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vino-rosso-fa-male-o-fa-bene-quanto-bereAmici miei carissimi che mi state leggendo, sapete per conoscenza diretta o per sentito dire che non sempre nelle cantine dei nostri paesi si vendeva e si serviva vino di ottima qualità. Spesso veniva annacquato specialmente quando gli avventori erano forestieri o i giocatori a “Patrune e sutta” erano un po’ brilli. Non vi dico poi in occasione delle feste principali o della festa patronale di San Bartolomeo Apostolo.

C’era fino a pochi anni fa nella via principale del mio paesello una cantina il cui proprietario, Mastro Ciccio si chiamava, si vantava che il suo vino rosso era il migliore del circondario. Gli affari andavano a gonfie vele. La sera, specialmente di sabato e di domenica, la sua cantina era sempre affollata. Per niente al mondo aveva avuto voglia di cambiare mestiere. E ogni sera quando ritornava a casa con la moglie Zia Gina contava i soldi e su un quaderno a quadretti con la copertina nera scriveva l’incasso della giornata. Ma non tutti i cittadini del paese frequentavano la sua cantina e di questo spesso si lamentava con la moglie e con gli amici fidati. Notando che il Podestà, il Segretario Comunale, il Medico Condotto e alcuni gerarchi fascisti passavano ogni mattina davanti la sua cantina senza mai fermarsi neppure per dare uno sguardo, scambiare quattro chiacchiere o assaggiare un sorsetto, escogitò uno stratagemma. Adesso voglio proprio vedere – diceva tra sé – se resistono a restare sempre fuori dalla mia cantina dove c’è un vino che fa resuscitare anche i morti.

Era d’estate, il caldo si faceva sentire e avrebbe voluto offrire agli illustri paesani e nobili signori un bicchiere di vino che aveva comprato da un produttore molto fidato. Era un vino della Contrada Cannavina, il migliore della zona. Ma non sapeva come fare. Non doveva essere lui ad invitare i nobili signori, ma dovevano essere loro a cedere alla tentazione di entrare nella sua cantina umida e buia, con due finestre sgangherate, annerite dal fumo, con gli scaffali informi, verdastri, chiusi con reticelle di metallo per difendere dalle mosche qualche tarallo di Aiello Calabro, e chiedere un bel bicchiere di quel vino rosso che avrebbe fatto venire l’acquolina in bocca perfino ai morti, come giustamente decantava Mastro Ciccio. E così ogni mattina si faceva preparare dalla moglie zia Gina un tavolinetto a tre piedi nel marciapiedi davanti la porta della cantina. Lo copriva con una tovaglia rossa a fiori fresca di bucato e poi vi metteva sopra una brocca di terracotta con manico e beccuccio con la scritta “Ricordo di Calabria” ripiena di vino rosso. Per l’occasione indossava un grembiule bianchissimo e pulitissimo che zia Gina aveva lavato il giorno prima nella cibbia dei Simari. Aveva appeso alla finestra sgangherata una bella frasca di quercia che Tonnuzzu gli aveva portato la sera prima. La frasca doveva attirare i viandanti e gli avventori e voleva dire che il vino era ottimo e che veniva spillato da una botte di rovere. E così Mastro Ciccio ogni qual volta che vedeva passare il Podestà, il Segretario Comunale, il Medico Condotto e gli altri nobili del paese incominciava a decantare il suo vino con tanta enfasi che dopo una, due, tre, quattro mattine, finalmente i signori si fermarono e il Podestà disse a Mastro Ciccio che tracannava il vino direttamente dalla brocca:- Allora questo vino è davvero buono?- Gli rispose:- Buono, ma cosa dice. E’ ottimo, il migliore del circondario di Amantea. Viene da Cannavina, la zona vinicola più rinomata e famosa. Spillato, poi da una botte di rovere. Bisogna assaggiarlo per apprezzarlo e basta -. Il Podestà allora si rivolse verso gli altri amici che erano con lui e disse:- Allora fermiamoci. E tu Mastro Ciccio facci assaggiare questo ottimo vino rosso di Cannavina. Prepara per noi una grande caraffa di vino perché questa mattina con questo caldo ho una bocca molto asciutta -. Mastro Ciccio si alzò dallo sgabello con uno scatto felino e chiamò sua moglie:- Gina, Gina, porta fuori dalla cantina un altro tavolino e degli sgabelli, quelli nuovi che Mastro Michele ha fabbricato l’altro giorno, e prepara un’altra caraffa, la più grande che è nello scaffale. Riempila di vino, quello buono, quello della damigiana che si trova accanto alla botte. Fai presto-. E invitò i nobili clienti ad accomodarsi e lui stesso si precipitò a sciacquare quattro calici da grandi occasioni e incominciò a versare il vino ai suoi nobili concittadini che, non avendo mai davvero bevuto un vino così nobile, incominciarono a decantarlo. I nobili clienti, da quel giorno, si fermarono ogni mattina nella cantina di Mastro Ciccio, ma nessuno di loro osò versare una lira. Avrebbero offeso Mastro Ciccio. Dicevano solo grazie, arrivederci, ottimo questo vinello. Bevevano a sbavo, doveva essere per forza un ottimo vino.

