Salvatore Magarò, consigliere regionale della Calabria, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
L’ultima seduta del consiglio regionale ricapitola e sintetizza la miopia politica di buona parte dei miei colleghi.
I provvedimenti presi, sapendoli - a naso - incostituzionali, sono riconducibili a pure tattiche dilatorie. Se non fosse così si sarebbe invertito l’ordine del giorno che situava all’ultimo punto le dimissioni (vale a dire la decadenza) del Governatore ed evitato di legiferare su una materia così delicata come la modifica della legge elettorale.
Così pochi i buoni padri di famiglia? “Bonus, prudens et diligens pater familias” è il principio che dal diritto romano in poi dovrebbe governare l’amministrazione della cosa pubblica.
Un criterio assodato ed eletto a modello normativo di condotta. Con un’aggravante: aver perso l’occasione per includere la figura della “mater familias” o - più semplicemente - di riconoscere il ruolo della donna. Non sono femminista, né della prima né dell’ultima ora. Solo pragmatico. Arretrati come siamo secondo gli indici che misurano il gender gap, si sarebbe dovuto prender atto che “a una più elevata presenza di donne tra gli amministratori pubblici corrispondono livelli di corruzione più bassi e un’allocazione delle risorse orientata alla spesa sanitaria e ai servizi di cura e istruzione”.
Dati di una ricerca non recentissima, della Banca d’Italia (non di un centro studi di femministe arrabbiate). E’ possibile che le donne siano intrinsecamente meno propense a corrompere e ad essere corrotte. Ma non è questo il punto. Un parlamento, nazionale come regionale, pieno donne, è una chance da non perdere.
07 giugno 2014
Ecco una buona notizia per i sindaci.
Quando sul proprio territorio si dovesse avere cani malati e pericolosi è possibile chiamare la Polizia Provinciale di Cosenza
È quanto occorso a Mirto Crosia
Ecco il comunicato
“La Polizia Provinciale di Cosenza, diretta dal Comandante, dott. Colaiacovo, è intervenuta, nella giornata di ieri, nel centro abitato di Mirto Crosia dove, nel piazzale di un frequentato supermercato, si era insediato un cane randagio di grossa taglia con evidenti segni di malattia, il quale terrorizzava i cittadini che si recavano a fare la spesa.
Per mesi sono pervenute al Comune le segnalazioni da parte di persone che temevano per la propria incolumità.
Gli agenti della Polizia Municipale, insieme ai veterinari dell’ASP, competenti in materia di randagismo, sono intervenuti innumerevoli volte cercando di catturare il cane ma lo stesso si presentava aggressivo e non si lasciava avvicinare.
A seguito di richiesta da parte del Servizio Veterinario di Sanità Animale dell’ASP di Cosenza, pervenuta presso il Comando, due uomini della Polizia Provinciale, esperti in maneggio di armi e, in particolare, specializzati in tecniche di tele-anestesia e nell’utilizzo dei fucili a narcotico, sono intervenuti sul luogo e sono riusciti, con non poche difficoltà, ad addormentare l’animale ed a permetterne la cattura.
E’ stato, così, possibile per i veterinari il trasporto presso il Canile di Cassano allo Ionio, dove il cane sarà ricoverato e curato, così come dispongono le vigenti normative in materia di randagismo.
La tecnica della tele-anestesia è stata giudicata tra le meno invasive ed è utilizzata in quei particolari casi in cui non è facile avvicinare gli animali poiché troppo aggressivi o spaventati, così da renderne possibile la cattura senza provocare loro troppo stress, minimizzando i rischi per gli operatori.
La maggioranza di centrodestra ha approvato una legge elettorale che colpisce il pluralismo e la democrazia paritaria. Ha pensato di porre un argine al dilagare dell’antipolitica innalzando le soglie di sbarramento per l’accesso in Consiglio regionale, non riflettendo sul fatto che proprio la difesa ad oltranza del fortino, assediato dai mille bisogni inevasi di una regione in ginocchio, costituisce linfa nuova per quanti, in questa fase, si alimentano della disillusione e della rabbia dei cittadini verso una politica percepita sempre più come inconcludente ed autoreferenziale.
Hanno anche affossato la norma sulla doppia preferenza di genere, facendo prevalere una logica auto - conservativa a scapito di un allargamento della democrazia e di una riqualificazione, di un arricchimento, della rappresentanza politica in seno alla massima assise regionale. Non ne sono rimasto sorpreso, beninteso. Che da parte del “partito dei consiglieri regionali” e della giunta non ci fosse alcun interesse ad affrontare seriamente il tema della democrazia paritaria me n’ero accorto fin dall’inizio della legislatura, registrando fragorosi silenzi e fastidiose inadempienze, perfino scorrettezze, sulla proposta di legge in materia che mi vedeva primo firmatario. Rimane l’amarezza, nondimeno, per l’ennesima occasione mancata, per la miopia dimostrata da gran parte dei consiglieri regionali, ma anche da parte delle principali forze politiche, di centrodestra e di centrosinistra.
Questa legislatura, apertasi all’insegna di tronfie promesse e conclusasi, anticipatamente, nel modo inglorioso che conosciamo, poteva darsi un sussulto di dignità proprio con l’adozione di una nuova legge elettorale che valorizzasse il pluralismo politico-culturale e la parità di genere. Ciò non è avvenuto, per responsabilità di chi ha scambiato le istituzioni per casa propria, minandone l’immagine e la credibilità, fino agli estremi della tragicommedia andata in scena all’indomani della condanna di Scopelliti e, mi sia consentito, del modello che egli ha per tanti anni incarnato.
Mimmo Talarico
Consigliere regionale della Calabria
Reggio Calabria, 05.06.2014