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Renzi-e-CalendaCalenda e Renzi divorziano prima ancora di aver celebrato il matrimonio. Possibile? In politica tutto è possibile. Niente partito unico dei riformisti. Il sogno di diventare l’ago della bilancia del panorama politico italiano si è infranto all’improvviso e si è rivelato un fuoco dipaglia dopo il flop nelle elezioni regionali in Lombardia e nel Friuli Venezia Giulia. I risultati deludenti hanno dimostrato che l’elettorato italiano non ha nessuna voglia di centro e non si fida dei voltagabbana. Questo divorzio annunciato mi ricorda i divorzi di Stanlio ed Olio, di Ric e Gian, di Boldi e De Sica, di Cochi e Renato, di Jerry Lewis e Dean Martin. Anche questi si separarono. Destino crudele dei comici!

Di chi è la colpa di questa improvvisa rottura? Calenda accusa Renzi. Renzi replica con frecciatine ed attacchi velenosi. Ormai i due uomini politici siodiano, non si sopportano a vicenda. Due galletti non possono stare nel medesimo pollaio. Cosa faranno nelle prossime elezioni europee del prossimo anno? In mancanza di apparentamenti per Italia Viva e per Azione si prevedono giorni difficili e disastri. Ma quale è il vero motivo della rottura fra Italia Viva e Azione? C’è un motivo politico o c’è dell’altro? Certamente. Ma la rottura e la distanza fra i due schieramenti riguardano anche i soldi e la leadership dell’eventuale partito unico. Matrimonio sciolto prima di essere celebrato perché matrimonio di interesse. Questione di soldi, questione di visibilità, questione di interesse, questione di leadership. Renzi rifiuta di sciogliere Italia Viva quando nascerà il nuovo partito e nel frattempo diventa direttore del giornale “Il Riformista”. Renzi ha dunque un giornale? Se ne faccia uno anche Calenda così saranno pari e patti e la pace ritornerà fra i due e non ci saranno complicazioni fra i loro parlamentari. Ma Calenda, ricordiamolo, è l’uomo delle giravolte politiche. Nelle ultime elezioni politiche si era alleato col Pd di Letta salvo poi abbandonarlo e allearsi con Renzi. Prima chiede a Renzi di fare un passo indietro e poi si lamenta che Renzi non partecipa alle riunioni. Prima chiede ai dirigenti di Italia Viva di smorzare i toni ma poi attacca Renzi sui social, infangandolo e denigrandolo. I cinguettii di Calenda sono al veleno. “ Non ho mai ricevutoavvisi di garanzia, rinvii a giudizio, condanne. Non ho accettato soldi da nessuno. Quando non ero al Senato ero a fare iniziative sui territori per Azione e Italia Viva, non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi”. Questo sui social. Ma c’è dell’altro. Alcuni pensano che la vera causa del distacco di Renzi da Calenda sia la malattia di Silvio Berlusconi. Berlusconi è ricoverato, è malato grave, non potrà fare più politica come prima. Dovrà pensare principalmente alla sua salute e alla sua famiglia. E allora Renzi, furbacchione, crede che il momento per diventare leader di uno schieramento liberale, cattolico, riformista, europeista, atlantico, stia per arrivare. Si realizzerebbe il sogno di Berlusconi. Fantapolitica? Chi vivrà vedrà. Renzi, per sopravvivere, ha una sola possibilità di sopravvivenza politica, diventare l’erede di Berlusconi. Piace ai parlamentari e agli elettori di Forza Italia.Impresa, però, difficile e pericolosa. Fini e Alfano ci hanno provato, sono miserabilmente falliti, scomparsi dalla scena politica italiana, come scomparsi i loro partitini. Ma Renzi, pur essendo a volte antipatico e presuntuoso, è molto intelligente e potrebbe essere un possibile successore del Cavaliere, che è diverso da erede. In bocca al lupo!

