A nome di tutti i cittadini che amano il proprio paese, nel sogno mi sono rivolto ai “sindaci” di Amantea chiedendo loro, rispettosamente, di porre fine, rassegnando le dimissioni, a questo ciclo amministrativo inconcludente e disastroso per le sorti già avvilite della città.
Come loro ben sanno, i cittadini di Amantea stanno pagando sulla propria pelle la ormai farsesca vicenda di un’amministrazione che, perdendo i propri pezzi strada facendo, non è riuscita a fare nulla di buono e di utile.
Basti dire che mentre le imposte sono al massimo, il sistema di servizi funziona a livelli inferiori allo zero.
Di più e peggio.
Il fallimento di una giunta comunale, la cui maggioranza è, dal giorno dell’insediamento dell’attuale Consiglio, rissosa al massimo o introvabile.
Credo sia giunto il momento di porre fine a questo strazio per la città di Amantea, che peraltro si trova anche alle prese con il drammatico problema del risanamento.
Quel che è certo è che nessuna amministrazione potrà fare peggio dell’attuale.
Questa Amministrazione lascia macerie, inadeguatezze e la prospettiva di un dissesto finanziario e di un probabile commissariamento lunghissimo.
Altro che “rivoluzione silenziosa” è stato un massacro. Non approfondiremo troppo su tutte le malefatte, gli errori e gli atti antidemocratici di questa amministrazione.
Pensiamo, infatti, che chi vive ad Amantea non ha bisogno di tante spiegazioni perché si accorge benissimo da solo della situazione disastrosa in cui ci troviamo, quindi preferiamo indagare quelli che sono gli aspetti politici della questione.
Detto questo, però, non si può evitare un piccolo passaggio su quello che è stato capace di combinare o per meglio dire non combinare il sindaco in questi due anni di governo.
Abbiamo visto la città invasa dai rifiuti, le periferie completamente abbandonate a se stesse, il dissesto stradale, la merda galleggiare sul mare di Ulisse, cerotti in ogni angolo, cittadini inascoltati, l’emergenza abitativa completamente ignorata, continue forzature in consiglio comunale, imbrogli e lottizzazioni, personaggi squallidi e neofascisti elevati al ruolo di amministratori e/o consiglieri di fiducia, la mancanza di manutenzione per le strutture scolastiche e sportive, spazi pubblici ( basta dare un’occhiata al Monumento ai Caduti) abbandonati al degrado, lavoratori presi costantemente in giro, soldi pubblici buttati in eventi vetrina; per non parlare, poi, dei problemi storici che Amantea si porta dietro da anni e su cui questa amministrazione non ha fatto nulla, come se il fatto non riguardasse chi amministra la città.
A tutto questo si è aggiunta l’assoluta mancanza di spessore politico del sindaco ufficiale che ha avuto bisogno della badante, che non si è mai preso una sola responsabilità politica, riducendo sempre tutto a questioni di ordine meramente tecnico, e per i cittadini questo è totalmente inaccettabile.
Riteniamo, infatti, che se si amministra un comune di 15mila abitanti si debba avere il coraggio di scelte difficili e se non si è capaci di farlo, allora basta non candidarsi.
Insomma in questi anni l’immobilismo di una maggioranza più propensa a pensare agli interessi di pochi e alle poltrone che a quelli che sono i problemi della collettività e una deriva autoritaria ci consegna una città completamente in ginocchio.Nei mesi che verranno bisognerà costruire le basi su cui poggerà il futuro governo della città, bisogna sviluppare meccanismi di controllo popolare, parlare con chi vive i problemi sulla propria pelle, lanciare comitati e assemblee di popolo e insieme costruire non solo un programma ma una vera e propria alternativa.
Non è facile, questo processo è ancora allo stato embrionale, ma non c’è altra scelta. Possiamo accettare la sfida oppure chiuderci nei nostri orticelli e allora avremmo perso un’altra occasione indipendentemente da chi sarà il prossimo sindaco di Amantea.
Bisogna osare e combattere, osare vincere! La frase è di Mao ma, fuor di retorica, si addice alla situazione italiana, in particolare a quella Amanteana!
Gigino A Pellegrini & G el Tarik