Un giorno il Podestà organizzò un pranzo in grande stile e aveva invitato personaggi famosi del circondario tra cui il Vescovo e il Prefetto. Mancava il vino e allora ordinò ad un impiegato del Comune di andare da Mastro Ciccio a farsi dare una bella damigiana di vino, quello buono che lui sempre decantava, per offrirlo agli illustri ospiti durante il lauto pranzo. Mastro Ciccio disse ridendo:- Hai sbagliato indirizzo, caro mio. Dica al tuo Podestà che il vino che lui desidera e che per la grande occasione vuole fare assaggiare agli illustri ospiti non si trova nella sua cantina ma alla fontana dei “Quattro Canali”, alla fontana du “Zu Tittu Nmienzu u largu” o al fiume Catocastro-. Quando l’impiegato tornò dal Podestà con la damigiana vuota e gli riportò le parole che Mastro Ciccio gli aveva detto, il Podestà, uomo scaltro e intelligente, capì subito quello che Mastro Ciccio gli aveva mandato a dire. Per avere la damigiana piena dell’ottimo vino che Mastro Ciccio spillava dalla botte di rovere bisognava pagare. – Mastro Ciccio ha perfettamente ragione- disse all’impiegato che ancora stava con la damigiana vuota in mano. Gli consegnò una moneta di cento lire e gli ordinò di ritornare da lui. Quando Mastro Ciccio vide quella moneta cartacea di cento lire con lo stemma Sabaudo e l’effige del Re d’Italia disse tutto contento:- Ora sì che non hai sbagliato indirizzo. Il Podestà ti ha mandato al posto giusto - e gli riempì la damigiana dell’ottimo vino che i nobili signori per diversi giorni avevano sorseggiato a sbafo.

protestaAmantea, cittadina del basso Tirreno cosentino, al centro della questione migranti sbarcati Venerdì a Roccella Jonica. Tutti i giornali ne hanno parlato. E gli sbarchi indiscriminati dei migranti provenienti dal Pakistan e dal Bangladesh continuano nelle coste calabresi e il Governatore della Calabria On. Jole Santelli è molto preoccupato e ha scritto al Presidente del Consiglio Prof. Conte perché intervenga al più presto altrimenti sarà costretto a vietare con la forza gli sbarchi in Calabria. Vuole evitare un braccio di forza con il Governo Centrale, ma è intenzionato a difendere a tutti i costi non solo i calabresi ma anche tutti coloro i quali hanno scelto di passare in Calabria le proprie vacanze. E intanto scoppiano le proteste dei cittadini dei paesi che dovranno accogliere i contagiati da coronavirus. Ieri, infatti, molti cittadini della nostra Amantea sono scesi in piazza, hanno protestato vivamente ma civilmente e hanno occupato per alcune ore e bloccato la Strada Statale 18 perché la Prefettura di Cosenza ha deciso senza nessun avvertimento di trasferire 13 migranti sbarcati a Roccella Jonica. Alcuni manifestanti si sono sdraiati a terra e hanno più volte ripetuto che è una vera follia trasferire migranti contagiati in una località turistica nel mese di luglio ed agosto e per giunta in una struttura non attrezzata ubicata nel centro cittadino. E nel frattempo, causa arrivi di immigrati contagiati, peggiorano le aspettative dei commercianti, degli albergatori, dei ristoratori, dei gestori dei lidi balneari, degli artigiani, dei coltivatori diretti. Gli alberghi sono vuoti, i lidi sono deserti, il mercato ortofrutticolo e il mercato settimanale di cose varie stentano a decollare, gli appartamenti sono sfitti. Alcuni cittadini residenti al Nord che avevano deciso di venire in Calabria ed in Amantea, appresa la triste notizia dei migranti positivi al coronavirus, hanno già disdetto le prenotazioni. Bella prospettiva. I turisti, dunque, latitano e i cittadini dei paesi vicini per la paura di essere contagiati preferiscono stare alla larga e preferiscono altre località. E ora alcuni uomini politici i cui partiti sono i veri responsabili di questi sbarchi irregolari si sono messi in prima fila cercando un po’ di visibilità.