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renzi conte-2Domani avremo un altro governo, un Conte ter, con un semplice rimpasto, grazie ai costruttori di poltrone. Il mercato delle vacche è bello e pronto. E quindi uscimmo a riveder Mastella. Chi Clemente? Esattamente, ma anche la moglie Lonardo, eletta senatrice nelle liste di Forza Italia, ma ora, dopo una piroetta, nel Gruppo misto. Anche lei fa parte dei responsabili? No, ora si chiamano costruttori. Cosa vorranno costruire? Un nuovo governo, il terzo di Giuseppe Conte, con una nuova maggioranza. L’ennesima, nella speranza di poter superare l’ostacolo Renzi. I giornali italiani e i vari commentatori politici che ogni giorno pontificano nei vari talk show l’hanno presa male che Renzi abbia innescato la crisi di governo. Se l’Italia fosse un paese normale il Premier Conte sarebbe dovuto salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni perché due Ministri e un Sottosegretario lo hanno abbandonato e il partito di Renzi “Italia Viva” si è allontanato dalla maggioranza. Allora è vera crisi di governo? Ma quale crisi. Sono solo scaramucce per ottenere visibilità e qualche poltrona importante. L’Italia sta soffrendo, siamo sull’orlo di una rivoluzione. Ci chiudono in casa fino a marzo e Conte e Renzi, Zingaretti e Di Maio litigano sulla spartizione del Mes e del Recovery Plan. E tutti zitti. A quanto pare questa volta Renzi non ha bluffato. Ma Conte non si è scomposto. Prende tempo e la prossima settimana si presenterà alle Camere. Non vuole dimettersi, non vuole andare a casa, non vuole elezioni anticipate. Ma le elezioni anticipate non le vuole nessuno. Nessuno vuole ritornare a casa a fare il disoccupato. E così avremo il terzo Governo Conte con una nuova maggioranza con un bel patto di legislatura, come predica da settimane Zingaretti. Un governo con gli stessi parlamentari? Quasi. Spostando qualcuno, inserendo qualche responsabile e forsanche qualche renziano perché a quanto pare Renzi stia facendo marcia indietro. E le parole di fuoco verso il Premier Conte dette da Renzi nella conferenza stampa? Sono solo parole e le parole si sa volano e non lasciano tracce. Per il bene dell’Italia, dicono, si metteranno tutti d’accordo perché nel bel mezzo di un’emergenza, con vaccini che non arrivano, con morti che aumentano, con un Recovery Plan di 210 miliardi da spalmare, con una grave crisi economica e sociale, con i trasporti, la scuola, la sanità che vanno a catafascio, sarebbe da irresponsabili lasciare la nave Italia che affondi in un mare in tempesta. Tanto è vero che Conte è salito al Quirinale non per rassegnare le dimissioni ma per assumere ad interim il Ministero dell’Agricoltura. La prossima settimana si presenterà in Parlamento per ottenere la fiducia. Da chi? Dal M5stelle, dal Pd, da Leu e dai responsabili. E chi sarebbero i responsabili? Sarebbero i voltagabbana, i traditori, i quaquaraqua, i tappabuchi che hanno lasciato i partiti che li hanno eletti in Parlamento. Chi realmente siano a Conte non interessa sapere, interessa il loro voto che gli servirà per continuare ad essere il Premier italiano. Punto. Il resto sono quisquilie, pinzillacchere. Una nuova maggioranza? Certo. Scolorita, però, da accordi indecenti. E in un paese normale questo non dovrebbe accadere. Ma in Italia dopo un anno di decine e decine di conferenze stampe notturne, dopo decine di Dpcm, dopo le passeggiate a piedi di Conte per le vie di Roma per stringere mani, per ascoltare gli elogi e i ringraziamenti ora non ci dobbiamo meravigliare. Conte è persuaso, è arciconvinto di essere davvero il santo protettore, l’uomo della provvidenza e che tutto questo sposterà più in là la sua sopravvivenza. Fine della sceneggiata.

