggio u.s. A Pag. 255 è riportato un volantino con la data del 27 novembre 1946, dopo alcuni mesi delle avvenute elezioni amministrative, che ha per titolo: Pronto? Chi parla? Fra Limone. Fra Limone risponde agli articoli anonimi apparsi su “Italia Libera” e su “La voce del Popolo” alcuni giorni prima. L’articolista anonimo aveva attaccato la Sig.ra Ines Nervi, Sindaco, insegnante elementare, lamentandosi che i ragazzi che frequentavano la sua classe non volevano più andare a scuola perché la Maestra li trascurava e dedicava tutto il suo tempo alle cose del Municipio. Veniva accusata che si assentava spesso dalla scuola ed i ragazzi o erano abbandonati a se stessi oppure erano costretti ad andare in altre classi con altri insegnanti. Infatti il titolo del secondo articolo è molto preciso:-O si fa il Sindaco o la Maestra- Ma la buona e dolce maestra donna Ines cercava di fare prima la Maestra e poi il Sindaco. Ancora i veleni della sconfitta subita dalla lista “Stella”non si erano sopiti. L’articolista non si era firmato, dunque, per Fra Limone era una persona la più trista e spregevole. L’apostrofava dicendo che aveva perso la memoria e quindi era necessario, come le automobili, una messa a punto del suo cervello un po’ sfasato. E quello che dovrei scrivere io oggi nei confronti di quelle persone che cercano in tutti i modi di attribuirsi il merito di aver segnalato alla Presidente della Camera che anche San Pietro elesse nel lontano 1946 un Sindaco donna e di aver portato agli onori della cronaca il nostro paese. La segnalazione è solo mia e Tirreno News pubblicò un articolo il 12 novembre del 2016 in risposta ad un articolo apparso su “Il Quotidiano” in cui si affermava che la Presidenza del Consiglio aveva deciso di onorare il ricordo delle prime dieci sindachesse italiane elette nel lontano 1946 con una targa celebrativa. Era stata dimenticata, perché nessuno di quelli che oggi si pavoneggiano, aveva segnalato che anche il nostro paese nel lontano 1946 elesse una sindachessa: l’Ins. Ines Nervi in Carratelli. Dunque anche per il mio piccolo paese il 31 marzo 1946 rappresenta negli annali della vita amministrativa una data storica e l’amico Silvio Clemente dopo aver letto l’articolo così commentò- Bravo il mio amico professore a ricordarcelo-. E Argia Socievole:-Concludo ringraziando il maestro Gagliardi per la segnalazione da cui è iniziato tutto il circolo virtuoso e che ha portato agli onori della cronaca il nostro paesino per una cosa nobile e non per discussioni che lasciano solo l’amaro in bocca-.

Pubblicato in Italia

Il clima politico che in San Pietro in Amantea si respirava dopo la caduta del fascismo era molto arroventato e incandescente .

 

La lotta politica si faceva attraverso manifestazioni, proteste, lettere anonime e articoli sui giornali.

Era sorta una Sezione del Partito Comunista Italiano in Vico Padre Serafino Florio, capeggiata dall’esiliato politico Paolo Fattori. Vi aderirono tantissimi lavoratori. Il più accanito era il compagno Ventura Veltri.

Un giorno ci fu una manifestazione di protesta. Una trentina di operai e braccianti agricoli marciarono per le vie del paese pacificamente sventolando una grande bandiera rossa.

C’ero anch’io.

I manifestanti chiedevano le dimissioni del Commissario Prefettizio che si era insediato da poco al Comune. Vennero tutti denunziati e processati. Io no, perché minorenne.

Al processo vennero poi tutti assolti per insufficienza di prove e perché il fatto non costituiva reato. La manifestazione, come ho detto, si era svolta pacificamente anche se non autorizzata. La qualità del pane era pessima ed anche pessima era la qualità della farina che si distribuiva in sostituzione della pasta. Tutto ciò determinò naturalmente proteste e malumori. Ci fu un tentativo di saccheggio, andato a vuoto per il pronto intervento delle forze dell’ordine, nei locali in Via Margherita di zia Marianna a Mammana dove era custodita la farina.

