
Il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, in qualità di presidente della commissione Ambiente e trasporti, chiede un’audizione straordinaria e invita il responsabile Anas e il sindaco di Rende
“Di fonte allo strazio delle giovani vite spezzate nel tragico incidente verificatosi nella notte di sabato sulla statale 107 all’altezza del bivio per Rende, nella frazione di Saporito, lo sgomento e il dolore impongono il silenzio e la preghiera.
Ma, per chi ricopre incarichi istituzionali, si manifesta anche il dovere di cercare soluzioni per evitare che eventi simili si ripetano”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Mimmo Bevacqua.
“Per questo – prosegue – in qualità di presidente della commissione Ambiente e trasporti, inserirò un’audizione straordinaria nella prossima seduta prevista prima di fine mese, invitando il responsabile Anas e, trattandosi di tratto afferente il centro abitato, il sindaco di Rende.
In quella sede, chiederò di vagliare l’opportunità di considerare l’implementazione di tutte le misure atte a ridurre i fattori di rischio, a cominciare dall’attivazione del Sistema Tutor nel tratto interessato e in quelli potenzialmente forieri di eventi similari, anche in ordine alla idoneità del manto stradale.
So bene che una maggiore efficienza dei controlli della velocità media degli autoveicoli non è l’unico fattore da sottoporre a maggiore controllo: le statistiche dimostrano che la distrazione e la disattenzione rappresentano cause sempre più impattanti sulla sicurezza della guida.
Il Sistema Tutor, però, ha comunque dimostrato una efficacia manifesta, in ragione del fatto che, purtroppo, la velocità in sé non viene adeguatamente percepita come radice di tremende tragedie.
Ecco perché, accanto alle adeguate campagne di informazione e di sensibilizzazione, l’utilizzo dei mezzi che la tecnologia offre deve essere perseguito nella maniera più ampia possibile”.
“Nessuno – conclude Bevacqua – restituirà alle famiglie quei giovani, nessuno colmerà quell’indicibile vuoto. Forse, però, si può agire per prevenire altri abissi di lacrime e di dolore”.
Quicosenza
Ndr. Ed adesso chi spiega a Bevacqua che i tutor sono “un Sistema Informativo per il controllo delle velocità (SICVE) e permette di rilevare la velocità media dei veicoli in un tratto (autostradale) di lunghezza variabile?”
Ed ancora chi spiega sempre Bevacqua che “Il Tutor è gestito completamente dalla Polizia Stradale che si occupa di programmare l’attivazione e di accertare le violazioni del Codice della Strada?”.
La Calabria è ad una svolta della sua storia.
La storia dei calabresi li ha abituati ad avere un padrone.
Quale esso fosse.
Per lo più proveniente dall’ esterno.
Ha aspettato sempre che un altro Re od Imperatore o Principe la conquistasse.
Ed ora che da soli cercano di liberarsi del governatore Oliverio, il nuovo Re , Imperatore o Principe della calabria ecco Di Maio , l’uomo delle stelle dice di no a Dalila Nesci che si è candidata a questo ruolo.
Ma davvero pensa di fare un accordo con Oliverio ed il suo scarno esercito di piddini?
Ma davvero pensa di lascare Oliverio a continuare a distruggere la terra di Calabria?
Ma davvero pensa di poter continuare ad imporre ai calabresi il vecchio e trito “Palla palla” sia pure rinverdito dai pochi cinque stelle che lo dovessero seguire in questa scelta folle?
Di Maio, la Calabria è grande, la Calabria è diversa, ed è difficile senza terribili compromessi ( ‘ndrangheta, massoneria, poteri vari, eccetera) conquistarla.
Lasciaci liberi di votare il nuovo.
Non ti intromettere, tu ed i tuoi padroni, in una storia difficile.
Eppoi ha tanti problemi nel governo e nel partito .
Sai, se continui così non ti andrà bene
Lamezia Terme - Si è tenuto giovedì 3 Ottobre presso la sede di Unioncamere Calabria un incontro riservato agli animatori di comunità e alle filiere del Progetto Policoro per sensibilizzare e dare strumenti utili per il contrasto alla ‘Ndrangheta nei territori in cui i giovani animatori di Policoro operano spesso come presidio di legalità e speranza per tanti giovani calabresi.
