Erano le 02.30 di stamattina quando le fiamme altissime hanno avvolto l’automezzo di proprietà di Massimo De Grazia ed un furgoncino della cooperativa della quale De Grazia è primo responsabile.
E che si tratti di un attentato è comprovato dall’uso di benzina od altro materiale incendiario quale innesco per l’attentato ai due automezzi. ( foto riservata) .Chi si è recato di primo mattino sul posto giura che ancora nell’aria di sentiva l’odore di benzina misto all’odore di nafta.
I due automezzi sono andati ambedue totalmente distrutti.
Per fortuna che i rumori dei mezzi in fiamme, compresi i vetri che scoppiavano, hanno svegliato il proprietario e titolare che insieme ad un vicino di casa hanno provveduto essi stessi a spegnere le fiamme con due tubi di acqua.
E per salvare da danni ancora maggiori la vicina casa dei genitori in lacrime insieme hanno provveduto a bagnare porte, balconi, finestre , inferriate e muri della stessa abitazione.
Fiamme intense che avevano cominciato a piegare anche le inferriate di alluminio dei terrazzini.
I Vigili del Fuoco sono poi sopraggiunti con tutta la tempestività possibile dalla distanza della loro sede di Paola da Campora san Giovanni. Un vero problema questo della mancanza in loco di un distaccamento dei pompieri .
Con altrettanta immediatezza sono anche intervenuti i carabinieri locali per attendere ad un primo dovuto sopralluogo ed all’inizio delle indagini. Ricordiamo che competenti alle indagini saranno i militari della locale stazione CC guidata dal maresciallo Antonino Claudio Vivona con il coordinamento del comandante della Compagnia di Paola, capitano Luca Acquotti.
Indagini che andranno in tutte le direzioni, nessuna esclusa.
Sicuramente i CC locali avranno cura di verificare i fotogrammi di tutte le telecamere di sicurezza di cui l’amministrazione comunale si fa vanto alla ricerca di eventuali automezzi o motomezzi in circolazione nei minuti precedenti e seguenti l’ora attendibile dell’attentato.
Sempre che esse funzionino , cosa della quale tanti hanno ed avanzano dubbi.
Tra le linee di indagine certamente quella relativa alla persona interessata all’evento, come tale e per le sue frequentazioni, considerato che il danno maggiore è quello discendente dalla totale distruzione della sua autovettura.
Ma sembra ben difficile che gli attenti investigatori omettano di valutare la linea di indagine connessa alla cooperativa della quale il De Grazia era responsabile.
Certo che dovremmo fare riflessioni molto serie se gli investigatori dovessero scoprire che l’attentato è legato alla cooperativa , intesa e trattata dagli autori dell’attentato come un qualsiasi imprenditore. Sembrano lontani i precedenti attentati fatti in Amantea o le bottiglie piene di liquido incendiario lasciate con il corredo di accendino e dei quale la memoria labile della città sembra essersi dimenticata.
Potrebbe trattarsi della riacutizzazione di una fenomenologia intensa e poi misteriosamente andata sottotraccia e di cui nulla si è più saputo, ma anche di una nuova “fiammata” che mira a rendere silente ancora di più Amantea.
Tutti i soci della Cooperativa occorsi sul luogo dei fatti, cominciando dal De Grazia, sono rimasti attoniti e perplessi, incapaci di accettare un evento così terribilmente dannoso per gente che onestamente vive del proprio lavoro.
Ora il minimo che ci aspettiamo è una decisa presa di posizione della intera città, a cominciare ovviamente dall’amministrazione comunale, contro questi eventi inaccettabili che mirano a distruggere quella rendita di libertà che la città aveva conquistato grazie alle Forze dell’ordine ed alla magistratura.
Segue…