 

Nel frattempo era stato nominato Segretario Comunale il Dott. Raffaele De Luca, un giovane molto preparato, che da semplice insegnante elementare è diventato in seguito Provveditore Agli Studi di Ancona. Il Dott. De Luca aveva solo un torto, quello di essere stato fascista e di aver ricoperto la carica di Segretario Politico per soli 55 giorni.

Per questo motivo i compagni comunisti chiesero le dimissioni del Dott. De Luca. Apparvero alcuni articoli contro sul giornale “Ordine Proletario” e a favore su “Azione Liberale”, mettendo in risalto le sue qualità, le sue doti morali, la sua onestà e laboriosità.

Il 17 maggio 1945 il Dott. De Luca rispose per le rime su “Azione Liberale” alle varie insinuazioni. Non negò di essere stato un fascista e per soli 55 giorni anche Segretario Politico, ma disse pure che coloro che oggi lo accusavano sono le stesse miseruccie persone che gli fecero da codazzo in quei 55 giorni.

Intanto il Comune era in pieno sfacelo. I bilanci preventivi e consuntivi non approvati, gli stipendi dei dipendenti non pagati, le vie del paese erano un immondezzaio per mancanza di uno spazzino. Addirittura si accusava l’Ente Comune per la mancata distribuzione del caro pane. La situazione era insostenibile e la popolazione dava in continui lamenti. Le denunce, le lettere anonime erano all’ordine del giorno. Ne sapeva qualcosa il Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Amantea Rosario D’Urso il quale veniva spesso accusato di comportamento imparziale da una parte della popolazione.

Il 22 aprile 1945, all’incirca 200 persone, la maggior parte provenienti dalle contrade con bastone e forconi, inscenarono una manifestazione di simpatia verso il Prof. Cav. Vincenzo Carratelli e occuparono il Municipio che si trovava allora in Via Margherita.

Furono tutti denunziati per violenza privata, minacce, grida e manifestazione e radunata sediziosa. Il Tribunale Penale di Cosenza assolse gli imputati per non aver commesso il fatto e per insufficienza di prove.

A quella manifestazione partecipai anch’io, ma non fui denunciato.

Il vero capo della manifestazione era una donna energica e battagliera che nelle elezioni comunali del 1946 venne eletta poi alla carica di Consigliere comunale. Era la Sig.ra Lucarelli Vincenzina, la nonna paterna del caro Periglio Grassullo

Era lei che guidava i dimostranti e suggeriva loro quello che dovevano gridare. Poi tutto finì, come abbiamo visto, in una assoluzione, con gran pace di tutti. E così, dopo appena un mese dalla sentenza definitiva, il 24 marzo 1946 tutto ritorna nella tranquillità. Si vota regolarmente e viene eletta Sindaco nella riunione del Consiglio Comunale il 31 marzo dello stesso anno l’Insegnante elementare Ines Nervi, moglie del Prof. Cav. Vincenzo Carratelli, una delle prime donne in Italia a ricoprire una carica istituzionale.

Ora un suo ritratto è stato collocato nel Salone delle donne il 3 maggio scorso presso la Camera dei Deputati alla presenza del Presidente della Camera On. Laura Boldrini, grazie soprattutto all’interessamento mio e dell’amico Silvio Clemente al quale va il mio plauso sincero.

P.S. Agli amici vicini e lontani che sanno usare alla perfezione il copia ed incolla consiglio di leggere con calma altre notizie riguardanti San Pietro e le sue vicende politiche amministrative dal libro: San Pietro in Amantea dal 1933 al 2002- Briciole, frammenti di pane casalingo. E quando scrivono qualcosa su San Pietro in Amantea citarne la fonte. Grazie..

Pubblicato in Basso Tirreno

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota dell’amico Ciccio Gagliardi il quale racconta a noi( e quindi a voi) la vicenda che lo vede contrapposto al consigliere Fabrizio Bruno e dalla quale lui ha tratto il titolo del presente articolo.

