La Magna Grecia è sotto i nostri piedi in ogni angolo della Calabria
Una Magna Grecia scomparsa come la cultura che un tempo ci pose all’attenzione del mondo, ambedue forse sepolte in attesa di essere riportate alla luce.
Ed uno dei territori più ricchi di queste evidenze è sicuramente quello di Temese.
Parliamo dell’attuale territorio del comune di Serra d’Aiello, di Campora San Giovanni di Amantea , di Nocera terinese.
Campora San Giovanni, in particolare, offre ogni giorno una sorpresa.
Da uno scavo per la costruzione di una abitazione, e grazie ai tecnici progettisti che mostrano sempre la propria cultura ed il proprio amore per la storia dei nostri territori e che hanno immediatamente chiamato gli archeologi che studiamo da decenni tutto quanto viene rinvenuto sottoterra, una grande , ennesima sorpresa.
Parliamo dei resti di un fabbricato risalente, probabilmente, al V secolo A.C.
Stiamo parlando della conferma della più recente ipotesi avanzata dagli studiosi della antica Temese.
Cioè dell’insediamento abitativo coerente con la necropoli rinvenuta sempre nel’ager camporese
La ipotesi era stata avanzata in primis dal prof Gioacchino Francesco La Torre, cittadino onorario del comune di Amantea, che ha condotto le indagini sul tempio di Imbelli e che aveva ipotizzato una Temese composta da vari insediamenti sparsi sul territorio del Basso tirreno cosentino e dell’alto tirreno lametino.
A seguire il prof Fabrizio Mollo che ha condotto gli scavi della necropoli di Serra e di Campora SG
E per ultimo, ma non ultimo, dal prof Maurizio Cannatà della Università degli studi di Messina che proprio il 18 agosto ha svolto in quel di Serra d’Aiello, insieme al dr Gregorio Aversa della Soprintendenza per i beni Archeologici della Calabria ed al professor Fabrizio Mollo della Università degli Studi di Messina, un interessantissimo convegno dal titolo “L’antica Temesa tra Greci ed Indigeni”
Nel corso dell’incontro, ripetuto poi in Campora SG , il prof Cannatà aveva ipotizzato la presenza di un insediamento abitativo coerente con la necropoli camporese e con gli altri insediamenti già scoperti ed ancora da scoprire.
Ed ecco la prova.
A fianco delle fondamenta del fabbricato ancora da studiare una stradella, probabilmente uno spazio intermedio tra i vari fabbricati fronteggianti, ricco di quanto derivato dal crollo delle mura dell’antico manufatto.
I lavori di scavo continuano con la collaborazione del Gruppo Alybas che ormai è diventato una vera e propria istituzione grazie, tra l’altro, ai fratelli Perri ed a Margherita Perri .
Dall’esame dei rinvenimenti deriveranno altri elementi e probabili conclusioni di conferma.
Basta attendere.