Pubblicato in Calabria

coronavirus-01L'altra sera a Roccella Jonica sono sbarcati 70 immigrati pachistani a bordo di una barca a vela. Dalle prime informazioni si apprende che 28 di essi sono risultati positivi al Coronavirus. C'erano anche sulla barca 20 minori non accompagnati, i quali sono stati ospitati in una struttura di Roccella presa in affitto dal Comune. E gli altri? Sono stati trasferiti a Bova e ad Amantea. Avete letto bene:AMANTEA. Dove? In quale struttura idonea sono stati sistemati? Rimarranno in quarantena sempre nella struttura o avranno contatti con altre persone? Li vedremo passeggiare sul lungomare o davanti ai supermercati con un bicchiere di plastica in mano che chiedono l'elemosina? I cittadini sono preoccupati. Molti hanno paura. La notizia che gli immigrati sono risultati positivi al Coronavirus ha creato apprensione

oregano-herbMario è un giovanotto che vive e lavora in San Pietro in Amantea, piccolo paese della provincia di Cosenza. E’ sposato, è un felice papà, la sua dolce metà è in attesa di un altro bambino. Mario ha una grande passione che condivide col fratello: La raccolta dell’origano. Passione che gli è stata tramandata dallo zio Salvatore, recentemente scomparso. Appena si avvicina l’estate questa erba aromatica con foglioline ovali che le nostre donne usano in cucina in abbondanza per dare odore alle gustose pietanze cresce in alcuni dei nostri campi assolati, e Mario, che conosce a memoria i posti migliori, ogni giorno , di buon ora, la va a raccogliere e ne fa mazzetti che poi in un baleno li vende agli amici e ai turisti occasionali, perché l’origano dalle loro parti non cresce spontaneo. Non può accontentare tutti, però, perché le richieste sono tante ed io per non rimanere senza origano come lo scorso anno ne ho già prenotato alcuni mazzetti per la prossima settimana. L’origano per conservare meglio le sue proprietà dovrà poi essere essiccato. E’ importante che questa procedura venga fatta seguendo alcuni accorgimenti : deve essere posto all’ombra e non alla luce diretta del sole appendendo i rametti a testa in giù.

Ovviamente Mario non riesce a vivere solo di questo lavoro che dura soltanto un mesetto, è una sua passione. E poi questa erbetta bisogna raccoglierla al punto giusto. La piantina non deve essere fiorita, perderebbe il caratteristico e inconfondibile odore. Questo Mario lo sa. E lui è felicissimo, anche se molto stanco, quando a sera fa ritorno al paesello con i fasci d’origano sotto le braccia. L’origano è una pianta molto diffusa grazie anche alle sue proprietà medicinali.


CorpusNon avremo quest’ anno nelle nostre città, nei nostri piccoli paesi e neppure in Amantea la solenne processione del Corpus Domini. Ma in questi giorni, guardando la televisione, abbiamo visto raduni e manifestazioni, con tanta gente senza osservare la dovuta distanza e senza mascherine. Come mai si sono chiesti in tanti facendo finta di non saperlo?