Ovviamente volendo sempre conservare la forza della democrazia evidenziamo al consigliere Bruno la nostra piena disponibilità ad ospitare anche un su scritto, se ritiene.

Ed ecco il testo integrale della nota di Francesco Gagliardi:

“Caro Direttore, siamo messi male in San Pietro in Amantea, perché al Consiglio Comunale del mio paese c’è gente che a tutti i costi mi vuole attribuire cose che nemmeno le penso e quindi scrive delle baggianate che fanno ridere finanche i polli.

Alcune settimane fa Tirreno News ha pubblicato un mio articolo avente per titolo: San Pietro in Amantea, paese di accoglienza, riportando senza commento la Delibera di Giunta n.7 del 28-03-2017.

Un consigliere comunale, un certo Fabrizio Bruno, mi ha invitato ad assistere alle riunioni dei Consigli Comunali e mi ha fatto sapere che le Delibere, udite questo, sono aperte al pubblico e pubblicate sull’Albo Pretorio.

In un commento gli ho risposto che lui non sa nulla di San Pietro in Amantea e dei suoi problemi perché vive certamente in campagna e che viene a San Pietro solo ed esclusivamente in occasione della convocazione del Consiglio Comunale.

Apriti cielo! Non l’avessi mai scritto. Mi risponde così:

Lei si crede migliore di uno che sta in campagna?

Abbiamo per caso qualche brutta malattia contagiosa?

Lei conosce le frazioni del suo paese?

Signor Direttore, lei conosce benissimo la favoletta: Il lupo e l’agnello.

Quando il lupo aveva intenzione di mangiare il povero agnellino inventò qualche bel pretesto. Mi intorpidisci l’acqua, ma l’agnello stava di sotto.

Hai parlato male di me sei mesi fa, ma io non ero ancora nato.

Tuo padre allora ha parlato male di me e così se lo mangiò.

Così ha fatto questo Fabrizio Bruno.

Non è possibile farlo ragionare con argomenti giusti e precisi.

Hai parlato male di me perché sono nato in campagna e lei non conosce le frazioni di San Pietro in Amantea.

Ma Fabrizio, molti anni fa i cittadini e gli elettori di San Pietro in Amantea hanno eletto Sindaco un certo Ing. De Grazia Franco, mio carissimo amico, residente in campagna e non ancora sposato, e voi, elettori delle contrade di Froffa, Giardini, Gallo, Conocchia, Tuvolo gli avete negato il voto.

Chiedi a Carmelo De Grazia questo particolare.

Allora lui era un impiegato del Comune e se ne uscì con una espressione dispregiativa nei vostri confronti che non voglio ripetere per rispetto dei tantissimi amici delle contrade.

Quindi, avendo contribuito a fare eleggere un Sindaco residente in campagna, come potrei credermi migliore di uno di voi che ancora abita in campagna?

Vedi che balle che scrivi.

Il Bruno mi domanda pure se conosco le frazioni del mio paese. No, non le conosco perché San Pietro in Amantea non ha mai avuto frazioni.

Conosco, invece, le contrade benissimo perché sono stato consigliere comunale dal 1964 al 1970 e Vice Sindaco dal 1975 al 1985 e ho insegnato due anni nelle scuole elementari delle Contrade Giardini e Colopera.

Mi dice ancora il Fabrizio che la Delibera di Giunta n.7 è stata fatta per tutelare il mio amato paese. Dunque, il mio paese e non il suo, perché come ha scritto è nato nella Contrada Conocchia e che ora abita a Campora San Giovanni.

Questa sì che è una frazione!

Questi immigrati, ha scritto nella risposta, cosa potrebbero fare a S.Pietro di così molesto?

E mi spiega che la delibera approvata permette di fare inserire famiglie di immigrati già presenti sul territorio ( forse a Campora San Giovanni ci sono immigrati che non sono presenti sul territorio? ) e che sono tutti censiti, istruiti e selezionati, e per farmi sapere che lui è una persona istruita cita addirittura il Dizionario Garzanti e la definizione che il Dizionario da alla parola immigrato.

