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Tre misure cautelari di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per assenteismo sono state eseguite nei confronti di alcuni dipendenti della Città Metropolitana di Reggio Calabria

 

 

 

 

 

 

 

Gli agenti del Commissariato di Polizia di Bovalino hanno eseguito la misura cautelare della sospensione per dodici mesi, emessa dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 3 dei 6 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata e continuata, falsa attestazione della presenza in servizio e peculato d’uso continuato.

Il provvedimento è stato emesso a seguito di indagini condotte nei primi mesi dell’anno sotto il coordinamento della procura della Repubblica, le cui risultanze avrebbero consentito di documentare, anche mediante videoriprese e il monitoraggio satellitare dei veicoli, la sistematica abitudine degli indagati di allontanarsi indebitamente dal luogo di lavoro, traendo in inganno l’ente pubblico di cui sono dipendenti, così conseguendo l’ingiusto profitto della percezione della retribuzione per prestazioni non effettuate.

I cantonieri assenteisti

Si tratta, in particolare, di cinque cantonieri della Città Metropolitana di Reggio Calabria, con il compito principale di vigilanza delle strade provinciali, sorpresi dagli investigatori in frequenti e sistematiche interruzioni del servizio, anche dopo poche ore di lavoro (generalmente un paio), per dedicarsi ad attività personali con l’autovettura di servizio.

Spesso si recavano in centri commerciali, negozi di abbigliamento, aziende agricole o andavano a prendere i figli a scuola o, semplicemente, tornavano a casa.

I fatti sarebbero stati documentati con filmati e foto.

E’ stato calcolato che i cantonieri indagati hanno complessivamente causato un danno patrimoniale alla Città Metropolitana di Reggio Calabria per circa 10.000 euro, corrispondente alla svariate ore di lavoro retribuite ma non effettuate.

Coinvolta una dipendente del Centro per l’Impiego

Nel corso delle investigazioni sono state accertate analoghe condotte fraudolente commesse da una dipendente della Regione Calabria in servizio nella sede di Bovalino del Centro per l’Impiego di Locri, ripresa dalle telecamere mentre, in più occasioni, si allontanava dall’ufficio senza attestare l’interruzione del servizio.

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Sabato scorso, a Rosarno, nell’ambito di un servizio di controllo del territorio disposto dalla compagnia di Gioia Tauro e finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati predatori, i carabinieri della locale Tenenza hanno  arrestato in flagranza di reato, C.A., 63enne di Rosarno, Ispettore Capo della locale Polizia Municipale, in quanto ritenuto responsabile del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

 

 

L’arresto è avvenuto nella mattinata di sabato quando, una pattuglia della Tenenza di Rosarno, impegnata in un servizio di prevenzione nelle vie del mercato settimanale, notava un vigile urbano che,  in uniforme e con l’auto di servizio, si aggirava per le vie del mercato riscuotendo denaro contante, generi alimentari e altre merci da alcuni commercianti.

Insospettiti dall’atteggiamento anomalo dell’Ispettore, i militari della Tenenza decidevano di avviare immediatamente un servizio di osservazione in abiti civili al fine di appurare la liceità della condotta del vigile riuscendo a documentare come lo stesso, avvalendosi della sua qualità di pubblico ufficiale, stesse riscuotendo indebitamente, da alcuni commercianti abusivi e non autorizzati, con pagamenti in denaro ovvero sotto forma di altri generi alimentari, il canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche destinate al mercato.

Pertanto, alla luce del quadro gravemente indiziario raccolto nell’immediatezza,  i Carabinieri decidevano di fermare il soggetto mentre si accingeva a salire a bordo dell’autovettura di servizio, trovandolo effettivamente in possesso della somma contante di circa 40 euro nonché di diverse buste contenenti prodotti ortofrutticoli e cosmetici, ritenuti proventi delle precedenti riscossioni illecite.

Il 63enne rosarnese, al termine degli adempimenti di rito, è stato, dunque, tratto in arresto in flagranza di reato e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria di Palmi che, concordando con le richieste della locale Procura della Repubblica, ha convalidato l’arresto disponendo l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.

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I carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Reggio Calabria, nell’ ambito di un servizio disposto in campo nazionale dal Comando carabinieri Tutela Salute, hanno effettuato controlli nell’intera provincia reggina.

A Bovalino, i militari hanno sorpreso un uomo esercitare un’attività dentistica senza il possesso di alcun titolo abilitativo.

 

 

 

È stata quindi sequestrata la clinica e l’uomo è stato denunciato per aver esercitato abusivamente la professione sanitaria.

A Reggio, invece, è stato denunciato il responsabile di una casa di cura e riabilitative per malattie psichiatriche poiché ha attivato la struttura in assenza di titoli autorizzativi.

A Gioia Tauro infine, in un centro medico polispecialistico e laboratorio di analisi cliniche è stato denunciato un impiegato per esercizio abusivo della professione mentre il legale responsabile e il direttore sanitario sono stati denunciati per aver agevolato l’uomo ad esercitare l’attività di prelievo ematico senza abilitazione. (ANSA)

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