Non avremo nemmeno la consueta processione per le strade di Roma con Papa Francesco. La disparità di trattamento, purtroppo, è ancora una volta tristemente evidente. E i vescovi, le gerarchie ecclesiastiche, i fedeli cattolici stanno zitti. Non dicono niente, non parlano. Sono diventati muti. Non possono disturbare chi ci governa e disobbedire ai comandi e alle prescrizioni. Questo governo lo hanno voluto anche loro. Hanno capito, però, che al Governo ci sono i comunisti, gli ex comunisti, i post comunisti e i cattocomunisti.

Sono giorni che assistiamo a manifestazioni di ogni natura. Manifestazioni politiche, manifestazioni contro il razzismo dopo l’uccisione in America di un uomo  di colore, manifestazioni contro il governo con la presenza dei leader politici dell’opposizione , manifestazioni per l’ambiente, manifestazioni dei lavoratori perché hanno perso il posto di lavoro, manifestazioni dei sindacati davanti i cancelli dell’ex ILVA per protestare contro i tre mila licenziamenti,   per il diritto. A Piazza del Popolo, a Roma, dopo mesi di letargo si sono riviste le Sardine. E molte di loro erano anche senza mascherine. Manifestazioni sì, certo, erano contro il nemico Presidente americano, ma niente processioni perché i partecipanti sono tutti cattolici e tanti ostili al governo Conte malgrado l’odiato Salvini ora sia   all’opposizione. Abbiamo visto pure i raduni dei gilet arancioni con alla testa il generale in pensione Pappalardo , tanti giovani e giovanissimi per l’afroamericano George Floyd, gli esponenti delle organizzazioni di destra e non potevano mancare quando c’è da fare un po’ di cagnara gli ultrà calcistici. Ma la tradizionale processione del Corpus Domini, dove è risaputo che ci sia molto più ordine rispetto a una manifestazione spontanea, niente. I divieti esistono soltanto sui riti e sulle tradizioni della Chiesa cattolica. Domenica prossima nemmeno la processione di Papa Francesco potrà avere luogo, come riportato dai media vaticani. Il Papa infatti si limiterà a celebrare la Santa Messa per la Solennità del Corpus Domini alla presenza di una cinquantina di fedeli, come avvenuto anche nel periodo più duro del coronavirus. Lo stesso varrà per tutte le parrocchie d’Italia. Ci sarà tuttavia, nelle chiese, l’esposizione del Santissimo Sacramento e la benedizione eucaristica, fortunatamente. Domani non si sa.

Dispiace però vedere ancora una volta come si applichino, tristemente, da parte delle autorità governative, due pesi e due misure. Insomma, va bene ogni tipo di rivendicazione, specialmente se rumorose e invadenti. Ma camminare in maniera solenne per le vie della città, diventa un gesto pericoloso e vietato. Deboli con i forti e forti con i deboli, verrebbe da dire.

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mago amaAncora una volta, amici carissimi, mi dovrò occupare di truffa agli anziani, perché malgrado gli avvertimenti e i suggerimenti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, gli anziani sono le persone più fragili per essere aggirate da fantomatici guaritori e da truffatori di professione. La Guardia di Finanza l’altro giorno ha arrestato non solo un sedicente mago, ma anche la moglie e la figlia per truffa aggravata contro centinaia e centinaia di persone, per auto riciclaggio e utilizzo di denaro di provenienza illecita. Il cosiddetto mago Candido operava nella zona del Lodigiano e pubblicizzava le sue potenzialità paranormali sui vari giornali, con manifesti e cartelloni sui muri delle case e finanche nelle reti televisive. L’uomo si spacciava di poter scacciare spiriti maligni, i malocchi, le jettature e robe del genere. Addirittura faceva credere che era finanche in grado di connettere persone con i cari defunti. E così, sfruttando la buona fede, l’ignoranza e il bisogno di persone anziane instabili psicologicamente, estorceva loro ingenti somme di denaro. Ad una signora di Rimini, vedova, è riuscito a spillare centinaia di migliaia di euro. Con i denari estorti per scacciare via il malocchio il sedicente mago acquistava immobili, auto di grossa cilindrata e beni di lusso. Sapeva alla perfezione come fare fruttare il denaro estorto con l’inganno. E’ stata perquisita la casa dove abita e sono stati sequestrati beni dal valore di tre milioni e 300 mila euro. Una bella sommetta. Si vede che gli affari andavano a gonfie vele. A Castelgerundo, Lodi, era diventato un personaggio famoso, molto rispettato e riverito, un benefattore addirittura. Al Comune ultimamente aveva donato una monovolume Dacia Lodgy.