Lo ringrazio di cuore perché non conoscevo la vera definizione della parola immigrato.

Mi fa sapere inoltre, questa notizia la ignorava per davvero, che i suoi nonni sono stati degli immigrati e non hanno pregiudicato l’avvenire del Venezuela, della Francia, della Germania e degli U.S.A.

Si vede che ha avuto parecchi nonni che hanno lavorato in questi lontani paesi e che hanno contribuito a farli diventare grandi e potenti.

Conclude dicendo: che le decisioni prese dal Consiglio Comunale, diversamente da quanto io pensa, sono importanti per il paese, perché svolgono la tutela e la salvaguardia per il bene dei cittadini. Caro Direttore, arrivati a questo punto, le campane delle chiese di San Pietro in Amantea suoneranno a morte, perché gente come il Bruno ha scelto di far morire definitivamente il nostro amato paesino, non di farlo vivere. Prosit!”

Pubblicato in Basso Tirreno

fascia tricoloreInes Nervi in Carratelli, donna calabrese della provincia di Cosenza e precisamente di San Pietro in Amantea, ricoprì per la prima volta dopo la caduta del fascismo la carica di Sindaco. Fu votata nella seconda tornata elettorale amministrativa del 24 marzo 1946. Capeggiava una lista della Democrazia Cristiana in contrapposizione ad una lista civica “Stella” capeggiata dall’Avvocato Ottavio Policicchio. Era la prima volta che votavano anche le donne e che avevano la possibilità di essere elette. Il Decreto N.74 Articolo 7 del 10 marzo 1946, sotto il Governo di Alcide De Gasperi, aveva sancito l’eleggibilità delle donne. Ecco cosa scrive Il Corriere d’informazione del 19 marzo 1946:- Per la prima volta una scheda tra le mani. Ai seggi non manca una certa emozione, tra le donne, certo, consapevoli di vivere in prima persona un traguardo storico e di avere per la prima volta la responsabilità di cittadine, sentita in modo trasversale, senza differenza di età, ceto e istruzione, come racconta Egisto Corradi del Corriere, testimone del voto di un gruppo di donne ai seggi di Lodi:- Stanno in fila,nel mattino grigio e piovigginoso, tutto ben in fila e composte al portone della loro sezione elettorale, in mano il certificato, il rosario e il libro delle devozioni. Sono a malapena le sette e loro, che vengono dritte dritte dalla prima messa, sono lì pigiate ad attendere. Entrano nel recinto… (…) Finalmente, a voto scodellato, comunicano le loro impressioni:- Ho fatto una croce grande, grande quanto tutto il foglio-. 1946 al voto: Io c’ero. Non ho votato perché ancora non avevo compiuto 21 anni, ero ancora un ragazzo, però io quel giorno delle votazioni me le ricordo ancora benissimo. E ricordo anche i giorni precedenti al voto, le adunate, i comizi, i volantini, i manifesti e poi lo spoglio delle schede, le ansie e le preoccupazioni dei candidati, i balli e le feste in casa del Sindaco eletto. L’elezione di un Sindaco donna nel lontano 1946 ha rappresentato per la Calabria la punta più avanzata della rinascita dell’impegno femminile nella politica comunale. Il nuovo Sindaco eletto era una donna energica, religiosa, insegnante elementare, coniugata e madre di due figli in tenera età: Carolina e Saverio. Nella lunga parentesi del fascismo le sue aspirazioni sociali e politiche sono assorbite tutte dall’impegno dell’insegnamento. Chi scrive è stato suo alunno in quinta elementare. Non c’era ancora in San Pietro in Amantea un edificio scolastico, perciò le aule scolastiche di allora erano magazzini a piano terra. La nostra aula si trovava nell’allora Via Michele Bianchi ora Via del Popolo nell’abitazione della famiglia De Grazia presso il Ponte del Vallone. Negli anni 60 ospitò finanche la Farmacia del Dottor Ferraro. La Signora Nervi Ines sbaragliò gli uomini, suoi avversari politici, e vinse le elezioni a grandissima maggioranza. Venne eletta alla carica di Sindaco nella seduta consiliare del 31 marzo 1946 con 14 voti, due in più della sua stessa maggioranza consiliare. C’è da precisare che allora i Sindaci venivano eletti dai consiglieri comunali nella prima seduta del consiglio convocato dopo la votazione. In quella tornata elettorale venne eletta anche un’altra donna. Fu Lucarelli Vincenzina, la nonna paterna del carissimo nipote Periglio Grassullo. La signora Nervi restò in carica fino alle elezioni amministrative del giugno 1952. Realizzò alcune opere importanti: la fognatura comunale e la pavimentazione della strada principale del paese che va da Piazza IV Novembre a Piazzetta Margherita. Allora qui terminava il paese, tanto è vero che lo spazzino comunale dell’epoca Zio Roberto, non scopava il tratto che va da Piazzetta Margherita al Ponte del Vallone.

