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Questa mattina, la Befana mi ha portato unavocedal Settentrione. A parlarmi, un caro amico: Gianfranco. Durante la conversazione telefonica non molto chiara mi è sembrato che dicesse: “…bisogna inventare una nuova democrazia o almeno provarci….”. Sottraendo del tempo alle foto, mi sono seduto davanti al PC. Quello che segue è la lettera aperta all’amico Lametino.
Compito della filosofia popolare è trarre dalla storia concreta del nostro popolo i principii e le correnti delle specifiche minoranze etniche che da sempre hanno vissuto in questa terra Calabra accarezzata dal Mare di Ulisse.
Così, non solo si scopre un’importante sorgente di rinnovamento, ma si riconosce anche il carattere storico di certe debolezze tipiche, si scorge come esse siano prodotte dallo sviluppo economico, politico, culturale della storia nazionale.
Bisogna dire a noi stessi, innanzitutto, che tutto ciò ha pur sempre a che fare con la gente comune movimento, i poveri, gli sfruttati tutti. Personalità significative che in passato hanno messo a nudo, portandole allo scoperto le virtù e le debolezze del movimento dei lavoratori nazionali.
Sono certo che proprio in queste figure rappresentative si possono cogliere con estrema evidenza le virtù e le debolezze nazionali degli italiani. Per un verso la soluzione di questa problematica nuova e complessa esige un’analisi straordinariamente approfondita e concreta, basata sulla conoscenza più rigorosa di un enorme quantità di fattori.
Senza perdere di vista la necessità non meno importante di una popolarizzazione rapida e variegata. In questo, senza commettere gli errori del passato, da una parte l’intellettualismo staccato dalla vita concreta e reale, dall’altra la volgarizzazione. I grandi pensatori recenti hanno sempre affrontato e risolto solo dialetticamente questo problema.
Come loro, anche noi dovremmo individuare la giusta via. Senza generalizzare i problemi a spese dell’analisi concreta dei fatti. Si troverà una soluzione possibile solo se ci ricordiamo di essere oggi in una diversa situazione, mentre una via nuova si deve aprire ora verso un futuro che annulli e seppellisca la cosiddetta “democrazia rappresentativa” con la sua uguaglianza giuridica e politica, altro non è che una maschera che nasconde le profonde e radicali disparità di reddito e di accesso al potere.
Come pure la libertà è nient’altro che apparenza, che si dissolve nella contraddizione tra il padrone, liberto di determinare i rapporti di lavoro, e il lavoratore libero di scegliere tra la schiavitù che lo vede subordinato al sistema produttivo capitalistico e la prospettiva di morire di fame.
A questo modello di “liberal democrazia” formale, tutta intrisa di interessi capitalistici, bisogna trovare il modo di instaurare una forma di democrazia popolare con la sua uguaglianza economica e sociale. La lotta per raggiungere tale scopo e per la libertà di tutti noi sarà necessariamente come il parto. Doloroso, a volte “tortuoso” e sanguinolente, ma necessario per le future generazioni.
Gigino Adriano Pellegrini & G elTarik
Con “evento” si indica un fatto che è avvenuto o può avvenire in un intervallo di tempo breve e che si può identificare con esattezza, colto non nella sua durata o continuità ma nel suo svolgersi puntuale. Nel linguaggio comune, il termine evento significa fatto importante, fortemente impresso nella memoria individuale o collettiva.
Prima dei fuochi della fine dell’anno sono uscito sul terrazzo. Poche stelle, ma infuocate. Qualcosa stava succedendo. Presi una torcia e salii sull’altro terrazzo da dove osservo sempre lo Stromboli e l’Etna al tramonto. Mi misi a sedere in attesa di qualcosa di indefinito. Un rumore cupo mi portò a guardare di sotto, al terrazzo sottostante. Un uccello si era schiantato sui vetri della finestra del soggiorno. Non poteva essere un uccello locale.
A quell’ora, forse un migratore sperduto oppure un piccione viaggiatore. Non lo saprò mai. Un gatto del quartiere se lo portò via prima che riuscissi a scendere. Una voce venne dal mare di Ulisse mi sembrò quella di Eratostene, l’antico direttore della biblioteca di Alessandria d’Egitto.
Quel signore che per primo dimostrò la possibilità della circumnavigazione della terra. Anche se il suo sapere era vastissimo, secondo alcuni scienziati, mancava di profondità. Sua era la frase: “ Si scoprirà dove ha vagato Ulisse quando si scoprirà il cuoiaio che ha cucito l’otre dei venti”.
Chissà per quale misteriosa ragione, lo spazio lasciato vuoto dall’uccello sul terrazzo, mi apparve come il segno zodiacale della Vergine quando Ulisse incontrò la maga Circe. Ermete, il Dio iniziatore, apparve a Ulisse sotto forma di giovanetto e gli permise di conoscere "gli inganni" della maga e donò ad Ulisse un’erba miracolosa da cui poteva estrarre una pozione in grado di renderlo immune alle magie di Circe.
Non siamo in Agosto e, giustamente, qualcuno si chiederà: “sarà veritiero ciò che racconta questo scriba?” La domanda non è demenziale come sembra, se solo la si riformula come segue: gli aedi dell’Odissea intendevano suggerire che Ulisse stava mentendo e inventando?
Del resto, perché i personaggi dell’Odissea, a Scheria e a Itaca, si sentono così spesso minacciati da cantastorie o itineranti sparaballe? Questa categoria di cantori socialmente utili possono iniziare il loro canto, incominciando da un punto qualsiasi, chiaramente su richiesta dei loro padroni, e, dopo aver supplicato la Musa, sono in grado di esporre ogni episodio desiderato e che concerne specialmente le gesta della loro Signora o Signore. Questi Sparaballe, moderni Aedi son tenuti in particolare considerazione dai Tiranni della Calabria.
Essi girano di corte in corte e cantano durante i banchetti o in occasioni speciali come la fine di un altro anno. La loro ricompensa consisterà in vitto, alloggio e doni.
Ecco il primo petardo! E’ ora di tornarmene dentro casa e ascoltare Leonard Cohen mentre leggo:
“Io e i compagni eravam vecchi e tardi,
quando venimmo a quella foce stretta
dov’ Ercole segnò li suoi riguardi,
acciò che l’uom più oltre non si metta;”.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Sul sito istituzionale disponibile modello per istanza ammissione massa passiva
CROSIA (Cs) – Mercoledì, 4 Gennaio 2023 – Misure per far fronte alle condizioni deficitarie delle casse comunali, nei giorni scorsi si è insediato l’Organo straordinario di liquidazione (OSL) composto dai professionisti contabili Domenico Giordano (dirigente di seconda fascia), Maria Nardo (docente universitario) ed Eustachio Ventura (dottore commercialista e revisore legale) e nominato con apposito Decreto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La Commissione sta lavorando per ricostruire il quadro contabile dell’Ente dopo la pervenuta dichiarazione dello Stato di dissesto. A riguardo, tra le prime azioni poste in essere dalla OSL c’è la quantificazione del quadro debitorio. Lo scorso 27 dicembre 2022, infatti, è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Crosia (www.comunedicrosia.it) l’avviso rivolto a quanti abbiano interesse a presentare istanza per l’ammissione alla massa passiva relativa alla procedura di dissesto.
L’istanza documentata potrà essere presentata utilizzando il modello allegato al predetto avviso, scaricabile sul portale istituzionale.