
Antonio Gramsci, grande meridionale e meridionalista, scriveva: "Lo stato italiano [Savoiardo] è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti."
Le forze in campo erano: l’esercito piemontese (divenuto"italiano"dal 4 maggio 1861) che nel 1862 arrivò a schierare nel Sud 120.000 uomini, metà della forza complessiva, e più precisamente: 52 reggimenti di fanteria; 10 reggimenti di Granatieri; 5 reggimenti di cavalleria; 19 battaglioni di bersaglieri; in più vanno sommati: 7.489 carabinieri e 83.927 militi della Guardia Nazionale.
Si opponevano a questa imponente forza di repressione gli 80mila guerriglieri ("eroi poi ridefiniti briganti") meridionali, male equipaggiati e divisi in 488 bande, chiamate "comitive" che contavano dai 10 ai 500 combattenti, prive di un’unità d’azione, questo impedì la loro vittoria finale; infatti il loro spirito" indipendentista non solo non li predisponeva ad essere "guidati" da soldati di professione, accorsi a soccorrere il deposto sovrano Francesco II di Borbone, ma impediva anche un’azione coordinata tra loro.
Già nel novembre del 1860, pochi giorni dopo l’incontro di Teano tra re Vittorio e Garibaldi, sui muri dei paesi intorno Avezzano era stato affisso un proclama [tra i primi di una lunga e tragica serie] del generale piemontese Pinelli che ordinava:
1) "chiunque sarà colto con arma da fuoco, coltello, stili od altra arma qualunque da taglio o da punta e non potrà giustificare di essere autorizzato dalle autorità costituite sarà fucilato immediatamente [ognuno di noi sa che tutti i contadini possiedono almeno una di queste "armi"];
2) chiunque verrà riconosciuto di aver con parole o con denari o con altri mezzi eccitato i villici a insorgere sarà fucilato immediatamente;
3) eguale pena sarà applicata a coloro che con parole od atti insultassero lo stemma dei Savoia, il ritratto del Re o la bandiera italiana. Abitanti dell’Abruzzo Ulteriore, ascoltate chi vi parla da amico.
Deponete le armi, rientrate tranquilli nei vostri focolari, senza di che state certi che tardo o tosto sarete distrutti" [Pinelli fu decorato dai Savoia, con medaglia d’oro al valore, per la campagna contro il brigantaggio].
E così mentre i ribelli meridionali si avventavano contro gli invasori , i loro beni, i soldati, le strutture amministrative e politiche del nuovo stato, a loro volta migliaia di soldati e uomini dell'esercito piemontese e della guardia nazionale si accanirono su contadini e pastori, fucilandone a migliaia, dando alle fiamme e distruggendo fattorie, villaggi, paesi, raccolti ed ogni cosa potesse dare sussistenza diretta o indiretta ai "briganti partigiani".
Una vera e propria tragedia.
Edmonton 14 dicembre 2018 Gigino A Pellegrini & G el Tarik
L’ex Forza Nuova attacca il governatore: «Adopera il settore sanitario come terreno di scontro politico»
«Lungi da me esser a favore del prolungamento del commissariamento della sanità in Calabria, ma il governatore Mario Oliverio non ha proprio legittimità politica e morale per dire nulla in questa nuova fase voluta dal governo in carica con i 5 Stelle in prima linea, in quanto lo stesso Oliverio mente sapendo di mentire. Affermo ciò dal momento che già la legge 191/2009, dunque ancora prima che l’attuale governatore venisse eletto, dava la possibilità di far cessare il commissariamento con la presentazione di un nuovo Piano di Rientro da parte di quelle regioni in disavanzo economico-finanziario. Oliverio ha avuto questa possibilità quando tale Piano doveva essere aggiornato nel 2015 e poi ancora dopo, ma ha preferito non proferire alcuna parola ai calabresi non volendosi assumere la classica “patata bollente” di questo settore, mettendo su una comica scena e balletto col l’ex commissario Scura, cose che più volte nelle mie attività politiche ho denunciato a mezzo stampa o tramite varie interviste televisive. Era proprio lo scorso febbraio quando lo stesso suo delegato al settore, Pacenza, annunciava gongolante uno stanziamento di 24 milioni in più nella sanità calabrese per la ripartizione del fondo sanitario nazionale e lì mi precipitai subito a smentire con dati di fatto alla mano che quella cifra non solo sarebbe stata insufficiente ma che la stessa ripartizione del fondo sanitario nazionale alle regioni da anni (precisamente dal 1999) stava avvenendo con criteri scellerati non in base al numero effettivo degli ammalati ma solo in relazione al numero degli abitanti delle regioni e con tale criterio la Calabria nel corso di tutti questi anni continuava a perdere fiumi di denaro che sarebbero potuti servire nel settore garantendo anche i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) che