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Che siano veri o meno i fatti denunciati da Laratta l’impressione che si ha dall’esterno è che la situazione nel PD cosentino è gravissima.

A meno che Laratta non sia esagerato o siano stati esagerati quelli che gli hanno riferito i fatti.

Le accuse sono di irregolarità, sospetti di brogli e (presunti) tesseramenti gonfiati che hanno ridotto l'atteso appuntamento politico a un mero adempimento burocratico.

Secondo Laratta sarebbero diverse le regole disattese, compresa «la disposizione del regolamento, predisposta dal commissario Alfredo D’Attorre, contenuta nell’art.2, comma, 2, che consente l’esercizio di voto per i nuovi iscritti. Per giunta lo stesso ha emanato, non avendone il potere, disposizioni correttive e circolare con la quale dà indicazioni di contenere i nuovi iscritti in percentuali arbitrariamente fissate. Il presidente della commissione di garanzia deve convocare, presiedere e sorvegliare l’andamento delle assemblee dei circoli e non può interpretare e modificare le norme fissate».

Secondo Laratta questa situazione avrebbe provocato a San Sosti e Bonifati «la sospensione di fatto del congresso dati gli accesi scontri verbali, degenerati anche in rissa».«Tutto ciò nonostante venissero esibite le circolari del responsabile nazionale dell'organizzazione Pd, Davide Zoggia, con le quali lo stesso, in modo irrefutabile, chiariva che a nessuno può essere impedito di tesserarsi e partecipare al voto, essendo nullo il divieto di ricevere nuovi iscritti. Queste ed altre ragioni anche di sicurezza pubblica, atteso il degenerare degli eventi, inducevano il garante a sospendere responsabilmente il congresso. Malgrado ciò, il presidente dell’assemblea ed il segretario di circolo, arbitrariamente, deliberatamente e noncuranti della decisione presa dal nominato Garante, riaprivano immediatamente le operazioni congressuali, insediando in maniera del tutto indebita, con l’ausilio del presidente la commissione provinciale e del candidato a segretario provinciale, Guglielmelli, un nuovo garante».

Insomma come mai forse in nessun partito. Poi Laratta conclude «Se non si pone immediatamente fine a certi comportamenti scorretti e contrari alle regole nei prossimi giorni e soprattutto nei circoli dei grossi centri, potrebbero verificarsi situazioni ben più gravi che potrebbero mettere a repentaglio l’incolumità dei presenti».

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Le leggi che non hanno finanziamento servono solo a prendere in giro i calabresi?

Rispondete voi.

Certo è che la Corte dei Conti di Catanzaro ha analizzato le coperture finanziarie e le tecniche di quantificazione degli oneri delle leggi approvate dal consiglio regionale nel primo semestre del 2013.

Lo ha fatto il giudice Natale Longo.

E ne ha parlato il Presidente della Corte Giuseppe Ginestra.

Tra le leggi esaminate ci sono anche quelle relative alla stabilizzazione dei precari nel settore della sanità (legge 12 del 29/3/2013), alla disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi dopo lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti (legge 18 del 12/4/2013), agli interventi di inclusione sociale, integrazione socio-sanitaria e contrasto alla povertà (legge 19 del 02/05/2013) e all'istituzione dell'azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna (legge 25 del 16/5/2013).

Ed il magistrato Longo ha affermato che «Effetti finanziari in termini di maggiori spese o minori entrate sono ascrivibili sostanzialmente alle leggi regionali 2, 5, 8, 10, 11, 12, 15, 18, 19, 21, 24, 25, 26 e 27. In via preliminare e salvo successivi approfondimenti specifici, si osserva, sul terreno metodologico, che si è talora registrata la totale assenza di relazione tecnico-finanziaria ovvero più frequentemente la sua inadeguatezza sul terreno tecnico-contabile della quantificazione degli oneri. Inoltre, si precisa che non sono stati trasmessi (né sono stati rinvenuti su internet) i pareri della commissione bilancio e programmazione economica presti dall'articolo 72 del regolamento del consiglio regionale».

