«Dopo i ballottaggi nel partito entriamo con il lancia fiamme».
Così ha detto Renzi al quale non sono andate giù le critiche della sinistra interna che ha attribuito il mancato successo dei candidati dem alle elezioni amministrative ed anche alla “strana alleanza” con Denis Verdini.
«Non c’è nessuna alleanza tra Pd e Verdini in Italia» ha poi assicurato Renzi.
Poi ha attaccato. «Abbiano un problema di classe dirigente perché in altri paesi ci si confronta e non ci si fa la guerra nello stesso partito, mi colpisce che ci sia questa continua guerriglia interna invece di parlare di problemi veri».
Tra i territori da bonificare la Calabria: “Ferr’e fuoco”.
Nessuna paura, invece.
Al massimo, come dice il segretario regionale del Pd Calabria Magorno,«Il risultato elettorale, dopo il turno di ballottaggio di ieri, determina in maniera netta e urgente la necessità di una riflessione seria finalizzata al rilancio dell'azione politica del Partito democratico in Calabria».
Poi ringrazia «… tutti i candidati che si sono messi in gioco per attuare con impegno e passione un auspicato cambio di passo nell'interesse delle proprie comunità».
Infine evidenzia che « È il momento di riflettere e di lavorare per l'unità: nei momenti di difficoltà è importante restare uniti».
Allora niente lanciafiamme.
Già il PD perde voti e consenso, perdere bruciati anche tesserati non è auspicabile.
Allora la risposta sta nelle direzioni regionali , fissata per il 28 giugno, e nei convegni di cui uno che si terrà a Catanzaro il prossimo 29 giugno
Direzioni e convegni che non affronteranno i problemi del PD calabrese, dove tutto si perdonerà e tutti si perdoneranno.
E così vincerà l’antico motto che squadra che perde non si cambia.
Ed a nulla serve l’ultima metafora di Bersani che dichiara“Non vedono nemmeno una vacca in corridoio” a significare che il bovino passato inosservato sono le avvisaglie del non edificante risultato elettorale del Pd.
E così Oliverio pagherà il prezzo della costituzione dei comitati per il SI e continuerà in” totale autoreferenzialità dell'azione amministrativa della giunta regionale, e continueranno le nomine, le deleghe, gli investimenti, le iniziative, decise in tavoli clandestini e non istituzionali, senza alcun dibattito politico né in seno al partito e tantomeno in seno al consiglio regionale. Dame bianche e dame nere, ciambellani e avventurieri che ancora scorrazzano per gli uffici e nelle istituzioni a parodia pasoliniana del clima da fine regime che si registra, mentre cresce lo scollamento tra cittadini e partiti e tra questi ultimi e la democrazia”.
Intanto, almeno altrove, la gente prende consapevolezza e vota per il cambiamento.
Forse aveva ragione Renzi: per salvare la Calabria ci voleva il lanciafiamme!
E non è peregrino il dubbio che sia stato, in parte, il PD a fare paura a Renzi ed a fargli provare la paura di cadere!