Quando arrivava l’orario della chiusura dei negozi, forse con sorprendente puntualità, una dopo l’altra le saracinesche venivano chiuse.
Un tempo, quando erano manuali, con forte fragore.
Oggi che sono elettriche con minor rumore di un tempo.
L’unica saracinesca che non fa alcun rumore è quella del sistema commerciale cittadino.
Un sistema, quello amanteano, che sta cominciando a chiudere senza essere nemmeno sentito.
Uno dopo l ’altro storici o datati negozi abbassano per una ultima volta le proprie saracinesche ed amici e conoscenti imballano le merci nei pacchi e li portano via nel silenzio più totale degli altri che ben sanno, domani, forse può succedere anche a loro !
Ed i magazzini vuoti occhieggiano, qualcuno anche da anni, sulle principali vie commerciali, come orbite vuote nel teschio che resta di una antica città nella quale il commercio è stata per millenni la principale attività economica.
Nasce al loro posto qualche esercizio pubblico con la speranza di sopravvivere ad una fase economica difficile.
I giovani , infatti, continuano a mangiare fuori casa usando i soldi dei loro genitori
Un panino ed una birra e passa la serata.
Ma non basta.
Senza soldi non si cantano messe e non si aprono o mantengono negozi.
D’altro canto Amantea nel tempo ha visto crescere e qualificare la propria rete commerciale quando è stata attrattiva, quando, cioè, la sua utenza è stata ultronea alla sua popolazione.
Un’ attrattività che sembra essere scemata ed essere alla base di questa fase di stanca commerciale.
Molti si chiedono se si può fare qualcosa.
Certo.
Cominciando a correggere i tanti errori fatti , a stimolare l’amministrazione ad una maggiore attenzione ed il sistema commerciale ad autodifendersi ed a non illudersi che questi momenti passino da soli o per l’intervento della Divina Provvidenza.