Non date retta, amici, a questi furfanti. Nessuno vi potrà connettere con i vostri cari defunti. Soltanto la preghiera. Ascoltate i miei consigli. Uno è quello di pregare e di vivere sempre in grazia di Dio. E non credete al malocchio o alla Jettatura. Sono dicerie consolidate nel tempo, utili per truffare la povera gente incredula ed ignorante. Fanno parte della cultura italiana, molto radicata nel Sud e purtroppo ci sono ancora migliaia e migliaia di persone che ci credono. Non cadete, amici, nelle trappole escogitate da questi sedicenti maghi e guaritori. Non date i vostri sudati risparmi ai finti maghi o santoni che promettono di risolvere i vostri problemi. I problemi di salute si risolvono con le medicine e con le visite mediche specialistiche. E se si ha un problema legale si va dall’avvocato non da un fattucchiere.

Ma se proprio non potete farne a meno ecco a voi alcuni espedienti per difendervi dal malocchio o dalla jettatura. Piccoli espedienti, rituali e formule in grado secondo la credenza popolare di allontanare la cattiva sorte. Non dovete spendere molti soldi. Tra le più conosciute quella recitata da Peppino de Filippo nelle vesti del personaggio Pappagone:- Aglio, fravaglie,fattura can un quaglia. Corna, bicorna, cape ‘e alice e cape d’aglio -. Poi ci sono tanti oggetti ritenuti magici, come il ferro di cavallo che dalle nostre parti lo troviamo appeso nel portone di casa, il gobbetto, la corona d’aglio o quella di peperoncino. Ma quello più gettonato è il corno rosso, in napoletano “ O’ curniciello”.

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new yorkScontri, incendi, danneggiamenti, violenze negli Stati Uniti d’America dopo la barbara uccisione di un uomo di colore. Le lancette dell’orologio sono tornate indietro di tantissimi anni quando ancora la gente di colore non aveva gli stessi diritti dell’uomo bianco. Siamo a Minneapolis, città dello Stato del Minnesota, e qui la Polizia l’altra sera ha ucciso un uomo di colore. Si chiamava George Floyd, di anni 46. Ora la città è sotto assedio. Sono state devastate numerose automobili e alcuni centri commerciali e la sede della Polizia locale sono state date alle fiamme. E la rivolta non si placa. Continua. Ora, però, le proteste sono scoppiate ovunque e in tutte le più grandi città dell’America dove la presenza degli afroamericani è notevole, da Menphis a San Francisco, da Denver a Los Angeles. Il Sindaco della città di Minneapolis è stato costretto a chiedere l’intervento della Guardia Nazionale per cercare di riportare l’ordine e la calma. Nel frattempo i quattro poliziotti coinvolti nella morte dell’uomo di colore sono stati di tronco licenziati dal servizio e verranno a breve interrogati e processati. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono intervenuti molti uomini politici, cantanti e artisti di Hollywood. E’ intervenuto finanche l’Alto Commissario delle Nazione Unite il quale ha lanciato un appello chiedendo alla Polizia di fermare gli omicidi degli afroamericani. Anche a Milano, davanti al Consolato degli USA si è radunato un gruppo di manifestanti per protestare contro la barbara uccisione dell’uomo nero. Anche loro hanno chiesto giustizia per George. Ma chi era George e perché è stato ucciso? Era un afroamericano di 46 anni il quale secondo la prima ricostruzione dei fatti avrebbe cercato di usare in un mini market un documento falso. E per un reato così non grave si uccide un uomo? Manco se avesse fatto un attentato o devastato il locale! Avvisata la Polizia subito è intervenuta e George è stato identificato. Era seduto tranquillo in un auto parcheggiata nella strada vicina al mini market. L’hanno fatto uscire usando violenza bloccandolo a terra e ammanettarlo. Un poliziotto, dopo averlo ammanettato, lo ha tenuto a lungo a terra premendo il suo ginocchio con violenza sul collo del povero disgraziato che implorava pietà perché non riusciva a respirare. George gridava con le poche forze che gli erano rimaste:-Per favore lasciatemi, non riesco più a respirare-. Ma il poliziotto non ebbe nessuna pietà e premeva sempre più forte il suo ginocchio sul collo della vittima. La scena è stata ripresa da un passante e filmata col telefonino e poi postata sul Web e in pochi minuti ha fatto il giro del mondo. Le immagini in cui si vede un agente di Polizia che immobilizza George schiacciandogli il collo a terra col ginocchio per circa sette minuti hanno scatenato orrore e indignazione.

