Cleto, l’antica Petramala, è un paesino del cosentino di poco più di 1300 abitanti posto sulle colline che fronteggiano le isole Eolie tra l’Oliva ed il Savuto.
L’ultima giunta è stata eletta a seguito delle consultazioni elettorali del 15-16 maggio 2011 e sarebbe dovuta durare fino al 2016
Nulla faceva presagire quanto occorso proprio oggi primo aprile. Davvero un bello scherzo quello poto in essere da sei consiglieri, tre di maggioranza e tre di minoranza che hanno sfiduciato il sindaco dimettendosi contemporaneamente e presentando le dimissioni al protocollo dell’ente.
Cleto ha un Consiglio Comunale, composto dal Sindaco e da 9 consiglieri, per cui 6 dimissionari rappresentano la maggioranza del consesso e quindi tali dimissioni importano lo scioglimento dell’amministrazione
Il Consiglio Comunale, ora venuto meno, era composto dal sindaco Giuseppe Longo, dal vicesindaco Bossio Armando, con deleghe: Affari generali - Organizzazione personale - Sport - Protezione civile - Politiche Giovanili - Impiantistica sportiva – Viabilità, e dagli assessori Briglio Giuseppe , con deleghe al Bilancio e patrimonio - Trasporti - Programmazione e gestione territoriale - Attività economiche e produttive, e Giannuzzi Francesco, con deleghe all’ Agricoltura foreste e forestazione - Risorse idriche e ciclo integrato delle acque, dai consiglieri di maggioranza Pagliaro Veronica, con delega in materia di Tutela della salute e politiche sanitarie - Pubblica istruzione e politiche culturali e che rivestiva la carica di presidente del consiglio, Candido Giuseppe , con delega in materia di Politiche sociali-mercato del lavoro edilizia e politica della casa-strutture ed infrastrutture, Bruni Antonio, con delega in materia di Turismo-Spettacoli-Beni culturali-Politiche dell'ambiente e sua tutela (smaltimento rifiuti)
In uno costituivano il consiglio comunale anche i consiglieri di minoranza Furano Giuseppe, già sindaco, Filice Giuseppe, anche lui già sindaco , e Danubio Raffaele.
Sembra che alla base delle dimissioni ci sia , tra l’altro, la mancata volontà del sindaco Longo di aderire al pagamento di una parcella da 70 mila euro ad un noto legale cosentino e relativa ad un procedimento che ebbe ad interessare alcuni amministratori tra cui il vicesindaco.