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fulmineDi solito quando tuona e il cielo è squarciato da lampi è il preludio di una tempesta. Il contadino si affaccia dall’uscio di casa a rimirar le rossastre nubi e scruta il cielo e ripone la zappa in un cantuccio e si accomoda in cucina accanto al focolare scoppiettante e prepara una bella pignatta di fagioli per la parca mensa. Questa volta, però, tanto rumore per nulla. La pioggia tanto attesa e desiderata non è arrivata. Era stata a lungo minacciata. Dopo i lampi ed i tuoni non c’è stata la tempesta annunciata. E’ ritornata la quiete, apparente. Renzi aveva proclamato chissà che cosa, aveva preannunciato sfracelli, e poi alla fine c’è stato soltanto un goffo tentativo di agganciare Salvini, Berlusconi e la Meloni sul terreno delle riforme e sulla proposta sul Sindaco d’Italia. Roba fritta e rifritta. Ci hanno provato in tanti, gente più esperta di Renzi e non ci sono riusciti. L’atteso discorso alla nazione a “Porta a Porta” di Bruno Vespa annunciato come una bomba, alla fine si è rivelato un piccolo petardo della fiera di San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea. Il solito Renzi. Parla, parla, minaccia ma non affonda. Alla fine non fa cadere il Governo, dice che voterà la fiducia, rimanda alle calende greche la sfiducia al Ministro Bonafede. L’intera vicenda, caricata ad arte, ha lasciato tutti scontenti e la maggior parte degli ascoltatori che si aspettavano chissà che cosa ha cambiato canale. Io mi sono appisolato. L’apparizione di Renzi in televisione annunciata dai Media doveva essere una bomba. Ma quale bomba, un petardo. Come le altre volte si è rivelata una sorta di operazione di marketing di uno che crede di essere un leader politico e che ogni giorno il suo partitino che non ha preso nessun voto dagli italiani perché nato dalla scissione del Pd, perde consenso e allora Renzi ha paura di andare a votare perché ha capito che la sua Italia Viva, ma è quasi morta già sul nascere, anche se ogni tanto raccoglie lungo la via i voltagabbana, i quaquaraqua, gli ominicchi che abbandonano i loro partiti che li hanno eletti in Parlamento, non supererebbe la soglia di sbarramento del 5%.

Amici, l’Italia non decolla. E’ ferma da anni. Le fabbriche chiudono i battenti. Molti operai stanno perdendo il posto di lavoro. Ancora non si sa che fine farà l’acciaieria di Taranto, la Whirpool di Napoli. L’Alitalia non si sa se continuerà a volare malgrado i miliardi concessi dallo Stato. L’altra compagnia Sarda alla fine del mese licenzierà piloti e maestranze. I solai delle scuole e i ponti crollano. Siamo in piena crisi. E ora ci mancava pure il Coronavirus cinese, ma che è arrivato in Italia. Ora fa tanta paura. In tre comuni della Lombardia le scuole sono state chiuse e il Sindaco ha invitato la gente a non uscire di casa. Gli effetti sono arrivati anche nel calcio dilettantistico e professionistico. Rinviate 40 partite. L’emergenza Coronavirus ha condizionato anche il campionato di calcio di serie A. Non si giocheranno le partite in programma in Lombardia e Veneto. Le grandi e le medie opere sono ferme. Il Governo è fermo ma il Premier Conte ha promesso che la prossima settimana presenterà l’Agenda del 2023. Le intenzioni sono anche buone, ma con una maggioranza che litiga su tutto non c’è nessuna speranza che possa andare in porto. Come si possa andare avanti così è un mistero. E i giornali e le televisioni con i suoi talk show serali e notturni invece di occuparsi di cose serie sono costretti per riempire le pagine dei giornali e per avere uno share d’ascolto mediocre, a parlare di Renzi, quello che pensa Renzi, quello che fa Renzi, dove è andato a sciare Renzi, cosa mangia Renzi, con chi ha trascorso la serata romana Renzi, quali sono state le sue uscite e le sue bombe, che poi bombe non sono state. Le sparate di Renzi ormai non fanno più notizia e la sua apparizione ai talk show non alza l’asticella dello share. Se ne è accorto finanche Bruno Vespa il quale ha potuto constatare che Matteo Renzi non tira più. Evidentemente l’ex Premier non convince più i telespettatori con la sua parlantina toscana. Vogliono fatti non parole. I fiumi di parole li lasciamo volentieri ai Jalisse e al Festival di Sanremo. Ha perso consensi sia dal punto di vista politico che mediatico. Gli anni del 40% sono ormai lontani. Gli elettori, che poi alla fine non sono fessi, hanno finalmente capito che l’ex rottamatore fa tanto casino per nulla. Vuole, forse, qualche altro Ministero chiave e tante, ma tante poltrone per i suoi amici nella spartizione delle nomine nelle società pubbliche. Allora hanno fatto bene se molti telespettatori hanno cambiato canale ed io mi sono addormentato.