Da allora in poi San Pietro in Amantea ha avuto soltanto Sindaci maschi. Anche il mio paese natale ha scaricato le donne come del resto hanno fatto altri Comuni calabresi. Queste donne coraggiose, intelligenti, esperte, sono rimaste “corpi estranei” in un mondo politico dominato dai maschi. Amantea ha dovuto aspettare oltre 68 anni per avere per la prima volta un Sindaco donna. Non le fecero neppure terminare la consiliatura. Venne disarcionata dalla carica di Sindaco dalla sua stessa maggioranza.

Il nostro Sindaco è morto da diversi anni ed è seppellito nella tomba di famiglia nel cimitero di San Pietro in Amantea. A tutt’oggi non le è stata intitolata nessuna strada. Io, consiglierei, o meglio suggerirei in punta di pioedi al Sindaco e all’intero Consiglio Comunale, l’intitolazione in suo onore della Sala Consiliare per ricordare alle nuove generazioni il suo nome e l’azione politico amministrativa svolta.

Il nostro amato Sindaco, però, sarà ricordato mercoledì 3 maggio nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Saranno presenti alla cerimonia il Sindaco di San Pietro in Amantea Sig. Gioacchino Lorelli e certamente anche i familiari della compianta mia maestra elementare. Anche io ero stato invitato alla cerimonia, ma ho dovuto declinare l’invito per motivi di salute.

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Ecco il comunicato inviatoci da Ernesto Pastore:

 

“Spett.le Tirreno News, in qualità di direttore artistico della Grotta dei desideri, sento il dovere di replicare a quanto dichiarato e pubblicato dal sig. Francesco Gagliardi che evidentemente conosce poco o nulla della Grotta dei desideri.

 

La serata che avrà luogo a San Pietro in Amantea in data 3 agosto, a partire dalle ore 21, s’intitola “Dalla parte delle donne” ed è stata introdotta nel programma complessivo degli eventi a partire dall’edizione 2016.

Si tratta nello specifico di una serata che si pone lo scopo di rendere il programma non solo brillante ed esteticamente attraente per la bellezza degli abiti presentati dai fashion designer in concorso, ma anche riflessivo, accentrando la discussione su argomenti importanti, anche duri se necessario.

In questi anni sono state prese in considerazione argomentazioni complesse: dalla violenza che le donne possono subire a seguito dell’assunzione di droghe da stupro, all’incidere del fenomeno malavitoso in Calabria.

 

La tredicesima edizione rafforzerà ulteriormente tale discorso.

La serata “Dalla parte delle donne” affronterà quest’anno il tema delle cosiddette “dipendenze affettive” che generano una visione distorta dell'amore e possono sfociare in casi di stalking e femminicidio.