Insomma secondo la CdC esiste il rischio che non esista sufficiente copertura finanziaria degli impegni assunti con le leggi adottate.

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Chissà se mai i politici calabresi di destra e di sinistra( ma che cosa significherà, poi, sinistra e destra ) ed in particolare Loiero, e gli assessori e consiglieri della sua amministrazione, e Scopelliti , e gli assessori e consiglieri della sua amministrazione, leggeranno queste righe.. .

Noi le scriviamo comunque perché siano, almeno, lette da qualche calabrese che avrà modo di apprezzare la nostra classe politica di ieri e di oggi. Parliamo del rapporto Svimez per il 2012.

Un primo dato: il PIL annuo individuale.

La Calabria è ultima con 16.460,00 euro. La precedono:

La Campania con 16.462,00 euro

La Sicilia con 16.546,00 euro

La Puglia con 17,246,00 euro

La Basilicata con 17.647,00 euro

La Sardegna con 19.244.00 euro

Il Molise con 19.845,00 euro

L’Abruzzo con 21.244,00 euro

Il Lazio con 29.171,00 euro

L’Emilia Romagna con 31,210,00

Il Trentino AA con 33.058,00 euro

La Lombardia con 33.433,00 euro

La Val d’Aosta con 34.415,00 euro

Insomma il PIL medio nazionale è stato di 25.713,00 euro, il PIL medio del Nord Italia è stato di 30.073,00 euro e quello medio del sud è stato di 17.263,00.

Praticamente la Calabria è la regione più povera d’Italia ed il suo PIL è poco meno del 64% del PIL medio nazionale, più di un terzo in meno .

In sostanza il PIL italiano nel 2012 è sceso del 2,1% mentre quello del mezzogiorno è sceso del 3,2%. Il PIL calabrese quindi è sceso del 2.9% in un anno!

Invece, e da qui gli apprezzamenti per Loiero e Scopelliti, il PIL del Mezzogiorno nel periodo dal 2007 al 2012 è sceso del 10%.

E pensare che l’economia calabrese è insufflata dei fondi europei per quasi 600 milioni di euro all’anno per sostenere la sua economia.

Figurarsi quale sarebbe stato il PIL senza questi fondi europei!

In sostanza parliamo di una situazione drammatica nella quale:

-          La popolazione si riduce a 1.958.200 abitanti ma crescono gli immigrati

-          Il tasso di mortalità( 9,9) è maggiore del tasso di natalità(8,7).Non succedeva dal 1918 quando la popolazione maschile giovanile si ridusse per i morti in guerra!

-          Residenti che lavorano fuori dalla regione 11.770

-          La disoccupazione è altissima( il tasso di disoccupazione ufficiale è del 19,3%, quella corretta è del 30,2%, quella dei giovani entro i 24 anni è del53,5%)

-          Sempre nel 2012 la disoccupazione in agricoltura in Calabria è diminuita del 5,6% e se avessimo i dati attuali la diminuzione sarebbe ancora maggiore ( ci riferiamo alle migliaia di finti braccianti scoperti dalla GdF)

L’export calabrese è pari a 374 milioni di euro ed è cresciuto dello 0,1% nel 2012. In Italia nel 2012 le esportazioni di vino sono cresciute del 14,3% ( in Puglia il 25%,in Campania il 16%, in Sardegna il 9,5%). Eppure ne sono stati spesi soldi per aumentare la esportazione !

Ed ancora non abbiamo i dati del crollo del turismo( arrivi e presenze) misteriosamente ( non è la prima volta) scomparsi nei cassetti delle province e della regione.

Insomma una situazione realmente difficile quella della Calabria per la quale certamente non possiamo non ringraziare i nostri politici, chiunque essi siano, di centro, di destra o di sinistra.

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