
Ecco il comunicato stampa della Federazione di Reggio Calabria
“É, ormai, di dominio pubblico la notizia relativa ad una pesantissima inchiesta della Procura della Repubblica guidata dal dott. Federico Cafiero De Raho che
coinvolgerebbe tutta la giunta comunale di Reggio Calabria, a partire proprio dal fallimentare sindaco Falcomatà.
Sembrerebbe, infatti, che quasi tutti i componenti della giunta, a partire dal sindaco, sarebbero i destinatari di un provvedimento della Magistratura.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sarebbero finiti una miriade di discutibili atti e delibere dell’amministrazione Falcomatà che, fra l’altro, furono oggetto di fortissima e unanime indignazione dell’opinione pubblica.
Atti e delibere che hanno rappresentato la rapida e ingloriosa conclusione del rapporto di fiducia e del gradimento della città nei confronti del sindaco dei selfie Falcomatà.
Infatti, la vicenda “Miramare” coniugata alla vergognosa vendita ad un privato di una larga porzione di Parco Caserta rappresentano fatti gravissimi ed indelebili che costituiscono uno sfregio permanente nei confronti di Reggio e dei reggini.
Si é trattato di episodi che hanno evidenziato l’assoluta mancanza del benché minimo senso del Bene Comune da parte della fallimentare giunta Falcomatà.
In tal senso, auspichiamo che la Magistratura proceda con fermezza e vada avanti nella sua azione finalizzata al banale rispetto delle leggi e delle norme. Ricordiamo che, proprio in merito alla vendita ai privati di Parco Caserta, il PCI ha formalmente presentato due dettagliati esposti alla Procura reggina.
Nonostante la diffusione della notizia esplosiva concernente il coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria della giunta Falcomatà, dobbiamo drammaticamente registrare il trasversale ed assordante silenzio tombale che sta accompagnando questa vicenda.
Infatti, tutti silenti e conniventi: non si ode nessuna voce da parte di alcun partito, movimento o associazione, nonchè, e figuriamoci il contrario, di qualsivoglia consigliere comunale né di maggioranza né della finta e inesistente minoranza.
Noi comunisti, al contrario dei tanti lacchè, da molto tempo denunciamo, in maniera assolutamente solitaria, le palesi malefatte che hanno caratterizzato la pessima azione amministrativa della fallimentare giunta Falcomatà; in tal senso, in tempi sospetti, avevamo profeticamente denunciato la grave e macroscopica “questione morale” che caratterizza e coinvolge gravemente l’amministrazione comunale di Reggio.
Oggi i fatti ci danno ragione!!
E’, pertanto, venuto il momento di spazzare rapidamente via la fallimentare giunta Falcomatà poiché questa ulteriore grave vicenda giudiziaria conferma, senza appello, il tracollo etico e morale della nostra città provocato da un sindaco e da una giunta totalmente inadeguati.
La Federazione reggina del Partito Comunista Italiano”
Questo è il suo racconto:
"Domenica pomeriggio, erano circa le 15:30, ero sul lungomare di Marina di Gioiosa Ionica.
All'improvviso ho sentito una bambina piangere e gridare aiuto e poi ho visto una testa uscire dal mare, era un bambino; quando ho capito cosa stava succedendo ho buttato via tutto, zaino e cellulare, e mi sono subito buttato in acqua.
Per tre volte ho provato a prendere la mano del bambino, ma non ci riuscivo, le onde erano troppo forti e mi riportavano verso la riva.
Allora ho provato ancora una volta e finalmente sono riuscito a toccare il bambino, ad afferrare la sua mano e a riportarlo verso la riva.
Il bambino aveva tanta paura, piangeva.
Io gli ho detto stai tranquillo, non piangere, ora sei salvo.
Il bambino poi si è calmato, ma a me girava la testa.
Appena ho visto il bambino non ho pensato a niente, poi quando ho capito che era salvo ho ringraziato Dio e mi è salita tutta la paura e la stanchezza.
Ma ora io sono contento, perché adesso questo bambino è come nato per la seconda volta.
Ho pensato che forse per questo la vita non mi ha portato a Gioiosa".
Si tratta di Ahmed Ripon, di 18 anni,(nella foto) arrivato in Italia dal Bangladesh circa un anno fa, su uno dei tanti barconi che approdano sulle nostre coste e che, dopo essere stato accolto in un centro per Minori Stranieri Non Accompagnati, è arrivato a Gioiosa Ionica, come richiedente asilo, ospite del Progetto di accoglienza aderente alla Rete SPRAR, di cui è titolare il Comune di Gioiosa Ionica e gestito dalla Rete dei Comuni Solidali.
La mamma del giovanotto dice "Siamo grati a Ripon. Anche io ero lì, ho provato ad andare incontro a mio figlio, ma le onde mi riportavano sempre a riva.
Se non ci fosse stato lui, ma non ci voglio pensare.
Ripon è stato il nostro angelo, è come se mio figlio avesse avuto una seconda possibilità, credo davvero che se fossero passati solo altri pochi secondi forse il mio bambino non ce l'avrebbe fatta. Ripon potrà sempre contare su di noi.
Ora, con mio figlio, sono diventati grandi amici e noi gli saremo per sempre grati".
Ne approfitta Giovanni Maiolo il coordinatore del progetto Sprar di Gioiosa Ionica per dire : "Una storia a lieto fine. Ma non è solo questo. E' una di quelle storie semplici che ci dovrebbero permettere di provare ad andare oltre. Oltre un confine geografico, oltre un colore di pelle, oltre il mero e banale pregiudizio. E' una storia di umanità. Di cuore e coraggio, di speranza e nuove opportunità. Tutto quello che dovremmo tener vivo ogni giorno della nostra vita".
E’ successo a Nicotera.
Ieri mattina 27 agosto.
Erano saliti a Ricadi ed erano diretti Rosarno.
Trovati senza biglietto dal controllore sono stati fatti scendere a Nicotera.
Un biglietto che costa 2,4 euro!
Appena scesi se la sono presa con i cestini della differenziata distruggendo.
Nessuno al momento ne ha parlato.
In fondo si tratta di intemperanze giovanili.
Piccole reazioni di giovani abituati a non rispettare le leggi.
Ci dicono che si tratta di 5 giovani che sono l’avanguardia della globalizzazione.
Quelli che ci offrono uno stile di vita che sarà uno stile di vita per moltissimi di noi.
Non vorremmo aver capito male e che cioè anche gli altri, cioè quelli che oggi abbiamo uno stile di vita tutto nostro, dobbiamo salire in gruppo sul treno senza biglietto, essere fatti scendere a forza spaccando poi quanto troviamo con la certezza di restare impuniti.