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renziAncora una volta Matteo Renzi minaccia il Governo Conte bis, quel Governo che lui ha ardentemente voluto per non consegnarlo all’altro Matteo e per fermare l’avanzata delle destre. Lo minaccia questa volta annunciando una mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per il caso “prescrizione”. Ma ha davvero intenzione di far cadere il Governo? Davvero fa sul serio oppure è un bluff? Sì, è un bluff. Lo fa perché ha fame di visibilità. Lo fa per apparire in prima pagina su tutti i giornali e come prima notizia sui telegiornali. Conte, il Premier, non ci crede ed è pronto a scaricarlo. E’ stufo dei suoi diktat. Se vuole può andarsene. E se va via si va allo scioglimento delle Camere e si va ad elezioni anticipate e per Renzi sarebbe l’inizio della fine. E Renzi non vuole le elezioni anticipate. Ha paura dell’urna. Se si votasse in primavera il suo partitino non supererebbe il quorum previsto dalla Legge e addio sogni di gloria: Leopolda, apparizioni in Tv, interviste, lago della bilancia del Governo Conte, posti di sottogoverno. E poi tutti i suoi seguaci che ora siedono in Parlamento e che sono determinanti per la sopravvivenza del Governo giallo-rosso dovrebbero ritornare nelle loro case e trovarsi una nuova occupazione. Questo non lo vogliono. Abbandonare le comode poltrone del Parlamento li spaventa e allora tireranno a campare, minacciando, provocando, bleffando e poi, turandosi il naso, votando la fiducia a questo Governo che secondo loro fa schifo ma che garantisce loro 17 mila euro al mese solo per scaldare gli scranni del Parlamento. Ma non c’è solo Renzi sulla battaglia della prescrizione che preoccupa Conte, ma pure i grillini lo preoccupano con la scesa in piazza di sabato contro i vitalizi. Manifestazione che indebolisce il Governo. Ma torniamo a Renzi. Oggi tutti i giornali parlano di lui e commentano le dichiarazioni fatte alla stampa e nella trasmissione di Rete 4 ieri sera. Renzi, che per sua scelta, non detiene alcun incarico ministeriale, forse questa volta vuole metterci la faccia. Potrebbe chiedere un rimpasto di Governo e chiedere per lui il Ministero degli Esteri. In questo modo raggiungerebbe due obiettivi: Depotenziare il Movimento 5 Stelle e di Maio e allungare la vita al Governo. E le sceneggiate continuano. E ieri sera ascoltando i commenti dei vari esponenti politici la crisi di Governo dovrebbe essere ad un passo. Forse è vero. Il vento di crisi governativa soffia impetuoso dentro i quartieri generali del Pd e del M5S che hanno finora blindato porte e finestre per non farlo entrare. Ma ieri sera una folata più violenta ha spalancato porte e finestre. Le tensioni, le minacce, le polemiche, le provocazioni hanno raggiunto livelli mai visti prima e il Premier Conte è stato costretto a telefonare al Presidente della Repubblica Mattarella dopo che i Ministri renziani hanno annunciato la diserzione del Consiglio dei Ministri. Cosa abbia consigliato Mattarella è un mistero. Intanto Franceschini, quello che è gravemente ammalato di poltronite, non molla. Riunisce il Ministri del Pd e tenta di salvare il Governo Conte bis e la sua comoda poltrona. Come? Cercando di sostituire i voti di Italia Viva con quelli dei “Respondabili”, pronti ad allungare la vita al Governo e alla legislatura. Ed è subito partita la caccia. E chi sarebbero costoro? I fuoriusciti dei vari partiti che ora sono iscritti al Gruppo Misto e i Deputati e Senatori dei vari partiti dell’opposizione (Forza Italia e UDC) i quali non vogliono le elezioni anticipate perché sono terrorizzati. L’ipotesi di scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate( con scarsa possibilità di rielezione) li spaventa. Meglio un Conte tris che andare a casa. Ma Mara Carfagna smentisce:-Non siamo disponibili-. E Conte come reagisce? E’ apparso in TV dopo il Consiglio dei Ministri e come sempre, spocchioso ed arrogante, ha detto di non avere paura e non teme la fine del Governo. Ma se Renzi questa volta mantiene le promesse per lui è la fine politica. Il posto all’Università lo aspetta.