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un abbraccioIl coronavirus colpisce ancora e colpisce pure i ragazzi e le ragazze i quali hanno ripreso in gran velocità la loro vita di prima. Nel weekend sono usciti in massa e si sono ritrovati nei soliti locali facendo baldoria e bevendo birra e whiskey in grande quantità. A Pavia, però, un ragazzo di 20 anni è stato multato di 400 euro perché ha osato abbracciare la sua amichetta. L’amichetta non è stata multata in quanto non avrebbe partecipato all’effusione. C’è da precisare che i due fidanzatini indossavano regolare mascherina. Questa notizia diffusa dal giornale locale “Provincia Pavese” ha fatto molto scalpore ed è stata commentata nei vari talk show provocando la perplessità, il malcontento e le critiche di molti. Lo slancio affettivo, molto innocente, commesso dal ragazzo non è ammesso dalle attuali regole contro la diffusione del coronavirus. Due persone possono camminare affiancate però non possono abbracciarsi. Ma è stato un abbraccio veloce tra due persone che non si vedevano da tre mesi. I vigili che sono intervenuti hanno fatto rispettare la legge certamente, ma sono stati troppo severi, troppo intransigenti. Così ha dato la notizia la “Provincia Pavese”:- E’ stato uno dei tanti episodi scoperti nel centro storico di Pavia durante i servizi di contrasto della movida di un fine settimana molto temuto. Il giovane ha avuto la sfortuna di abbracciare la ragazza senza rendersi conto di avere a pochi metri una pattuglia in borghese delle forze dell’ordine. E gli agenti in questa occasione, non si sono limitati al rimprovero verbale-.

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messa- allapertoEcco, questa sì che è finalmente una bella notizia. Dal 18 maggio p.v. le porte delle chiese saranno riaperte e i sacerdoti potranno celebrare indisturbati le Sante Messe alla presenza dei fedeli, non di tutti però. Il protocollo d’intesa tra Governo e la CEI è stato firmato giovedì 7 maggio u.s. Si dovranno però osservare alcune regole fondamentali: niente assembramento e distanziamento tra i fedeli. In un banco si potranno sedere al massimo due fedeli. Non tutti, dunque, potranno entrare in chiesa, dipende dalla grandezza. Membri del Consiglio Pastorale, volontari, collaboratori favoriranno l’ingresso e l’uscita dalla chiesa. Chi entra in chiesa dovrà indossare obbligatoriamente la mascherina. Le acquasantiere resteranno ancora vuote, niente acqua santa. La chiesa, al termine di ogni funzione dovrà essere igienizzata. I parroci dei piccoli paesi avranno seri problemi da risolvere. Niente coro durante le funzioni religiose. OK ad un solo organista. Omesso lo scambio della pace. Poiché le regole sono ancora rigidissime e molte chiese non consentono la pratica applicazione del protocollo d’intesa, le Sante Messe si potranno celebrare anche all’aperto, sempre nel rispetto delle norme sanitarie indicate. Nel mio paese, San Pietro in Amantea, e in molti Comuni della Provincia di Cosenza (Vedi Amantea, piazzale antistante Chiesa Sa Bernardino) dove davanti la chiesa ci sono ampi spazi si possono celebrare benissimo le sacre funzioni all’aperto. Basta mettere un tavolo, delle sedie, sistemare l’altoparlante e l’organo. Ci vuole un po’ di collaborazione coi parroci. E poi siamo abituati da sempre ad assistere alle Sante Messe celebrate dal Papa sul sagrato della Basilica di San Pietro in Roma, così come alle sante messe celebrate in San Pietro in Amantea sulla piazza antistante la chiesa della Madonna delle Grazie in occasione della sua festa che si celebra ogni due luglio. La chiesa non potrebbe contenere le migliaia dei fedeli provenienti dal circondario di Amantea. Le celebrazioni all’aperto offrono la possibilità di rispettare tutte le indicazioni del Governo. Anche il Vaticano passa alla fase 2 del contenimento dell’emergenza Covid19. Niente più Sante Messe la mattina alle ore 7 in streaming da Santa Marta senza fedeli. Le Sante Messe torneranno ad essere aperte al pubblico. Il Santo Padre Papa Francesco è felicissimo:- Il popolo di Dio potrà così tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, partecipando alla liturgia domenicale, e riprendendo, anche nelle chiese, la frequentazione quotidiana del Signore e della sua Parola-.

