
Catanzaro – “Il Ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione della Calabria più di 17 milioni di euro, che consentiranno alla nostra regione di effettuare interventi di messa in sicurezza nelle scuole.” Questo è l’annuncio del deputato calabrese del M5S Alessandro Melicchio, componente della Commissione Cultura alla Camera. “L’attuale condizione strutturale delle scuole italiane rappresenta uno dei punti più critici del nostro sistema scolastico. I nostri ragazzi si trovano oggi a frequentare edifici non nuovissimi e potenzialmente pericolosi, - continua il pentastellato - ambienti non adeguati che non sempre rispettano le norme di sicurezza. A questo si aggiunge l’incuria e la scarsa manutenzione da parte dei proprietari degli immobili, quasi sempre Comuni o Province, e il fatto che, come sappiamo, gran parte del nostro Paese è purtroppo caratterizzato da una forte sismicità. Il Governo è al lavoro con interventi urgenti ed efficaci, dopo che per troppi anni le risorse ministeriali sono rimaste chiuse in un cassetto, annunciate ma mai effettivamente assegnate. Per questo ha stanziato altri 320 milioni di euro, dei quali 17.318.854 euro sono destinati alla Calabria, nell’ambito della Programmazione unica nazionale 2018-2020, che si aggiungono ai 510 milioni già assegnati agli enti locali lo scorso 10 marzo, sul fronte dell’edilizia scolastica e per la messa in sicurezza di strutture che possano accogliere al meglio i nostri studenti. Riteniamo prioritario - conclude Melicchio - garantire ai nostri ragazzi scuole sicure e ospitali, dotate di tutti gli strumenti necessari per assicurare loro la migliore esperienza educativa possibile.”
Alessandro Melicchio
portavoce M5S alla Camera dei Deputati
Amici, il coronavirus sta facendo ingenti danni alle persone e alle cose. E per colpa di questo invisibile nemico che ha cambiato le nostre vite è stata interrotta una funzione religiosa con 13 fedeli presenti in chiesa seduti tra i banchi a debita distanza e tutti con mascherine. Siamo alla follia. Alcuni hanno scritto che i regimi totalitari hanno incominciato così le persecuzioni ai cristiani. Non voglio crederci. Fino ad oggi ho cercato di evitare di darvi la notizia per non alimentare polemiche, ma ho cambiato idea perché anche il giornale dei Vescovi “Avvenire” ha voluto commentare la notizia stigmatizzando quanto accaduto in chiesa.
Don Lino Viola, sacerdote incaricato a Gallignano in provincia di Cremona, domenica 19 aprile, alle ore 10 stava celebrando la Santa Messa alla presenza però di 13 persone. Poteva benissimo celebrare la Messa, però a porte chiuse e senza la presenza dei fedeli. La presenza dei fedeli anche se seduti tra i banchi a debita distanza e tutti con mascherine non è consentita stante al Decreto del 27 marzo del Ministero dell’Interno. Don Lino ha sbagliato. L’episodio è stato riportato da tutti i giornali ed è balzato agli onori della cronaca e del Web perché la celebrazione della Santa Messa è stata interrotta dall’intervento di un carabiniere contestando al sacerdote la violazione delle disposizioni ministeriali. Don Lino ha dunque sbagliato ed è stato finanche rimproverato dalla Curia perché le porte della chiesa dovevano restare chiuse durante la celebrazione dei sacri riti e alla presenza dei soli lettori e dei chierichetti. Ma ha sbagliato anche quel solerte carabiniere. Per contestare al sacerdote la violazione del decreto legge poteva benissimo aspettare la fine della Messa. Il sacerdote è molto amareggiato per l’accaduto e ha finanche scritto una lettera al proprio Vescovo. Non è affatto d’accordo sulla norma canonica, quella delle porte chiuse per intenderci, anche se l’ha rispettata e la rispetterà. Però ha ribadito:- Non possiamo chiuderci dentro come le chiese delle catacombe-. Adesso si è rivolto ad un legale contestando non solo la multa ma anche l’abuso di potere da parte del carabiniere. Anche i fedeli presenti in chiesa sono stati multati e dovranno pagare 270 euro a persona per aver pure loro violato le restrizioni contenute nel decreto anti-coronavirus. Durante l’offertorio Don Lino al microfono, rivolgendosi alle Forze dell’Ordine così disse:- Vorrei pregare le Forze dell’Ordine di mettersi sul sagrato della chiesa, questo è un luogo sacro e questa è un’invasione di potere. Il vostro dovere fatelo fuori, poi ne parleremo-. Ora il carabiniere rischia per turbamento di funzioni religiose Art. 405 del Codice Penale.
Continua l’attività di contrasto alla pesca illegale portata avanti dagli uomini e dalle donne della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina.
Nei giorni scorsi, nell'ambito di mirati controlli sulla filiera della pesca, finalizzati al contrasto della pesca illegale dei prodotti ittici, il personale della Guardia Costiera di Vibo Valentia e Pizzo ha posto sotto sequestro un esemplare di Pesce Spada di circa 40 Kg pronto ad essere immesso sul mercato in cattivo stato di conservazione.
Nel corso di tali verifiche il personale della Guardia Costiera ha altresì sequestrato svariati attrezzi da pesca professionale utilizzati in maniera illegittima, presumibilmente da pescatori senza regolare licenza nelle acque antistanti il litorale del Comune di Gizzeria.
Tra gli attrezzi sequestrati rilevano “n. 5 spezzoni di reti da posta” per una lunghezza di circa 500m, prive di targhette identificative che la legislazione vigente richiede di apporre agli attrezzi utilizzabili dai soli pescatori professionali, sulle quali vanno indicati i dati dei pescherecci su cui sono imbarcate; Per tali violazioni l’attuale normativa, oltre al sequestro, prevede sanzioni amministrative fino ad un massimo di € 12.000
I controlli mirati da parte della Guardia Costiera continueranno, sia via terra che via mare, al fine di garantire il contrasto della pesca illegale, l’immissione del pescato sul mercato e la tutela dei consumatori