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"Avete sentito Grillo: bisogna togliere il voto agli anziani! La verità è che bisogna togliere il fiasco a Beppe Grillo. Ma come si fa a dire di togliere il voto agli anziani?".

Lo ha detto Matteo Renzi, aprendo la seconda giornata della decima edizione della Leopolda.

 

 

 

 

 

Il senatore e leader di Italia viva, Matteo Renzi, apre gli interventi nella seconda giornata di lavori alla stazione Leopolda presentando il Family act col ministro Elena Bonetti e rivolge subito una stoccata al garante del M5S, Beppe Grillo: «L'attenzione per i figli non e' contro gli anziani. Avete sentito cosa ha detto Grillo, bisogna togliere il voto agli anziani. Secondo me bisogna togliere il fiasco a Grillo, come si fa a dire togliere voto agli anziani? Il punto vero e' pensare al domani». Renzi torna anche sulla questione del superamento di quota 100, che vede Italia viva in contrapposizione con la manovra varata dal governo: «Quando diciamo che quota 100 non va bene, non stiamo attaccando gli anziani.

Stiamo dicendo che 20 miliardi messi tutti insieme per 120.000 persone per me - secondo Salvini sono 190.000 - non mi interessa il numerino, possono essere 150.000, sono un'assurdita'».

Gli 80 euro, al confronto, «valgono 10 miliardi e vanno a 10 milioni di persone.

Venti miliardi a 150.000 persone e' un'ingiustizia. Non abbiamo niente contro quelli di quota 100, non ho niente contro mio zio, ma quello che conta e' il concetto di fondo.

Solo che tutti fanno polemica e protestano, noi facciamo una proposta per. Il piano che presenta Elena Bonetti e' tutto in positivo».

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Nella foto la sala del Cdm

Il Sen. Matteo Renzi, dopo appena pochi giorni aver dato vita al nuovo Governo Conte e al disarcionamento di Matteo Salvini, ha lasciato il Partito Democratico che lui non ha mai amato malgrado abbia ricoperto la carica di Segretario Nazionale.

Lo seguiranno alcuni Deputati e Senatori.

La base del Pd, però, anche se cresce il malumore e il malcontento per l’abbraccio col Movimento 5 Stelle, non lo seguirà. La diaspora li ha lasciati alquanto freddi.

I duri e puri, quelli provenienti dal Partito Comunista Italiano,non hanno capito perché lo ha fatto, cosa vuole ottenere e dove vuole arrivare.

Molti Deputati e Senatori, suoi carissimi amici e compagni di tantissime battaglie, lo hanno già scaricato.

Ma anche i tantissimi Sindaci che gli devono tutto e fatti eleggere quando lui era in auge ed occupava la carica di Segretario e di Presidente del Consiglio.

Il Sindaco di Firenze Nardella ha fatto sapere che non si sbatte la porta di casa.

Roberta Pinotti, ex Ministro della Difesa,:- Da Renzi scelta sbagliata, incomprensibile politicamente-.

Anna Ascani:- Non me la sento di lasciare il Pd-.

