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Secondo l’accusa rubavano gli assegni durante la spedizione postale.

Poi gli assegni venivano falsificati nell’importo e nel creditore

Di seguito la negoziazione su conti correnti aperti appositamente od appartenenti a persone compiacenti o vicine agli indagati.

Trovati conti correnti con centinaia di migliaia di euro

Perquisite le abitazioni di 9 indagati

Sequestrati documenti di riconoscimento falsificati , documentazione bancaria, e documentazione bancaria falsificata per la concessione di carte di credito.

Ecco i nomi degli 12 arrestati su provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Paola su richiesta della Procura, di cui 7 in carcere:

-Rosario Campagna, di 50 anni, domiciliato a Praia a Mare;

-Antonio Sorrentino (37), di Napoli;

-Biagio Carrozzino (57), residente a Scalea;

- Biagio Limongi (51), domiciliato a Tortora;

-Massimo Capalbo (29), residente a Grisolia;

-Salvatore Capalbo (63), di Grisolia;

Mario Bernardo (59), domiciliato a Belvedere Marittimo, tutti già noti alle forze dell'ordine.

E quattro ai domiciliari :

- Barbara Ciccone (41), residente a Tortora;

Angelo Marsilli (37), domiciliata a Tortora;

Angelo Biancamano (43), residente a Scalea;

Giovanni Pugliese (59), residente a Santa Maria del Cedro;

Michele Cirasuolo (53), residente a Tortora, già noto alle forze dell'ordine.

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Non c’è pace per la nobile Arma dei carabinieri sul Tirreno Cosentino. Dopo la triste vicenda appena conclusasi del luogotenente dei CC Mario Lucia, già comandante della Stazione di Diamante, prossima a Scalea, accusato di aver sfruttato la sua divisa per favorire indebitamente gli interessi economici di un familiare, e finita con il patteggiamento di una condanna a due anni di reclusione( la pena è stata sospesa), ecco la vicenda del luogotenente Ilario Castrenze, comandante di Stazione a Scalea, arrestato dai suoi stessi colleghi mentre si trovava in congedo per convalescenza.

La notizia si è sparsa sulla costa lasciando tutti a bocca aperta.

Il luogotenente Castrenze, ormai prossimo alla pensione, è conosciuto come un indefesso lavoratore.

Una storia quella di Castrenze ancora non perfettamente nota nei suoi particolari, anche se sembra che abbia preso le mosse “per iniziativa del Comando provinciale dei carabinieri, guidato dal colonnello Francesco Ferace e dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, entrambi impegnati in un intenso controllo dei comportamenti assunti dai loro sottoposti”.

Ora il luogotenente Castrenze ( già sospeso dal servizio) in attesa del processo è ristretto tra le mura del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

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Se in Italia ci fosse una vera Giustizia la maggior parte dei politici e dei massimi dirigenti sarebbero in galera e le chiavi in fondo al mare! Questo se è vero quanto denunciato dall’imprenditore di Belvedere Marittimo Filippo Natale.

Filippo Natale con una lettera inviata alla Procura della Repubblica di Paola, al Prefetto di Cosenza, al ministero degli Interni di Roma, al sindaco del comune di Belvedere e al Comando generale dei carabinieri di Roma racconta che : “nel febbraio del 2009, per effetto delle incredibili condizioni atmosferiche abbattutesi su tutta la Calabria e in special modo sul Comune di Belvedere M.mo la mia società , così come altre, è stata chiamata ad intervenire per effetto di ordinanze sindacali contingibili ed urgenti al fine di mitigare danni, liberare abitanti di intere frazioni intrappolate e limitare i disagi alla popolazione, la sommatoria di tali interventi, contabilizzati fatturati, verificati e pure certificati assommano a circa € 1.300.000,00, per i quali a tutt’oggi non abbiamo ricevuto neanche un euro. Per effetto di tali esorbitanti esposizioni, mio malgrado mi sono trovato ad accumulare debiti verso gli enti dello stato, verso i fornitori, verso le maestranze. Poichè i tempi di riscossione di tali crediti si dilatavano all’infinito, per effetto di coscienza e giustizia ho dovuto alienare numerosi beni e macchinari per poter pagare le maestranze e parte dei fornitori, omettendo di ottemperare al pagamento delle spettanze degli enti pubblici per una cifra inferiore ai 200.000,00 euro circa, oggi diventati nelle mani di Equitalia, oltre 350.000 euro, per effetto di interessi e sanzioni ai limiti di tassi usurai. Ed oggi siamo all’epilogo, funzionari di Equitalia, per effetto dei miei debiti ascritti alle loro spettanze, mi hanno contattato per effettuare il pignoramento delle poche attrezzature rimaste e grazie alle quali effettuiamo piccole lavorazioni per la sopravvivenza non dell’azienda, ma personale e della mia famiglia. A nulla sono valse le mie proteste civili per chiedere l’eventuale compensazione tra debiti e crediti, dopodiché ho di fatto impedito che il pignoramento venisse effettuato senza la presenza del mio legale, ma dico di più, se il pignoramento diventasse esecutivo, vi preannuncio sin d’ora che provvederò istantaneamente ad occupare il Comune di Belvedere M.mo, per effetto del debito che lo stesso ha nei miei confronti. E mi fermerò solamente se userete la forza. Questo è quanto. Morirò ucciso per effetto di uno Stato usuraio e tiranno che sopprime i propri cittadini invece che tutelarli”,

Ma davvero questo è uno Stato? Davvero questa è giustizia? Arriverà mai la giustizia umana( quella Divina è sempre troppo lontana) per arrestare i responsabili e tradurli nelle patrie galere così fredde e profonde da essere la loro dimora finale?

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