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COSENZA 5 ottobre 2019 – Sigilli ad una carrozzeria nel Comune di Montalto.

Il sequestro è avvenuto a seguito di un controllo della locale Stazione Carabinieri Forestale in merito alla corretta gestione dei rifiuti.

L’attività situata in Via Verdi è risultata abusiva in quanto priva delle prescritte autorizzazioni amministrative ed ambientali ed in particolare con le norme relative alle emissioni in atmosfera dei fumi inquinanti.

Si è pertanto proceduto al sequestro del forno, delle aree annesse utilizzate per l’attività di carrozzeria, di un fabbricato di circa 215 mq ospitante la cabina forno ed una tettoia con strutture in ferro e copertura zincata e un’area di circa 1500 mq situata nelle immediate vicinanze.

In questa area veniva svolta dagli stessi attività di autodemolizioni con conseguente gestione illecita di rifiuti.

In particolare avveniva lo smontaggio e il recupero di parti di veicoli destinate a demolizioni non bonificate e illecitamente depositate sul suolo.

Tali ricambi non conformi, possono essere fonte di gravi rischi per la sicurezza degli automezzi su cui vengono montati dagli incauti acquirenti.

Il titolare dell’attività è stato denunciato in stato di libertà.

Gli sono state comminate sanzioni amministrative di oltre 3000 euro per aver omesso la consegna di due carcasse di veicoli a centro di raccolta autorizzato.

E’ stato inoltre segnalato alla Regione Calabria, per aver realizzato due pozzi artesiani, finalizzati al prelievo abusivo di acqua dal sottosuolo per uso industriale senza alcuna concessione dell’autorità competente.

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A quanto apprende l'Adnkronos, è la richiesta che ieri deputati e senatori M5S eletti sul territorio hanno messo nero su bianco in una lettera indirizzata al loro capo politico, Luigi Di Maio, certi di dar voce al malumore che un accordo coi dem, sulla scia di quello stretto in Umbria, genererebbe tra gli attivisti calabresi.

Ieri un gruppo nutrito di parlamentari 5S si è incontrato nella Capitale per lavorare a un documento ad hoc.

L''ambasciatore' chiamato a consegnarlo a Di Maio è Pietro Dettori, al quale ieri stesso sarebbe stata affidata la lettera in questione.

Che, di fatto, chiude ad alleanze con il Pd e con altre forze politiche, ma lascia aperta la porta alle alleanze civiche.

L'ultima parola spetterà comunque al capo politico, ma obiettivo dei parlamentari, viene spiegato, è fare arrivare il loro 'niet' forte e chiaro a Di Maio.

di Ileana Sciarra

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Reggio Calabria, 1 ottobre 2019 - Bocciata la proposta di legge sul Corap proposta dalla Giunta regionale. Ieri nel corso della seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Affari istituzionali si è deciso di rinviare e modificare il testo che prevede la liquidazione coatta amministrativa dell’Ente.

Una proposta di legge che, in realtà, serviva a nascondere con un colpo di spugna un sistema torbido e clientelare attorno al Consorzio regionale per le attività produttive.

 

 

Infatti, non avrebbe salvaguardato né i livelli occupazionali, così come hanno ribadito puntualmente anche i sindacati, né l’ingente patrimonio dell’Ente (valutato contabilmente per oltre 400 milioni di euro e circa un miliardo di euro come valore di mercato).

Risulta lacunosa anche sulle funzioni e la mission istituzionale del Corap, un Consorzio che avrebbe dovuto rappresentare lo strumento per attrarre investimenti nel territorio calabrese invece nulla è previsto su chi dovrà garantire questi compiti.

La proposta, tra l’altro, è arrivata in Commissione senza il parere dell’ufficio legislativo del consiglio regionale.

Parere propedeutico a capire la compatibilità legislativa dell’atto proposto che prevedeva la liquidazione coatta dell’Ente.

Il commissario nominato dalla Regione Calabria, il dottor Caldiero, stranamente non ha prodotto alcuna relazione analitica sullo stato dell’Ente e sulla proposta di liquidazione coatta.

Solo in un secondo momento, nel corso dell’audizione, si è giustificato affermando che faceva propria la relazione del Revisore dei Conti che andava in direzione opposta rispetto alla proposta di liquidazione coatta da lui stesso proposta.

Ma il dato più evidente che manifesta inerzia e omissioni è il fatto che il Revisore dei Conti, dott. Tempo, ha ribadito che lui ha più volte informato con l’invio di atti e verbali il presidente della II Commissione regionale, il presidente Oliverio e la Giunta regionale.

A quanto pare nessuno ha mai sentito l’esigenza in questi quattro anni di intervenire e fare chiarezza nonostante la Regione sia per legge l’Ente vigilante del Corap.

Ma in questi anni è accaduto di tutto. Paradossale è la vicenda della sede in Marocco con un progetto costato oltre 110mila euro.

A questo si aggiungono poi incarichi e consulenza in 18 mesi da 454.682,68 euro.

Emerge un quadro in cui l’utilizzo delle risorse pubbliche è effettuato ad uso clientelare tendendo a favorire un sistema che sicuramente non è servito alla costituzione del Corap e alla sua missione istituzionale.

Nei prossimi giorni presenteremo una proposta di legge che va nella direzione di salvaguardare i dipendenti, il patrimonio dell’Ente e il rilancio delle funzioni per attirare investimenti nel territorio calabrese.

Una proposta che punterà alla ricapitalizzazione, la predisposizione e adozione di un piano di risanamento e di riequilibrio finanziario attraverso un piano industriale.

Carlo Guccione                                  Consigliere regionale

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