Lorenzo Guerini:- Così Matteo rafforza i sovranisti-.

Luca Lotti, il fedelissimo di Matteo, :- Non lo condivido, ma non sarò mai suo nemico -.

Insomma le assenze pesanti ci sono.

Ma a fare molto rumore sono gli amministratori locali, i Sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali e provinciali dei vari comuni italiani che sono stati eletti grazie a lui.

Ma lui esulta lo stesso, è raggiante:- Siamo in 40 in Parlamento -.

E chiama il suo movimento centrista “Italia viva”, in grado di occupare uno spazio politico al momento, secondo lui,vacante.

Ha svelato a Porta a Porta di Bruni Vespa che non ha nessuna intenzione di far cadere Conte bis.

Questa operazione che lui l’ha chiamata macchiavellica l’ha fatta apposta per dare lunga vita all’esecutivo.

Non farà cadere il Governo Conte di cui lui è stato l’artefice principale almeno fino al 2022 quando si dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

E poi chi glielo fa fare.

Il Governo giallorosso cadrà da solo e sarà impallinato in Senato dai franchi tiratori.

E poi, se si andasse a votare nei prossimi mesi il suo movimento prenderebbe pochissimi voti.

Renzi ha urgente bisogno di tempo e di spazio.

Ma perché Renzi proprio adesso si è staccato dal Pd?

Perché dal Pd non era amato, nel Pd non contava più niente. Era emarginato.

E allora per tornare sotto i riflettori ed essere al centro della vita politica italiana ( i voti dei suoi Senatori sono determinanti e necessari per la sopravvivenza del Governo Conte e dell’alleanza del Pd col movimento 5 Stelle).

Francesco De Gregori che vietò a Bettino Craxi l’utilizzo della sua canzone “Viva l’Italia” in occasione dei suoi comizi elettorali, vieterà anche questa volta l’utilizzo della sua canzone al furbacchione toscano, il quale ha raggirato l’ostacolo facendola diventare “Italia viva”?.

In matematica cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.

Ma il salto della quaglia era pronto da tempo.

Prima però ha voluto far cadere il Governo gialloverde e ha voluto ardentemente l’allontanamento di Matteo Salvini.

Ma cosa vuole davvero Matteo Renzi?

Comandare, comandare, essere al centro della scena politica. Ma l’obiettivo principale è ritornare a Palazzo Chigi.

L’ha capito anche Enrico Letta, ex Presidente del Consiglio defenestrato proprio da Matteo Renzi, il quale ha messo in guardia il Premier Conte e lo ha invitato a non fidarsi del politico toscano, perché è un personaggio diabolico.

Uno ne fa e cento ne pensa.

Letta ha parlato per esperienza personale, infatti dopo il twitty :- Enrico stai sereno-, Renzi ha preso il suo posto.

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Matteo Renzi al suo arrivo a Porta a porta e parlando con Vespa dichiara:“Il nome della nostra nuova sfida sarà ‘Italia Viva’”

“Il Governo non ha problemi.

Lo abbiamo fatto apposta per dare lunga vita al Governo” aggiunge Renzi che precisa:”Il tema è non fare una cosa politichese e antipatica, noiosa.

Vogliamo parlare a quella gente che ha voglia di tornare a credere nella politica”.

 

E: “Il partito novecentesco non funziona più.

C’è bisogno di una cosa nuova, allegra e divertente

“Sono più di 40 i parlamentari; 25 deputati e 15 senatori che saranno con noi – aggiunge Matteo Renzi – .

Per stare tranquilli i nomi saranno resi noti domani”. 

“Ci sarà un sottosegretario -dice- non due, quindi una pattuglia di governo molto ridotta…”.

“E’ stato un sacrificio personale, la sera prima dell’intervista non ho dormito”

E: “Se partiamo dalla parola ‘scissione’ diamo l’idea di una operazione di palazzo.

C’è anche quella: è stata una ‘operazione di palazzo’ mandare a casa Salvini“.

Agenpress.

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Lo aveva già detto e lo ha fatto.

Ecco la conferma ufficiale.

