La Passione di Andrea, antico racconto degli inizi del VI secolo, narra della morte di Andrea a Patrasso, martire verso l’anno 60 (il martirio in realtà avvenne forse qualche anno più tardi) sotto il proconsole romano Egea, che lo condanna al supplizio della crocifissione. Analogamente al fratello Pietro, Andrea secondo il racconto chiede di essere posto sopra una croce diversa da quella di Gesù: una croce decussata, a forma di “X”, che rimarrà la caratteristica principale nell’iconografia dell’apostolo. Anche in questo caso, come per Pietro, la tradizione mantiene con buona probabilità un reale dato storico: si tratta di una modalità di supplizio non ignota al mondo romano. Dall’antichità alla modernità. Se Andrea Ganzino fosse nato e vissuto in Scozia, oggi non se ne starebbe “inchiodato” ad una sedia di plastica all’interno del Municipio di Amantea. Una leggenda vuole che nel tardo VIII secolo, durante una delle battaglie contro gli inglesi, il re Ungo scozzese vide una nuvola incrociata a salterio, e disse ad alta voce ai propri compagni di osservare il fenomeno, indicativo di una protezione di sant'Andrea, e che, se avessero vinto per questa grazia, lo avrebbero eletto quale loro santo patrono. Purtroppo per Andrea il Municipio di Amantea è in Calabria e a nulla sono serviti quattro articoli indirizzati all’attuale Amministrazione invitandola a trovare una soluzione dignitosa per questo giovane Amanteano che da otto mesi vive in un chioschetto, dopo aver vissuto per mesi in una capanna dello zio Tom, su di una spiaggia a sud di Amantea. Stamattina ho trovato Andrea Ganzino al pian terreno del Comune e gli ho chiesto se c’erano stati dei segnali positivi da parte degli amministratori. La sua risposta è stata una terribile citazione biblica: “Non sperano salario per la santità, né credono alla ricompensa delle anime pure. Le loro mogli sono insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie.” Poi rivolto ancora a me: “Vana è la tua battaglia come pure le tue fatiche senza frutto”. L’aiuto negato da questa amministrazione, non puo’essere sufficienti per quei pochi che hanno piena consapevolezza dei problemi che affliggono questa città martoriata e che ogni giorno si battono nel cercare di ridare dignità al loro paese. Inutile dire che come Amanteano e figlio del Mare di Ulisse, mi sento offeso e impotente davanti a tutto questo.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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