Falso e abuso d'ufficio , queste le accuse delle quali dovranno rispondere il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, i dirigenti della Regione Giovanni Fedele e Luigi Giuseppe Multari, il funzionario Rocco Sirio, la presidente Marisa Fagà ed i componenti del cda dell’Arpacal.
La vicenda attiene ai decreti di nomina di pertinenza del Presidente Talarico nei quali di solito si legge:
a)Che si prende atto “ della verifica dei requisiti dei singoli candidati alla nomina di che trattasi, effettuata, anche con l'ausilio delle schede ricognitive allegate alle domande ed ai curricula, nonché delle schede di settore da cui si rileva la sussistenza o meno dei requisiti richiesti dalla vigente normativa da parte dell'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 10 del 23 febbraio 2011”;
b) che dai predetti elenchi e dai curricula personali, in atti, il nominato “ risulta in possesso dei requisiti per la nomina in oggetto ed in grado di assicurare il buon andamento ed l'imparzialità dell'Organo al quale viene nominato”;
c) che “la scelta della Pubblica Amministrazione, nella fattispecie, non presuppone una procedura concorsuale, ma impone solo la richiamata valutazione di tutti gli aspiranti e dei requisiti da ciascuno dichiarati nelle domande e nei curricula che hanno costituito il fondamento dell'istruttoria verificativa”;
Il sistema è sempre il medesimo.
Ma poi il sostituto procuratore, Gerardo Dominijanni, ha deciso di porvi fine ed ha inviato un avviso di garanzia al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, ed al funzionario autore delle schede di valutazione relative alle nomine “incriminate”, Rocco Sirio. Sotto indagine anche il CDA dell’Arpacal.
In sostanza il presidente del consiglio regionale deve rispondere di abuso d'ufficio per aver proceduto alla nomina dei componenti del Cda senza che questi avessero i requisiti. Anzi per aver procurato così “intenzionalmente da un verso a costoro un ingiusto vantaggio patrimoniale, dall’altro un danno ingiusto agli aspiranti parimenti la nomina aventi idoneità a ricoprire l’ambito incarico”.
Poi a settembre scorso il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Gerardo Dominijanni ha trasferito l’ inchiesta sull’Arpacal alla Procura di Reggio Calabria, territorialmente competente.
Ora la Procura di Reggio Calabria ha chiuso le indagini sulle presunte irregolarità nelle nomine dei membri del cda dell'Arpacal.
Sette le persone che sono finite nel registro degli indagati con le ipotesi di falso e abuso d'ufficio:
-il presidente del consiglio regionale Franco Talarico,
-il dirigente della Regione Giovanni Fedele
-il dirigente della regione Luigi Giuseppe Multari,
- il funzionario Rocco Sirio
-la presidente del CDA dell’Arpacal Marisa Fagà
-i componenti del cda tra cui l’ex sindaco di Scalea Mario Russo.
Secondo l'accusa i componenti del CDA avrebbero attestato di avere una «comprovata esperienza tecnico-scientifica in materia ambientale» e di aver esercitato almeno «cinque anni di attività professionale riconducibile all'incarico». Requisiti che , invece, secondo la Procura i tre non avrebbero.