sempre in quel frangente lo stesso Pacenza col benestare di Oliverio dichiarava che sarebbero stati garantiti ed io invece il contrario, siamo a febbraio 2018 ed invito giornalisti e cittadini calabresi a verificare su internet quel mio intervento di smentita, cosa che poi puntualmente si è verificata con la bocciatura proprio da parte del ministero del Piano di rientro attuato da Scura che pone la Calabria come maglia nera riguardo proprio ai Lea. Dunque Oliverio oggi può fare tutti i ricorsi che vuole ma di certo non può continuare a mentire ai calabresi adoperando il settore sanitario come terreno di scontro politico, affermo ciò da cittadino calabrese visto che ormai da due mesi sono fuori per mia scelta dal movimento politico e parlo dunque da semplice cittadino calabrese su di una tematica che ho sempre denunciato ed urlato nei presidi di piazza fino allo scorso settembre. Piuttosto con questa nuova fase commissariale i calabresi hanno diritto di conoscere a quanto ammonti questo debito sanitario che io stimo intorno ai 150 milioni di euro ed altresì chiedo al ministro in carica Grillo se ancora noi calabresi dobbiamo pagare una società come la KPMG, una società voluta dal vecchio governatore Scopelliti, confermata dall’attuale Oliverio e che avrebbe dovuto rendicontare tutti i conti economici del settore sanitario in Calabria cosa che non è avvenuta e che intanto continuiamo a pagare circa 4 milioni all’anno. L’uscita dal commissariamento ed il rientro dal debito potrebbe avvenire in maniera graduale ma non con tempi da calende greche, questo lo sanno bene quelli del M5 Stelle visto che dall’opposizione un giorno si e l’altro pure, non mancavano di sottolineare ciò ed io stesso da quando ero dirigente in Calabria del partito politico Forza Nuova, quindi ancora prima dei grillini, denunciavo che la situazione debitoria nella nostra regione era frutto di quello scellerato criterio di ripartizione del fondo sanitario nazionale che ha fatto perdere alla Calabria in vent’anni quasi 3 miliardi di euro che sarebbero potuti servire per tantissime cose come l’assunzione di personale medico e paramedico, assunzione di primari con conseguente e drastica diminuzione dell’emigrazione sanitaria che ai nostri cittadini è costata tanto in termini economici e del sistema di emissione di moneta debito una truffa bella e buona. L’uscita è quella dunque di un ritorno alla nazionalizzazione del settore, cancellando l’aziendalizzazione che ha solo causato debito, clientele e malaffare e che assorbe nelle mani delle regioni il 75 % delle risorse finanziarie generali, dunque è sempre stata una gallina dalle uova d’oro per partiti e politici, questo va ricordato ad Oliverio ed a tutti quelli che come lui non hanno mai detto la verità».
Igor Colombo
Avevamo anticipato la possibile nomina a commissario della sanità calabrese del generale Saverio Cotticelli ed a vice Thomas Schael, un tecnico, questo, che metterà in luce tante magagne del sistema sanitario calabrese, come aveva tentato di fare quando venne licenziato da Loiero.
Una ottima scelta quella del ministro Grillo.
Quello che sorprende , ma non tanto, invero, è perché il presidente della Regione, Mario Oliverio, dopo aver vivamente contestato Scura, al punto da minacciare di incatenarsi, abbia provato a fare slittare la nomina, chiedendo «il rinvio ad altra data da comunicarsi, possibilmente, con ragionevole preavviso, della deliberazione».
Una richiesta inutile, dal momento che il Governo ha proseguito il percorso e ufficializzato le nomine.
Oliverio aveva anche ribadito «l’assoluta necessità, già evidenziata al Presidente del Consiglio Conte ed ai precedenti Governi, di superare lo strumento del commissariamento dal momento che, dopo circa dieci anni, la condizione del servizio sanitario regionale è peggiorata sia relativamente ai livelli essenziali di assistenza (LEA) che allo squilibrio finanziario e di bilancio.
Un decennio di commissariamento - ha aggiunto il governatore - è servito a fare conseguire alla mia regione il tristissimo primato della più alta emigrazione sanitaria»
Quali timori ha Oliverio?
E ci viene in mente la bella Canzone “Con il nastro rosa” di Lucio battisti nel cui testo si legge:
Lo scopriremo solo vivendo
Comunque adesso ho un po' paura
Ora che quest'avventura
Sta diventando una storia vera
Si lo scopriremo solo vivendo!
E chissà che Amantea non riesca ad avere la Casa della Salute?
E chissà che Amantea non rie
sca a conservare il laboratorio di analisi?
E chissà che Amantea non possa avere la TAC, la mammografia, e gli altri importanti servizi radiologici?
La politica ora si muova!!!!!