È un fenomeno di enorme complessità, che investe maggiormente il mondo femminile e che racchiude aspetti neurobiologici, ma anche e soprattutto comportamentali, socio-culturali e psichici. Tale nuova forma di dipendenza richiede un approccio mirato e consapevole, partendo dal presupposto che essa non riguarda l’uso o l’abuso di sostanze come nelle tossicodipendenze, bensì disturbi del comportamento, relazioni disfunzionali, vulnerabilità, visione distorta della realtà e fragilità emotiva, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Proprio in considerazione di ciò, la Grotta dei desideri accenderà i riflettori sulla questione, attraverso il supporto di professionisti specializzati, i quali si confronteranno con il pubblico e con i giovani durante un talk show che si terrà il 3 agosto.

Verranno coinvolti attivamente nel progetto anche i ragazzi delle scuole superiori, affinché le tematiche affrontate possano offrire non soltanto spunti di riflessione concreti, ma anche momenti di condivisione di valori, crescita emotiva e sensibilizzazione delle giovani generazioni.

 

Un ultimo commento sulla questione del Centro diurno diversamente abili di San Pietro.

Sono il giornalista che più ha scritto sull’argomento e che probabilmente meglio conosce l’intera vicenda.

E fino a quando potrò spendere una parola per la sua riapertura lo farò senza alcuna esitazione. E sulla questione, sia chiaro, sono stati interessati non soltanto quelle che il sig. Gagliardi definisce “soubrette” e “giornaliste sportive”, ma anche cronisti di lungo corso che attualmente svolgono l’attività di inviato per le testate giornalistiche più prestigiose.

Ancora una volta, remore e presunzioni di chi guarda il mondo senza la cognizione dell’innovazione, consentono di volgere l’attenzione alla moda come fenomeno da baraccone. Senza sapere quanto tale comparto consente all’Italia di farsi ammirare come Paese del Bello.

 

Potrei citare il caso del restauro del Colosseo voluto dai fratelli Della Valle e dalle “loro” scarpe, oppure le attività di ricerca sulla fibrosi cistica portata avanti dal Gruppo Marzotto che vendeva i propri abiti nei grandi magazzini o ancora le sovvenzioni che quasi tutte le case di moda garantiscono ai progetti di studio contro il cancro.

Già questo aspetto della moda, oltre che alle migliaia di posti di lavoro che genera annualmente, si preferisce non considerarlo. Peccato.

 

Ernesto Pastore

Pubblicato in Basso Tirreno

SanPietroApprendo con soddisfazione da Tirreno News di domenica 21 aprile u.s. che il mio paese il 3 agosto p.v. ospiterà una serata dedicata alle donne. Il Sindaco Sig. Lorelli, come ha scritto il Direttore ha voluto legare il suo paese alla “Grotta dei Desideri” che annualmente patrocina. L’invito del Sindaco è stato accolto dal Direttore Artistico Sig. Ernesto Pastore il quale così ha detto:- Perché l’evento non solo è di Amantea ma di una regione che vuole cambiare atteggiamento, che vuole aprirsi al nuovo- Sarà certamente una bellissima serata alla quale parteciperanno belle donne, belle indossatrici e perché no, anche giornalisti e soubrette televisive. Anche questa volta il Direttore Artistico Pastore, come del resto ha fatto gli anni scorsi, ci parlerà del Centro Diurno per i diversamente abili di San Pietro in Amantea chiuso per un cavillo burocratico da diversi anni e ancora una volta affiderà l’apertura del Centro all’interessamento delle soubrette televisive come ha fatto due anni fa con la giornalista sportiva Peroni e la show girl Valeria Marini e lo scorso anno con Anna Falchi. Il Centro è chiuso e sta andando in rovina come si può vedere dalla foto. Un Centro all’avanguardia è stato chiuso malgrado le proteste dei genitori dei ragazzi che frequentavano con profitto assiduamente la struttura. Nel marzo del 2012 c’è stata finanche una protesta da parte dei genitori e dei ragazzi, protesta ripresa e trasmessa dal TG3 Calabria. Anche il Direttore Artistico della “Grotta dei Desideri” che è anche corrispondente della “Gazzetta del Sud” così scrisse l’8 marzo 2012:- I diversamente abili combattono per riottenere le “ali per volare”. Le ali, purtroppo, le hanno tarpate e da 6 lunghi anni i ragazzi non riescono più a volare. Combattono inutilmente perché finanche l’allora Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, al quale i ragazzi si erano rivolti,non si è degnato di rispondere. Il Centro è stato chiuso, tengo a ribadirlo ancora una volta, come ha scritto il Sig. Pastore “ a causa di un verbale dei Carabinieri del Nas che invitavano l’Asp a sospendere l’attività in attesa del cambio di destinazione d’uso della struttura, concepita originariamente come residenza per anziani”. Sono passati sei anni. Le istituzioni insensibili al grido di dolore dei ragazzi tacciono. Il giornalista Sig. Pastore nonché Direttore Artistico, che si è sempre prodigato per la riapertura del Centro,anche quest’anno in occasione della serata di Gala “Grotta dei Desideri” che si terrà nel mio paese vorrà affidare a qualche soubrette televisiva presente alla manifestazione di farsi carico del problema perché le istituzioni latitano e restano insensibili di fronte alla categoria dei più deboli. Caspita! Questa è disperazione vera. Affidarsi ad una giornalista sportiva e alle soubrette televisive per risolvere il problema del Centro è davvero un fatto eccezionale. Vuol dire che le nostre istituzioni del Comprensorio di Amantea non sono capaci di nulla.

