
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota della Polizia provinciale di Cosenza
“Il personale della Polizia Provinciale di Cosenza appartenente alla sezione Reati Ambientali è impegnato continuamente in attività mirate alla tutela e salvaguardia delle aree appartenenti al demanio fluviale della Provincia, al fine di preservare il normale deflusso delle acque e denunciare, quindi, tutti quegli abusi che, invadendo gli alvei e le zone di rispetto, di fatto, ne minano il già precario equilibrio, soprattutto nelle zone considerate a rischio esondazione. Durante alcuni sopralluoghi lungo le sponde del torrente Malfrancato in agro di Corigliano Calabro, già oggetto di numerosi sequestri nei mesi scorsi, gli agenti hanno notato la presenza di un agrumeto in produzione e di una costruzione in legno e lamiera utilizzata come ricovero attrezzi. Verificato che insistevano in una zona demaniale a rischio esondazione e, quindi, privi di titoli autorizzatori, hanno proceduto al sequestro di tutta l’area interessata dagli abusi (più di 4.000 mq), denunciando alla Procura della Repubblica di Rossano, un uomo residente a Corigliano Calabro, P. F. di anni 68, occupatore degli impianti abusivi.
Inoltre, a seguito di alcune segnalazioni pervenute presso
Gli agenti, hanno constatato che le persone espletanti tali attività, erano prive dei necessari nulla osta ed autorizzazioni per eseguire il taglio di alberi in zone del demanio fluviale. Sono stati, dunque, denunciati in due alla Procura della Repubblica di Cosenza, S.M. e P.L., entrambi residenti nel comune di Lattarico.
Si è proceduto, quindi, al sequestro delle 34 piante abbattute, per un totale di circa 250 quintali di legna, di un mezzo meccanico cingolato e di una motosega utilizzati per compiere tale illecita attività. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono state denunciate 6 persone per reati riguardanti le occupazioni di aree demaniali e sequestrati quasi
Ancora un dramma legato alla grave situazione economica.
Ancora un anziano che tenta il suicidio.
Avviene in Calabria, in provincia di Cosenza, a Corigliano Calabro
Si chiama Giacomo Nicoletti , settantenne.
Stamattina si è dato fuoco in un parcheggio vicino ad un supermercato
Si è cosparso di liquido infiammabile e si è dato fuoco
Lo hanno visto alcuni dipendenti del supermercato che si recavano al lavoro
L'uomo lotta tra la vita e la morte.
Ma chi è Giacomo Nicoletti ?
E' un ex barbiere, molto noto nella cittadina ionica e che pare soffra da tempo di problemi di salute e depressione.
Dalle prime notizie raccolte dai carabinieri pare che il gesto sia da attribuire alla disperazione per problemi economici.
Ma non si può escludere che sia anche un problema di solitudine.
Ecco i primi fatti ed i primi volti di una indagine condotta dal procuratore aggiunto di Cosenza, Domenico Airoma e dal pm Donatella Donato , coordinati dal procuratore capo Dario Granieri.
La Procura ha incriminato per falso e truffa :
Salvatore Calabrese, di Montalto Uffugo, capo nucleo del Centro Anas bruzio;
Marcello Bartella, di Rende, capo del Centro Anas cosentino;
Stefano Cinelli, di Rende,
Francesco Liguori, di Marano Marchesato, direttori operativi della medesima struttura;
Carlo Pullano, di Soverato, dirigente dell’Area tecnica del Compartimento Anas calabrese;
e gl’imprenditori Claudio e Gaetano Russo, di Catanzaro; Gianfranco Sammarco di Cirò;
XXXXX XXXXXX, di Catanzaro; Rocco Foti, di Cosoleto; Nicola Mastrocinque, di Foglianise.
A tutti viene contestato di aver contabilizzato, nelle loro rispettive funzioni, «l’effettuazione di lavori non eseguiti ovvero l’effettuazione di lavori in misura superiore rispetto a quanto in realtà eseguito».
A Bartella ed a Domenico Ferraro, di Santa Sofia d’Epiro, direttore operativo del Centro Anas di Cosenza, la Procura contesta anche di aver attestato falsamente l’effettuazione degli stessi lavori, vicino il sottopasso del campo sportivo “Lorenzon” di Rende a due ditte diverse.
A Calabrese e Bartella, in concorso con l’imprenditore Oscar Nervoso, di Cosenza, viene contestata la stessa ipotesi di reato in relazione ai lavori svolti vicino lo svincolo cassanese di Doria.
Infine, Bartella, Cinelli e l’imprenditore Saturnino Magurno di Belvedere Marittimo, sono stati incriminati per corruzione. I due funzionari dell’Anas secondo i PM avrebbero ricevuto da Magurno «denaro per vari importi e altre utilità» per far ottenere alla ditta dell’imprenditore l’affidamento diretto di lavori lungo la strada “.Tirrena Inferiore”.
A tutti quanti indicati è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini.
Ora tutti avranno la possibilità di chiedere di essere interrogati o di depositare memorie difensive.