La giornata ha vissuto su tre momenti molto significativi. La mattinata aperta dalla testimonianza “a sorpresa” di Rocco Mangiardi, coraggioso imprenditore lametino che ha testimoniato contro i clan che chiedono il pizzo e portano violenze e prevaricazioni nel territorio. Rocco come sempre ha raccontato la sua storia con grande semplicità ed è riuscito a trasmettere ai giovani presenti quella sua convinzione profonda, che il suo gesto sia stato qualcosa di normale, di doveroso per un cittadino e un cristiano; e che l’educazione passa per i gesti concreti che si fanno quotidianamente, perché nessuno è un eroe contro la ‘Ndrangheta, ma la condizione di non condividere la propria vita con le mafie dovrebbe essere la normalità. Poiché, la vera mafia da sconfiggere è anzitutto la cultura mafiosa che si annida in molte fasce della società e che permette poi alla ‘Ndrangheta più violenta di avere gioco facile; se invece, ci riappropriamo degli spazi fisici e sociali, se diventiamo comunità attive, allora, le mafie non avranno alcuna capacità di intimidire e condizionare le nostre vite.
Dopo l’apertura motivazionale e ispirazionale di Rocco Mangiardi, i ragazzi suddivisi in gruppi hanno analizzato l’impatto della ‘Ndrangheta sulla nostra vita, sui giovani, sulla politica, sullo sviluppo economico, preparando domande ed interventi per confrontarsi nel pomeriggio con il Procuratore Nicola Gratteri.
Il pomeriggio si è aperto con il saluto di Klaus Algieri, presidente di Unioncamere Calabria e della CCIAA di Cosenza, che ha evidenziato il ruolo delle imprese nel contrasto alla criminalità e come la creazione di lavoro giusto sia il fenomeno sociale più forte per indebolire la capacità attrattiva della malavita, aprendo ad una collaborazione piena nei territori con gli animatori di Progetto Policoro per generare segni concreti di contrasto e di esempio positivo.
Subito dopo, Monsignor Oliva e Monsignor Schillaci, quasi all’unisono hanno stimolato i giovani all’impegno nel sociale e nella politica, sottolineando come giornate di confronto profondo come questa debbano essere d’ispirazione e azione nei territori, perché la Chiesa è, e deve essere, sempre più baluardo di diritti, dignità e legalità, soprattutto, verso i giovani che sono oggi demotivati e sempre più periferici nel dibattito e nelle scelte pubbliche.
L’ultimo momento della giornata, dopo una breve presentazione dei cardini e delle azioni concrete del Progetto Policoro in Calabria, si è aperto un dialogo diretto e molto sincero con il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che come sempre fa ha riempito il pomeriggio di contenuti chiari e applicabili, il cui messaggio di grande concretezza è stato: oggi in Calabria si possono cambiare le cose. Ha raccontato del cambiamento organizzativo apportato in Procura a Catanzaro, dei cambiamenti nei comportamenti delle persone che finalmente denunciano e hanno fiducia nelle istituzioni. Ha voluto incoraggiare tutti i presenti all’impegno nella società, facendo politica, occupando gli spazi, ribellandosi a chi ha lasciato queste cicatrici profonde sulla nostra terra. Un messaggio chiaro che ha richiamato tutti ad una maggiore capacità di visione e progettualità, oggi dimenticata da parte della politica regionale che continua a mendicare voti promettendo lavoro (inesistente) o chiedendo il supporto alla ‘Ndrangheta, perpetrando vecchi schemi che non danno speranza e capacità di crescita sostenibile e compatibile ai territori. Un lungo confronto con domande, risposte, suggerimenti per dare a tutti maggiore convinzione che la Calabria può cambiare se si lavora con credibilità e facendo prima i fatti e poi le parole. E, infine, un suggerimento a far conoscere e percepire di più il lavoro di Progetto Policoro nei territori, perché oggi c’è bisogno di far conoscere a più persone possibili che la Calabria bella, di cui andare orgogliosi, operosa e giusta c’è ed è alla portata di tutti. Una buona comunicazione fatta di gesti concreti nei territori, che di sicuro il Progetto Policoro avvierà, chiedendo anche alla stampa regionale un incontro per conoscerci e confrontarci su come oggi i media, il lavoro, i giovani, la Chiesa possano fare Rete per la Calabria.
Una bella foto ricordo con tutti i partecipanti è stato poi il momento di chiusura della giornata, di cui ognuno porterà nel cuore un pezzo e un suggerimento da applicare nel quotidiano, di cui resterà una locandina firmata da tutti come impegno concreto e come quel Noi Calabria. Lavoro, speranza, Gesti Concreti di contrasto alla ‘ndrangheta.