Fino a pochi anni fa Pontida era per noi un Comune della Lombardia in provincia di Bergamo dove il 7 aprile del 1167 fu pronunciato il famoso Giuramento nel monastero benedettino dai delegati delle città di Ferrara, Brescia, Milano, Cremona, Bergamo e Mantova, i quali si impegnarono a difendere le libertà comunali contro Federico Barbarossa.

 

Poi venne Umberto Bossi, il Senatur, e Pontida divenne luogo simbolo della Lega Nord. I popoli della Padania si riuniscono sul sacro prato di Pontida per il raduno annuale per celebrare il famoso Giuramento.

 

Ieri, invece, sullo stesso prato, si sono riuniti per la prima volta “I terroni”.

 

Di questa manifestazione se ne sono occupati tutti i giornali nazionali. Il Manifesto così ha titolato: "Tutti i terroni sul prato di Pontida"; La Gazzetta del Sud: "Orgoglio meridionale a Pontida"; Il Secolo XIX: "I terroni espugnano Pontida"; Il Mattino: "Qui per combattere il razzismo".

 

In risposta al comizio napoletano del leader della Lega Matteo Salvini oltre 4000 persone, tutte originarie del mezzogiorno d’Italia, il 22 aprile si sono riunite a Pontida, in uno dei luoghi simboli e sacri della Lega Nord, per fare festa, con birra, musica e tanti panini alla ‘nduja.

La discesa a Napoli di Matteo Salvini aveva provocato tafferugli e feriti tra le Forze dell’Ordine e i manifestanti contrari a Salvini.

 

A Pontida, invece, tutto si è svolto pacificamente anche se la cittadina era blindata dalla Polizia e il Sindaco con una ordinanza aveva decretato la chiusura delle scuole, dei negozi e delle attività lavorative.

Chiusi perfino i cancelli del cimitero.

Molti proprietari di bar e ristoranti sono rimasti scontenti e delusi di non aver potuto aprire i loro locali.

Hanno perso una grande occasione.

Hanno persino criticato il loro Sindaco.

 

Per loro il Sindaco ha sbagliato a blindare tutta la città perché, essendo un operaio, non ha la cultura di capire questi eventi.

La folla, felice, contenta, entusiasta si è riunita intorno ad un palco su cui capeggiava la scritta :- Terroni di tutto il mondo unitevi-.

Le scritte inneggianti alla Lega erano state in precedenza cancellate.

Dal palco si sono esibiti fra gli altri Eugenio Bennato, i 99 Posse, Tonino Carotone, Ciccio Merolla, Valerio Jovine.