Matteo Renzi lascia il Pd e si prepara a fondare un altro partito.

Partono, così, una serie di effetti a cascata

Saranno formati nuovi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato.

 

 

 

 

Fino a questo momento, in Calabria, una sola adesione, quella di Ernesto Magorno, ex segretario regionale del Pd e oggi senatore e sindaco di Diamante, il quale ha dichiarato da subito il passaggio con il nuovo soggetto politico.

Ma non si esclude che ce ne saranno altre.

In particolare se, come tutto lascia sperare, è finito il tempo di Oliverio.

Magorno ha affermato: "Matteo Renzi è un politico con la P maiuscola, un leader, una grande risorsa per l'Italia e per l'Europa.

In questi anni ho sempre garantito il sostegno totale alle sue proposte che, come testimoniano i fatti, sono state fondamentali per portare l'Italia fuori dalla peggiore crisi della storia repubblicana.

Questa vicinanza mi è costata, spesso, tanti attacchi.

Ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta e anche oggi, come otto anni fa, senza indugi, scelgo di stare con Matteo.

L'unico con una visione, l'unico con idee moderne, l'unico in grado di capire il futuro.

Ci aspettano settimane intense, ma noi ci siamo.

Come prima, più forti di prima!".

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Sembra che Letta non abbia dimenticato la cerimonia della consegna della campanella.

Ed ancora meno quell’infinito «Enrico stai sereno», che all'epoca twittava il segretario del Nazareno mentre invece arrivava il maltempo

Ora che Renzi pensa di staccare la spina ad un governo che lo vede quasi senza rappresentanza ecco che interviene Enrico Letta.

 

 

 

Quel Letta al quale la ferita deve sanguinare ancora parecchio

Letta, infatti, dichiara che “C’è bisogno di unità ed umiltà e sarà difficile spiegare la scissione agli italiani.”

Poi continua “Fare la scissione non ha senso logico e siccome Renzi è intelligente lo sa benissimo “.

Infine Letta aggiunge la scissione “una cosa non credibile.

Non c’è alcuno spazio per una scissione a freddo, e parlare di separazione consensuale non ha senso.

Non so perché la evocano di continuo, ma in questo momento non è credibile.

Salvini dov’è saltato? Sull’arroganza.

Gli italiani lo hanno visto come uno che non aveva chiaro il fatto che se punti a palazzo Chigi è per servire il Paese, non per servirti del Paese.

Qui c’è bisogno da parte di tutti di unità e umiltà”.

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Alla domanda se Matteo Renzi remi nella stessa direzione del Pd Zingaretti aveva risposto nei giorni scorsi: «Mi auguro di sì. Questo serve a lui e all'Italia».

Per poi aggiungere, «vedremo, ognuno deve rispondere delle proprie azioni».

Ora Nicola Zingaretti si augura che non ci sia scisma dentro al Pd.

 

 

 

 

Dunque, lo spettro della formazione di gruppi parlamentari autonomi renziani - la scissione - resta.

Dice che «l'unica cosa che non si capisce è quali motivi possano esserci alla base di un fatto lacerante».

Alla Camera si riuniscono per la prima volta dall'inizio della crisi i parlamentari di Base riformista, l'area Pd capeggiata da Luca Lotti e Lorenzo Guerini, acclamato come nuovo ministro della Difesa.

Una sessantina i presenti, potenziali truppe dei nuovi gruppi renziani se la «separazione consensuale» si farà.

Ma non tutti sarebbero disposti a seguire il senatore di Rignano.

Molti considerano più opportuno restare nel Pd.

La questione - non toccata oggi nell'incontro - è destinata a tornare fino alla Leopolda, prevista dal 19 ottobre.

In sostanza Renzi si mostra sempre più un generale, anzi, meglio: un Capitano.

E quindi "eccolo, eccolo, sta arrivando!".

L'eccitazione sale, i cronisti si fanno sotto, come ai vecchi tempi: sorrisi, baci, abbracci. Matteo (Renzi) li dispensa come cioccolatini, ma - come sempre - scherza, motteggia.

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