
Ieri notte, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro (RC), in esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa in data 16.06.2017 dal Tribunale di Palmi – Ufficio G.I.P. – G.U.P., hanno provveduto ad arrestare Z.V. di anni 63, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio.
Z.V. è ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una minore di dieci anni, commesso in data 07.06.2017.
Una vicenda invero ancora confusa nei suoi contorni.
La vicenda prende le mosse dalla denuncia inoltrata il 07.06.2017 da una madre che arrivata con un po’ di ritardo all’uscita della scuola segnalò al 112 l’allontanamento della figlia dalla stessa scuola
Immediatamente i militari del locale Comando Arma si mettevano alla ricerca della bambina che, dopo circa 30 minuti, ritornava dai genitori accompagnata dall’uomo.
Tuttavia i Carabinieri, insospettiti dall’insolita circostanza dell’allontanamento e dall’atteggiamento ambiguo ed in parte confuso da parte della bambina, decidevano di approfondire l’intero episodio cercando di far luce su quanto accaduto.
Il controllo delle immagini tratte da alcuni sistemi di video-sorveglianza della città, permetteva di verificare come l’uomo approfittando del fatto che la bimba fosse rimasta da sola, era riuscito ad attirare la sua attenzione con dei cagnolini convincendola convincerla a seguirlo presso la sua abitazione.
Una volta giunti all’interno della casa, l’uomo non avrebbe esitato a manifestare il suo interesse nei confronti della bambina iniziando ad abusarne con amorevolezze e carezze, assolutamente non gradite, in diverse parti del corpo.
Dopo circa mezz’ora la riportava davanti alla scuola permettendole di raggiungere i genitori.
La Procura della Repubblica di Palmi, dati i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato e ritenute sussistenti le esigenze cautelari, non ha esitato a richiedere all’Ufficio GIP l’applicazione di un’idonea misura cautelare nei confronti dell’uomo al fine di interrompere la condotta delittuosa ed evitare che potesse commettere ulteriori reati, financo di maggiore gravità
L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Sono stati sequestrati beni per 100mila euro a un'associazione culturale.
Parliamo di una associazione che ha ricevuto contributi pubblici.
L'ente aveva ricevuto contributi pubblici dalla Provincia per due eventi e dai controlli sono emerse gravi irregolarità.
Beni per 100mila euro sono stati sequestrati a un'associazione culturale reggina e al suo presidente da parte delle fiamme gialle del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, coordinate dalla locale procura.
Il sequestro è il risultato di un controllo condotto dal Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria nei confronti di un ente no-profit che aveva percepito contributi pubblici, per complessivi 100mila euro, erogati dalla Provincia di Reggio Calabria, per due manifestazioni di promozione sociale e culturale che si sono svolte in città nel corso del 2012 e del 2013.
Dal controllo, fanno sapere i finanzieri, sono emerse «gravi irregolarità».
I documenti giustificativi delle spese per l'organizzazione degli eventi, spiegano i finanzieri, «sono risultati in tutto o in parte irregolari, non veritieri o, comunque, non conformi» a quanto richiesto dalla legge.
Il rappresentante legale dell'associazione è stato denunciato per falso e truffa aggravata.
Sembra che in tempi di difficoltà finanziarie degli enti locali si imponga da parte della Gaurdia di Finanza in tutti i comuni più poveri, quali sono certamente quelli calabresi, una forte attenzione anche ai contributi assegnati alle associazioni culturali ( e soprattutto a quelle pseudo tali) che sperperano i soldi dei contribuenti.
E soprattutto alle giustificazioni portate ai comuni.
Si tratta di Don Giorgio Costantino, parroco della Madonna del Divino Soccorso.
"Nel cuore della notte stavano giocando a calcio davanti alla canonica della Madonna del Divino Soccorso di Reggio Calabria, utilizzando come porta il cancello dell'edificio.
Quando il pallone ha scavalcato la recinzione, con una bottiglia hanno forzato la serratura per andare a recuperarlo.
A questo punto sono stati sorpresi dal parroco, don Giorgio Costantino, svegliato dal gran baccano, che ha detto loro di smetterla.
Per tutta risposta, uno del gruppo ha cominciato a picchiarlo con pugni e calci con tanta violenza da lasciarlo esanime a terra.
Una reazione spropositata su un uomo cardiopatico di 74 anni, che ha spaventato gli altri giovani presenti.
L'aggressore è stato portato via dal resto del “branco” mentre uno dei ragazzi si è fermato a soccorrere il sacerdote, ricoverato in ospedale in coma e sottoposto a un delicato intervento chirurgico per la riduzione di un grosso ematoma.
Intanto, i carabinieri, che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza, stanno indagando per cercare di risalire agli autori della deprecabile aggressione.
Non la prima, contro la parrocchia. Già a settembre, alcuni vandali, al momento ancora ignoti, avevano devastato il centro d'ascolto dove don Giorgio e i volontari prestano aiuto a poveri e bisognosi.
In quella circostanza, il sacerdote aveva sporto denuncia.
Don Giorgio è anche giornalista e, in questa veste, ha guidato i briefing con i giornalisti italiani ai Sinodi dei Vescovi dal 1990 al 2010.
Con la sua comunità parrocchiale, anni fa è stato anche protagonista di uno spot dell'Otto per mille".
Sull'episodio, che ha scosso la città, è intervenuto anche il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, condannando «con forza la vile aggressione» e confermando «vicinanza e solidarietà a monsignor Costantino e alla Chiesa reggina per l'impegno profuso in favore degli ultimi». «L'episodio - si legge ancora nella nota della Prefettura reggina - è stato oggetto di esame nel corso dell'odierna riunione tecnica di coordinamento delle forze dell'ordine».