Il clou del concertino è stata la canzone “Gente d’ò Nord”.

 

Racconta la solidarietà e cosa significa essere migrante.

Sul palco, però, non solo musica ma anche politica.

Hanno portato le loro testimonianze giovani e meno giovani provenienti da tutte le parti d’Italia con il treno, coi pullman e con le proprie macchine.

Già pensano di tornare il prossimo anno.

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Fino ad ieri San Pietro in Amantea era considerato un paese agricolo, paese di emigranti, paese di Maria e delle Telecomunicazioni Sociali.

 

Ora bisogna aggiungere Paese di accoglienza agli immigrati dell’Africa.

Infatti il Comune è pronto e disponibile ad accogliere gli immigrati e si candida con Deliberazione di Giunta del 28-03-2017 N.7 per l’attuazione di un progetto di accoglienza integrazione e tutela a favore di richiedenti, titolari di protezione internazionale e beneficiari di protezione umanitaria, garantendo il cofinanziamento minimo del 5% sul costo complessivo.

Il progetto di accoglienza ha per finalità: avviare percorsi di inserimento socio economico; vitto e alloggio; inserimento scolastico; assistenza socio sanitaria; apprendimento della lingua italiana; orientamento al territorio e ai suoi servizi; orientamento legale; percorsi individuali di inserimento socio-economico.

 

Poiché il Comune non ha strutture proprie in grado di gestire il progetto individuerà un soggetto collaboratore di comprovata esperienza e competenza nei servizi a favore dei destinatari del bando.

Il progetto prevede l’organizzazione dei servizi per N.20 (venti) ospiti e sarà attivato solo in caso di approvazione e finanziamento.

Il Comune garantirà la percentuale del 5% quale quota di cofinanziamento del progetto generale e che detta quota si sostanzia mediante la fornitura di prestazioni professionali e strutturali e mediante l’accollo di tutte le utenze elettriche, servizio idrico, raccolta rifiuti, altre imposte ed attività necessarie al corretto svolgimento del progetto stesso.

 

Il progetto ha un costo complessivo di Euro 282.068,00 (Duecentoottantaduemilasessantaotto) per 12 (dodici) mesi con una percentuale di cofinanziamento di Euro 14.500,00 (Quattordicimilacinquecento) che sarà conferito dal Comune che presenta i seguenti dati salienti:

1.Coinvolgimento di N.20 beneficiari.

2.Una equipe multidisciplinare.

3.Un soggetto esterno al Comune che lo gestirà.

 

Con la deliberazione il Comune ha aderito alla rete SPRAR ai fini dell’applicazione dei benefici previsti dalla legislazione sui richiedenti asilo e dei rifugiati su territorio nazionale.

Nel progetto c’è anche una tabella con descrizione del costo del personale stabilmente impiegato subordinato e parasubordinato degli operatori sociali, degli interpreti, dell’operatore legale, degli addetti alla pulizia, degli assistenti sociali, psicologi e altre figure, gestione locali e strutture, opere di manutenzione ordinaria e relativi materiali, affitto locali, acquisto attrezzature, vitto, abbigliamento, materiale ludico, spese per la salute, spese trasporto urbano e extraurbano, spese scolastiche, pocket money (questo lo ignoro), alfabetizzazione, spese di orientamento e assistenza sociale, costi interpretariato, spese integrazione, borse lavoro e tirocini formativi, contributi straordinari uscita, spese patenti di guida, laboratori, spese per convegni, per consulenze fiscali, spese cancelleria, spese allestimento e gestione uffici di supporto alle attività del progetto.

 

Non faccio alcun commento altrimenti il Sindaco di San Pietro in Amantea scriverà al Direttore di TirrenoNews.Info che io faccio polemica spicciola e gratuita e che quello che ho scritto è frutto della mente illuminata del “Professore Gagliardi”.

Perciò accludo soltanto la deliberazione di Giunta N.7 del 28 marzo 2017. Se ora vuole smentire il suo operato, faccia pure.

Pubblicato in Basso Tirreno
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