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Caro Salvatore,

ho letto con viva attenzione la tua ultima nota stampa sulle patologie dei tumori del colon, della mammella e della prostata.

Quello che contesto fortemente della tua nota è la parte in cui inviti gli ultraquarantacinquenni a “recarsi presso le strutture sanitarie per effettuare gli esami e le analisi, quelli delle feci, le mammografie e quello del PSA, che possono favorire una diagnosi preventiva ed interventi efficaci in grado di scongiurare tristi epiloghi?”.

Da noi ( parlo di Amantea e del Basso Tirreno Cosentino) per eseguire una mammografia occorre aspettare da 12 a 13 mesi. E perfino andare a Cetraro che dista oltre 60 km e che non è collegato in nessun modo ad Amantea!!!! Figurarsi ai comuni dell’hinterland.

Ecco perché è oltraggioso che tu ci ricordi che “ Si tratta, in fondo, di esami ed analisi che non hanno costi elevati e che possono, al contrario, far risparmiare grandi risorse economiche e, quel che più conta, enormi costi umani”.

Ed ancora più oltraggioso è che tu ci ricordi che la politica calabrese “ giorno dopo giorno” discuta ” accanitamente soprattutto dei conti ‘in rosso’, per attribuirne la responsabilità alla Giunta attuale o a quelle in carica precedentemente”, e “poco o nulla si propone di fattibile per ridurre i costi del settore e per alleviare le sofferenze dei calabresi ammalati.”

A chi ritieni debba essere addossata la responsabilità di questi vergognosi tempi di attesa se non alla politica, se non a voi che, ieri Loiero, ed oggi Scopelliti, gestite la sanità calabrese in modo vergognoso ?

Una sola domanda a te ma che vorrei rivolgessi in Consiglio regionale : “Le vostre donne, madri, sorelle, mogli e figlie, aspettano anche loro 13 mesi per una mammografia? Se la risposta è si dovreste vergognarvi, se la risposta è no dovreste vergognarvi . Comunque sia ritengo dovreste vergognarvi . E noi con voi!”

E per carità, mi fermo qui, e non ti ricordo , né ti chiedo se sai cosa occorra fare per un ricovero nei nostri ospedali perfino in Hospital day come avviene in tutta Italia per fare accertamenti integrati.

Non ti chiedo certo di dimetterti, visto che sei uno dei pochi “nobili” della politica calabrese, ma di attaccare con violenza questa politica becera e vergognosa che purtroppo ci governa e crea quello che tu vorresti combattere a parole e con un mammografo per 120 mila persone!

Giuseppe Marchese

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Negli anni settanta avemmo modo di leggere nel bilancio della regione Calabria una posta che recitava “ Interventi sulla riva sinistra del Po” . Al tempo il bilancio calabrese era scopiazzato da quello della Lombardia . Il bilancio era cartaceo e si aveva una quasi certezza che non sarebbe mai stato letto dai consiglieri e nemmeno dai burocrati che sapevano dove si trovavano le proprie poste.

È di questi giorni la notizia che la “importante” legge sulle “french” presentata dai Consiglieri regionale Caputo ( il 24 giugno) e Minasi( 19 giugno) ( nella foto) e di fatto identica sarebbe stata copiata da una legge sugli “onicotecnici” presentata nel 2008 a Palazzo Madama da quattro senatori (progetto di legge depositato a Palazzo Madama il 16 luglio 2008 da Gramazio, Ciarrapico, Stiffoni e dal calabrese Gegè Caligiuri) e fermo da 5 anni!

“Certo- dice Il Corriere della Calabria- , qui e lì è stata cambiata qualche parola, perché la proposta di Caligiuri e degli altri senatori del tempo era calibrata sugli onicotecnici italiani, non su quelli calabresi. Ma, con una piccola cancellatura qui e un opportuno aggiustamento là, le nuove bozze sono state messe nelle condizioni di essere discusse ed eventualmente approvate in consiglio regionale (entrambe le proposte devono ancora passare al vaglio della commissione competente)”.

In occasione delle precedenti consultazioni comunali di Amantea, invece, si scoprirono due programmi politici copiati da un candidato a sindaco del Nord Italia .

Facile ,così, presentare progetti di legge e programmi politici.

Al più, se si scopre, si fa una figura di ca…a, ma questi sono infortuni del mestiere

Fra breve, invece, vi presenteremo il caso di un copia ed incolla tutto e solo amanteano che potrebbe anche avere risvolti molto seri!! Aspettate e vi faremo …..( scegliete voi se) piangere o ridere!

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Non tutti hanno memoria ed è una bella fregatura. Anche i giornalisti dimenticano che il primo piano regionale dei rifiuti prevedeva un termovalorizzatore( puoi anche chiamarlo inceneritore, tanto non si offende) in provincia di Cosenza, ubicato in quel di Bisignano. Scoppiò una guerra fisica e mediatica: NO! Noi l’inceneritore non lo vogliamo! Dobbiamo difendere i fichi del cosentino e gli altri prodotti agricoli; lo sappiamo che i rifiuti inquinano, figurarsi quando bruciati. E fu così che il sistema saltò. Nacque solo l’impianto di Gioia dove tutto è possibile( chissà poi perché?).

Ora la situazione è diventata grave e l’inceneritore assolutamente necessario.

Ora però sembra più facile attuarlo.

Lo vogliono sia Cosenza, che Rende, che Castrolibero. In gioco ci sono “ 15 milioni di euro di fondi europei da investire. Una torta che fa gola “.

Venti città sono state interessate e invitate alla manifestare il proprio interesse ad ospitare l'impianto nel proprio territorio.

Tre appaiono logisticamente “valide” per tutta la provincia di Cosenza: Bisignano, Luzzi, Rogliano.

Sarà la Regione a scegliere tra Bisignano, Luzzi, Rogliano l’area più idonea.

Ma non sarà facile vincere le resistenze di Cosenza, di Rende(dove il PD, nel silenzio di tutti, da diverso tempo ha già autorizzato la costruzione di un impianto di termovalorizzazione tra i quartieri universitari), di Castrolibero.

Come è strana questa Calabria, come è strana questa politica? Quello che nessuno voleva ora è preteso e con esso la dote!

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