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silvia10Chiedo scusa, mi sono sbagliato. Non è più Silvia che ritorna a casa dopo lunghi 18 mesi di prigionia ma un’altra fanciulla di nome Aisha. Ma chi è veramente questa pulzella del XXI secolo che raggiante scende dall’aereo e saluta la folla che l’attendeva all’aeroporto di Ciampino? Una novella Giovanna D’Arco, la pulzella d’Orleans? Una scienziata italiana che dopo aver scoperto il vaccino anti Coronavirus ritorna trionfante nella sua amata e ingrata patria che l’aveva costretta ad emigrare all’estero per trovare un proficuo lavoro? Un novello Ulisse che, pieno di fama e di sventura, bacia la sua petrosa Itaca? Un condottiero che ha compiuto delle imprese eroiche? Un novello Gagarin che ritorna dallo spazio? No, è una ragazza normale che partita dall’Italia per un paese africano come cooperante e che nel novembre 2018 viene rapita dai terroristi in Kenya e che ieri è stata finalmente liberata dai suoi rapitori dopo una lunga trattativa e dopo che l’Italia abbia dovuto pagare un ingente riscatto. Tutto qui? Tutto qui. Non ha fatto nulla, ma proprio nulla di eccezionale. Non ha scoperto un bel nulla. Non ha compiuto delle gesta che meritano una accoglienza trionfale. Eppure ieri c’erano ad accoglierla il Presidente del Consiglio Prof. Conte e il Ministro degli Esteri On. Luigi Di Maio che hanno voluto salutarla per primi. I familiari della ragazza dopo. Il padre, addirittura, l’ha accolta con un inchino. Evidentemente le gesta compiute da questa fanciulla hanno dello spettacolare. Ha detto con un sorriso smagliante che è felicissima. Ha ringraziato le istituzioni. Ha ribadito che sta bene fisicamente e mentalmente. E ci ha fatto sapere pure che si è convertita all’Islam. E’ stata una sua libera scelta, che non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori e che l’hanno trattata sempre benissimo. Mi dispiace deludervi, ma io non credo neppure una parola a quello che ha detto al suo arrivo in Italia la fanciulla Aisha. E sapete perché? Perché ha detto che vuole ritornare in Africa. E i 18 mesi trascorsi in prigionia li ha già dimenticati? E poi questa fanciulla del rapimento, della prigionia, dei disagi, delle sofferenze, del lungo e travagliato viaggio per raggiungere la Somalia non ha alcun segno. Era bella, tranquilla, sorridente, rilassata. Detto questo mi fermo qui. Sono anche io felicissimo che questa giovane donna italiana sia tornata finalmente libera in Italia dopo un anno e mezzo di prigionia lontana dai sui affetti più cari. Chi se ne frega se sia ritornata Silvia o Ashia, cattolica o musulmana. Essere, però, ricevuta al suo ritorno in patria dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri mi ha dato fastidio. Per me è stata una scelta sbagliata. C’è mancata la Fanfara dei Bersaglieri e la Banda dei Carabinieri. E pure la grande parata ai Fori Imperiali. Poteva affacciarsi dal balcone del Campidoglio o del Quirinale al fianco del sorridente Presidente della Repubblica On. Mattarella e salutare i romani. Ora, però, dopo questa accoglienza in pompa magna quale sarà il suo futuro? La vedremo comparire in tutte le televisioni e in tutti i talk show mattutini, pomeridiani e serali e ad essere pagata, alla fine poi a scrivere un bel libro per raccontare agli italiani la sua triste e lieta avventura.

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