
Amici, anche la scuola calabrese finisce nelle prime pagine dei giornali grazie a tre insegnanti di una scuola primaria di Papanici, frazione di Crotone, per aver maltrattato i piccoli alunni a loro affidati. Ora sono state sospese dall’insegnamento. I fatti risalgono, però, non all’inizio dell’anno scolastico in corso, ma all’aprile dello scorso anno. Sono stati i genitori degli alunni che sospettando maltrattamenti sui loro figli, hanno denunciato i fatti ai carabinieri, i quali, attraverso indagini, intercettazioni audio e riprese video, sono riusciti ad accertare le violenze. Nel commentare ancora una volta le violenze a scuola su minori mi duole molto. So per esperienza perché sono stato un maestro elementare anch’io che il ruolo di maestro oggi non è facile e insegnare a ragazzi dai 6 agli 11 anni è un lavoro difficile e delicato. Apprendere poi dai giornali, dalla radio e dalla televisione che tre maestre sono state inquisite e allontanate dalla scuola per violenza contro minori mi indigna e mi rattrista. Ma è sempre stato così, dirà qualcuno. No, non è sempre stato così. Se oggi ci sono maestre e maestri che maltrattano i propri alunni questi non dovrebbero stare a scuola ad insegnare. Insegnare a bambini piccoli a leggere, a scrivere e far di conto è difficilissimo. E poi con tutti i divieti e le regole non sempre comprensibili e con classi multietniche tenere a bada per 5 ore i bambini è davvero difficile. Ci vuole molta pazienza, comprensione, rispetto, passione, impegno, donazione, equilibrio psichico, competenza, ma soprattutto amore. Amore verso i bambini, amore per il lavoro che svolgi. Se, purtroppo, siamo costretti a leggere che nelle nostre scuole avvengono maltrattamenti ai bambini vuol dire che nelle nostre scuole ci sono insegnanti incapaci di fare il difficile mestiere di insegnanti e di educatori.
Questa mattina la Stazione Carabinieri di Crotone ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio emessa dal Tribunale di Crotone, su richiesta della Procura della Repubblica (pm Andrea Corvino, gip Michele Ciociola), nei confronti di 3 insegnati di una scuola elementare, sita a Crotone frazione di Papanice, responsabili del reato di maltrattamenti aggravati verso fanciulli.
L’indagine, iniziata nei primi giorni del mese di aprile scorso e conclusa poco prima della fine dell’anno scolastico scorso, è stata interamente condotta dalla Stazione Carabinieri di Crotone ed è nata a seguito delle dichiarazioni di alcuni genitori di bambini frequentatori dell’Istituto Comprensivo di Papanice, in merito a presunti maltrattamenti subiti dai loro figli.
Le attività investigative sono state condotte attraverso attività tecniche di intercettazione audio e video in aula ed hanno consentito di accertare plurime azioni di maltrattamenti in particolare strattoni, sculaccioni e insulti, rivolti ad alunni, non più anni 7 di età, posti in essere da tre insegnanti del luogo.
Crotone 30.9.2017
CATANZARO – Interpellato dal Quotidiano del Sud, Stefano Graziano, commissario regionale del Pd, ha risposto così alla convention di Oliverio di sabato scorso che lo aveva duramente attaccato: «È stata una inutile prova muscolare.
Ci appassiona la politica e non i muscoli.
Siamo in una fase politica nuova e Oliverio non sarà il candidato del Partito Democratico.
Anzi con queste operazioni si allontana sempre più dal Partito democratico».
Dunque, nessun passo in avanti verso la ricomposizione della lite.
Anzi due passi indietro considerato il tono usato nei confronti dei dem oliveriani che gli hanno consegnato cinquemila firme (ma poi, chi le ha certificate?).
La tenzone procede per inerzia, non si rompe e non si cuce.
La vecchia malattia dei democratici, la pietrificazione degli animi sperando che il tempo lenisca le ferite.
Per decifrare la questione calabrese, per capire dove si andrà a parare, conviene leggere e tradurre le notizie che giungono da fuori regione.
Più precisamente dai territori interessati alle elezioni regionali.
Ce n’è traccia persino nel documento votato per acclamazione dai partecipanti alla convention di Oliverio laddove si legge: «Non va consentito che la Calabria possa diventare merce di scambio nelle contrattazioni politiche in corso a livello nazionale.
È prioritario evitare il rischio di offrire una lettura sbagliata della realtà sociale e politica di una regione dove è in atto uno scontro tra conservazione e rinnovamento, tra assistenzialismo e sviluppo, tra trasparenza e illegalità».
Lo scambio riguarderebbe l’Emilia-Romagna con la Calabria.
E non è finita qui.
Dalla stampa campana si viene a sapere che neanche la ricandidatura di Vincenzo De Luca sarebbe certa, a fronte, peraltro, di sondaggi a lui favorevoli.
Nei giorni scorsi era stato fatto un parallelo tra Oliverio e De Luca, concludendo che quest’ultimo è un personaggio nazionale a differenza del primo.
Infatti, tanto per dire, è stato invitato al Forum Ambrosetti, alla Festa nazionale dell’Unità, viene intervistato da network europei.
Insomma, una bella differenza.
E tuttavia – secondo quanto riferisce il sito orticalab – Nicola Oddati brigherebbe per non farlo ricandidare preferendo «il magistrato Raffaele Cantone, che ha da poco lasciato l’Anticorruzione; e il Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi.
Guarda caso, entrambi vicini al Pd e graditi ai 5Stelle».
Una purga? Chi invece mostra una certa confusione è l’onorevole Maria Elena Boschi, nuovo capo gruppo del partito di Renzi alla Camera, che – sul sito Lettera 43 – sostiene che «”Italia Viva” non corre né in Umbria né in Emilia-Romagna […] ma è possibilista sugli appuntamenti in Toscana, Calabria, Campania e Puglia».
Sulla linea della Boschi, ovvero quella di articolare le varie situazioni in base alle dinamiche politiche che emergono, è il senatore Ernesto Magorno, la punta più avanzata del renzismo calabrese.
Bruno Gemelli Il quotidiano